I GIOVANI AN CONTRO FINI PARTIGIANO: “FALSO STORICO. LIBERTÀ DI ESSERE FASCISTI”
PANSA:
“ERRORE NON DISTINGUERE FRA ANTIFASCISMO DEMOCRATICO E TOTALITARIO”
CIAMPI E SCALFARO:
“CADE IL BANDO ALLA DESTRA”
COSSIGA:
“HA FORZATO LA MANO”
Copertina di Emme
Foto di Umberto Pizzi al convegno Atreju, a Roma.
1 - I GIOVANI DI AN CONTRO FINI PARTIGIANO: "HA SBAGLIATO TUTTO"
Luca Telese per “Il Giornale”
Si sono riuniti ieri mattina nell'anfiteatro di Atreju, a Roma, a conclusione della loro festa. Una discussione intensa, a tratti preoccupata, dopo lo strappo di Gianfranco Fini, celebrata proprio in un incontro pubblico con i giovani del suo partito. È inutile girarci intorno. In questo momento, l'epicentro del mal di pancia dentro An sono loro, i ragazzi di Azione Giovani.
Da due giorni, la loro leader (nonché ministra) Giorgia Meloni non interviene nella polemica per una scelta precisa, quella di difendere la propria organizzazione. Ma il disappunto dei ragazzi di Ag si sfoga nei blog di area, nelle dichiarazioni di alcuni dirigenti rappresentativi, in quella assemblea a porte chiuse. E i loro giudizi nei confronti del leader un tempo indiscusso sono a dir poco caustici.
Se sali sulla collina del Celio all'ora di pranzo, per esempio, puoi incontrare Carolina Varchi, la ragazza siciliana che nel dibattito con Silvio Berlusconi aveva bacchettato il premier, rimproverandolo di una sua digressione sul comunismo a sua detta «poco pragmatica». Carolina ha gli occhi azzurri, un viso apparentemente angelico, ma si definisce «alquanto incazzata».
©Umberto Pizzi - 15.09.2008
Giovane leghista e Tobia Zevi, giovane PD
E spiega: «A Gianfranco non avrei fatto alcuna domanda. Sono rimasta colpita dal suo modo di mischiare storia e politica, non condivido una virgola nella sua divisione fra morti di serie A e morti di serie B nella guerra civile, che poi sarebbero i morti di Salò». Adesso è la sua organizzazione sotto accusa nel partito: «Mi pare una follia! Noi siamo immersi nel nostro tempo, ascoltiamo la musica dei nostri coetanei, conosciamo i loro problemi forse meglio dei nostri leader, raccogliamo il loro consenso, se è vero che le nostre sono le liste più votate nelle scuole e negli atenei. Ma di che film parlano?».
Messa così sembra quasi una sfida. E Carolina la raccoglie: «Lo scriva: al contrario dei grandi, eletti nelle liste bloccate, noi raccogliamo le preferenze, una a una. La sottoscritta, è stata la più votata a Palermo. E saremmo noi i nostalgici fuori dal mondo?». Ma perché tanta difficoltà sull'antifascismo allora? «Forse perché in nome dell'antifascismo militante, nell'anno di grazia 2008, non solo nel 1943 dei bei libri di Pansa, qualcuno mi ha preso a bottigliate in facoltà!».
Altro capannello, quello dei torinesi, altro volto-simbolo dell'organizzazione, quello di Augusta Montaruli, la ragazza che è finita sulla prima pagina de La Stampa perché ogni volta che prova a dare un esame gli autonomi scatenano la guerriglia all'università: «Quello che ha detto Fini è un falso storico. La divisione fra buoni e cattivi è una cosa grottesca, che persino gli storici di sinistra rifiutano».
Però così vi piove sulla testa l'accusa di nostalgismo. Augusta ride e scuote la testa: «Ma semmai è il contrario! Per noi è questa idea che si debba dire cosa si pensa del 1943 pena l'impossibilità di fare politica a essere anacronistica!». Avete quasi fischiato il vostro leader? «No. La nostra è stata un'accoglienza fredda ma responsabile. Una grande prova di maturità, direi: aspettiamo che i grandi dimostrino di saper fare altrettanto. Noi non siamo reducistici, siamo molto più moderni di loro».
In rete, malgrado nel weekend molti siano disconnessi, arrivano pronunciamenti a valanga, tutti scanditi nella lingua cruda del web. Scrive per esempio il Blog Lettera Maltese: «Oggi Fini, durante la festa di Atreju, ha detto ai suoi giovani fascisti di riconoscersi nei valori dell'antifascismo. Credo sia dunque ormai chiara la verità sul suo quoziente d’intelligenza. Quali sarebbero questi fottuti valori dell'antifascismo? La democrazia? J. J. Rousseau era antifascista
Un altro blog di destra - Radici Profonde - si affida alla satira cabalistica. «Quelli di Salò avevano torto, impossibile paragonarli ai resistenti. Parola di Gianfranco Fini (22: il matto). La festa dei giovani di An (48: morto che parla) si è trasformata in una grande lezione di storia presieduta da uno dei peggiori “storici” del nostro Paese». Su Atuttadestra prevale il sarcasmo sulla storia del leader: «Non fummo certo noi a dare a una mozione congressuale il titolo “Il Msi, fascismo del 2000”, ma un certo Gianfranco Fini, in arte presidente della Camera».
E che dire di Slash? «Tra la freddezza dei presenti ha avuto coraggio, se non si è suicidato, (politicamente) lo faranno fuori a breve. Però ha messo il paracadute, tra poco trasloca nel Pdl, libertà di essere fascisti». Infine i grandi. A sezioni chiuse, quelli che potevano sono accorsi fino a Revere, a manifestare il proprio dissenso alla presentazione dell'ultimo libro di Giampaolo Pansa. «Lo storico, dilettante» (autodefinizione) a sorpresa ha dato ragione a chi criticava Fini: «Io non so se sia un grande leader. So, e lo scriverò nel bestiario, che ha fatto un errore madornale nel non distinguere bene fra l'antifascismo democratico e quello totalitario. E so che ha messo in difficoltà, a partire da oggi, tutti i militanti di An che, in tutta Italia, adesso saranno irrisi e censurati
2 - CIAMPI: DOPO QUESTO FINI CADE IL BANDO ALLA DESTRA…
(Adnkronos) - "Dopo quest’ultimo passo di Gianfranco Fini, credo che nessuno potra’ piu’ rievocare il vecchio ’arco costituzionale’, che per mezzo secolo ha visto calare sulla destra una sorta di bando morale (non per nulla lo chiamavano il ’polo escluso’) e tenuto il Paese prigioniero di memorie divise. Del resto, sul nostro passato, onesta’ vuole che il giudizio storico sia ormai definitivo". Lo ha dichiarato il senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi in un’intervista a ’il Corriere della Sera’.
"L’ho predicato infinite volte - ha aggiunto Ciampi - l’8 settembre fu il momento in cui l’idea di Patria si riaffermo’ nelle coscienze, non certo il giorno dell’eutanasia della Nazione. Ne nacque una Resistenza allargata, dei militari, dei prigionieri, della popolazione civile, sulla quale non e’ lecito attribuire egemonie politiche. Chi aderi’ alla Repubblica di Salo’, magari in buona fede, scelse invece di stare dalla parte sbagliata, dentro un regime fantoccio, al fianco dei nazisti di Hitler. Non a caso da presidente mi opposi alla creazione di una nuova onorificenza, che qualcuno voleva attribuire a tutti i combattenti, dell’una e dell’altra parte. Non c’erano i presupposti storici per una simile parificazione. Che da oggi e’ improponibile pure per il leader di An".
"Rammento, che nel 1946 - ha concluso Ciampi - durante un viaggio in treno, incontrai un vecchio compagno di scuola che aveva compiuto una scelta opposta alla mia, schierandosi con la Repubblica sociale. Scambiammo poche parole, tra noi, ringraziando il cielo di non esserci trovati armati l’uno davanti all’altro. Ci guardammo negli occhi e ci abbracciammo...Ecco: cito questo episodio per dire che l’Italia, depressa e moralmente in crisi di adesso, avrebbe bisogno dell’abbraccio del coraggio e della chiarezza. Possiamo e dobbiamo finalmente trovarci affratellati sul patrimonio di valori fondativi della nostra democrazia repubblicana".
3 - SCALFARO: FINI HA CANCELLATO OGNI AMBIGUITA'…
(Adnkronos) - "Fini ha tagliato gli ultimi ponti con quel passato nel rispetto della verita’ storica. Il fascismo calpesto’ la liberta’ e la dignita’ di un intero popolo, vale a dire i diritti primari. Questo e’ il primo delitto contro la persona e quindi contro la democrazia. Questo e’ l’autentico distinguo che vale per ogni forma di totalitarismo, ed era tempo di riconoscerlo come ha fatto lui ora. Altro che sconfessare la dittatura solo a meta’, come hanno graziosamente concesso alcuni esponenti della destra, a partire dalle leggi razziali del 1938, quasi che prima di quella data il regime fosse stato ’dolce’ e, in definitiva, accettabile". Lo ha dichiarato il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro in un’intervista al ’Corriere della Sera’
"Quando Fini, durante la sua prima visita in Israele, defini’ il fascismo un male assoluto, collegando il giudizio soprattutto alla stagione finale del mussolinismo - ha aggiunto Scalfaro - la sua sortita mi parve persino troppo caricata, eccessiva. Ma adesso che ha chiuso la partita e completato il periplo, c’e’ da levarsi il cappello per le future ricadute politiche". "Ha cancellato ogni residua ambiguita’ - ha concluso Scalfaro - E’ come se avesse scavato un solco invalicabile e avesse detto: noi siamo una destra democratica e dunque, allo stesso modo di qualsiasi altra destra europea, ci riconosciamo nei valori dell’antifascismo... chi non si schiera con noi, rimane indietro rispetto a ogni velleita’ di emancipazione democratica".
4 - COSSIGA: FINI HA CONFERMATO LINEA FIUGGI MA HA FORZATO LA MANO…
(Adnkronos) - "Affermare di questi tempi che la destra deve aderire ai valori antifascisti e’ una forzatura. Bastava che dicesse ’oggi alla destra aderiscono giovani che non sono fascisti’, oppure ’la destra di oggi e’ democratica’". Lo dice, tornando sulle affermazioni del presidente della Camera Gianfranco Fini, il senatore a vita Francesco Cossiga dalle colonne del Corriere della Sera. "Del resto -aggiunge il presidente emerito della Repubblica- la categoria dei democratici e’ assai vasta e comprende, per certi versi, anche i comunisti".
"Del resto -prosegue Cossiga- rimarcando in maniera molto netta che la scelta di Fiuggi e’ irreversibile ha voluto bloccare la campagna contro il sindaco di Roma e il ministro della Difesa. Fini pero’ non si e’ reso conto che cosi’ facendo ha suscitato un vespaio piu’ grosso. E un vespaio l’ha creato innanzitutto dentro il partito costringendo la giovane Meloni a dei contorcimenti lessicali per far digerire la cosa alla base del partito e cio’ non avverra’ tanto rapidamente".
Quanto ad Alemanno, secondo Cossiga "ha esagerato. Si sarebbe dovuto limitare a ripetere le stesse tesi dell’ex comunista Renzo De Felice contenute nei suoi libri su Mussolini e il fascismo nel volume-intervista a Pasquale Chessa, nei quali lo storico sostiene che il fascismo, a parte i gravi torti, era stato un regime che aveva modernizzato l’Italia dal punto di vista economico".
5 - STORACE: CON NOI PER ESSERE DI DESTRA SENZA ARROSSIRE
(Apcom) - Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sottolinea che "al congresso di novembre de La Destra, tutti gli italiani capiranno, finalmente, che cosa vuol dire essere di destra senza arrossire di vergogna. Guarderemo al futuro senza timori - afferma - e sosterremo che la giustizia sociale è identità netta di una destra che è forte se ha radici salde. Il pensiero unico umilia la persona, la comunità, la Nazione".
15 Settembre 2008
[Modificato da Etrusco 17/09/2008 12:29]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.