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Addio Giorgio Bettinelli - scoprì il mondo in Vespa

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2008 00:31
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17/09/2008 19:21

mi ricordola prima volta che lessi delle sue imprese
[SM=x44450] come motociclista per me era un vero mito
prendere una vespa e girarci il mondo
e lo ha girato davvero

mi ricordo la sua vespa esposta al motorshow
era vissutissima




prendo questo articolo del web
"Ciao 5, come stai? Era tempo che non ti vedevo, ora faremo un po' di strada insieme". La prima volta che conobbi Giorgio rimasi scioccato: Bettinelli parlava con i numeri del contachilometri. Non solo: da uno che è andato dall'Alaska dalla Terra del Fuoco su una Vespa ti aspetti che sia una specie di Rambo e che sia un esperto meccanico. E invece no: Bettinelli era esile come un fuscello e di motori non capiva nulla.

E sembrava inattaccabile da tutto e da tutti. E invece no: pochi giorni fa Bettinelli è morto, colpito da un'infezione nel Sud della Cina, sulle rive Mekong, dove viveva con la moglie Yapei.

Insomma con la morte di Giorgio Bettinelli, che per noi aveva anche un sito speciale su Kataweb Motori, non perdiamo solo un giornalista, scrittore e viaggiatore, ma anche un personaggio da film, diventato noto al grande pubblico con il libro "In Vespa" (Edizioni Feltrinelli), dove narra il suo primo viaggio su due ruote da Roma a Saigon.

Solo lui poteva immaginare viaggi che poi lo hanno portato a pubblicare libri come "Brum brum. 254.000 chilometri in Vespa" e "Rhapsody in black. In Vespa dall'Angola allo Yemen". Il suo ultimo libro è stato "La Cina in Vespa", cronaca di un viaggio che ha toccato per la prima volta tutte le 33 regioni dell'immensa regione cinese.

Tutto cominciò per gioco, quando nel luglio del 1992 partì da Roma a bordo di una Vespa e nel marzo del 1993 raggiunse Saigon. Caricò ragazze, viaggiò con le ruote bucate, in tre, rischiò più volte la vita e non si fermò più: andò dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. Durante uno dei suoi viaggi Bettinelli è stato anche rapito da un gruppo di guerriglieri in Congo.

A noi piace ricordarlo così, con un pezzo di un suo racconto. Eccolo.

"Sto comprando una nuova bustina di tabacco da masticare in un negozietto che sembra vendere di tutto, dalle caramelle alle ventose sturalavandino, dagli articoli da ferramenta a quelli da farmacia, quando mi si avvicinano tre ragazzi vestiti con dei camicioni di altrettante gradazioni di grigio. Sono allegrissimi, non smettono un attimo di ridere e hanno gli occhi vellutati da un'inconfondibile luce un po' torbida, quella che si ha da “stoned”. Uno di loro, con una faccia che ricorda Errol Flynn da giovane e i capelli lucidi di olio dai quali si sparge all'intorno una zaffata di mandarino, mi porge la mano e dice “Hey, you are the italian with the Fespha, isn't it?”.

Rispondo di sì, senza essere troppo sorpreso del fatto che uno straniero diventi ben presto una celebrità a Nushki, tanto da essere riconosciuto per strada: in un villaggio piccolo e un po' fuori dal mondo, in Pakistan come in Indonesia o in Nicaragua, le notizie corrono alla velocità della luce, e qualsiasi presenza insolita è subito di dominio pubblico".

uno dei suoi ultimi video






date una occhiata a questo sito
www.giorgiobettinellifansclub.it/


alcuni suoi viaggi in vespa

ROMA - SAIGON July 1992 – February 1993
Durante un soggiorno di otto mesi in un villaggio indonesiano, Giorgio Bettinelli riceve in regalo una vecchia Vespa. Fino ad allora non aveva mai guidato un veicolo a due ruote. È stato un colpo di fulmine. Da quel momento Bettinelli ha continuato a viaggiare. Il suo "apprendistato scooteristico" comprende l'Indonesia, Bali, Giava e Sumatra. Decide poi di tornare in Italia per intraprendere un viaggio da Roma a Saigon. Parte alla fine di luglio del 1992. Percorre 24.000 chilometri in sette mesi, in un viaggio in solitaria dall'Italia al Vietnam, passando per Istanbul, Teheran, il deserto del Beluchistan, Calcutta, Rangoon e Hanoi. Attraversa dieci paesi: Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, Indja, Bangladesh, Birmania, Thailandia, Laos e infine Vietnam.

ALASKA - TIERRA DEL FUEGO 1994 - 1995
Il secondo raid su due ruote, questa volta da Anchorage in Alaska a Ushuaia nella Terra del Fuoco, 36.000 chilometri in "caduta libera" dai confini con l'Artide a quelli con l'Antartide, tra il maggio del '94 e il gennaio del '95

MELBOURNE - CAPE TOWN 1995 - 1996
Il terzo mega tour, dall'Australia al Sud Africa, congiungendo Melbourne a Città del Capo lungo il ponte naturale delle isole indonesiane e Singapore, l'Asia continentale dalla Malesia alla penisola del Sinai e l'Africa dal Canale di Suez al Capo di Buona Speranza: 52.000 chilometri dal settembre del 1995 al settembre del 1996.

WORLDWIDE ODYSSEY 1997 - 2001
Partito da Ushuaia in 1340 giorni Bettinelli ha portato a termine il giro del mondo incrociando otto volte la linea immaginaria dei Tropici e quattro volte quella dell’Equatore; attraversando tutta l’America meridionale e quella centrale, gli Stati Uniti coast to coast, la Siberia, l’Europa e l’Africa dal Marocco a Città del Capo, e poi da lì sulla costa orientale fino a Gibuti; l’Asia continentale dallo Yemen a Singapore, l’Indonesia da Sumatra a Timor, l’ovest dell’Australia da Darwin a Melbourne, e poi l’arrivo in Tasmania, collezionando Capo Horn, Capo Nord, il Capo di Buona Speranza e il South East Cape nel palmares di questo viaggio, con la complicità di settemila litri di benzina e centocinquanta chili d’olio per motori a due tempi. 144.000 km dal Cile alla Tasmania in 3 anni e 8 mesi.




ciao Giorgio
[Modificato da Runningman77 17/09/2008 19:22]

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17/09/2008 21:24

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17/09/2008 21:27

Nel 1992 vivevo in Indonesia da quasi due anni, e ancora non avevo guidato una Vespa in vita mia. L’unico veicolo a due ruote su cui mi fossi mai seduto fino a quel momento, per la verità, era stato un ciclomotore rosa shocking che mi aveva accompagnato per qualche mese intorno al quindicesimo compleanno, prima di finire accartocciato in un fosso insieme a me. Da quel piccolo incidente adolescenziale in poi non avevo più sentito il desiderio di fare il bis riguardo a un ipotetico futuro da centauro, né come pilota né come passeggero.



Ma nel maggio del 1992, a Bali, mi viene “regalata” a pagamento una vecchissima Vespa, e da qual giorno la mia vita, che ormai programmavo tranquilla e stanziale in quel villaggio sulla costa est dell’isola, è cambiata dal giorno alla notte, ha subito uno scossone violento, di quelli che può dare soltanto una storia d’amore, per esempio, o una supervincita al Totocalcio, o un’improvvisa follia… Chi volesse saperne di più riguardo ai dettagli di questo colpo di fulmine, può provare a leggere le prime cinquanta pagine di “In Vespa, da Roma a Saigon”, che sono una sorta di prologo alla mia imminente psicopatologia di “scooterista di lungo raggio”. Da allora, dopo un breve “apprendistato” tra Giava e Sumatra e il viaggio dall’Italia al Vietnam (24.000 Km in sette mesi), c’è stato un secondo raid in Vespa, dall’Alaska alla Terra del Fuoco (36.000 Km in nove mesi); poi un terzo da Melbourne a Città del Capo (52.000 Km in un anno esatto); e poi ancora, giusto per citare una grossolana ma efficacissima locuzione romana che recita: “Si nun ‘so mmatti nun li volemo!”, un quarto viaggio, dalla Terra del Fuoco alla Tasmania via terra (144.000 Km in tre anni e otto mesi no stop). E così i chilometri complessivi macinati delle mie Vespa (a volte con lentezza esasperante, o volte con velocità da crociera e poche altre a tutto gas), sono diventati 254.000 tondi tondi. In 134 nazioni diverse, alcune delle quali attraversate tre volte in tre rispettivi viaggi, come Iran, Pakistan, India ecc.: più di sei volte la circonferenza dell’Equatore, e due volte tutti i continenti, con la sola esclusione dell’Antartide (per ora).

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17/09/2008 21:29

Re:
Runningman77, 17/09/2008 21.27:

Nel 1992 vivevo in Indonesia da quasi due anni, e ancora non avevo guidato una Vespa in vita mia. L’unico veicolo a due ruote su cui mi fossi mai seduto fino a quel momento, per la verità, era stato un ciclomotore rosa shocking che mi aveva accompagnato per qualche mese intorno al quindicesimo compleanno, prima di finire accartocciato in un fosso insieme a me. Da quel piccolo incidente adolescenziale in poi non avevo più sentito il desiderio di fare il bis riguardo a un ipotetico futuro da centauro, né come pilota né come passeggero.



Ma nel maggio del 1992, a Bali, mi viene “regalata” a pagamento una vecchissima Vespa, e da qual giorno la mia vita, che ormai programmavo tranquilla e stanziale in quel villaggio sulla costa est dell’isola, è cambiata dal giorno alla notte, ha subito uno scossone violento, di quelli che può dare soltanto una storia d’amore, per esempio, o una supervincita al Totocalcio, o un’improvvisa follia… Chi volesse saperne di più riguardo ai dettagli di questo colpo di fulmine, può provare a leggere le prime cinquanta pagine di “In Vespa, da Roma a Saigon”, che sono una sorta di prologo alla mia imminente psicopatologia di “scooterista di lungo raggio”. Da allora, dopo un breve “apprendistato” tra Giava e Sumatra e il viaggio dall’Italia al Vietnam (24.000 Km in sette mesi), c’è stato un secondo raid in Vespa, dall’Alaska alla Terra del Fuoco (36.000 Km in nove mesi); poi un terzo da Melbourne a Città del Capo (52.000 Km in un anno esatto); e poi ancora, giusto per citare una grossolana ma efficacissima locuzione romana che recita: “Si nun ‘so mmatti nun li volemo!”, un quarto viaggio, dalla Terra del Fuoco alla Tasmania via terra (144.000 Km in tre anni e otto mesi no stop). E così i chilometri complessivi macinati delle mie Vespa (a volte con lentezza esasperante, o volte con velocità da crociera e poche altre a tutto gas), sono diventati 254.000 tondi tondi. In 134 nazioni diverse, alcune delle quali attraversate tre volte in tre rispettivi viaggi, come Iran, Pakistan, India ecc.: più di sei volte la circonferenza dell’Equatore, e due volte tutti i continenti, con la sola esclusione dell’Antartide (per ora).




fisico troppo gracile...

x certe tour de force occorre...il fisico



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17/09/2008 21:32

Re: Re:
la micia, 17/09/2008 21.29:



fisico troppo gracile...

x certe tour de force occorre...il fisico




bhe farsi 260 mila km
è impresa a superman...
alro che

penso che la sa sia stata una tragica casualità

ha scalato le montagne attraversato deserti ghiacciai


e magari una banale infezione lo ha portato via

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