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Cogne. Un enigma svelato

Ultimo Aggiornamento: 29/06/2008 10:53
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29/06/2008 10:44

un'ipotesi mai approfondita per la morte di Samuele






Un libro controcorrente. Contro entrambe le posizioni, sia colpevoliste che innocentiste. Dove si dimostra che non ci sono i tempi tecnici per qualsiasi delitto. Contro i media, che per interesse di audience, hanno pilotato fin da subito l’opinione pubblica verso la

tesi del delitto mostruoso. Dove si dimostra, con esaudenti supporti scientifici, che la tesi iniziale di un aneurisma spontaneo, una malformazione congenita, sia quella giusta. Un libro da non sottovalutare, assolutamente da leggere.


Maria Grazia Torri, la giornalista autrice del libro, ha indagato a lungo e s’è convinta che la madre di Samuele non sia affatto un’assassina, che il bimbo sia morto per cause naturali ancorché rarissime: la rottura di un aneurisma cerebrale, cioè di una vena dilatata per una malformazione congenita, seguita da un’emorragia subaracnoidea traumatica e da una crisi epilettica che gli hanno letteralmente fatto esplodere la testa. Ha scritto un volume di 362 pagine, Cogne. Un enigma svelato (Giraldi, Bologna), per dimostrare l’innocenza dell’imputata. Nessuno ne ha parlato, nessuno l’ha recensito, nelle librerie non lo espongono, praticamente è rimasto un samizdat.


“Samuele non è stato ucciso, non c’è stato nessun delitto a Cogne”. I 17 colpi sulla testa dello sventurato Samuele non erano 17 colpi e comunque non venivano da una sola arma».

E che cos’erano?

«L’esito di un aneurisma fulminante. Un evento di questo genere provoca una forte pressione endocranica che crea a sua volta devastanti scosse epilettiche e conseguente edema cerebrale, il che spiega perché il cervello del bimbo è stato spinto fuori dalle brecce ossee. L’ultima fase di questa morte improvvisa e virulenta è il vomito cerebrale o vomito a getto, per cui il sangue colato in bocca per il trauma viene schizzato lontanissimo, sino a sei metri, com’è successo con Samuele, verso il soffitto e le pareti. La madre avrebbe dovuto avere in mano una pompetta caricata col sangue del figlio per fare quello scempio sui muri della camera. Non solo: l’imbrattamento della Franzoni avrebbe dovuto comportare del tempo ulteriore per lavarsi, cambiarsi e asciugarsi i capelli, che nessuno ha notato bagnati. Ma non sono state trovate tracce di sangue nella doccia».

Ha sposato la tesi del dottor Migliaccio.

«No, sono andata in cerca di altri consulenti. Il dottor Alberto Pasqualin, responsabile della struttura di neurochirurgia vascolare dell’ospedale di Borgo Trento a Verona, mi ha consegnato alcuni testi che avvalorano questa possibilità».

Rilevando un colpo all’occipite di Samuele, inspiegabile se si considera che il bimbo aveva la testa appoggiata sul cuscino e l’aggressione è sempre stata descritta come frontale, la Pozzi ha osservato che il piccolo può aver sbattuto la testa agitandosi nel letto e poi a quest’urto casuale sarebbe seguita la crisi epilettica. Nessuno ha minimamente preso in considerazione la possibilità non remota che possa essersi trattato di una causa nient’affatto dolosa. “Converrebbe studiare come si fanno bene le cose in Csi, il serial Crime scene investigation: nel caso di Cogne la realtà è stata davvero superata dalla fantasia”, ha concluso la Pozzi».

Un bimbo così piccolo ha ancora le fontanelle aperte, cioè la volta cranica non è ancora ossificata, per cui può verificarsi qualcosa che assomiglia a un’esplosione. Nell’80-90% dei casi l’emorragia subaracnoidea è causata da una malformazione vascolare, tipo aneurisma o angioma. Ma nel 10% dei casi non si riscontrano cause apparenti».

Perché autorità giudiziarie e mezzi d’informazione avrebbero orchestrato questa congiura del silenzio?

«Perché la mia tesi non è facile da capire e da digerire. Bisognava escludere l’ipotesi di aneurisma esplorando i vasi del poligono del Willis, cosa che non si è fatta. Sarebbe stato il caso di aprire un’inchiesta squisitamente medica sulle cause della morte di Samuele. Ma i giornalisti non si occupano di queste cose, vero? Mi risulta che non sia stata neppure eseguita una Tac a cadavere integro che rilevasse lo stato cerebrale di Samuele. Si è pensato soltanto a sottoporre la madre a una caterva di perizie psichiatriche».

Il fatto che le lunghissime indagini in ogni direzione non abbiano portato a nulla non offre una ragionevole probabilità che la colpevole sia proprio la madre?

«Sono partiti tutti da una falsa pista. Non si sono mai chiesti di che cosa è morto Samuele, ma da chi è stato ammazzato. Un errore di partenza dovuto alla fretta e alla fame di mostri che governa la pancia dei mass media.

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IperCafone Doc 2012
29/06/2008 10:53

Non so...
Ricordo parecchio tempo fa un caso di un padre incriminato per violenze sulla figlia, che poi fu assolto perchè si scoprì che la figlioletta soffriva di una rara malattia che produceva lacerazioni (cito a memmoria, quindi i termini possono essre inesatti).


Però mi domando, visto il parterre di legali che aveva la signora di Cogne, perchè nessuno ha sposato questa tesi?


Nel caso di Cogne i mezzi mediatici sono stati ampiamente utilizzati, ricordo che la madre solo dopo pochissimo tempo stava in giro per trasmissioni, non ne ho avuto una buona impressione.....non vorrei che questa fosse un0ulteriore mossa strategica.....


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