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stupro Caffarella, il dna scagiona gli indagati

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2009 21:04
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11/03/2009 19:14

Re:
binariomorto, 11/03/2009 13.30:

Caffarella, no custodia cautelare
Roma,ma i due romeni restano in carcere


E' stata annullata dal Tribunale del Riesame di Roma l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz. I due romeni erano accusati dello stupro di una ragazzina di 14 anni avvenuto il 14 febbraio scorso nel parco della Caffarella a Roma. Entrambi però rimarranno in carcere: il primo perché accusato di calunnia e autocalunnia, l'altro rimane detenuto per lo stupro del 21 gennaio scorso a Primavalle.

Il collegio del riesame, presieduto da Francesco Taurisano, dopo una giornata di camera di consiglio, ha così ritenuto di accogliere i ricorsi della difesa contro l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Valerio Savio. La conferma del carcere, invece, era stata sollecitata dal pm Vincenzo Barba.

Le motivazioni del Riesame non sono state rese note ma è presumibile che il collegio abbia fondato la motivazione anche in base all'esito delle analisi del Dna fatte dalla polizia scientifica: i prelievi effettuati sulla ragazzina di 14 ani non avevano rilevato l'impronta genetica dei due romeni, ma altri due profili cromosomici. La Procura di Roma aveva comunque chiesto la conferma della misura cautelare in carcere sulla base delle ricognizioni fotografiche fatte dalla copia di fidanzatini.

Restano comunque in carcere
Tuttavia entrambi non torneranno liberi. Alexandru Isztoika Loyos resta in carcere perché gli è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare per calunnia e autocalunnia. La Procura ha infatti ritenuto che Loyos, nel confessare lo stupro, abbia calunniato se stesso ed il connazionale Karol Racz pur sapendolo estraneo ai fatti. Lo stesso Racz è invece accusato dello stupro di una 41enne avvenuto a Primavalle. La donna alcuni giorni fa, pur tra qualche incertezza, lo aveva indicato come il suo violentatore.

Fonte: tgcom




mah... uno resta in carcere perché si è autocalunniato, è la prima volta che sento una cosa del genere. purtroppo ci sono inquirenti e pm totalmente incapaci di ammettere di aver sbagliato e perseverano anche contro l'evidenza. ormai la figura di mxxxa l'hanno fatta, e andando avanti così non faranno che screditarsi ancora di più. e non mi si dica che è colpa del governo, ci saranno state pressioni e clamore dei mass media, ma i giudici non sono ragazzini sprovveduti che agiscono per far contento Berlusconi, quando toppano bisogna dirlo senza cercare alibi. con la differenza che se a toppare sono io cittadina qualunque devo aspettarmi conseguenze, se sono loro continuano il loro lavoro indisturbati [SM=x44465]
11/03/2009 20:13

Re: Re:
Nikki72, 11/03/2009 19.14:




mah... uno resta in carcere perché si è autocalunniato, è la prima volta che sento una cosa del genere. purtroppo ci sono inquirenti e pm totalmente incapaci di ammettere di aver sbagliato e perseverano anche contro l'evidenza. ormai la figura di mxxxa l'hanno fatta, e andando avanti così non faranno che screditarsi ancora di più. e non mi si dica che è colpa del governo, ci saranno state pressioni e clamore dei mass media, ma i giudici non sono ragazzini sprovveduti che agiscono per far contento Berlusconi, quando toppano bisogna dirlo senza cercare alibi. con la differenza che se a toppare sono io cittadina qualunque devo aspettarmi conseguenze, se sono loro continuano il loro lavoro indisturbati [SM=x44465]




Art. 368 - Calunnia
Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso
nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad altra Autorità che a quella abbia obbligo
di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico
di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.
La pena è aumentata se s'incolpa taluno di un reato pel quale la legge stabilisce la
pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un'altra pena più grave.
La reclusione è da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla
reclusione superiore a cinque anni; è da sei a venti anni, se dal fatto deriva una
condanna all'ergastolo; e si applica la pena dell'ergastolo, se dal fatto deriva una
condanna alla pena di morte.

Art. 369 - Autocalunnia
Chiunque, mediante dichiarazione ad alcuna delle Autorità indicate nell'articolo
precedente, anche se fatta con scritto anonimo o sotto falso nome, ovvero mediante
confessione innanzi all'Autorità giudiziaria, incolpa se stesso di un reato che egli sa
non avvenuto, o di un reato commesso da altri, è punito con la reclusione da uno a tre anni.

Detto questo, mi sembra una tipica soluzione all'italiana per cercare di salvare capre e cavoli, coprendo gli eventuali errori degli inquirenti e per soddisfare il popolo bue (o opinione pubblica che dir si voglia...). [SM=x44465]
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11/03/2009 20:29

Re: Re: Re:
bekerovka, 11/03/2009 20.13:




Art. 368 - Calunnia
Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso
nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad altra Autorità che a quella abbia obbligo
di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico
di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.
La pena è aumentata se s'incolpa taluno di un reato pel quale la legge stabilisce la
pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un'altra pena più grave.
La reclusione è da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla
reclusione superiore a cinque anni; è da sei a venti anni, se dal fatto deriva una
condanna all'ergastolo; e si applica la pena dell'ergastolo, se dal fatto deriva una
condanna alla pena di morte.

Art. 369 - Autocalunnia
Chiunque, mediante dichiarazione ad alcuna delle Autorità indicate nell'articolo
precedente, anche se fatta con scritto anonimo o sotto falso nome, ovvero mediante
confessione innanzi all'Autorità giudiziaria, incolpa se stesso di un reato che egli sa
non avvenuto, o di un reato commesso da altri, è punito con la reclusione da uno a tre anni.

Detto questo, mi sembra una tipica soluzione all'italiana per cercare di salvare capre e cavoli, coprendo gli eventuali errori degli inquirenti e per soddisfare il popolo bue (o opinione pubblica che dir si voglia...). [SM=x44465]




diciamo che calunnia e autocalunnia sembrerebbero esserci, almeno stando a quanto la stampa riporta.
Il punto è a mio avviso un'altro: appena uscita la notizia di questo "presunto stupro" ai danni della ragazzina, i movimenti razzisti hanno subito fatto manifestazioni nella zona, assaltato un negozio che vende kebab frequentato da romeni, la madre della povera ragazzina ha dichiarato che se non fosse stata fatta giustizia se la sarebbe fatta da sola, insomma il clima non era dei migliori.
Serviva un caprio espiatorio, e hanno trovato un romeno che a suon di botte in quetura lo hanno convinto a confessare ciò che, appare, non avrebbe fatto, e siccome gli apparenti aggressori/strupratori, stando ai verbali dei due ragazzi aggrediti, sembravano essere due, sempre a suon di botte, in questura, gli hanno fatto tirare fuori un altro nome.
Ora ditemi voi se questo non è clima di caccia al romeno o allo zingaro, fomentato dal sindaco di roma e dal governo.
[Modificato da radcla 11/03/2009 20:32]
11/03/2009 21:13

Re: Re: Re:
bekerovka, 11/03/2009 20.13:




Art. 368 - Calunnia

Art. 369 - Autocalunnia








sì, va bé, si può girare come si vuole... ma nessuno mi toglie la certezza che se fossero stati due italiani possibilmente "bene" sarebbero usciti con mille scuse già da un pezzo, anzi forse non sarebbero neanche entrati [SM=x44467]


11/03/2009 21:20

Re: Re: Re: Re:
radcla, 11/03/2009 20.29:




diciamo che calunnia e autocalunnia sembrerebbero esserci, almeno stando a quanto la stampa riporta.
Il punto è a mio avviso un'altro: appena uscita la notizia di questo "presunto stupro" ai danni della ragazzina, i movimenti razzisti hanno subito fatto manifestazioni nella zona, assaltato un negozio che vende kebab frequentato da romeni, la madre della povera ragazzina ha dichiarato che se non fosse stata fatta giustizia se la sarebbe fatta da sola, insomma il clima non era dei migliori.
Serviva un caprio espiatorio, e hanno trovato un romeno che a suon di botte in quetura lo hanno convinto a confessare ciò che, appare, non avrebbe fatto, e siccome gli apparenti aggressori/strupratori, stando ai verbali dei due ragazzi aggrediti, sembravano essere due, sempre a suon di botte, in questura, gli hanno fatto tirare fuori un altro nome.
Ora ditemi voi se questo non è clima di caccia al romeno o allo zingaro, fomentato dal sindaco di roma e dal governo.




Il clima da caccia al romeno c'è, nessuno lo mette in dubbio. dico solo che degli inquirenti seri non dovrebbero farsi condizionare dai media ma fare il loro lavoro e basta. e ammettere di aver sbagliato, se necessario.

qualcosa di simile, per citare solo uno dei tanti casi, è successo al padre dei due fratellini di Gravina trovati morti in un pozzo. gli inquirenti si sbizzarrirono a imputargli qualcosa pur di tenerlo dentro, fino a quando furono costretti a liberarlo. cioè, anche dopo che era ormai chiaro che non li aveva uccisi lui, sai con che scusa hanno continuato a tenerlo in carcere? che non era stato lui, ma se erano caduti nel pozzo era in conseguenza di un comportamento del padre! senza specificare peraltro come e perché... e poi neanche si son presi la briga di comunicargli il ritrovamento, ma l'ha saputo dalla tv del carcere. quindi non santifichiamo sempre i magistrati perché se è vero che fra loro ci sono degli eroi, è pure vero che ci sono molte schiappe [SM=x44467]
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12/03/2009 08:56

Re: Re: Re: Re:
Nikki72, 11/03/2009 21.13:




sì, va bé, si può girare come si vuole... ma nessuno mi toglie la certezza che se fossero stati due italiani possibilmente "bene" sarebbero usciti con mille scuse già da un pezzo, anzi forse non sarebbero neanche entrati [SM=x44467]






non te lo so dire sai..purtroppo non te lo so dire

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12/03/2009 10:12

Il retroscena. Le tracce analizzate sono di un egiziano
con cui la donna ebbe un rapporto sessuale la mattina



Stupro Primavalle, un altro mistero
il Dna sulla vittima non è di Racz



La sera, dopo l'agguato, si è lavata come ha potuto con acqua minerale


Stupro Primavalle, un altro mistero il Dna sulla vittima non è di Racz


ROMA - Di come stiano le cose sembrano consapevoli tutti. E forse per questo tutti ne parlano malvolentieri. Lo si può dire in due parole: se l'inchiesta della Caffarella ha conosciuto un calvario, quella di Primavalle non promette nulla di meglio. Con una posta in gioco che, per altro, è cresciuta. Perché se Karol Racz non fosse lo stupratore della notte del 21 gennaio in via Andersen, la sua uscita dal carcere non dovrebbe attendere un minuto di più e anche la sua presenza, tre settimane dopo, sulla scena del crimine nel Parco della Caffarella perderebbe, a dispetto delle testimonianze, parte della sua plausibilità.

Se lo si chiede a Lorenzo La Marca, l'avvocato di Racz, la risposta è sorniona: "Il caso di Primavalle? Vedremo". Poi, con un sorriso: "Chiedere la scarcerazione al riesame? Non l'ho ancora fatto perché aspetto i test definitivi del dna...". La laconicità delle risposte dissimula la conoscenza di un'indiscrezione di cui gli investigatori sono al corrente da giorni. Che è questa: il dna sin qui estratto dalle tracce biologiche repertate sul corpo della vittima dello stupro di Primavalle non è quello di Racz. Al contrario, corrisponde con esattezza a quello di un altro uomo con cui la donna ebbe un rapporto sessuale consenziente la mattina del 21 gennaio. Il dettaglio non è decisivo, ma ha una certa rilevanza. Soprattutto, apre un nuovo enigma che se i risultati definitivi del lavoro della scientifica, tuttora in corso, non dovessero essere in grado di sciogliere (evidentemente con l'individuazione di altre tracce biologiche), promette di far ingarbugliare anche questo caso più di quanto già non lo sia.

Per quel che gli atti istruttori documentano, la donna vittima dello stupro racconta con comprensibile tormento che la mattina del 21 gennaio ha avuto nel suo appartamento un rapporto sessuale consenziente con un cittadino egiziano di cui la polizia ha accertato l'identità. Aggiunge di aver fatto una doccia prima di uscire di casa e di aver quindi trascorso l'intera giornata in commissioni, utilizzando i mezzi pubblici. Quindi, di essere stata aggredita la sera, nel tragitto a piedi tra la fermata dell'autobus di via Andersen e la sua abitazione. Sono in due e la sorprendono alle spalle. Uno solo di loro è l'uomo che abusa. Indossa un giaccone con il cappuccio tirato sulla testa. La donna, ferita, chiama un'amica e quindi soccorso. Si ripulisce come può con dell'acqua minerale prima di arrivare in ospedale, dove le viene certificata la violenza e prelevati i tamponi per l'esame del dna.

Il test, almeno in questa prima fase (gli esami completi si attendono per i prossimi giorni) individua il solo dna dell'uomo con cui la donna ha avuto rapporti al mattino. Possibile che sia rimasta solo quella traccia? Che una giornata sui mezzi pubblici e la violenza non ne abbiano lasciato di altre? E che l'acqua del mattino (la doccia) e della sera (la minerale) abbia lavato tutto, tranne un solo dna?

Alla Squadra mobile allargano le braccia. "Al momento, è così", dicono. E nella presa d'atto si coglie un segno di frustrazione che si comprende meglio alla luce di quel che accade dopo e intorno a quel primo test del dna. In un primo momento, la donna vittima della violenza non è in grado di fornire una descrizione precisa del suo aggressore. Se non per un particolare. E' un "uomo scuro" con gli incisivi ridotti a monconi anneriti. Poi, l'ultimo venerdì di febbraio, è nel carcere di Regina Coeli. Le vengono mostrati tre uomini che indossano un giaccone con il cappuccio tirato sulla testa. Uno di loro è Karol Racz, arrestato il 18 febbraio con l'accusa di essere uno dei due stupratori della Caffarella. La donna non dà segni di riconoscere tra loro il suo aggressore. Allora, agli uomini viene chiesto di togliere il cappuccio e, alla vista di Racz, la donna, prima di svenire, ha una crisi emotiva che scuote gli stessi magistrati presenti. La sua reazione, più che il condizionale delle parole che pure ripete quattro volte ("Direi che è lui. Mi sembrerebbe lui"), convince il pm Nicola Maiorano che il riconoscimento sia pieno. Che sia Racz l'uomo di via Andersen. Anche perché i suoi incisivi sono effettivamente martoriati come nel primo ricordo della vittima.

Quel che accade dopo è cronaca di questi giorni. Racz si dice innocente e offre per la notte del 21 gennaio un alibi. "Ero al campo", dice, chiamando a testimoni gli stessi rom che Loyos indicherà quali alibi per il pomeriggio della Caffarella. Amici di Racz e di suo fratello che - detto per inciso - viene arrestato come Karol, ma per altri motivi, il 18 febbraio e con lui è oggi a Regina Coeli. La donna, intervistata, ritratta in due diverse occasioni. Dice di non essere più certa del suo riconoscimento.

www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/violenza-sessuale-4/primavalle-mistero/primavalle-mist...


[SM=x44467]

questa storia mi ricorda parecchi altri fatti simili, avvenuti anche dalle mie parti: donne o ragazze che, per coprire le loro scappatelle e giustificarsi agli occhi di mariti e fidanzati, s'inventano che un bruto le ha assalite... spero di sbagliarmi sarebbe una cosa molto grave [SM=x44464]


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12/03/2009 10:34

Re: Re: Re: Re:
Nikki72, 11/03/2009 21.13:


sì, va bé, si può girare come si vuole... ma nessuno mi toglie la certezza che se fossero stati due italiani possibilmente "bene" sarebbero usciti con mille scuse già da un pezzo, anzi forse non sarebbero neanche entrati [SM=x44467]




Io non seguo con molto interesse la cronaca, ma mi sembra di aver capito che per uno dei due (quello della calunnia per intenderci) il motivo delfermo in carcere è legato alla possibilità di fuga.

[SM=x44515]

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27/03/2009 21:51

Stupro Caffarella, scarcerato Loyos

Annullata ordinanza dal Riesame


Il tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Filippo Steidl il 13 marzo scorso, nei confronti di Alexandru Loyos Isztoika, il romeno accusato dello stupro della Caffarella. Loyos era in cella per la calunnia nei confronti della polizia romena accusata dal "biondino" di aver esercitato pressioni per indurlo a confessare la violenza sessuale.

Isztoika ha lasciato il carcere perché il collegio, disponendo l'annullamento dell'ordinanza, ha stabilito la rimessione in libertà dell'indagato se non detenuto per altra causa. Il "biondino" è uscito dal carcere accompagnato dal suo legale indossando lo stesso giubbotto di colore verde e gli stessi jeans che aveva quando è stato arrestato la sera del 17 febbraio. Rispetto ad a quando è entrato in prigione, il "biondino" ora ha i capelli più corti.

Ha sorriso alle telecamere e ai giornalisti che lo attendevano all'esterno del carcere, e prima di salire a bordo dell'auto dell'avvocato ha detto di essere felice per la scarcerazione. Ad una giornalista romena che gli ha chiesto come stava, Loyos ha risposto: "Bene" e alla domanda "come sono stati i giorni in carcere" Loyos, abbassando gli occhi, ha detto: "Così, così". Loyos è uscito portando con sè, in un sacchetto di plastica, le poche cose che aveva in cella.

La prima ordinanza di custodia
Il giudice all'epoca non aveva ritenuto, tuttavia, di convalidare il fermo, chiesto dal pm Vincenzo Barba, per l'ipotesi di calunnia ai danni del connazionale Karol Racz. "Il quadro - si leggeva - non presenta la necessaria chiarezza, non potendosi escludere la partecipazione dei due al fatto con un ruolo diverso da quello descritto. Né si può escludere una partecipazione del fermato e di chi ha chiamato in correità all'episodio stesso con un ruolo diverso da quello descritto che consentirebbe di spiegare l'approfondita conoscenza
mostrata in ordine alla dinamica del fatto".

Il giudice Steidlaveva aggiunto che "non si possono trarre elementi utili di valutazione dall'ordinanza del tribunale del riesame", che all'epoca doveva ancora motivare la sua decisione. E ancora, "il quadro indiziario non appare chiaro", pur "alla luce del risultato dell'indagine condotta comparando il profilo genetico degli indagati con quello dei due individui di sesso maschile riscontrato sui mozziconi di sigaretta e sui tamponi prelevati alla vittima (che ha escluso la presenza del profilo genetico degli indagati su detti reperti)".

Fonte: tgcom

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27/03/2009 22:44

Re: Re: Re: Re:
Nikki72, 11/03/2009 21.13:




sì, va bé, si può girare come si vuole... ma nessuno mi toglie la certezza che se fossero stati due italiani possibilmente "bene" sarebbero usciti con mille scuse già da un pezzo, anzi forse non sarebbero neanche entrati [SM=x44467]






Tranquilla,
il Governo Berlusconi è già al lavoro per evitare che si ripetano casi imbarazzanti come questo:
dopo la restrizione sulle intercettazioni
abolirà anche le indagini sul DNA, (illiberale violazione della privacy!),
così da una parte un italiano eviterà di rimanere incastrato su un reato dove nemmeno il migliore penalista potrebbe salvarlo
e d'altra parte un rumeno arrestato rimarrà comunque in carcere
[SM=x44455]
[Modificato da Etrusco 27/03/2009 22:49]

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29/03/2009 21:04

Re: Re: Re: Re:
Nikki72, 11/03/2009 21.13:




sì, va bé, si può girare come si vuole... ma nessuno mi toglie la certezza che se fossero stati due italiani possibilmente "bene" sarebbero usciti con mille scuse già da un pezzo, anzi forse non sarebbero neanche entrati [SM=x44467]






La Mantia lo voleva assumere nel suo ristorante,
ma le sue cameriere si sono ribellate,
per le loro teste è e rimarrà sempre lo stupratore della Caffarella [SM=x44472]

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