Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Pantheon di AN

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2009 11:55
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 90.397
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
23/02/2009 23:56

Donna Assunta in difesa del marito Almirante
IL FONDATORE MSI FATTO FUORI DAL PANTHEON DI AN
- "CHISSENEFREGA: QUESTI HANNO LETTO SOLO TOPOLINO"
– I TIPINI FINI SONO AL GOVERNO? MI DÀ UNA NOTIZIA! IO PER ORA VEDO SOLO BALDORIA E RIVOLUZIONE
...

Luca Telese per il Giornale


Donna Assunta, ha visto? Nel nuovo pantheon di An, Almirante non c'è più.

«Ah sì? Posso dire chissenefrega o si scandalizza? Mi scusi, ma oggi non ho nulla da commentare».


No, non mi scandalizzo. Mi stupisco che non gliele importi.
«Ma questi non sanno più nemmeno da dove vengono! Cosa vuole che mi preoccupi se si scordano di Giorgio?».

Quindi non le importa perché non li stima più?
«Ha mostrato molta più serenità di giudizio storico Bertinotti, che ha commemorato mio marito, di loro, che fingono di dimenticarlo».


Perché Almirante per lei ci doveva stare.
«Ma che le devo dire? Vedo che per darsi un'aria spiritosa ci hanno messo Mogol e Battisti. E Pavarotti! Ma se hanno questo solidissimo impianto culturale aggiungano pure Bonolis che è persona degnissima, e vadano a Sanremo, a fare i... i... canterini».

Lei è arrabbiata, lo ammetta.
«Noooohhhh, come si può arrabbiarsi, per questi qui? Solo un anno fa facevano a botte per commemorare Almirante. Adesso fanno il pantheon e ci mettono Enzo Ferrari».

Le dispiace perché era comunista?
«Ma si figuri! Era un galantuomo e fra l'altro amicissimo di Giorgio. Se le dicessi...».

Dica, dica.
«Almirante dovette comprare tutte le sedi del Msi in Italia. E non perché avesse velleità speculative, perché non era certo quello il suo mestiere».

E perché allora?
«Perché in affitto non gliele voleva dare nessuno, per paura delle bombe».

E che c'entra Ferrari?
«Per trovare i soldi, Giorgio andava in giro a fare la questua: e più di una volta Ferrari contribuì e molto generosamente. Questa è la complessità della storia d'Italia. Almirante gli ha comprato la casa, in senso materiale, a quei ragazzini di An».

In senso politico, in questo caso.
«No, materiale: chi glieli ha fatti i contrattini da giornalisti al Secolo d'Italia, a loro? Babbo Natale? Gli ha dato la casa dove fare politica, e pure quella dove dormire».





Le secca che ci sia Tatarella?
«Per carità. Io ci avrei messo Nino La Russa, un fondatore del Msi, che casualmente era il padre di Ignazio».

Farà contento La Russa, allora.
«Non lo so. Era un uomo coerente, lui: infatti ha rifiutato la tessera di An».


E' amareggiata, ammetta.
«Mannò! Gli italiani se lo ricordano Giorgio. Perché mai dovrebbero ricordarlo loro? Se non c'era la Destra nazionale, An non sarebbe mai nata».




Lei si sente la custode testamentaria della memoria di suo marito.
«Affatto. Infatti io nel manifesto ci avrei messo anche De Gasperi, che è l'uomo del 1948.
E se dovevo citare un pugliese, al posto di Tatarella ci mettevo sicuramente Di Vittorio: uno che difendeva i lavoratori senza poltrone di governo.
E se permette pure Terracini, che ha firmato la Costituzione».

Lei sembra dispiaciuta che siano al governo...
«Perché, sono al governo? Mi dà una notizia! Io per ora vedo solo baldoria e rivoluzione».

Non credo che lei sia davvero così drastica.
«Ossì, altro che drastica!
Hanno un'idea delle istituzioni e delle regole molto approssimativa.
Un senso dell'opportunismo che mi deprime».



Quindi è arrabbiata, ammetta.
«Le ho detto che non me frega niente! Anche se certo, mi stupisce davvero la presenza di Dante in quell'elenco».

Perché mai? È il sommo poeta.
«Guardi che se c'era un dantista quello era mio marito, che recitava la Divina Commedia a memoria».

Forse li avrà ispirati.
«Se hanno messo Dante, di certo avevano in mente qualche omonimo bar.
Per tutto il tempo che li ho frequentati, non ho notato passioni travolgenti per la letteratura, in quel gruppo dirigente.
Ma forse ero distratta, eh, eh...».

Davvero Almirante conosceva la Commedia a memoria?
«Lo chieda a Ciarrapico! Da editore preparò un'edizione speciale, che regalammo a Reza Pahlavi. Questi al massimo hanno letto Topolino...».

Sugli altri nomi che dice?
«Anche Calamandrei era molto stimato da mio marito. La presenza di Gobetti mi rallegra, sempre che non vogliano accopparlo di nuovo...».


Ma quanto è arrabbiata?
«Macché arrabbiata, felice. È bene che siano dimenticati gli uomini che valevano. Anche perché loro evidentemente non sanno nemmeno che cos'è il pantheon».

Un tempio romano?
«Attualmente è il sepolcro dei reali. Quindi Kohl, Berlusconi e Fini, ad esser pignoli, sono due volte abusivi: perché non sono morti, almeno biologicamente. E poi perché sono privi di sangue blu».

Questa è perfida.
«Poveretti, non li invidio:
loro mummificati in vita dagli eruditi di An,
Giorgio che continua ad esser vivo nella memoria di tutti
,
senza bisogno di certificazioni o patenti di nessuno. Sa che le dico? Non se ne sono resi conto, questi fini dantisti: ma gli hanno fatto un regalo».


Luca Telese per il Giornale [22-02-2009]


_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
OFFLINE
Post: 609
Registrato il: 29/11/2005
Sesso: Maschile


24/02/2009 09:14

Donna Assunta alla presidenza del PD! Subito! [SM=x44459]
OFFLINE
Post: 90.676
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
28/02/2009 12:23

Il forzista Stracquadanio: Gianfranco ha scelto un ruolo privo di spinta politica
E il nascente Pdl litiga sul web
«Il Predellino» contro gli ex An

La nuova testata online esalta Silvio «il Capo».
Su «Farefuturo» la fronda finiana



ROMA — Se c’è una parola che fa saltare sulla sedia Fini e i suoi uomini è: predellino. Dovendo trovare una testata per il nuovo quotidiano on line, destinato a diventare la punta di lancia del berlusconismo, è stata scelta l’ipotesi più oltranzista: Il Predellino. «Predellino—dice l’ideatore, Giorgio Stracquadanio— come rottura della vecchia alleanza. Scatto in avanti. Bagno di popolo», oltretutto in piazza San Babila, un tempo luogo sacro della destra. Che si è già premunita da par suo. E da un mese e mezzo manda in rete FfWebMagazine, dove Ff sta per Farefuturo, la Fondazione vicina a Fini animata da Alessandro Campi e Angelo Mellone. Linguaggio moderato, toni istituzionali e linea frondista rispetto al governo, come si deduce dai commenti dei giorni scorsi: il direttore Filippo Rossi prende posizione in difesa di Beppino Englaro indagato a Udine —«un’ingiustizia» —; Campi chiede un partito «plurale»; ci si preoccupa, come fa anche Il Secolo d’Italia, che il congresso fondativo del Pdl sfugga a liturgie craxiane o nordcoreane; si dà voce in sostanza alle preoccupazioni della parte di An ancora leale al presidente della Camera.

Fin dall’esordio non è difficile prevedere che Il Predellino sarà invece la voce degli «avanguardisti» di Berlusconi, indicato spesso come il Capo, con la maiuscola. Basti vedere come vengono trattati i suoi avversari. Esterni—«è finita la Settis- cemia» è il titolo sull’addio del presidente del consiglio superiore dei beni culturali: «Finalmente Settis se ne va. Purtroppo, non in pensione » — e interni. «Leggendo il suo nome sulla carta di identità, Letizia Brichetto Arnaboldi coniugata Moratti si sarà detta: “Caspita come siamo in tanti!”. Invece Letizia Brichetto Arnaboldi coniugata Moratti, sindaco di Milano, l’altra grande sconfitta dopo Veltroni, è terribilmente sola. La sua personale disfatta sulla gestione dell’Expo la pone in grave difficoltà...». Sul magazine di Farefuturo capita di leggere elogi dell’avversario: come quando Umberto Croppi, l’imprevedibile assessore alla Cultura della giunta Alemanno, apprezza «l’intelligente provocazione di Baricco » contro i finanziamenti ai teatri. Il Predellino invece è partito subito forte con un’intervista esclusiva a Berlusconi, inchiodato con domande spietate tipo: in questi quindici anni si è riaccesa la luce della speranza e della fiducia? Quelli del Pci avevano cambiato il nome ma non le idee? Il 27 marzo nasce il Pdl, qual è il suo stato d’animo? «Quell’intervista è stato il nostro modo di accreditarci » spiega Stracquadanio. Milanese di 50 anni, formazione radicale, portavoce del comitato per il No al referendum contro le reti Mediaset — «interrompemmo un’emozione, e nessuno ne soffrì» —, consigliere politico della Gelmini, autore con Brunetta dei libri di Libero, di Berlusconi scrive spesso i discorsi. «Dicono che io sia lo spin-doctor del presidente. E’ vero il contrario. E’ lui che dà lo "spin", la linea a me. Lo vedo poco; ma aderisco a lui in modo naturale ».

Stracquadanio cioé pensa e sente come Berlusconi. «E, come lui, considero il predellino il simbolo del nuovo partito. Il Pdl è come una holding di partecipazioni, che procede per fusioni successive, con aumenti di capitale a ogni elezione ». Per cui, come scrive Il Predellino, «anzitutto c’è Forza Italia, il partito architrave del Pdl, che porta in dote 400 mila iscritti, 4.200 coordinamenti comunali, un esercito di amministratori: poco meno di 10 mila tra sindaci, consiglieri, assessori comunali, provinciali, regionali... ». Certo, «in secondo luogo» ci sarebbe Alleanza nazionale, «con un buon radicamento particolarmente nelle regioni del Centro- Sud». Ma «ridurre il Pdl alla sommatoria di Fi e An sarebbe un grave errore». Seguono parole calorose per Rotondi, Giovanardi, Baccini, Pionati, Fatuzzo, Caldoro, Mastella, circoli di Dell’Utri e quelli della Brambilla. E Fini? «Se Fini avesse voluto impegnarsi in prima persona avrebbe chiesto gli Interni—risponde Stracquadanio —. Invece ha scelto un altro ruolo, che di recente non ha dato grande spinta politica. Bertinotti e Casini insegnano che alla fine si va a fare i presidenti della Fondazione Camera. In passato qualche ex ambiva al Quirinale; nessuno ha mai gareggiato per la leadership politica». Entrambi i giornali online nascono come luoghi di discussione sul nuovo partito. «Un partito che pensiamo plurale, aperto, non dogmatico, non personalistico—dice Filippo Rossi —, così come il nostro non è giornalismo urlato, partigiano, propagandistico».

Un partito, scrive Campi, «che avrà anche bisogno di regole chiare e cogenti, in modo da garantirne la democrazia interna e rendere un giorno possibile e agevole il passaggio da Berlusconi al berlusconismo». Passaggio remoto nei tempi, a giudicare dall’entusiasmo che traspare dai titoli del Predellino. Sulla Sardegna: «Cappellacci vola»; «Berlusconi esilia Soru». Sull’ingaggio di Mastella: «Tutti mugugnano. E se fosse un capolavoro?». L’ultimo sondaggio pubblicato dà il Pd al 21% e il Pdl al 42: il doppio. E ancora: «Uno dei motivi del suo consenso è questo: la maggior parte degli italiani ha capito che il Capo ha la testa sul pezzo». Non solo: «Silvio Berlusconi parla anche alla sinistra. Riesce a interpretare anche istanze che sono storicamente di sinistra. Riesce a dire “cose di sinistra”, laddove i leader della sinistra istituzionale rifluiscono verso forme di snobismo elitario e di sostanziale conservatorismo». I riferimenti storici sono ambiziosi. «Veni, vidi, vici, racconta Plutarco di Cesare, dopo una sua grande vittoria: “Subito marciò contro di lui Farnace II con tre legioni e dopo una gran battaglia presso Zela lo fece fuggire dal Ponto e distrusse totalmente il suo esercito”». «Silvio Berlusconi è oggi l’uomo più potente del Paese. È un leader vero, che porta avanti le sue idee con forza e determinazione. E, per usare una figura a lui cara, Erasmo da Rotterdam, con quel pizzico di follia che rende possibile le imprese più importanti ». «Berlusconi ha tutto: anche una grande capacità di sdrammatizzare. Diceva Giorgio De Chirico: “La potenza intellettuale di un uomo si misura dalla dose di umorismo che è capace di utilizzare”. Finalmente il Paese (tutto, a giudicare dai sondaggi) se ne è accorto ». Un solo dubbio: «Che, dopo anni di egemonia gramsciana, stia per cominciare l’egemonia berlusconiana? ».

Aldo Cazzullo
28 febbraio 2009
www.corriere.it/politica/09_febbraio_28/aldo_cazzullo_il_nascente_pdl_litiga_sul_web_5d6d666a-056b-11de-b310-00144f02aa...


OFFLINE
Post: 91.817
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
23/03/2009 11:55




La Russa, Tremaglia e Gasparri
(Alessandro Di Meo/Ansa)


21/3/2009 (7:50) - LA STORIA
Tremaglia & co.
I mugugni dei reduci di Salò e Fiuggi


Due generazioni temono la fine di un'avventura

JACOPO IACOBONI

"Uomini, siate non distruttori", scriveva Ezra Pound nei Cantos.
E hanno provato ad ascoltarlo, dentro Alleanza nazionale, mai come oggi (apparentemente) placida nel trapasso al Pdl;
certe pulsioni però non muoiono.
'Cinquant'anni di nostalgia'. 'Esuli in patria'. 'Il Polo escluso'. 'Postfascisti'. 'Il passo dell'oca. L'identità irrisolta di Alleanza nazionale'.
Possibile - dopo titoli così che ci siamo sorbiti in questi quindici anni, non dieci secoli fa - sia tutto risolto e finito, le nostalgie, i riflessi identitari, talora i reducismi, la voglia di destra?
Racconta Mirko Tremaglia: "al congresso chiederò che Almirante entri nel pantheon del Pdl che per ora è un pantheon strano, basta guardare i nomi, dove ci sono indicazioni folli".
E farò girare due dvd. Sostiene che anche Pinuccio Tatarella oggi sarebbe tra i reduci, "lui era contro il partito unico, esattamente il contrario di quello che è stato detto nella mozione congressuale". [SM=x44472]

E certo c'è donna Assunta, che ora chiama i dirigenti del partito "quei quattro dantisti", perchè "senza Giorgio Almirante, e senza la sua "Destra Nazionale" oggi non ci sarebbe nè Tatarella, nè Berlusconi nè, soprattutto, Gianfranco Fini.
Ma questi sapienti dantisti gli hanno fatto solo un regalo, estromettendolo".
Oppure c'è il nobile Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, capo storico del Msi milanese, fuori da An, che nelle Confessioni di un fazioso, anno 2005, già previde l'annacquamento finale della destra "in un grigio contenitore di centro", e spiega:
"Gli ideali in cui credevo sono mutati nella politica fatta dai giullari dello strapotere economico".

Staiti che una volta, per dire quanto fossero attaccati quei reduci a un'idea d'integrità, prese a schiaffi in Transatlantico il ministro Giovanni Goria, apostrofandolo memorabile:
"E ringrazi che sono decaduto, altrimenti le avrei mandato uno dei miei famigli; invece devo pensarci io".
Il fatto è che non è solo un problema di "reduci" fascisti, stavolta,
ma di reducismo di seconda generazione, i reduci di Fiuggi.
Reduci democratici che puoi trovare mescolati tra la leggendaria base dei gagliardetti di Colle Oppio, tra certi raffinati battitori liberi, anche tra taluni esponenti di primissimo piano, spesso lontani rautiani in anni di gioventù, fascisti un po' sospetti, l'ha detto Salvatore Caradonna, quasi "dei sinistri".

Un intellettuale come Gennaro Malgieri ancora ieri confidava "non so se entro o no nel loro partito, dipende dallo statuto.
In piazza sui predellini nasce il populismo, sul quale si appoggiano le oligarchie.
Non i partiti".

E non è un nostalgico, era consigliere Rai finiano,
era direttore del Secolo,
era tra le menti di Fiuggi.

Un uomo di partito stretto (e di governo) come Roberto Menia
continua a fare comizi nei quali promette "l'identità di An non dovrà essere scolorita o cancellata".

La Poli Bortone, che sarà pure un fatto salentino, fonda un movimento e ora riflette:
"a Fiuggi c'era un percorso convidiso, qui c'è un'oligarchia e basta".

E soprattutto Gianni Alemanno, che ieri diceva "escludere Almirante significherebbe escludere la nostra storia e mettere in dubbio quelle che sono le nostre radici,
da questo punto di vista Almirante è tutto all'interno del Pdl",
e lo scorso luglio allo Sheraton - nella riunione in cui il partito decise lo scioglimento - era stato ancora più drastico,
"attenti ragazzi che qui creiamo un contenitore indistinto...".

All'uscita una decina di giovanotti romani col bomberino volevano abbracciarlo foss'anche solo per quella frase.
Perchè i reduci di ieri rimpiangevano variamente Salò e il fascismo della bella morte,
Pino Rauti, Tremaglia, Caradonna, Carlo Mazzantini e gli allievi di Romualdi;
i reduci dei reduci, semplicemente e persino, rimpiangono Fiuggi. Avreste mai pensato, per dire, che la fascistissima base romana di An inneggiasse alla svolta del "95? Succederà, domani notte in piazza Venezia. Guidati dal consigliere di An Giuseppe Sorrenti, presidente della commissione cultura del IV municipio di Roma, nascono certi "Tedofori della fiamma di Alleanza nazionale", "come i tedofori olimpici trasportano la fiamma olimpica, noi impediamo che si spenga la fiamma della destra".
Onorano i caduti, miti come il laziale Sandri e Quattrocchi.
Giurano di avere con loro il presidente di An di Roma Vincenzo Piso.
Sono gli stessi che, nella notte di Alemanno eletto sindaco, planarono in Campidoglio sopra boschi di braccia tese, e venerdì planeranno alla Fiera di Roma tra i tacchi della Mussolini ("tutto risolto, io ci sarò") e il golfino di cachemire del merlo maschio Lando Buzzanca, "da sentimentale temo si possa chiudere un'epoca, ma capisco che i tempi sono questi". Già, reduci di ieri, reduci di oggi.

www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200903articoli/42107gi...

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:16. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone