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I siti «ficcanaso» della Rete

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2008 21:27
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dati generalmente non disponibili attraverso una semplice ricerca
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Consentono di ottenere informazioni difficili da trovare su colleghi, amici e fidanzati...



(da spokeo.com)

MILANO - E’ ancora fresco lo scandalo per le dichiarazioni dei redditi sbattute sul web, ma in America le opportunità offerte dalla Rete a chi vuole ficcanasare sono di gran lunga maggiori, grazie a una miriade di siti impiccioni che stanno nascendo come funghi.

VOYEURISMO ITALIANO - Gli italiani hanno avuto un generoso assaggio della tendenza a rendere pubblici dati personali quando l'onorevole Vincenzo Visco ha deciso che le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti relative al 2005 finissero online, a disposizione di chiunque volesse consultarle. Anche in questo caso si è trattato di dati pubblici, talvolta anche già pubblicati sulla carta stampata, ma complice l’assoluto anonimato dei visitatori è stato stimolato e favorito un certo voyeurismo. In linea con la tendenza a facilitare i guardoni, indipendentemente dalla nobiltà (o meno) degli intenti, si può citare anche l’iniziativa del neo ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, che come prima cosa ha annunciato che «le pagelle scolastiche dovranno essere lette attraverso Internet». Senza contare infine tutta la gente smascherata da YouTube (a cominciare dal presidente della Fia Max Mosley).

SITI SPIONI - Per i curiosi delle vite altrui, italiani e non, le possibilità di reperire dati personali sono sempre più numerose. Sta nascendo infatti un vero e proprio filone di siti web specializzati nel raccogliere e raggruppare tutto lo scibile su ogni singolo utente della Rete.
Si va da ZabaSearch.com, che si occupa di fedine penali e date di nascita
a Spock.com, specializzato nello scovare pagine personali come quelle inserite nei siti di social networking.
Spokeo.com fornisce l'elenco delle attività online di amici e conoscenti, mentre Zillow.com esprime valutazioni sul valore delle case di amici e conoscenti. E nonostante i dati siano già di pubblico dominio, non tutti sono così contenti di vederli pubblicati. E’ il caso, raccontato dal Wall Street Journal, di un anonimo quarantatreenne cittadino dell'Illinois che aveva dichiarato al proprio fidanzato di avere trentacinque anni. Quando l’innamorato ha cercato il suo indirizzo su Internet ha scoperto l'inganno e lo ha lasciato.

CRITICHE E DIFESE - I creatori dei vari siti si difendono sostenendo che non vi è da parte loro alcuna intenzione di braccare gli utenti, ma semplicemente la volontà di creare qualcosa di divertente e sottolineano che la diffusione dei dati personali è un fenomeno ormai assodato nel terzo millennio. Altri siti approdano al medesimo risultato ma partendo da presupposti diversi e quasi incidentalmente. E' il caso di Amazon.com, che prevede che i suoi utenti compilino una lista degli oggetti che intendono acquistare, premettendo che questa verrà resa pubblica. Una libraia californiana di cinquantasette anni ha così scoperto che un amico voleva comperare un telo da letto per incontinenti e l'imbarazzo provato l’ha dissuasa dal tornare sul sito.

PER DIFENDERSI - L'unica possibilità di difesa e tutela della privacy è in mano a ciascuno di noi, ma per proteggere la riservatezza occorre andare alla radice del problema.
Se non si vuole che certi dati vengano diffusi occorre evitare di renderli pubblici: meglio non comparire sugli elenchi telefonici, che sono una fonte preziosa per chi cerca il nostro indirizzo, e soprattutto occorre valutare attentamente il grado di privacy garantita al momento dell'iscrizione a siti come Amazon e Flickr.
Chi vuole restare anonimo ne ha ancora la possibilità, ma deve prestare molta attenzione: tra aziende bramose di profilare l’utente e vicini di casa guardoni, fidanzati diffidenti e semplici impiccioni annoiati, ormai il Grande Fratello siamo noi.

Emanuela Di Pasqua
15 maggio 2008
Corriere

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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