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Israele-Turchia, incidente diplomatico

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2016 21:06
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30/01/2009 14:45

accuse di "uccidere gente innocente"

Esteri
M.O.: PERES, LITE CON ERDOGAN NON AVRA' EFFETTI SU RAPPORTI CON TURCHIA





Davos, 30 gen. - (Adnkronos) - Il presidente israeliano Shimon Peres spera che la discussione avuta a Davos con il premier turco Recep Tayyip Erdogan non abbia conseguenze sulle relazioni tra i due Paesi.

"Non vogliamo un conflitto con la Turchia
- ha detto Peres ai giornalisti, a margine del Forum economico mondiale dove ieri e' andata in scena la lite con il capo del governo di Ankara, che ha accusato Israele di "uccidere gente innocente" -
Noi siamo in conflitto con i palestinesi".

Prima che Peres parlasse in Svizzera con i reporter, la radio israeliana aveva dato notizia di una telefonata chiarificatrice questa mattina tra il presidente israeliano e il premier turco, accolto come un eroe al suo arrivo a Istanbul.

"Mi dispiace molto per quello che e' successo, qualche volta gli amici possono avere discussioni
- ha detto Peres a Erdogan -
Io ho sempre avuto un grande rispetto per la Repubblica turca e per lei, primo ministro.
Io mi considero un amico della Turchia e del premier Erdogan".

(Ses/Ct/Adnkronos)

30-GEN-09 11:12
iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDkwMTMwMTExMjE3Lnht...

www.loccidentale.it/articolo/davos,+erdogan+attacca+israele+per+trovare+consenso+nel+mondo+musulmano...


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PippyZzetta
30/01/2009 16:26

dopo la negata strage degli armeni, le botte in piazza e i curdi mi verrebbe da dire "senti da che pulpito" [SM=x44466]

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Perchè ga na testa che manco un porzeo ghe la magnaria
You're a good man,Charlie Brown

Il peggior nemico del bremaz è l'utente Rurro Rurrerini La dichiarazione di guerra
10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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31/01/2009 20:08

l'avesse detto l'Egitto, capirei già di più...
Ma detto da un fanatico che rifiuta di ammettere di aver sterminato un popolo, beh...Mi viene da mandare a fanculo lui e l'altro.
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Briscola IperCafonica 2012
31/01/2009 20:52

Certo, la Turchia finchè non chiederà scusa al mondo intero per il Genocidio degli Armeni non potrà avere autorevolezza etica in ambito internazionale
e si spera che fino a quel momento nessun folle statista europeo vorrà chiederne l'ingresso in UE [SM=x44522]

Però c'è da fare una riflessione:
recentemente la Turchia ha svolto il ruolo di mediatore per le trattative indirette fra Israele e Siria.
Erdogan aveva anche giocato un ruolo determinante nello sbrogliare il nodo libanese.

Le sue doti diplomatiche nell’incontro di Doha erano riuscite a fare eleggere alla presidenza del Libano il generale Suleiman dopo quasi due anni di stallo.
Qualche tempo dopo, in visita in Libano, Erdogan aveva ricevuto una standing ovation da parte del parlamento libanese.

Se ora dovesse venir meno la "neutralità" turca
(nel solco laico tracciato da Ataturk)
nella mediazione diplomatica della Turchia quali potrebbero essere le sorti di un Israele sempre più isolato e criticato nel MO? [SM=x44473]
Forse la Turchia cerca solo di conquistare una leadership politica in MO, senza necessariamente danneggiare irreversibilmente i rapporti con Israele e Occidente.
Ci riuscirà senza alterare i delicati equilibri? [SM=x44466]




[Modificato da Etrusco 31/01/2009 20:55]

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Briscola IperCafonica 2012
02/09/2011 16:34

- Ankara espelle ambasciatore israeliano
“Illegale il raid contro la Freedom Flottilla”


La decisione è stata presa in seguito alla pubblicazione da parte del NYT del "rapporto Palmer" che denuncia l'uso di forza eccessiva da parte dei commandos di Gerusalemme nell'abbordaggio della nave Mavi Marmar in cui persero la vita 9 attivisti turchi.


Relazioni diplomatiche «degradate» al più basso livello possibile, con conseguente espulsione dell’ambasciatore israeliano in Turchia, Gabby Levy, e del suo vice, Ella Afek. È la iraconda risposta turca annunciata dal ministro degli esteri Ahmet Davutoglu in una conferenza stampa ad Ankara alle notizie pubblicate oggi dal New York Times sul rapporto della commissione Onu che ha indagato sul raid israeliano contro la Freedom Flotilla, a maggio del 2010. Nel raid, condotto dai reparti speciali della marina militare israeliana contro il convoglio di navi diretto a Gaza per rompere l’embargo, persero la vita 9 attivisti turchi dell’Ihh, un’organizzazione non governativa di ispirazione religiosa, che era stata tra le principali finanziatrici della Flotilla.

La Turchia aveva chiesto più volte al governo israeliano delle scuse ufficiali e un risarcimento per le famiglie dei nove attivisti uccisi. Israele ha sempre risposto che il blitz era una risposta alla minaccia alla sicurezza nazionale costituita dalla Flotilla.

Secondo il New York Times, che ha avuto in anticipo il rapporto, la conclusione della Commissione guidata dall’ex premier neozelandese Geoffrey Palmer è che i commandos israeliani, abbordando le navi della Freedom Flotilla, e in particolare l’ammiraglia, la nave Mavi Marmara, hanno incontrato «una resistenza organizzata e violenta che li ha spinti a usare le armi per autodifesa. Tre soldati sono stati catturati, maltrattati e messi a rischio dai passeggeri. Alcuni altri sono stati feriti». Tuttavia, dice il rapporto: «La decisione israeliana di abbordare i vascelli così lontano dalla zona del blocco (il blitz avvenne infatti in acque internazionali, a 72 miglia dalla costa) e senza alcun segnale finale di avvertimento prima dell’abbordaggio, appare eccessiva e irrazionale». Anche se i commandos hanno agito per autodifesa, dice il rapporto: «La maggioranza dei partecipanti alla flotilla avevano intenzioni non violente, ma permangono seri dubbi sulla vera natura e sui veri obiettivi degli organizzatori, in particolare l’Ihh».

Però, ed è questo il punto politicamente più controverso, il rapporto conclude anche che il blocco navale attuato dalla marina israeliana contro la Striscia di Gaza è legale, perché volto a impedire l’importazione clandestina di armi. Alle reazioni positive alla conclusione del rapporto arrivate da Israele, Davutoglu ha risposto ribadendo che la posizione turca è che il blocco di Gaza è illegale: «Ankara farà tutto quanto possibile per far prevalere la propria interpretazione del senso delle acque internazionali nel Mediterraneo», ha aggiunto Davutoglu.

La ritorsione turca non si ferma qui. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Davutoglu ha anche annunciato che saranno rivisti gli accordi di cooperazione militare tra Israele e Turchia (ottimi partner nel settore della difesa, con reciproco vantaggio), nonché l’avvio di un’azione legale contro il blocco a Gaza presso le corti internazionali. Alle famiglie delle vittime, invece, sarà il governo turco a fornire un non meglio specificato aiuto.

Le sanzioni turche, però, sono ancora congelate. Il rapporto Palmer viene pubblicato ufficialmente oggi, e Davutoglu ha detto che questa è l’ultima occasione per Israele per fare le proprie scuse ufficiali. In mancanza di queste, scatterà il «Piano B» preparato dalla diplomazia turca, che potrebbe arrivare fino a bloccare l’interscambio commerciale tra i due paesi, che assomma a miliardi di dollari ogni anno.

La vicenda della Freedom Flotilla 2010 aveva fatto precipitare le una volta ottime relazioni israelo-turche al minimo storico. Solo negli ultimi mesi, per l’impatto delle rivolte arabe e soprattutto della situazione in Siria, i due paesi avevano iniziato un timido riavvicinamento, partito proprio dalla cooperazione nel settore militare. Il rapporto Palmer rischia adesso di gelare di nuovo le relazioni bilaterali, in un momento particolarmente delicato per Israele. Stretto dalle proteste sociali – domani a Tel Aviv è prevista una grande manifestazione contro il caro-vita – il governo di Benyamin Netanyahu si prepara anche ad affrontare, tra fine settembre e metà ottobre, il voto all’Onu sulla richiesta di riconoscimento dello stato palestinese. Una Turchia arrabbiata e pronta a fare campagna per l’Anp non è esattamente quello che ci voleva. Tanto che il governo israeliano aveva chiesto di rinviare di altri sei mesi la pubblicazione del rapporto Palmer. Nonostante le conclusioni diano almeno parzialmente ragione alle tesi israeliane, infatti, in questo clima internazionale anche un rapporto equilibrato rischia di diventare un boomerang.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/02/ankara-espelle-ambasciatore-israelianoillegale-il-raid-contro-la-freedom-flottilla...
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15/01/2016 18:55

Curioso vedere la Turchia accusare Israele di stragi degli innocenti quando poi contro i curdi non si comporta in maniera limpida:

Turchia, accusati di “terrorismo” 12 docenti universitari firmatari dell’appello per la pace

by / 15 gennaio 2016

Tratto da IlFattoQuotidiano.it 

Con l’accusa di “propaganda terroristica” la polizia turca ha arrestato 12 docenti universitari, firmatari di un appello per chiedere una soluzione pacifica alla questione curda. Gli accademici erano nella lista dei più di 1000 professori che hanno firmato per denunciare le operazioni militari in corso contro i ribelli del Pkk nel sudest della Turchia. Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, la polizia ha effettuato gli arresti gli accademici nelle prime ore di venerdì mattina, dopo aver condotto raid nelle rispettive abitazioni. I 12 insegnavano tutti all’Università Kocaeli nella Turchia nordoccidentale. Il mandato d’arresto riguarda anche altri 9 accademici che però non sono ancora stati fermati dalla polizia.

Gli arresti arrivano a 24 ore dall’apertura di un’indagine da parte della procura di Kocaeli sui docenti delle università del paese, per “insulti allo Stato” e “propaganda terroristica” per conto del Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Il documento che ha portato alla reazione del governo è stato lanciato dal gruppo “Accademici per la pace” con il titolo “Noi non saremo parte di questo crimine” e chiede ad Ankara di fermare i “massacri” contro il Pkk nel sud-est a maggioranza curda, in cui dalla scorsa estate sono morte centinaia di persone, tra cui molti civili. La petizione è stata firmata finora da 6.492 persone è resterà aperta fino a questa sera. Tra i firmatari molti docenti e ricercatori anche stranieri, tra cui il linguista statunitense Noam Chomsky.

Ieri l’agenzia Anadolu aveva diffuso la notizia che tutti i firmatari erano finiti sotto inchiesta  e che un docente della Duzce University era stato sparato per aver firmato la petizione. Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva attaccato duramente la petizione, denunciandola come un“atto di tradimento” verso la Turchia scritto con lo stesso linguaggio usato dai terroristi.


[Modificato da Etrusco 15/01/2016 18:56]

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15/01/2016 19:08

Se ci disinteressassimo e li lasciassimo fare i turchi sterminerebbero i curdi e gli israeliani i palestinesi, così come gli sciiti i sunniti e così via...
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Cinematografo'14
Gastronomico-Vinicolo'15
15/01/2016 21:06

camilllo mandrilllo, 1/15/2016 7:08 PM:

Se ci disinteressassimo e li lasciassimo fare i turchi sterminerebbero i curdi e gli israeliani i palestinesi, così come gli sciiti i sunniti e così via...


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