Novalis: "Inni alla Notte" (Hymnen an die Nacht), 1797 - 1798
Abwärts wend ich mich
Zu der heiligen, unaussprechlichen
Geheimnißvollen Nacht –
Fernab liegt die Welt,
Wie versenkt in eine tiefe Gruft
Wie wüst und einsam
Ihre Stelle!
Tiefe Wehmuth
Weht in den Sayten der Brust
Fernen der Errinnerung
Wünsche der Jugend
Der Kindheit Träume
Des ganzen, langen Lebens
Kurze Freuden
Und vergebliche Hoffnungen
Kommen in grauen Kleidern
Wie Abendnebel
Nach der Sonne,
Untergang.
Il poeta tedesco esalta il contrasto fra la vita terrena/diurna (con tutti i suoi valori apparenti) e la realtà vera che la notte rivela.
Nel primo dei 6 Inni, descrive il sopraggiungere della notte astronomica come momento in cui il poeta sperimenta quelle vibrazioni interiori che gli permettono di immergersi nell’essere e conoscere l’ineffabile.
Dopo una parte iniziale in cui è celebrata la luce del giorno vivificatrice degli esseri, passa a considerare la notte costruendo un’antitesi fra luce e tenebra:
Da lei mi distolgo e mi volgo
Verso la sacra, ineffabile
misteriosa notte.
Lontano giace il mondo –
perso in un abisso profondo –
la sua dimora è squallida e deserta.
Malinconia profonda
fa vibrare le corde del mio petto.
…Lontananze della memoria,
desideri di gioventù,
sogni dell’infanzia,
brevi gioie e vane speranze
di tutta la lunga vita
vengono in vesti grigie,
come nebbie della sera
quando il sole è tramontato.