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Emergenza archeologica: Pompei

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2008 14:17
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05/07/2008 13:16

CRONACA
Il ministro Bondi: "Un atto d'amore verso gli Scavi". Polemica soprintendenza-comune
La decisione entro la prossima settimana. Circola il nome del prefetto Mario Mori
"Stato d'emergenza per Pompei"
Un commissario contro il degrado
dal nostro inviato PATRIZIA CAPUA


"Stato d'emergenza per Pompei" Un commissario contro il degrado

Cantieri negli Scavi di Pompei
POMPEI - Un commissario straordinario per Pompei, basta con l'incuria e il degrado. Il governo annuncia lo stato di emergenza per la Città degli scavi, il sito archeologico più visitato al mondo. Per una situazione che "definire intollerabile è poco". Un provvedimento, spiega il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che è "un atto d'amore nei confronti della cultura". Arriverà un commissario straordinario, precisa il ministero, che dovrà occuparsi dei conti, ma anche dell'ordine pubblico e della sicurezza.

Chi sarà non è ancora deciso, anche se nel dicastero di via del Collegio Romano circola il nome del prefetto Mario Mori. "Decideremo in settimana", taglia corto Bondi, e sarà una decisione, spiega, presa di concerto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il sottosegretario all'emergenza rifiuti Guido Bertolaso. Nessun commissariamento per il soprintendente archeologico Pietro Guzzo, assicura, che rimane responsabile della tutela e le cui competenze non vengono toccate. "Mi ha assicurato che collaborerà con il commissario".

Da Pompei, Guzzo conferma: "Mi sento rafforzato e grato". Ma dietro le quinte sono in molti a leggere in questa decisione del governo un giudizio non proprio positivo dell'operato del soprintendente. Dai sindacati al sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, del Pd, che sottolinea "la pervicace volontà della soprintendenza nel rifiuto di qualsiasi collaborazione utile nella complessa azione della valorizzazione del patrimonio culturale presente nel territorio cittadino".

Nella cerchia dei collaboratori più vicini a Guzzo, invece, la decisione suscita preoccupazione e sdegno: "È un'ingiustizia, qui lavoriamo per sopperire alle mancanze del ministero, che non integra il personale che va in pensione e della Regione Campania, che promette soldi per le aperture straordinarie e non mantiene". E azzardano: "C'è un disegno che va verso la privatizzazione. Pompei fa gola, ci sono grossi interessi, specie da quando la sovrintendenza è stata unificata a quella di Napoli. Guzzo sta facendo uno sforzo enorme per ripristinare anche la legalità".

Con il commissariamento, i riflettori si accendono ancora sull'incuria, l'inefficienza, il degrado nell'area della città romana, un'estensione di 66 ettari di cui 44 già riportati alla luce e 22 ancora da scavare. L'emergenza sono i servizi igienici insufficienti e mal tenuti, come scrivono i turisti nel libro blu dei reclami all'ufficio informazioni. Protestano perché le audio guide non funzionano, non ci sono le mappe per visitare il sito, mancano i custodi, non c'è il posto di guardia medica, e troppi cani randagi che invadono il percorso dei visitatori.

"Quello che fa più arrabbiare i turisti", dice Mattia Buondonno, che ha guidato i Clinton a spasso tra le rovine, "è trovare i cancelli chiusi delle più belle case di Pompei". L'ultima casa aperta, dopo il restauro, è quella dei Ceii, una conquista di maggio. Chi arriva in questi giorni, in maggioranza turisti spagnoli e russi, trova chiusa per restauro la Casa dei Vettii, nel Foro, l'edificio di Eumachia, dove c'era il mercato della lana.

Lavori di iniezioni di cemento sul tetto pericolante, nel Macellum, che conserva le teche con i calchi dei fuggiaschi in cerca di salvezza dall'eruzione. Chiusa, ma visitabile con prenotazione on line la Casa degli Amorini Dorati. Restano sempre aperte al pubblico le case del Fauno, della Caccia antica, della Fontana piccola, le Terme, gli edifici del grandioso Foro, il piccolo e il grande teatro, Villa dei misteri.



Già in Italia di soldi non ce ne sono per il settore dei beni culturali, ma far andare in malora uno dei siti più belli al mondo per l'inefficenza delle autorità, mi fa girare veramente le balle.
Come si fa, dico io, a continuare a sottovalutare il potenziale artistico che abbiamo in italia, per colpa di governi che non sanno gestire un paese ricco di risorse turistiche e che non investe un euro per mantenerle. non so se molti di voi sanno che sul suolo italiano vi sono la maggior parte dei beni culturali dell'umanità e la maggior parte di essi sono abbandonati a se stessi e non valorizzati, perchè le sovrintendenze regionali se ne fregano altamente di valorizzarle. Il caso di pompei è la punta dell'iceberg di una realtà, quella archeologica, che sta andando in malora.
[Modificato da Shia-principessa 05/07/2008 13:17]

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09/07/2008 10:30

Re:
Shia-principessa, 05/07/2008 13.16:




Già in Italia di soldi non ce ne sono per il settore dei beni culturali, ma far andare in malora uno dei siti più belli al mondo per l'inefficenza delle autorità, mi fa girare veramente le balle.
Come si fa, dico io, a continuare a sottovalutare il potenziale artistico che abbiamo in italia, per colpa di governi che non sanno gestire un paese ricco di risorse turistiche e che non investe un euro per mantenerle.
non so se molti di voi sanno che sul suolo italiano vi sono la maggior parte dei beni culturali dell'umanità e la maggior parte di essi sono abbandonati a se stessi e non valorizzati, perchè le sovrintendenze regionali se ne fregano altamente di valorizzarle. Il caso di pompei è la punta dell'iceberg di una realtà, quella archeologica, che sta andando in malora.




Purtroppo mi sono imbattuto nella sovrintendenza per i beni culturali del Lazio e ce ne avrei parecchie da raccontare sulla Berlingò e suoi collaboratori... [SM=x44474]

Il guaio è che i politici e tutti gli amministratori, ragionando e programmando i loro interventi nel brevissimo tempo, non riescono a vedere i beni culturali come una risorsa, ma solo come un problema a cui destinare meno fondi e risorse possibili [SM=x44464]

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Re:
Shia-principessa, 05/07/2008 13.16:


... non so se molti di voi sanno che sul suolo italiano vi sono la maggior parte dei beni culturali dell'umanità e la maggior parte di essi sono abbandonati a se stessi e non valorizzati, perchè le sovrintendenze regionali se ne fregano altamente di valorizzarle. Il caso di pompei è la punta dell'iceberg di una realtà, quella archeologica, che sta andando in malora.




Nella lista Mantova, Sabbioneta e il trenino rosso del Bernina
Patrimonio dell'umanità
L'Italia da record: 43 siti
L'Unesco: «Sono eccezionali testimonianze dell'architettura e dell'urbanistica del Rinascimento»




MILANO — Mantova e Sabbioneta, «eccezionali testimonianze dell'architettura e dell'urbanistica del Rinascimento », e la Ferrovia Retica, che attraversa le Alpi tra Italia e Svizzera, sono da martedì «Patrimonio mondiale dell'umanità ».

Con loro entrano a far parte della lista stilata dall'Unesco anche il Monte Titano e il centro storico di San Marino, portando per la prima volta la minuscola Repubblica ad ottenere il prestigioso riconoscimento. Lo ha deciso il Comitato dell'Unesco che vaglia le candidature, riunito per la trentaduesima volta nella sua storia, in Canada, a Quebec City, in una sessione fiume che terminerà domani. Tra ieri e lunedì, il Comitato ha aggiunto alla lista dei siti bollati «World Heritage » 27 località, diciannove scelte per l'importanza culturale e otto per quella naturale.
Una massiccia infornata che si va ad aggiungere agli 851 siti già presenti nelle liste dell'Unesco, aperte nel 1972, e che rende più saldo il primato assoluto italiano.
Con l'ingresso di Mantova e Sabbioneta — la «Piccola Atene» voluta dal duca Vespasiano Gonzaga — e della ferrovia dell'Albula e del Bernina
(a metà con la Svizzera), l'Italia arriva ora ad avere 43 siti riconosciuti di «eccezionale valore universale» e dotate dei requisiti di «autenticità e integrità».

Quest'anno, però, uno dei portabandiera del made in Italy ambientale rischiava di vedersi scippato il bollino Unesco:
l'arcipelago delle Eolie. Scongiurata dai commissari di Quebec City l'ipotesi di cancellazione, le isole escono dalla lista dei beni a rischio ma restano comunque delle «sorvegliate speciali» dall'Unesco.
Punti caldi, la chiusura delle cave di pomice, i lavori di costruzione del porto e la gestione complessiva del sito da parte di un organismo unico.
Una sconfitta sventata accanto alle vittorie della Ferrovia Retica e del duo Mantova/ Sabbioneta, scelto dall'Unesco perché fotografa aspetti diversi dello stesso genio rinascimentale, da una parte impegnato nel «rinnovo e nell'ampliamento di una città già esistente», dall'altra nella pianificazione di una italianissima città ideale.

Uscendo dall'Italia, tra le new entry assolute di quest'anno, oltre a San Marino, ci sono Papua Nuova Guinea con il sito di agricoltura primitiva di Kuk, l'Arabia Saudita con le archeologie di Al-Hijr e i resti del palazzo e della tomba del re Mata a Vanuatu. Si aggiudicano un posto in lista anche due città della Malaysia — Melaka e George Town —, la pianura di Stari Grad in Croazia, le fortificazioni erette in Francia da monsieur Sébastien de Vauban, ingegnere militare del Re Sole, un complesso di sei edifici costruiti a Berlino tra il 1910 e il 1933, le chiese di legno dei Carpazi, in Slovacchia. E ancora, il tempio cambogiano di Preah Vinear, il sito di Joggins in Nuova Scozia (Canada), il monte Sanqingshan in Cina, il villaggio di Camagüey a Cuba, le lagune della Nuova Caledonia francese, l'isola di Surtsey in Islanda, le steppe di Saryaka in Kazakhistan, la foresta sacra di Mijikenda Kaya in Kenya, l'arcipelago yemenita di Socotra, la regione del Sardona in Svizzera, ben tre siti messicani (San Miguel, il santuario di Jésus di Nazareth e la riserva della farfalla Mariposa Monarca), i monasteri armeni del-l'Iran, i Tulou del Fujian in Cina, la penisola di Le Morne (Mauritius) e i luoghi santi Baha'i in Israele.

Giulia Ziino
09 luglio 2008
Corriere della Sera

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09/07/2008 12:00

Re: Re:
Etrusco, 09/07/2008 10.30:




Purtroppo mi sono imbattuto nella sovrintendenza per i beni culturali del Lazio e ce ne avrei parecchie da raccontare sulla Berlingò e suoi collaboratori... [SM=x44474]

Il guaio è che i politici e tutti gli amministratori, ragionando e programmando i loro interventi nel brevissimo tempo, non riescono a vedere i beni culturali come una risorsa, ma solo come un problema a cui destinare meno fondi e risorse possibili [SM=x44464]





il problema nn è cmq solo del lazio, è un pò tutta la realtà del territorio. basti pensare che noi archeologi non abbiamo nemmeno un albo della professione, ci pagano le coperativa non si sa quando e non si sa quanto. non siamo tutelati perchè effettivamente in italia la professione di "archeologo" non esiste.
se già la professione non è riconosciuta, figuriamoci trovare i soldi per i beni del paese.

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09/07/2008 12:46

Re: Re: Re:
Shia-principessa, 09/07/2008 12.00:



il problema nn è cmq solo del lazio, è un pò tutta la realtà del territorio. basti pensare che noi archeologi non abbiamo nemmeno un albo della professione, ci pagano le coperativa non si sa quando e non si sa quanto. non siamo tutelati perchè effettivamente in italia la professione di "archeologo" non esiste.
se già la professione non è riconosciuta, figuriamoci trovare i soldi per i beni del paese.




Ci sono anche altre professioni che non sono riconosciute come tali,
comunque sul versante dei Beni Culturali la cosa è gravissima,
soprattutto perchè non ci si rende conto di tutte le potenzialità di questo settore, con possibili ripercussioni anche su tutto l'indotto del turismo e dell'economia...

PS per caso conosci Manna, Falsetti?

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10/07/2008 14:17

Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 09/07/2008 12.46:




Ci sono anche altre professioni che non sono riconosciute come tali,
comunque sul versante dei Beni Culturali la cosa è gravissima,
soprattutto perchè non ci si rende conto di tutte le potenzialità di questo settore, con possibili ripercussioni anche su tutto l'indotto del turismo e dell'economia...

PS per caso conosci Manna, Falsetti?




mmm no nn conosco

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