Io, indemoniata, vi racconto la mia liberazione.
Ecco il memoriale di Maria Rosaria
Martedí 29.01.2008 08:15
“Sapevo dell’abitudine della mia ex suocera di recarsi da una sua amica maga per fare malefici contro le persone che odiava, e così, ad un certo punto, ebbi pochi dubbi sull’origine di quelle allucinazioni visive e uditive che mi facevano vedere esseri abominevoli, teste umane infilzate di aghi, ombre al mio fianco, e avvertire presenze estranee nella mia casa”. Comincia così il memoriale che Maria Rosaria (il nome è di fantasia), una ragazza beneventana esorcizzata a pochi minuti dal Natale 2007, ha consegnato a Petrus (www.papanews.it), il quotidiano online dedicato all’attività della Santa Sede diretto da Gianluca Barile, e che sarà pubblicato a puntate.
INCUBI E DOLORE- Maria Rosaria racconta la sua lotta contro il diavolo e che cosa significa essere indemoniati: “Gli incubi, il desiderio irrefrenabile di suicidarmi, un continuo dolore alla testa e l’avversione per i luoghi e le immagini sacre. Mi sentivo impazzire, una voce mi diceva continuamente di farla finita, di ammazzarmi o di ammazzare i miei familiari, pensavo davvero di aver perso il senno e un giorno stavo realmente per buttarmi dal balcone”. Giorni difficili per una ragazzina di costituzione gracile che a questo punto, ripensando all’ex suocera che si faceva fare fatture da una maga, pensa di rivolgersi ad un esorcista. A Torre Le Nocelle (Av), dove subisce il primo rito di liberazione.
IL RITO IN LATINO- Particolarità: il rito eseguito è quello in latino, ritenuto da molti esorcisti – padre Gabriele Amorth in testa – più efficace di quello in lingua italiana. Tanto che Maria Rosaria inizia subito a dimenarsi e parlare latino, acquista una forza sovrumana tipica degli indemoniati (ci vogliono – racconta – dieci persone per tenerla ferma mentre il sacerdote recita la preghiera di liberazione) e di notte sembra andare in catalessi.
IL PAPA INCORAGGIA GLI ESORCISTI- La giovane offre la sua testimonianza al direttore Barile per rendere testimonianza: “Satana è sconfitto – scrive – mentre Gesù ha già vinto”. Testimonianza che arriva a pochi giorni dall’incoraggiamento che Benedetto XVI ha rivolto agli esorcisti in udienza in Vaticano: continuate, aveva detto, “nell’importante ministero a servizio della Chiesa, sostenuti dalla vigile attenzione dei vescovi e dalla incessante preghiera”. Non è del resto la prima volta che si apprende di un Papa esorcista. Sappiamo per certo che Giovanni Paolo II ha più volte liberato dal demonio alcuni fedeli; a volte erano “clienti” di padre Amorth che venivano ricevuti in udienza privata direttamente dal Pontefice.
PADRE PIO SALVO' PACELLI?- E se Paolo VI aveva parlato di “fumo di Satana” in Vaticano, durante la guerra quel fumo stava per diventare fuoco: è stato appurato – sempre da Petrus – che nel 1943, alla notizia della presa di Roma da parte delle truppe tedesche, Padre Pio avrebbe pregato intensamente per la salvezza di Pio XII, Eugenio Pacelli. Francesco Morcaldi, che fu podestà e per tre volte sindaco nel paese dove visse il Santo, racconta nel suo memoriale di quando avvertì Padre Pio dell'ingresso a Roma dei tedeschi. ''Padre Pio ne fu fortemente scosso, sino alle lacrime''.
''Era inginocchiato, assorto in profonda preghiera, il capo tra le mani'' racconta, poi ''vidi il suo volto, sconvolto e rigato dalle lacrime. Lo salutai, mi porse la mano che baciai'' e mi disse: ''Ciccillo, il Papa si salverà''. Solo nel 1972, l'ex-generale Karl Wolff, comandante delle SS in Italia durante la repubblica di Salò raccontò di avere avuto da Hitler l'incarico di occupare il Vaticano e portare al Nord Pio XII e la curia. Il piano fu poi accantonato.
E PIO XII ESORCIZZO' HITLER- E per finire: su 30 giorni, il mensile diretto da Giulio Andreotti, nel numero di giugno 2002 il vaticanista de “Il Giornale” Andrea Tornelli racconta come Pacelli abbia tentato più volte l’esorcismo a distanza nei confronti, nientemeno, di Adolph Hitler: “nei momenti più bui della guerra, Pio XII tentò più volte di “liberare” l’anima del Führer dal diavolo, con tutte le invocazioni previste nel rito dell’esorcismo: «Nel nome di Gesù, satana, vattene… Tu che sei stato sconfitto nel mar Rosso da Mosè, tu che venivi scacciato da Saul grazie ai salmi cantati da Davide, tu che sei stato dannato nella persona di Giuda…»”. L’esorcismo, in quelle condizioni, difficilmente riesce (è preferibile avere la presenza dell’indemoniato). Ma dopo la guerra Pio XII ricordò: “Nulla è stato lasciato intentato” contro il nazismo. Esorcismi inclusi, ovviamente.
Antonino D'Anna, Libero News
[Modificato da Zalmoxis 29/01/2008 18:58]
"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."
(Anonimo del XIII sec.)