Queen Rania Al-Abdullah (Al-Yasin) Of Giordania

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2016 18:29
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E LA CLASSE FATTA PERSONA

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Debole con i deboli... Forte con i forti...


http://www.radio.rai.it/radio2/vivaradio2/


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I FIORI DI RANIA
La regina Rania di Giordania sparge petali di rosa sul mausoleo dedicato al Mahatma Gandhi a Nuova Delhi, in India
(Tekee Tanwar/Afp)

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12/03/2006 10:01

devo dire che S.A.R. è una donna veramente affascinante.

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Scopritore di nuove fig...liuole [SM=x44456]

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Re:

Scritto da: Julius Augustus 12/03/2006 10.01
devo dire che S.A.R. è una donna veramente affascinante.



Parte del suo fascino penso che derivi anche dalla sua classe [SM=x44461]

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La regina Rania di Giordania
durante una cerimonia di premiazione per imprenditrici ad Amman
(Ap)

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17/05/2006 22:49

bellissima donna
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20/07/2006 08:16

Batte la Savoia 5 a 0
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Scritto da: news 27/06/2006 15.01
Parla la moglie di Abdullah II,
inserita da "Time" tra le 100 persone più potenti del Pianeta



Appello della sovrana giordana: "Aiutate la Palestina"

dal nostro inviato ALIX van BUREN


AMMAN - "Si dice "la donna araba" e si parla di un universo sconosciuto. Se avesse visto la sorpresa di alcune leader occidentali nell'ascoltare le arabe al convegno per la Rete di azione globale: una riserva inesplorata di talento, un motore essenziale per lo sviluppo e la pace. Però la sfida più imponente adesso è la guerra alle nostre frontiere, la Terra santa e l'Iraq che continuano a soffrire. Mi auguro che in Palestina il mondo non voglia stare a guardare, trascurando la pace".

La regina Rania al-Abdullah di Giordania entra a palazzo e la sala s'illumina del suo sorriso.
E' svelta e sottile, tailleur-pantaloni chiari, tacchi alti, carnagione d'avorio lucente, capelli corvini sciolti sulle spalle.
E poi l'antica gentilezza orientale,
gli occhi d'ebano allegri, il gusto di chi assapora le sfide,
tutta intenta, si direbbe, a inventare un modo nuovo di riordinare i rapporti fra Oriente e Occidente.


Della sua grazia molto si è scritto, meno del suo potere:
dell'audacia con cui affronta i consessi dei potenti mondiali,
della caparbia con cui interpella i leader sui grandi temi etici e pragmatici della loro missione.

Alla sua ascesa al trono, sette anni fa, re Abdallah II chiarì che Rania avrebbe retto il regno al suo fianco per traghettare il Paese nella modernità. Quest'anno Time l'ha scelta fra i 100 personaggi più influenti sul pianeta.

Allora, regina, lei si batte per la conquista delle libertà?
"Ascolti, mio marito e io apparteniamo a una nuova generazione, siamo vicini ai giovani, sappiamo interpretarne le aspirazioni, e il 70 per cento della nostra popolazione ha meno di 30 anni d'età. Vuole un nuovo futuro, e presto. Oggi viviamo in una società globale, abbiamo più strumenti rispetto ai nostri padri, dunque perché aspettare? Certo, il lavoro da fare è grande, affrontiamo sfide diverse, però disponiamo dei progressi tecnologici nell'area dell'istruzione, dell'economia, della medicina. La nostra fretta rispecchia quella della maggioranza in questo angolo del mondo".

I progressisti la lodano, ma i tradizionalisti?
Lei preme per l'ingresso delle donne in politica e in Parlamento.

"Le resistenze ci sono, è vero, però hanno radici culturali, non c'entra l'Islam, che invece predica il rispetto e la parità dei diritti. Senza il contributo delle donne, la nave araba naviga con le vele a mezz'albero. Nel Corano il Profeta garantisce l'uguaglianza. Khadja, la sua prima moglie, era una astuta donna d'affari, la sua confidente e consigliera. Si tratta di cambiare la società dall'interno. I tempi sono maturi, il progresso nel mondo arabo c'è e si vede".

I liberali obiettano che il passo delle riforme non corrisponde alla sua impazienza.
"I grandi mutamenti non avvengono in una notte, questo bisogna accettarlo. La Giordania è avviata verso la democrazia, le riforme economiche e sociali. Purtroppo viviamo in un'area tormentata e questo ci rallenta. Non che il conflitto regionale valga come scusante, ma ha un effetto importante".

Riforme e democrazia sono la carta vincente contro l'estremismo islamico?
"Vi prego, non appaiate nel vocabolario Islam ed estremismo: se vogliamo parlare di fondamentalismi, allora bisogna ricordare che possono esistere in ogni religione, musulmana, cristiana ed ebraica. Con le riforme e la democrazia si apre un nuovo futuro a chi è senza prospettive: chi ha perso la speranza imbocca vie sbagliate, siano la delinquenza o il fondamentalismo. Ma la maggioranza dei musulmani, per sua natura, non è estremista. Anzi, l'equivoco dilagante sull'Islam è uno sviluppo sfortunato dei nostri tempi".

Si spieghi, regina.
"La nostra storia non è nata solo pochi anni fa. La storia che ha fatto grande l'Islam ha una ricca eredità di cultura, di scienza; reca un messaggio di convivenza, di pace, giustizia, progresso, rispetto dei diritti umani. E nessuno può ignorarlo. Ora una esigua minoranza di fanatici vuole prendere l'Islam in ostaggio, trascurando le convinzioni di oltre un miliardo di musulmani. Noi non possiamo permettere che ciò accada: non ci rappresenta e dobbiamo dichiararlo con voce forte e sonora".

Lei sta dicendo che il mondo islamico questa opera è pronta a farla?
"Noi ci battiamo per riaffermare l'essenza della fede. Per questo nel Messaggio di Amman sua maestà ha chiamato a raccolta le otto scuole di pensiero dell'intera comunità musulmana, concordi che si debba rifocalizzare la dottrina dell'Islam, porre fine alle fatwa, gli editti religiosi, emesse senza autorità, e condannare l'uccisione di civili innocenti. Questo è il contrario di quel che gli estremisti vogliono mostrare al mondo. Però anche in Occidente a volte c'è un grado d'inconsapevolezza".

Vale a dire?
"Nell'ignorare tutto quel che ci accomuna e nel mettere a fuoco quel poco che ci divide. Le offrirò un esempio: la figura di Gesù. Nel Corano non troverà che venerazione per il Cristo, per il suo messaggio divino, per la Vergine Maria. L'Islam in fin dei conti è un prolungamento della fede ebraica e cristiana: si fonda su di esse, ne condivide valori e principi. Qui non predichiamo la tolleranza, la viviamo. Di più: è accettazione, convivenza. E in questo mondo interdipendente, nessuno può permettersi di erigere barriere. Bisogna dialogare, conoscere l'altro. Più io viaggio e più m'accorgo come tutti ci assomigliamo: nel desiderio di un futuro, famiglia, dignità. C'è poi la prepotente richiesta di giustizia, senza la quale non si otterrà la pace".

Lei è di origine palestinese.
Ha guidato una marcia di solidarietà con il popolo dei Territori occupati.
Qual era il suo messaggio?

"E' tutt'ora quello di scuotere dal torpore la comunità internazionale. Molti sono poco informati su quel che accade nei Territori; ma nei più avvertiti spaventa un certo cinismo di chi s'arrende, giudicando la questione irrisolvibile; peggio, un conflitto locale. Tuttavia la pace è una opzione irrinunciabile per il mondo".

A tal punto centrale, secondo lei?
"Chi s'illude del contrario, sbaglia. Quando tramonta la speranza, quando la sofferenza si approfondisce, e i mariti non possono mantenere la famiglia, i padri guardano i figli senza riuscire a sfamarli, le donne incinte sono costrette a percorrere chilometri a piedi per partorire in ospedale, alla fine sarà il mondo intero a pagarne il prezzo. Non si può voltare lo sguardo di fronte al dolore e all'ingiustizia, sfilarsi dall'impegno. Senza dimenticare sull'altro versante il timore degli israeliani per i propri figli, per gli attentati suicidi. Su questo terreno germina la rabbia e tracima le frontiere: alimenta l'estremismo, diffonde veleni attraverso la regione. Come vede, ogni prospettiva di pace in Medio Oriente passa attraverso la soluzione di questo problema centrale. Però vorrei dirle anche questo: io ho sentito re Hussein, diceva "Voglio la pace per i miei figli e per i loro figli". Eccoci, siamo noi quella generazione futura, e nel frattempo i nostri figli sono nati e cresciuti. Quanto ancora a lungo dovremo aspettare? Più passano i giorni più si respira l'odio. Abbiamo gli strumenti per cambiare questa regione, serve soltanto la volontà politica".

Tempo fa lei inviò una lettera aperta al Times di Londra denunciando i ritardi delle forze della coalizione in Iraq nel permettere l'ingresso degli aiuti umanitari.
Oggi che cosa scriverebbe?

"Oggi darei la voce agli iracheni. La mia parola non basta, ormai. Noi vediamo le immagini dei notiziari, seguiamo il computo dei morti, non conosciamo la realtà di chi non ha più lavoro, di chi vive recluso in casa per l'instabilità, dei bambini privati d'accesso all'istruzione e alle cure sanitarie, senza elettricità nel caldo dell'estate irachena. Oltre l'aspetto militare e politico, conta la sofferenza del popolo. Perciò farei parlare loro".

Lei non sapeva che un giorno sarebbe diventata regina.
La sua è una bella favola?

"No, che non lo è. Pare così a chi osservi dall'esterno. Per me è vita reale, fatta di famiglia, bambini, lavoro, e della responsabilità verso il mio popolo. E' un compito che prendo molto sul serio".

(27 giugno 2006) repubblica


é un articolo interessante...... [SM=x44462]



[SM=x44515]

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27/09/2006 21:37



La regina Rania nel Consiglio della fondazione Onu



Come paladina per il miglioramento della qualità della vita dei bambini e delle donne in tutto il mondo,
la regina Rania di Giordania è entrata a far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Onu.


"Prestando la sua voce e la sua esperienza al nostro lavoro, la regina aiuterà noi e i nostri partner a garantire sostegno alle persone più vulnerabili del mondo",
ha dichiarato Timothy E. Wirth, direttore della Fondazione, in un comunicato.
Entusiasta per il nuovo incarico anche la sovrana giordana.

"Sono felice di entrare a far parte della Fondazione in questo preciso momento,
perché ora più che mai c'é bisogno che le Nazioni Unite rispondano ad alcuni dei più complessi problemi che affliggono la terra,
compreso garantire cibo e medicinali agli sfollati a causa dei conflitti",

ha dichiarato Rania al Abdullah, regina più giovane del mondo,
puntualizzando che
"questi interventi sono oggi particolarmente urgenti in Libano e a Gaza".

La Fondazione, con sede a Washington, è stata istituita nel 1998 dal magnate Ted Turner,
ancor oggi presidente, con una donazione record di un miliardo di dollari per sostenere le attività e i programmi delle Nazioni Unite.

"La sua capacità di prestare la sua voce a coloro che altrimenti rimarrebbero in silenzio è un grande aiuto per il lavoro che svolgiamo qui", ha dichiarato Turner,
rivolgendo alla sovrana hashemita un caloroso benvenuto "nella squadra".

15-09-2006 Denaro.it

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27/09/2006 21:46

ESTERI
LA COPPIA REALE DI GIORDANIA NESSUNA CONFERMA UFFICIALE,
MA UN GIORNALE ISRAELIANO
CITA RIVELAZIONI PROVENIENTI DA AMBIENTI DIPLOMATICI ALLE NAZIONI UNITE

Aria di divorzio per Rania

Finisce la fiaba di Amman

In crisi il matrimonio tra re Abdallah e la bella regina


23/9/2006
di Michela Tamburrino




Un’altra che cade. Sua Altezza Reale Rania di Giordania poteva farcela e invece ha ceduto, almeno secondo le indiscrezioni della stampa israeliana.
Aveva l’intelligenza, la cultura, la determinazione che portano alla piena contezza di quello che il mondo si aspetta, una vita da Regina.
Più della fragile Lady Diana, più della timida Masako. Invece no, anche la bellissima palestinese salita al trono di Giordania per amore, avrebbe gettato la spugna.
La stampa israeliana è la prima a buttarsi sulla notizia ghiotta anche se da Amman non arrivano conferme: il divorzio da re Abdallah dopo un lungo periodo fatto di letti separati, uscite pubbliche ridotte al minimo, liti di corte alle quali è seguito il più temibile dei nemici di una coppia, il silenzio, assoluto, impenetrabile.
Il quotidiano «Yediot Ahronot», gira il coltello nella piaga, e racconta di due comuni mortali alle prese con l’incomunicabilità dopo anni di alleanza basata sull’amore.
Tanto i due sarebbero ai ferri corti, che lui pare abbia intenzione di chiedere l’affidamento dei quattro figli
, il che scatenerebbe una guerra legale senza uguali.

E dire che Rania era l’orgoglio di Abdallah perché rappresentava la riscossa da un certo mondo conservatore e chiuso,
era il grimaldello per traghettare il Paese nella modernità, la mite Giordania,
impropriamente considerata una monarchia costituzionale mentre di fatto è una monarchia assoluta.

Rania al Yassin, classe 1970, palestinese ma nata in Kuwait, vanta una laurea in gestione d’impresa e una passione per i computer che la portarono a lavorare presso un importante gruppo finanziario.
Il volto fiero di Jacqueline Kennedy e i modi cortesi di una donna dall’educazione tradizionale, è stata la perfetta ambasciatrice di un nuovo modo di vedere la donna araba.
Ma quello che più l’ha distinta è stato il suo impegno benefico, soprattutto dalla parte dei bambini e soprattutto dei massacrati dalle mine, uno slancio che riporta alla memoria la passione civile di Lady Diana. In Rania ancora più sentito visto che l’Iraq e l’Afghanistan non le sono tanto lontani.

Poco le importa leggersi sui giornali come simbolo di avvenenza ed eleganza a meno che questo non sia utile alla causa.
Terza tra le cento donne più belle del mondo,
quinta tra le più eleganti,
veste soprattutto griffe italiane.

Per il resto, è tutta famiglia e politica.
«Sono araba dalla testa ai piedi ma parlo anche un linguaggio internazionale
- dice spesso - l’incontro con culture e tradizioni diverse mi ha dato e una certezza:
non considero più nessuno come uno straniero».

Questo da quando nel 1999 fu incoronata regina.
Prima, quando ancora sembrava che al trono dovesse salire il fratello di Abdallah per dare seguito alla dinastia Hashimita, la loro vita è stata semplicissima, degna di due cuori e una capanna uniti dal comune colpo di fulmine scoppiato durante una cena da amici.
Appartamento presso l’accademia militare di Monterey, composto di tre stanze, lei cucina e lui lava i piatti, vanno al cinema e si divertono come tutte le coppie affiatate.
Al ritorno in patria non rinunciano alle scorribande in moto e alle cenette nei ristoranti alla moda.
Questo prima che i doveri di corte precipitassero loro addosso. Ma sembravano avere le spalle larghe.
E lei una determinazione di ferro sotto quegli occhi vellutati che mai abbandonavano il marito per paura, dicevano i maligni, che lui potesse seguire le orme dello strasposato padre Hussein.

L’equilibrio si è rotto e non si capisce quando e soprattutto perché.
Volendo leggere tra le righe, nel corso di una conversazione avvenuta nel giugno di quest’anno, dunque quando già la crisi era in atto, alla domanda diretta:
la sua è una bella favola? lei rispose:
«No, non lo è. Pare così a chi osservi dall’esterno.
Per me è vita reale, fatta di famiglia, bambini, lavoro e della responsabilità verso il mio popolo.
E’ un compito duro che prendo molto sul serio».


Ora, ci si chiede, riusciranno a divorziare oppure la ragion di stato sarà più forte della loro volontà?
Certamente Rania non ha il carattere di Noor di Giordania, già moglie di re Hussein, troppo americana per non scivolare verso il classico del cattivo gusto, un libro di memorie appena rimasta vedova.
Noor lo infarcì di giudizi antisemiti e di considerazioni politiche cariche di svarioni storici imbarazzanti.
Rania, dice chi la conosce anche solo superficialmente, mai arrecherebbe un danno al suo popolo e ai suoi figli.
Ma siamo solo all’inizio di una vicenda che potrebbe regalare non poche sorprese.


La Stampa Web - 23 settembre 2006

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30/09/2006 22:38



Il divorzio di Rania diventa caso politico



Amman - Analisti di poliltica estera e specialisti di “gossip” si contendono le ultimissime sulla rottura del matrimonio tra il Re di Giordania, Abdallah, e la bella consorte Rania.
Il re avrebbe una relazione con un’altra donna, Hind Hariri, figlia ventenne di Rafik Hariri, ex premier libanese ucciso in un attentato nel 2005.



Youngest child of Rafik Hariri (see brothers Bahaa, Saad, Fahd and Ayman).
Graduated last June from the Lebanese American University in Beirut. Campaigned for her brother Saad in recent Lebanese elections.
Youngest person on Forbes billionaires list, she will turn 23 several months after the second youngest, Prince Albert Von Thurn und Taxis



«Il padre di Abdallah, re Hussein durante il suo regno ha avuto quattro mogli - ha detto al settimanale Grazia Amina, commerciante giordano palestinese - perché il re Abdallah dovrebbe essere l’eccezione? Quando era studente universitario Abdallah era conosciuto come un seduttore: tutte lo volevano e lui non se le faceva sfuggire».
«Da quando il re è sposato, questa non sarebbe la sua prima amante», rivela invece Mona, giovane imprenditrice giordana.
[SM=x44497]

Secondo voci che circolano ad Amman, questa sarebbe già la terza o quarta donna con la quale il sovrano avrebbe una relazione extraconiugale.
Ma a differenza del passato, Abdallah sarebbe però seriamente intenzionato a risposarsi.
Rania sarebbe stata a conoscenza delle intenzioni del marito già da tempo.
Per ripicca o per amore, pare che abbia una relazione con un altro uomo:
Abdel Rahman al Rashed, direttore dell’emittente saudita al Arabiya.

Lui e la regina si sarebbero incontrati a Londra e poi forse a Dubai.
[SM=x44497]

E’ questo il pettegolezzo più piccante di questi giorni, che circola nel caffè Milano di Washington, punto di incontro dei giornalisti arabi nella capitale statunitense.

Ma la crisi tra il re e Rania potrebbero avere ulteriori ripercussioni.
Secondo l’esperto americano di tematiche mediorientali Daniel Pipes una loro separazione potrebbe inasprire maggiormente, i già difficili rapporti tra palestinesi e giordani.

Sempre secondo Pipes, però, in caso di divorzio dei due sovrani le ripercussioni sarebbero soltanto 'interne al loro regno e l’immagine del Paese non ne sarebbe intaccata'.
Mentre Sami Haddad, giornalista del canale televisivo arabo al Jazeera e amico stretto dei due sovrani, è scettico su un eventuale divorzio della coppia.
«Hanno una relazione fantastica - dice - in ogni caso i giordano-palestinesi si sentono giordani. Il matrimonio del re è un fatto personale, che non ha ripercussioni politiche».




Data pubblicazione: 28/09/2006 Link...


[Modificato da Etrusco 30/09/2006 22.42]

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17/10/2006 08:10

Re:

Scritto da: Etrusco 17/10/2006 1.53





QUI per votarla nel match:
Rania vs Bergè . . .



Votate Bergé... [SM=x44453]

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Re:

Scritto da: prontero12 20/07/2006 8.16
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Non c'è gara con Clotilde di Saclà [SM=x44452]

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11/02/2007 19:36

Si riescono a trovare foto e filmati di ieri quando è andata a far visita al parlamento italiano accompagnata da Casini?
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11/02/2007 20:15

Stasera è in diretta tv su Rai 3 a Che Tempo che fa!!! [SM=x44497]

CApsate! capsate!!! [SM=x44519]

[SM=x44476]


[SM=x44460]
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11/02/2007 20:29

eccola
tra pochi minuti [SM=x44485]
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11/02/2007 23:50



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11/02/2007 23:51



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11/02/2007 23:52


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11/02/2007 23:53





Che dire? Non ho parole .... per me tra le più belle e intelligenti donne mai ammirate!

[Modificato da radcla 11/02/2007 23.54]

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