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Scuola del sud, scuola del nord, ignoranza e cultura...

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2008 14:00
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26/08/2008 14:43


ANCHE LA SICILIA MERITA UNA SCUOLA


Adesso va di moda dire che il ministro Gelmini è razzista. Quando non si hanno più argomenti, spunta sempre il razzismo. Anche un po’ il fascismo, quello non tramonta mai, come il doppiopetto blu. Ma il razzismo è il vero tormentone dell’estate, l’epiteto cult, l’hit del momento nella parade dell’insolenza. Cerchi di mettere ordine nei campi rom? Sei razzista. Cerchi di fare il federalismo? Sei razzista. Elogi gli atleti veneti che vincono medaglie alle Olimpiadi? Sei razzista. E, di conseguenza, anche se cerchi di cambiare la scuola, inevitabilmente, finisci per essere un po’ razzista. Così, senza un vero motivo. O meglio, per lo stesso motivo per cui un anno si vestono tutti d'arancione e l'anno dopo tutti di lillà. C’est chic.
Del resto, che ci volete fare? D’istruzione se ne vede sempre meno, distruzione invece sempre di più. E un ministro che prova a mettere fine a quarant’anni di lassismo e perdonismo post sessantottino, si capisce, dà fastidio a molti. Soprattutto a quelli che in quel mare nero hanno sguazzato per anni: sindacati parassiti, professori fancazzisti, bidelli nullafacenti, studenti asini etc. Per questo motivo temo che di attacchi alla Gelmini dovremo aspettarcene molti, nei prossimi mesi. Ed è un peccato: perché la furia con cui si difendono i privilegi impedisce di vedere i problemi. Presupposto essenziale, come si sa, per cercare di risolverli.
A proposito del Sud, per esempio, l’onda di reazioni scomposte che ha travolto il ministro Gelmini, ha finito per oscurare il tema che lei cercava di sollevare e che davvero dovrebbe essere, nell’interesse di tutti, al centro del dibattito. E cioè lo sfascio della scuola meridionale. Lo sfascio della scuola meridionale, si badi bene, non solo non è un’opinione razzista: non è nemmeno un’opinione. È un dato di fatto. Certificato, fra l’altro, da tutte le ricerche internazionali, a cominciare dal sempre citato rapporto Ocse-Pisa del 2006, quello che colloca gli studenti italiani al 36° posto su 57 Paesi per cultura scientifica, al 38° per competenze in matematica e al 33° per competenze in lettura, rivelando che uno studente italiano su tre non sa leggere un grafico o convertire una moneta, quattro su dieci si impappinano nella lettura di un testo discontinuo e sei su dieci non riescono a spiegare da che cosa dipenda l’alternarsi del giorno e della notte.
Queste brillanti posizioni, infatti, sono il risultato di una media nazionale impietosa fra i ragazzi veneti e lombardi (che sono ben al di sopra del livello internazionale) e quelli del Mezzogiorno (che vagolano nei bassifondi delle classifiche dietro serbi, turchi e uruguagi). Tanto per dire: i quindicenni giuliani e friulani sono secondi al mondo in scienze, dopo i finlandesi, e terzi in matematica, dopo finlandesi e canadesi. Al contrario i siciliani sono tra i più ignoranti del pianeta: fatta una scala da sei (i più bravi) a uno (i più asini) quelli che si collocano al gradino più basso o addirittura al di sotto sono il 42 per cento. Il doppio della media Ocse. Il quadruplo dell’Azerbaigian.
E di chi è la colpa se nelle scuole del Sud si allevano generazioni di studenti asini, convinti che l’Italia sia bagnata solo da due mari (mar Tirreno e Marsala), che il Monviso sia sulle Alpi Cozze (magari in compagnia delle Alpi Vongole) e che Philadelphia sia la capitale del formaggio Kraft? Del destino cinico baro? Del razzismo del ministro Gelmini? O piuttosto: non ci sarà anche qualche responsabilità degli insegnanti? Certo: nel Mezzogiorno le strutture sono fatiscenti, i laboratori non esistono, i soffitti delle aule sembrano fatti con la torta sbrisolona tanto facilmente vengono giù. C’è un problema di edilizia, c’è un problema di contesto sociale e magari anche di motivazioni. Ma è possibile che gli insegnanti non si sentano chiamati in causa? Possibile che non abbiano nessuna responsabilità?
Mezzo secolo fa, nel 1951-52, la percentuale di bocciati alla maturità in Italia fu pari al 28,4 per cento. Oggi (dato 2006) è del 2,8 per cento. Dieci volte di meno. Vi pare bassa? Ebbene, in Sicilia è ancora più bassa: l’1,3 per cento, oltre venti volte in meno rispetto alla media nazionale di cinquant’anni fa. E nella provincia di Enna e Messina scende addirittura allo 0,9 per cento. È mai possibile? Il rapporto Ocse-Pisa dice che gli studenti siciliani sono abissalmente ignoranti, il quadruplo dei loro coetanei caucasici dell’Azerbaigian, eppure i loro professori non se ne accorgono. Li considerano sufficientemente preparati. E li promuovono in massa. Ma sì, avanti tutti, compresi quelli che pensano che in Turchia si parli il turchese e che il padre della teoria dell’evoluzionismo sia Ciao Darwin. Sì, Ciao Darwin. E Bonolis è l’anello mancante.
È sbagliato interrogarsi su questi risultati? È sbagliato interrogarsi sulla qualità di questo insegnamento? È razzista? In questi anni abbiamo riempito le regioni meridionali di professori: molti si sono fatti assumere al Nord e poi hanno chiesto trasferimento a casa. Risultato: una sproporzione notevole, tutta a vantaggio del Meridione. O è razzista? Perché continuare a intonare questo mantra alla Al Nord Ovest c’è il 26 per cento degli abitanti e il 22 per cento degli insegnanti, al Nord Est il 18 per cento degli abitanti e il 14 per cento degli insegnanti, al Sud invece c’è il 24,5 per cento degli abitanti e il 30 per cento degli insegnanti. È troppo chiedere che, con tutto questo spiegamento di forze, si formino studenti capaci di distinguere i chierici dagli abitanti di Chieri e i posteri dai postini? È troppo chiedere che, in queste scuole sovraffollate di prof, non escano più diplomati convinti che Tiepolo sia il fratello di Pisolo e Mammolo? È troppo?moda? Non sarà nell’interesse di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità? E, soprattutto, non sarà nell’interesse di chi non vuole cambiare questa scuola che cade a pezzi? E se la scuola non cambia, chi ne viene più danneggiato? I ragazzi del Friuli Venezia-Giulia, che già oggi sono molto più preparati dei loro coetanei di tutto il mondo, o i siciliani che erano, sono e rischiano di restare quattro volte più ignoranti dei colleghi dell’Azerbaigian?

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M'ha fatto un po' male, da siciliana, leggere questo articolo ma poi mi sono resa conto che non ha torto: so che agli esami vengono praticamente tutti promossi e conosco alunni diplomati col massimo dei voti che sono ai livelli riportati da Giordano. non so al nord come funziona, presumo che gli ignoranti ci siano ovunque, ma c'è un problema alla base, cioè la cultura del "promuoviamoli tutti" che da noi è particolarmente forte e che sarebbe da stroncare alla radice. mi sono capitati prof ignoranti da far paura, insegnanti di italiano che non sapevano parlare italiano (solo dialetto, praticamente), insegnanti di lingue (usciti dall'università con voti tipo 108/110) che non erano in grado di leggere in quella lingua, figuriamoci parlare, insegnanti di matematica che non andavano oltre le misere equazioni ecc. insegnanti, insomma, che hanno rovinato intere classi. non so il governo cosa farà ma urge un rimedio drastico, se continua così ci faremo superare pure dal Burundi [SM=x44472]
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26/08/2008 15:07

Non credo, però, che il problema siano (solo) i docenti. Altrimenti spiegatemi perché più si scende verso il tacco e la punta dello stivale, più si scassano anche la giustizia e la sanità. Non è bello, ma più si va verso sud più è lo Stato nel suo insieme a funzionare meno, giungendo, in alcune zone, anche a perdere sovranità territoriale. I corsi di recupero devono farli non (solo) gli insegnanti, ma legislatori e politici che si ostinano a non guardare in faccia la realtà.

Queste parole sono di Davide Giacalone (che per inciso è meridionale) e io sono pienamente d'accordo con l'analisi che lui fa
(qui tutto l'articolo).

Per quanto riguarda il tema generale della scuola, trovo che un richiamo alla responsabilità di tutti gli agenti della stessa sia necessario. E credo che il ministro Gelmini in questo senso si stia muovendo bene. Unica annotazione: forse dovrebbe ascoltare anche qualche professore (magari di quelli bravi) perchè un rilancio della scuola non può prescindere dalla loro partecipazione attiva.

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26/08/2008 15:21

Re:
paperino73, 26/08/2008 15.07:



Queste parole sono di Davide Giacalone (che per inciso è meridionale) e io sono pienamente d'accordo con l'analisi che lui fa
(qui tutto l'articolo).

Per quanto riguarda il tema generale della scuola, trovo che un richiamo alla responsabilità di tutti gli agenti della stessa sia necessario. E credo che il ministro Gelmini in questo senso si stia muovendo bene. Unica annotazione: forse dovrebbe ascoltare anche qualche professore (magari di quelli bravi) perchè un rilancio della scuola non può prescindere dalla loro partecipazione attiva.



Infatti il degrado è generale, in tutti gli ambiti [SM=x44464]


[Modificato da Nikki72 26/08/2008 15:21]
26/08/2008 15:22

L'elaborazione dell'Invalsi sui dati dell'Ocse Pisa su licei, medie e istituti tecnici


«Scuola, i ragazzi del Sud
indietro di due anni»


L'Istituto di valutazione: i più bravi nel Nord Est. L'agenzia dei vescovi: «basta fango sui docenti»



ROMA — L'opposizione spara a zero sulla Gelmini accusata di bistrattare i prof del Sud. La maggioranza difende il ministro perché parla in modo non ipocrita dei mali della scuola del Mezzogiorno. Il polverone delle polemiche però nasconde i fatti. Prima dei check up triennali condotti dagli esperti internazionali dell'Ocse Pisa si poteva discutere all'infinito in mancanza di dati certi. Poi sono arrivati quei numeri e per la prima volta è stato possibile fare raffronti.

L'ANALISI - «Le indagini Ocse Pisa sono come uno specchio: se vuoi sapere che aspetto hai non puoi farne a meno», spiega il professor Piero Cipollone, presidente dell'Invalsi, l'istituto che ha il compito di valutare il nostro sistema formativo. E così, secondo gli ultimi dati disponibili Ocse Pisa relativi al 2007 in cinque tipi di scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, formazione professionale) e riguardanti la matematica, le scienze e la comprensione dei testi in termini di competenze essenziali, nel Nord Est gli studenti quindicenni sono competitivi oltre la media Ocse, nel Nord Ovest ottengono dei buoni risultati, al Centro si collocano nella media dei Paesi sviluppati mentre al Sud e nelle Isole precipitano a meno settanta rispetto alla media. «Non è un numero irrilevante. Equivale, secondo un calcolo fatto con tecniche statistiche molto sofisticate, ad un ritardo di due anni — spiega Cipollone —. È come se un ragazzo del Sud avesse frequentato la scuola due anni di meno. Dietro tutto questo c'è una componente ambientale. È accertato che le condizioni socioeconomiche sono una delle componenti essenziali dell'apprendimento e purtroppo non si possono cambiare da un momento all'altro».

POLEMICHE - Le polemiche intanto non accennano a placarsi. «Smettiamola di gettare fango sulla scuola del Sud o del Nord, sui professori fannulloni o quant'altro. Fa solo male, alla scuola e al Paese», si legge in una nota del Servizio Informazione Religiosa (Sir) della Cei. Cinquanta parlamentari del Pd, dell'Udc e dell'Idv, hanno chiesto che il ministro Gelmini «risponda alla Camera sullo stato della scuola italiana». Per il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, «c'è molta ipocrisia e molto conservatorismo nella levata di scudi di queste ore contro il ministro Gelmini, chiunque abbia onestà intellettuale sa che, purtroppo, la scuola italiana è divenuta da troppo tempo il luogo dell'immobilismo e del pansindacalismo».

G. Ben.
26 agosto 2008

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26/08/2008 15:47

Re:
Nikki72, 26/08/2008 14.43:


ANCHE LA SICILIA MERITA UNA SCUOLA


Adesso va di moda dire che il ministro Gelmini è razzista. Quando non si hanno più argomenti, spunta sempre il razzismo. Anche un po’ il fascismo, quello non tramonta mai, come il doppiopetto blu. Ma il razzismo è il vero tormentone dell’estate, l’epiteto cult, l’hit del momento nella parade dell’insolenza. Cerchi di mettere ordine nei campi rom? Sei razzista. Cerchi di fare il federalismo? Sei razzista. Elogi gli atleti veneti che vincono medaglie alle Olimpiadi? Sei razzista. E, di conseguenza, anche se cerchi di cambiare la scuola, inevitabilmente, finisci per essere un po’ razzista. Così, senza un vero motivo. O meglio, per lo stesso motivo per cui un anno si vestono tutti d'arancione e l'anno dopo tutti di lillà. C’est chic.
Del resto, che ci volete fare? D’istruzione se ne vede sempre meno, distruzione invece sempre di più. E un ministro che prova a mettere fine a quarant’anni di lassismo e perdonismo post sessantottino, si capisce, dà fastidio a molti. Soprattutto a quelli che in quel mare nero hanno sguazzato per anni: sindacati parassiti, professori fancazzisti, bidelli nullafacenti, studenti asini etc. Per questo motivo temo che di attacchi alla Gelmini dovremo aspettarcene molti, nei prossimi mesi. Ed è un peccato: perché la furia con cui si difendono i privilegi impedisce di vedere i problemi. Presupposto essenziale, come si sa, per cercare di risolverli.
A proposito del Sud, per esempio, l’onda di reazioni scomposte che ha travolto il ministro Gelmini, ha finito per oscurare il tema che lei cercava di sollevare e che davvero dovrebbe essere, nell’interesse di tutti, al centro del dibattito. E cioè lo sfascio della scuola meridionale. Lo sfascio della scuola meridionale, si badi bene, non solo non è un’opinione razzista: non è nemmeno un’opinione. È un dato di fatto. Certificato, fra l’altro, da tutte le ricerche internazionali, a cominciare dal sempre citato rapporto Ocse-Pisa del 2006, quello che colloca gli studenti italiani al 36° posto su 57 Paesi per cultura scientifica, al 38° per competenze in matematica e al 33° per competenze in lettura, rivelando che uno studente italiano su tre non sa leggere un grafico o convertire una moneta, quattro su dieci si impappinano nella lettura di un testo discontinuo e sei su dieci non riescono a spiegare da che cosa dipenda l’alternarsi del giorno e della notte.
Queste brillanti posizioni, infatti, sono il risultato di una media nazionale impietosa fra i ragazzi veneti e lombardi (che sono ben al di sopra del livello internazionale) e quelli del Mezzogiorno (che vagolano nei bassifondi delle classifiche dietro serbi, turchi e uruguagi). Tanto per dire: i quindicenni giuliani e friulani sono secondi al mondo in scienze, dopo i finlandesi, e terzi in matematica, dopo finlandesi e canadesi. Al contrario i siciliani sono tra i più ignoranti del pianeta: fatta una scala da sei (i più bravi) a uno (i più asini) quelli che si collocano al gradino più basso o addirittura al di sotto sono il 42 per cento. Il doppio della media Ocse. Il quadruplo dell’Azerbaigian.
E di chi è la colpa se nelle scuole del Sud si allevano generazioni di studenti asini, convinti che l’Italia sia bagnata solo da due mari (mar Tirreno e Marsala), che il Monviso sia sulle Alpi Cozze (magari in compagnia delle Alpi Vongole) e che Philadelphia sia la capitale del formaggio Kraft? Del destino cinico baro? Del razzismo del ministro Gelmini? O piuttosto: non ci sarà anche qualche responsabilità degli insegnanti? Certo: nel Mezzogiorno le strutture sono fatiscenti, i laboratori non esistono, i soffitti delle aule sembrano fatti con la torta sbrisolona tanto facilmente vengono giù. C’è un problema di edilizia, c’è un problema di contesto sociale e magari anche di motivazioni. Ma è possibile che gli insegnanti non si sentano chiamati in causa? Possibile che non abbiano nessuna responsabilità?
Mezzo secolo fa, nel 1951-52, la percentuale di bocciati alla maturità in Italia fu pari al 28,4 per cento. Oggi (dato 2006) è del 2,8 per cento. Dieci volte di meno. Vi pare bassa? Ebbene, in Sicilia è ancora più bassa: l’1,3 per cento, oltre venti volte in meno rispetto alla media nazionale di cinquant’anni fa. E nella provincia di Enna e Messina scende addirittura allo 0,9 per cento. È mai possibile? Il rapporto Ocse-Pisa dice che gli studenti siciliani sono abissalmente ignoranti, il quadruplo dei loro coetanei caucasici dell’Azerbaigian, eppure i loro professori non se ne accorgono. Li considerano sufficientemente preparati. E li promuovono in massa. Ma sì, avanti tutti, compresi quelli che pensano che in Turchia si parli il turchese e che il padre della teoria dell’evoluzionismo sia Ciao Darwin. Sì, Ciao Darwin. E Bonolis è l’anello mancante.
È sbagliato interrogarsi su questi risultati? È sbagliato interrogarsi sulla qualità di questo insegnamento? È razzista? In questi anni abbiamo riempito le regioni meridionali di professori: molti si sono fatti assumere al Nord e poi hanno chiesto trasferimento a casa. Risultato: una sproporzione notevole, tutta a vantaggio del Meridione. O è razzista? Perché continuare a intonare questo mantra alla Al Nord Ovest c’è il 26 per cento degli abitanti e il 22 per cento degli insegnanti, al Nord Est il 18 per cento degli abitanti e il 14 per cento degli insegnanti, al Sud invece c’è il 24,5 per cento degli abitanti e il 30 per cento degli insegnanti. È troppo chiedere che, con tutto questo spiegamento di forze, si formino studenti capaci di distinguere i chierici dagli abitanti di Chieri e i posteri dai postini? È troppo chiedere che, in queste scuole sovraffollate di prof, non escano più diplomati convinti che Tiepolo sia il fratello di Pisolo e Mammolo? È troppo?moda? Non sarà nell’interesse di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità? E, soprattutto, non sarà nell’interesse di chi non vuole cambiare questa scuola che cade a pezzi? E se la scuola non cambia, chi ne viene più danneggiato? I ragazzi del Friuli Venezia-Giulia, che già oggi sono molto più preparati dei loro coetanei di tutto il mondo, o i siciliani che erano, sono e rischiano di restare quattro volte più ignoranti dei colleghi dell’Azerbaigian?

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M'ha fatto un po' male, da siciliana, leggere questo articolo ma poi mi sono resa conto che non ha torto: so che agli esami vengono praticamente tutti promossi e conosco alunni diplomati col massimo dei voti che sono ai livelli riportati da Giordano. non so al nord come funziona, presumo che gli ignoranti ci siano ovunque, ma c'è un problema alla base, cioè la cultura del "promuoviamoli tutti" che da noi è particolarmente forte e che sarebbe da stroncare alla radice. mi sono capitati prof ignoranti da far paura, insegnanti di italiano che non sapevano parlare italiano (solo dialetto, praticamente), insegnanti di lingue (usciti dall'università con voti tipo 108/110) che non erano in grado di leggere in quella lingua, figuriamoci parlare, insegnanti di matematica che non andavano oltre le misere equazioni ecc. insegnanti, insomma, che hanno rovinato intere classi. non so il governo cosa farà ma urge un rimedio drastico, se continua così ci faremo superare pure dal Burundi [SM=x44472]




Io sono uscito dal liceo con 64,eppure non mi sembra di essere ignorante,nè di essere diplomato perchè i professori volevano divertirsi a promuovere tutti

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26/08/2008 17:33

Re: Re:
Kaiser Luka, 26/08/2008 15.47:




Io sono uscito dal liceo con 64,eppure non mi sembra di essere ignorante,nè di essere diplomato perchè i professori volevano divertirsi a promuovere tutti




Che c'entra, le eccezioni ci sono sempre... è il livello generale che preoccupa [SM=x44464]

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27/08/2008 16:18

Re: Re: Re:
Nikki72, 26/08/2008 17.33:




Che c'entra, le eccezioni ci sono sempre... è il livello generale che preoccupa [SM=x44464]





appunto,e chi lo dice che questi ignoranti riportati non siano loro l'eccezione?sono scuse per mascherare che al nord ci sono meno laureati che al sud,tutto qui,oppure qualcuno potrebbe dire che in campania e in sicilia i professori promuovono tutti per non rischiare di bocciare qualche figlio di un camorrista o mafioso

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27/08/2008 16:22

Re: Re: Re: Re:
Kaiser Luka, 27/08/2008 16.18:


appunto,e chi lo dice che questi ignoranti riportati non siano loro l'eccezione?sono scuse per mascherare che al nord ci sono meno laureati che al sud,tutto qui,oppure qualcuno potrebbe dire che in campania e in sicilia i professori promuovono tutti per non rischiare di bocciare qualche figlio di un camorrista o mafioso



Bastava sforzarsi a leggere l'articolo sopra riportato da Nikky:

L'ANALISI - «Le indagini Ocse Pisa sono come uno specchio: se vuoi sapere che aspetto hai non puoi farne a meno», spiega il professor Piero Cipollone, presidente dell'Invalsi, l'istituto che ha il compito di valutare il nostro sistema formativo. E così, secondo gli ultimi dati disponibili Ocse Pisa relativi al 2007 in cinque tipi di scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, formazione professionale) e riguardanti la matematica, le scienze e la comprensione dei testi in termini di competenze essenziali, nel Nord Est gli studenti quindicenni sono competitivi oltre la media Ocse, nel Nord Ovest ottengono dei buoni risultati, al Centro si collocano nella media dei Paesi sviluppati mentre al Sud e nelle Isole precipitano a meno settanta rispetto alla media. «Non è un numero irrilevante. Equivale, secondo un calcolo fatto con tecniche statistiche molto sofisticate, ad un ritardo di due anni — spiega Cipollone —. È come se un ragazzo del Sud avesse frequentato la scuola due anni di meno. Dietro tutto questo c'è una componente ambientale. È accertato che le condizioni socioeconomiche sono una delle componenti essenziali dell'apprendimento e purtroppo non si possono cambiare da un momento all'altro».

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27/08/2008 17:10

Re: Re: Re: Re:
Kaiser Luka, 27/08/2008 16.18:




appunto,e chi lo dice che questi ignoranti riportati non siano loro l'eccezione?sono scuse per mascherare che al nord ci sono meno laureati che al sud,tutto qui,oppure qualcuno potrebbe dire che in campania e in sicilia i professori promuovono tutti per non rischiare di bocciare qualche figlio di un camorrista o mafioso




che tristezza [SM=x44463] [SM=x44471]

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28/08/2008 12:08

Re: Re: Re: Re: Re:
paperino73, 27/08/2008 16.22:



Bastava sforzarsi a leggere l'articolo sopra riportato da Nikky:

L'ANALISI - «Le indagini Ocse Pisa sono come uno specchio: se vuoi sapere che aspetto hai non puoi farne a meno», spiega il professor Piero Cipollone, presidente dell'Invalsi, l'istituto che ha il compito di valutare il nostro sistema formativo. E così, secondo gli ultimi dati disponibili Ocse Pisa relativi al 2007 in cinque tipi di scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, formazione professionale) e riguardanti la matematica, le scienze e la comprensione dei testi in termini di competenze essenziali, nel Nord Est gli studenti quindicenni sono competitivi oltre la media Ocse, nel Nord Ovest ottengono dei buoni risultati, al Centro si collocano nella media dei Paesi sviluppati mentre al Sud e nelle Isole precipitano a meno settanta rispetto alla media. «Non è un numero irrilevante. Equivale, secondo un calcolo fatto con tecniche statistiche molto sofisticate, ad un ritardo di due anni — spiega Cipollone —. È come se un ragazzo del Sud avesse frequentato la scuola due anni di meno. Dietro tutto questo c'è una componente ambientale. È accertato che le condizioni socioeconomiche sono una delle componenti essenziali dell'apprendimento e purtroppo non si possono cambiare da un momento all'altro».


evidentemente questi quindicenni si perdono per la strada e diventano cretini in un botto,pure la Prestigiacomo ha detto che al sud ci sono più laureati e per essere laureato devi aver studiato un po'di più di un quindicenne.Tra l'altro l'Invalsi non fa testo:ogni anno manda degli stupidi opuscoletti con domande altrettanto stupide che servono poco o a niente

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28/08/2008 12:10

Re: Re: Re: Re: Re:
ironman80, 27/08/2008 17.10:




che tristezza [SM=x44463] [SM=x44471]




era un'ipotesi,mica è scientificamente provato

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28/08/2008 12:28

Kaiser Luka, 28/08/2008 12.08:


evidentemente questi quindicenni si perdono per la strada e diventano cretini in un botto,pure la Prestigiacomo ha detto che al sud ci sono più laureati e per essere laureato devi aver studiato un po'di più di un quindicenne.




E' evidente che diplomarsi o laurearsi non implica necessariamente essere preparati.
E' il problema sollevato da Nikky in questa discussione.

Benvenuto nel mondo reale.

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28/08/2008 12:35

Re:
paperino73, 28/08/2008 12.28:




E' evidente che diplomarsi o laurearsi non implica necessariamente essere preparati.
E' il problema sollevato da Nikky in questa discussione.

Benvenuto nel mondo reale.




bhè sempre meglio di niente non ti pare?e comunque è una cosa estesa a tutto il mondo.Vorresti dire che un laureato del nord è preparato e un laureato del sud se l'è comprata la laurea?ti posso assicurare che non è così e non basta il sondaggino dell'ocse a farmi cambiare idea

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28/08/2008 13:26

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Kaiser Luka, 28/08/2008 12.08:


evidentemente questi quindicenni si perdono per la strada e diventano cretini in un botto,pure la Prestigiacomo ha detto che al sud ci sono più laureati e per essere laureato devi aver studiato un po'di più di un quindicenne.Tra l'altro l'Invalsi non fa testo:ogni anno manda degli stupidi opuscoletti con domande altrettanto stupide che servono poco o a niente





Dipende da come la prendi la laurea: se dopo 15 anni di università con la media di 2 esami all'anno e col minimo dei voti, se perché hai conoscenze o "amici" là dentro, o se perché incontri prof cxxxxni (ci sono pure all'Uni, purtroppo) che ti danno 30 appena metti due frasi in fila. soprattutto nelle facoltà "facili", tipo scienze della comunicazione, formazione e compagnia bella, il 30 te lo mettono con estrema facilità. cmq posso assicurarti che i più grandi ignoranti che conosco sono laureati, roba da accapponare la pelle. praticamente sanno tutto (o quasi) della loro materia ma se gli chiedi come si chiama il presidente della Repubblica vanno nel pallone [SM=x44465]
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28/08/2008 13:29

Kaiser Luka, 28/08/2008 12.35:


Vorresti dire che un laureato del nord è preparato e un laureato del sud se l'è comprata la laurea?



Mi sembra che qui nessuno abbia mai sostenuto ciò.


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28/08/2008 13:30



Aggiungo che il ripristino del voto in condotta (con conseguente bocciatura in caso di insufficienza) mi sembra un grande passo avanti. ma chi è quell'idiota che l'ha tolto? [SM=x44473]
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28/08/2008 14:39

Re:
Nikki72, 28/08/2008 13.30:



Aggiungo che il ripristino del voto in condotta (con conseguente bocciatura in caso di insufficienza) mi sembra un grande passo avanti. ma chi è quell'idiota che l'ha tolto? [SM=x44473]




Un tale Luigi Berlinguer nel 1999

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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Metallico fedelissimo
del forum
28/08/2008 15:24

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Nikki72, 28/08/2008 13.26:





Dipende da come la prendi la laurea: se dopo 15 anni di università con la media di 2 esami all'anno e col minimo dei voti, se perché hai conoscenze o "amici" là dentro, o se perché incontri prof cxxxxni (ci sono pure all'Uni, purtroppo) che ti danno 30 appena metti due frasi in fila. soprattutto nelle facoltà "facili", tipo scienze della comunicazione, formazione e compagnia bella, il 30 te lo mettono con estrema facilità. cmq posso assicurarti che i più grandi ignoranti che conosco sono laureati, roba da accapponare la pelle. praticamente sanno tutto (o quasi) della loro materia ma se gli chiedi come si chiama il presidente della Repubblica vanno nel pallone [SM=x44465]



sai quando si è avuto l'apice di ciò che dici?quando sono state introdotte le lauree brevi e specialistiche:si sono talmente tanto specializzati che ignorano tutto il resto

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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Kaiser Luka, 28/08/2008 15.24:



sai quando si è avuto l'apice di ciò che dici?quando sono state introdotte le lauree brevi e specialistiche:si sono talmente tanto specializzati che ignorano tutto il resto




bè credo che la cultura generale non sia certo un dovere dell'università. passati i 18 anni si dovrebbe avere la preoccupazione, l'interesse e la voglia di informarsi su argomenti di vario genere da soli. L'università serve proprio a specializzare, si fa già un percorso di 13 anni in cui si studiano varie materie...all'università si dovrebbe avere almeno la responsabilità di quello che si conosce o meno.
Che poi non condivdida i metodi e i cambiamenti dell'università italiana questo è fuori discussione.

Inoltre vivendo la realtà universitaria della mia città, soprattutto tra gli studenti di giurisprudenza c'era la pratica di trasferirsi a Parma o Bologna per riuscire a laurearsi in tempi non biblici, vista la severità della facoltà a Padova.
Il mio professore relatore della tesi (di orgini meridionali) quando abbiamo discusso sul voto che potevo prendere mi ha detto, vedrai che avrà un valore più alto il tuo voto visto che ti sei lauerata a Padova. in ogni caso non conosco le università al sud quindi non posso giudicare.

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03/09/2008 15:47


Maestro unico nel decreto legge sulla scuola: un calcio nei denti alle bambine e ai bambini

Con il Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137, pubblicato ieri un G.U., ai bambini e alle bambine il Governo porta via:

ore di scuola, perché si riduce l'attuale orario di lezione abbassandolo a 24 ore settimanali;
il tempo pieno, che sarà sostituito - al massimo e se ce ne saranno le condizioni – da un po' di ore in più, non si sa fatte da chi né da chi pagate;
insegnanti specializzati, perché si costringe un unico docente ad insegnare tutto ciò che fino ad ora viene garantito da 3 docenti appositamente formati.
Riuscire a distruggere la quinta scuola per qualità al mondo rappresenta la concreta attuazione di un attacco spietato al diritto dei bambini ad avere una scuola più ricca e non più povera di opportunità.

A fronte di questa situazione è necessario definire un calendario di mobilitazione e di lotta per contrastare scelte sbagliate ed inaccettabili.

Roma, 2 settembre 2008


www.flctrieste.it/scuola/10-comunicati-scuola/877-maestro-unico-nel-decreto-legge-sulla-scuola-un-calcio-nei-denti-alle-bambine-e-ai-bamb...

A parte il titolo, non so se più comico o tragico, ma io ricordo che la mia generazione ha avuto il maestro unico e non abbiamo avuto tutti questi traumi irreparabili, anzi. la maestra era il nostro punto di riferimento, non solo scolastico ma anche extrascolastico, fino a pochi anni fa andavo regolarmente a trovarla, ho dei ricordi bellissimi delle mie scuole elementari. adesso, con 4 maestri, i bambini sono forse più "colti"? ma è solo la cultura che conta? solo le nozioni? noi non studiavamo tanto, giocavamo, andavamo a fare scampagnate, non era tutto ridotto al puro nozionismo. e avevamo solo tre libri per tutto l'anno. eppure non avevamo nulla da invidiare ai pargoletti di oggi con maestri specialisti in ogni ambito del sapere [SM=x44464]
[Modificato da Nikki72 03/09/2008 15:48]
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