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Concita De Gregorio

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2008 13:54
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11/09/2008 13:13

“BALLARÒ” DA SOLA
- IL GANZO DEBUTTO TV DI CONCITA DIRETTORE-MADRE FA DIMENTICARE LA DESAPARECIDA MELANDRI
- QUANTO A MARIANNA MADIA, DIVETTA E DONNINA, È STATA FINORA UNA MEZZA DELUSIONE…



Concita De Gregorio

Maurizio Crozza, nella copertina di Ballarò, non la degna di una battuta, non la battezza, come si dice in gergo e lei, per ripagarlo, non ride delle sue battute, una summa del qualunquismo dell'ultrasinistra. In compenso, non appena le viene data la parola per un giudizio sul governo, non si fa pregare:
«Ha cominciato tagliando i maestri elementari, a reintrodurre tasse sotto altro nome e sulla giustizia si occupa solo di chi ha bisogno di privilegi».
Così concionò Concita.

Alè, non ci resta che Concita. Concita De Gregorio è il nuovo direttore dell'Unità, l'ultima erede di Antonio Gramsci, ma anche di Matilde Serao, la prima donna in Italia, tanti anni fa, a dirigere un giornale.
Concita ha le sue gatte da pelare:
con la linea del giornale, con la complessità del Partito democratico, con le star girotondine. Per questo le serve una trasmissione come Ballarò.

Giovanni «Watchdog» Floris può darle una mano per crescere in visibilità: la tv regala autorevolezza anche ai più sprovveduti. E non è certo il caso di Concita, giornalista e mamma. E poi Ballarò, che Giovanni «Watchdog» Floris ama tratteggiare come un programma «moderno, coraggioso, d'ispirazione pragmatica ma con profonde e solide basi ideali», assomiglia molto al giornale che ha in testa Concita.
Difficile farsi spazio in un talk con parlatori del calibro di Giulio Tremonti, Massimo D'Alema.



Concita ci prova, senza concitazione. Parla contro il taglio di 87 mila maestri: «Con tutti i figli che ho posso dire di essere favorevole al grembiule, così non si sporcano le magliette, al voto, al sequestro del telefonino, alla pubblicità dei tabelloni con gli scrutini, però...».
E qui Concita, da madre, fa un fosco ritratto di una classe elementare con disabili, autistici, ipercinetici con disturbo della personalità e immigrati che non parlano la lingua italiana affidata al maestro unico.
Il taglio dei maestri «non risponde a un progetto culturale, metodologico, di progresso della scuola. Sono 87 mila stipendi tagliati».

Vedendola seduta vicino a Mario Giordano, direttore del Giornale ma soprattutto indimenticato inventore del «Lucignolo televisivo», uno pensa subito alla Fata Turchina (va da sé che Pinocchio è la prosopopea dell'informazione). La sinistra ha un tremendo bisogno di una fata turchina o castana o bionda, insomma di un'icona femminile cui affidarsi, soprattutto diversa, molto diversa da Livia Turco. Non tanto un ciclone alla Sarah Palin (anche se...) quanto una Abby Bartlet di «The West Wing» o una Kitty Walker di «Brothers & Sisters».

Chi sperava nella Melandri, infatti, ha dovuto ricredersi:
la nostra Giovanna D'Arcore, diva e donna, ex responsabile della comunicazione dei democratici di sinistra, dopo la lite in diretta con Antonio Socci è come sparita dalla scena, per una sorta di maledizione mediatica. Chi l'ha vista? Quanto a Marianna Madia, divetta e donnina, già ribattezzata «melandrina», per la somiglianza fisica con l'ex ministra, è stata finora una mezza delusione.
Rimane Anna Finocchiaro, ospite non occasionale di «Watchdog»: ma ha più il piglio della specialista che di una leader capace di far sognare. Alè, non ci resta che Concita.


Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”, 10 Settembre 2008

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
11/09/2008 13:22

Re:
Etrusco, 11/09/2008 13.13:

“BALLARÒ” DA SOLA
- IL GANZO DEBUTTO TV DI CONCITA DIRETTORE-MADRE FA DIMENTICARE LA DESAPARECIDA MELANDRI
- QUANTO A MARIANNA MADIA, DIVETTA E DONNINA, È STATA FINORA UNA MEZZA DELUSIONE…



Concita De Gregorio

Maurizio Crozza, nella copertina di Ballarò, non la degna di una battuta, non la battezza, come si dice in gergo e lei, per ripagarlo, non ride delle sue battute, una summa del qualunquismo dell'ultrasinistra. In compenso, non appena le viene data la parola per un giudizio sul governo, non si fa pregare:
«Ha cominciato tagliando i maestri elementari, a reintrodurre tasse sotto altro nome e sulla giustizia si occupa solo di chi ha bisogno di privilegi».
Così concionò Concita.

Alè, non ci resta che Concita. Concita De Gregorio è il nuovo direttore dell'Unità, l'ultima erede di Antonio Gramsci, ma anche di Matilde Serao, la prima donna in Italia, tanti anni fa, a dirigere un giornale.
Concita ha le sue gatte da pelare:
con la linea del giornale, con la complessità del Partito democratico, con le star girotondine. Per questo le serve una trasmissione come Ballarò.

Giovanni «Watchdog» Floris può darle una mano per crescere in visibilità: la tv regala autorevolezza anche ai più sprovveduti. E non è certo il caso di Concita, giornalista e mamma. E poi Ballarò, che Giovanni «Watchdog» Floris ama tratteggiare come un programma «moderno, coraggioso, d'ispirazione pragmatica ma con profonde e solide basi ideali», assomiglia molto al giornale che ha in testa Concita.
Difficile farsi spazio in un talk con parlatori del calibro di Giulio Tremonti, Massimo D'Alema.



Concita ci prova, senza concitazione. Parla contro il taglio di 87 mila maestri: «Con tutti i figli che ho posso dire di essere favorevole al grembiule, così non si sporcano le magliette, al voto, al sequestro del telefonino, alla pubblicità dei tabelloni con gli scrutini, però...».
E qui Concita, da madre, fa un fosco ritratto di una classe elementare con disabili, autistici, ipercinetici con disturbo della personalità e immigrati che non parlano la lingua italiana affidata al maestro unico.
Il taglio dei maestri «non risponde a un progetto culturale, metodologico, di progresso della scuola. Sono 87 mila stipendi tagliati».

Vedendola seduta vicino a Mario Giordano, direttore del Giornale ma soprattutto indimenticato inventore del «Lucignolo televisivo», uno pensa subito alla Fata Turchina (va da sé che Pinocchio è la prosopopea dell'informazione). La sinistra ha un tremendo bisogno di una fata turchina o castana o bionda, insomma di un'icona femminile cui affidarsi, soprattutto diversa, molto diversa da Livia Turco. Non tanto un ciclone alla Sarah Palin (anche se...) quanto una Abby Bartlet di «The West Wing» o una Kitty Walker di «Brothers & Sisters».

Chi sperava nella Melandri, infatti, ha dovuto ricredersi:
la nostra Giovanna D'Arcore, diva e donna, ex responsabile della comunicazione dei democratici di sinistra, dopo la lite in diretta con Antonio Socci è come sparita dalla scena, per una sorta di maledizione mediatica. Chi l'ha vista? Quanto a Marianna Madia, divetta e donnina, già ribattezzata «melandrina», per la somiglianza fisica con l'ex ministra, è stata finora una mezza delusione.
Rimane Anna Finocchiaro, ospite non occasionale di «Watchdog»: ma ha più il piglio della specialista che di una leader capace di far sognare. Alè, non ci resta che Concita.


Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”, 10 Settembre 2008




Molto carino [SM=x44459]

in effetti devo ricredermi, tutto sommato non mi dispiace questa Concita [SM=x44458] certo che dopo aver letto i commenti su micromega, dei vari Colombo & C. mi aspettavo una specie di Jessica Rizzo in versione casalinga [SM=x44452] invece sembra solo una brava giornalista, meglio così [SM=x44462]

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16/09/2008 13:54

Mi sembra una persona per bene e una buona professionista...auguri...
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