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Berlusconi a Obama: impegno su Kabul

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2009 16:31
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Sportivo ipercafone
15/06/2009 15:55


WASHINGTON - Un raf­forzamento temporaneo del nostro contingente in Afgha­nistan che porterebbe a im­piegare sino a 500 militari in più. La disponibilità ad entra­re in azione immediatamen­te, a richiesta del comando delle operazioni, e non più con le tradizionali 6 ore di preavviso: un’operatività in tempo reale che cambierebbe il volto del nostro impegno, come da tempo chiedono gli americani. Sono alcuni dei dettagli del­l’agenda, non senza contro­partite, che il presidente del Consiglio discuterà oggi alla Casa Bianca nel suo primo in­contro ufficiale con Barack Obama. Il Cavaliere è arrivato ieri sera nella capitale ameri­cana. Vedrà anche lo speaker del Congresso, Nancy Pelosi. Porta in «dote» una serie di offerte (e di richieste) utili a rinsaldare una relazione che se non è più quella con un Pa­ese governato da un grande amico, com’era ai tempi di George Bush, è pur sempre un pilastro degli interessi strategici di entrambi gli Sta­ti.

L’agenda ufficiale dell’in­contro dice che i due presi­denti si vedranno nel pome­riggio, in un incontro allarga­to ai rispettivi staff. È un pun­to di vanto di Palazzo Chigi che Silvio Berlusconi sia il se­condo leader europeo, dopo Gordon Brown, ricevuto alla Casa Bianca dal giorno dell’in­sediamento di Obama (e si ri­marca che Prodi in quasi 2 an­ni non ci mise piede). Il piatto forte, oltre alla pre­parazione dei temi del G8, sa­rà l’Afghanistan. Nel Paese che combatte contro i taleba­ni si avvicinano le elezioni. Gli americani chiedono a tut­ti gli Stati che partecipano al contingente Nato di aumenta­re, anche in modo tempora­neo, la propria presenza sul territorio. Pure se le cifre so­no ancora ufficiose, l’offerta che Berlusconi farà ad Oba­ma porterebbe i nostri milita­ri nella regione, almeno per alcuni mesi, a circa 3000. Sa­rebbero pronti a partire an­che 3 nuovi aerei e due elicot­teri utili ad operazioni di soc­corso. C’è poi il capitolo dell’im­piego in operazioni di guerra. Finora l’Italia ha dispiegato i suoi soldati, a richiesta del co­mando centrale, avvalendosi della facoltà di rispondere con un preavviso di 6 ore (era­no 76 sino a poco tempo fa).

Berlusconi sembra disposto a concedere un’operatività in tempo reale, ma in cambio dell’accesso, finora negato, al circuito completo delle infor­mazioni sensibili. Solo in cambio di una piena disclosu­re dei dossier, d’intelligence e militari, utili all’impiego dei soldati, Roma accontente­rà gli americani. Si discuterà anche di Guan­tanamo, della prigione cuba­na per sospetti terroristi che Obama, in segno di disconti­nuità con l’amministrazione Bush, intende chiudere. Il go­verno italiano ha già dichiara­to di essere disposto a prende­re in carico alcuni di quei de­tenuti. Ora anche questo dos­sier prende forma: l’Italia po­trebbe accettare sino a 5 o 6 ex detenuti assoggettandoli, ma anche questo è ancora in discussione, ad un regime speciale. Una sorta di ibrido fra il regime di libertà vigilata (con obbligo giornaliero di firma) e la protezione per sog­getti a rischio. Si tratta infatti di persone che per gli ameri­cani sono ormai, in gergo tec­nico, cleared for release. Ov­vero che non hanno più pen­denze con gli Usa, ma che in­vece rischiano grosso (in ter­mini anche di condanne a morte) nei Paesi d’origine. Il regime cui andrebbero incon­tro, con il consenso degli altri Paesi Ue, potrebbe prevedere un’eccezione all’obbligo di non lasciare l’Italia: una possi­bilità di circolazione (su per­messo) entro i confini della zona Schengen.

È ovvio che questo sarà uno dei «grossi segnali», rac­contano nel governo, che Ber­lusconi offrirà. «Vado lì come un amico, com’è sempre sta­to. Finora Obama le ha azzec­cate tutte...». In queste due frasi c’è l’umore con cui ieri il Cavaliere è partito dall’Italia. Vi si dice della stima che nu­tre nei confronti della nuova guida della Casa Bianca. Ma anche della consapevolezza che nonostante i rumors su frizioni personali e geopoliti­che fra i due leader (sempre smentiti da Palazzo Chigi) il rapporto fra i due Paesi resta strategico, come sottolineato nella nota diffusa dagli ameri­cani per annunciare l’incon­tro. Un umore non guastato dalla dichiarazioni di D’Ale­ma sulla debolezza del gover­no: «L’ultima cosa di cui mi preoccupo sono le illusioni di un’opposizione che è a pez­zi». Se poi anche con Obama il Cavaliere riuscirà a costruire un rapporto personale come quello intessuto negli anni con Bush, o come quello che lo lega a Putin, è da vedere. Di certo non farà nulla per na­scondere una spensieratezza, anche linguistica, che attiene più al carattere personale che alle relazioni bilaterali: «Vole­te dire qualcosa ad Obama? Vado lì bello e abbronzato...», ha detto ieri prima di lasciare Genova alla volta di Washin­gton.



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Sportivo ipercafone
15/06/2009 16:00

Mentre gli USA continuano a bombardare il Pakistan (dopo un mese di tregua, ieri altri 5 morti) l'Italia prova a tornare un Paese credibile anche in situazione di guerra. Vediamo quanto effetto sortirà l'incontro.

[SM=x44515]

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Sportivo ipercafone
16/06/2009 08:00

«Great to see you, my friend!»

... e adesso chi glielo dice a quelli del PD [SM=x44455]


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16/06/2009 08:27

Si deve a Marco Conti, del Messaggero (p.1), un'analisi obiettiva e precisa
dello stato dei rapporti tra il Caimano e il Grande Abbronzato:

tutte quelle fatiche per strappare "un caffè" alla Casa Bianca
(di invito a "colazione", non se ne parla neanche)
vorranno pur dire qualcosa?


[SM=g1700002]

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Sportivo ipercafone
16/06/2009 08:51

Re:
Etrusco, 16/06/2009 8.27:

Si deve a Marco Conti, del Messaggero (p.1), un'analisi obiettiva e precisa
dello stato dei rapporti tra il Caimano e il Grande Abbronzato:

tutte quelle fatiche per strappare "un caffè" alla Casa Bianca
(di invito a "colazione", non se ne parla neanche)
vorranno pur dire qualcosa?


[SM=g1700002]




dai postala che ci facciamo due risate ... [SM=x44454]


Altre parole di Obama:

Oltre al fatto che a me il premier Berlusconi piace personalmente, anche i nostri popoli si amano e hanno profondi legami e profonda comunità di valori

Berlusconi è un grande amico

Mi aspetto sempre dal premier Berlusconi una opinione franca e onesta


Ovviamente queste parole possono sorprendere solo quelli che hanno dipinto Obama coma un pacifista hippy ecologista gay e nero (ah no, scusate, nero è nero davvero ... [SM=x44455] )

Ma per chi segue con interesse (e fuori dagli schemi del giornalista collettivo italiano) i fatti made in USA sa che sono assolutamente normali.

Obama aveva delle richieste da fare all'Italia e le ha fatte;
Obama snobba l'Europa e nelle sue strategie per una nuova geopolitica mondiale il potere del vecchio continente è molto limitato;
Obama sa che gli alleati europei (Italia in primis) sono inaffidabili - escluso forse UK;
Obama, in fin dei conti, è The President of the United States.
E quindi fa gli interessi degli Stati Uniti.

PS - sui giornali 'mmeriggani, dell'incontro è stato evidenziato solamente il fatto che di prigionieri di Guantanamo adesso ce ne sono da piazzare in giro 3 in meno. saranno troppo pragmatici, ma io li adoro [SM=x44479]
[Modificato da paperino73 16/06/2009 08:53]

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16/06/2009 11:49

Che doveva fare o dire Obama in un incontro ufficiale, dargli dello stronzo, populista, razzista quale è??
Certo, l'altro era abituato a ben altro ultimamente in America, con pacconi sulle spalle, battute da osteria, lingua in bocca e amenità varie a cui ormai ci siamo assuefatti tutti, come se fossero cose normali.

L'incontro, a mio parere, è stato formalissimo, al limite dell'etichetta da rispettare e niente più!!

Obama DEVE collaborare con tutti i suoi partner, ivi compresa l'Italia......chi si aspettavva un barbecue con naso da clown e rutto libero, beh......dovrà aspettare invano parecchio, perchè c'è ancora gente che alle parole da il giusto peso.
Credo che il neo presidente USA sia molto preoccupato per la crisi mondiale e per le tensioni sparse nel mondo, perciò la voglia di fare il mattacchione come vorrebbe lo psico-nano non credo gli sia passata neanche per l'anticamenra del cervello.

Modi diversi di approcciare alla vita....... [SM=x44465]
[Modificato da +tag+ 16/06/2009 11:51]

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Voi gridavate cose orrende e violentissime e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne.

La situazione è grave, ma non è seria! (E.Flaiano)

"Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste....cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone, ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perchè il regista non crede nelle persone....io CREDO nelle persone, però non credo nella MAGGIORANZA delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza......"

Le donne ci amano per i nostri difetti. Se ne abbiamo abbastanza, ci perdonano tutto, anche la nostra intelligenza (O. Wilde)


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Re: Re:
paperino73, 16/06/2009 8.51:



dai postala che ci facciamo due risate ... [SM=x44454]






Prima di irridere l'analisi di un Giornalista come Marco Conti dovresti almeno leggerla, senza essere troppo prevenuto.

Non si può criticare a priori un Giornale serio come Il Messaggero solo per partito preso o senza averlo letto.
Con tutti questi preconcetti non si possono imbastire dibattiti costruttivi. [SM=x44463]

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16/06/2009 12:29

Re: Re: Re:
Etrusco, 16/06/2009 12.12:


Prima di irridere l'analisi di un Giornalista come Marco Conti dovresti almeno leggerla, senza essere troppo prevenuto.

Non si può criticare a priori un Giornale serio come Il Messaggero solo per partito preso o senza averlo letto.
Con tutti questi preconcetti non si possono imbastire dibattiti costruttivi. [SM=x44463]



Non le hai ancora postate.

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Re: Re:
paperino73, 16/06/2009 8.51:





PS - sui giornali 'mmeriggani, dell'incontro è stato evidenziato solamente il fatto che di prigionieri di Guantanamo adesso ce ne sono da piazzare in giro 3 in meno. saranno troppo pragmatici, ma io li adoro [SM=x44479]




ma tu pensi che un altro governo italiano (Prodi, per fare un esempio) avrebbe risposto ad Obama "no, grazie, i vostri detenuti non li vogliamo"? [SM=x44463]


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16/06/2009 13:50

Nikki72, 16/06/2009 13.21:

ma tu pensi che un altro governo italiano (Prodi, per fare un esempio) avrebbe risposto ad Obama "no, grazie, i vostri detenuti non li vogliamo"? [SM=x44463]




Vedi Nikky, io credo che ci siano degli equilibri e dei rapporti internazionali che sono difficili da modificarsi radicalmente.

Per questo mi fa sorridere la speculazione sul viaggio di Berlusconi negli USA, sia da parte di chi lo vuole esaltare, sia soprattutto da parte di chi lo vuole denigrare ad ogni costo. Perchè questo è piccolo avanspettacolo della politica italica, ormai ridotta a poco più che un cabaret continuo.

Infatti, ribadisco, l'amministrazione USA non sta facendo altro che perseguire i suoi progetti, progetti che contemplano relazioni con altri Paesi e la possibilità/necessità di ottenere il massimo da ogni soggetto.
In pratica, come ho detto prima, Obama è il presidente degli stati uniti. E si comporta da tale.
Ma visto che in Europa e in Italia in particolare è stato per tanto tempo incensato e dipinto come un nuovo messia, c'è gente che si stupisce che lui si comporti da Presidente.

Per quanto riguarda il tuo quesito, mi sarebbe piaciuto molto sapere cosa avrebbe detto un governo Prodi (penso a quello del 2006) di fronte alla richiesta di mandare più uomini in Afghanistan.
Forse non è proprio un caso che negli USA ci sia andato nelle ultime due volte il leader del centrodestra ...
[Modificato da paperino73 16/06/2009 13:51]

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17/06/2009 16:37



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18/06/2009 10:18

Re:
Etrusco, 16/06/2009 8.27:

Si deve a Marco Conti, del Messaggero (p.1), un'analisi obiettiva e precisa
dello stato dei rapporti tra il Caimano e il Grande Abbronzato:

tutte quelle fatiche per strappare "un caffè" alla Casa Bianca
(di invito a "colazione", non se ne parla neanche)
vorranno pur dire qualcosa?


[SM=g1700002]




Berlusconi: con Obama come con Bush

dal nostro inviato Marco Conti
WASHINGTON (16 giugno) - Le mani sulle spalle e un «è bello vederti qui amico mio!» che sorprende persino Silvio Berlusconi. Sul salotto che precede lo studio ovale, Barack Obama ieri sera ha tenuto inchiodato per un'ora e quarantacinque minuti il presidente del Consiglio e la sua delegazione composta da Bonaiuti, Massolo, Valentini, Archi e l'ambasciatore Castellaneta. L'amichevole saluto dovrebbe servire a rompere subito il ghiaccio, ma i due siedono su due sedie con bracciolo che forse poco si addicono al torcicollo e all'atteggiamento molto formale assunto dal Cavaliere.

Obama affronta ad uno ad uno i dossier internazionali aperti, a cominciare da come affrontare la crisi economica e finanziaria nei prossimi incontri internazionali. Berlusconi illustra punto-punto il programma del G8 dell'Aquila. Racconta delle norme messe a punto dai ministri dell'Economia europei e acconsente che soltanto al G20 di settembre a Pittsburg si tenti di trovare un'intesa tra le maggiori economie. Il Cavaliere ascolta i non brevi interventi di Obama e prende appunti su dei fogli che poi chiude in una cartellina. Il presidente americano deve aver studiato bene il suo interlocutore. Dopo essere stato spiazzato più volte dal Cavaliere anche in occasioni pubbliche, ora sembra avergli preso le misure e dimostra ancor più di saperlo prendere quando le porte del salotto si aprono ai giornalisti.

Per prima cosa Obama lo ringrazia di accogliere tre detenuti di Guantanamo e di aver contribuito a convincere l'Europa a metter giù delle nuove regole del diritto internazionale. «Vogliamo essere il paese in prima fila, anzi il primo paese a dare una mano agli Stati Uniti per quanto riguarda la necessaria chiusura della prigione di Guantanamo», sostiene il Cavaliere. «L'Italia è un alleato cruciale» e «a me Berlusconi personalmente piace», incalza Obama, mentre il Cavaliere lo sfiora con la mano per ringraziarlo. Il presidente del Consiglio è teso e attento forse a non commettere errori. Pragmatico e anche molto dettagliato, il presidente Usa continua confermando il ruolo cruciale dell'Italia in Afghanistan e in Pakistan. Non un accenno all'aumento di truppe che verranno inviate a Kabul per permettere le elezioni, mentre un grazie per «i consigli avuti visto il mio prossimo viaggio a Mosca», punta diritto al rapporto tra il premier e la Russia di Putin.

Obama parla a lungo e risponde con dovizia di particolari alle domande che riguardano l'Iran. Berlusconi lo ascolta, ma non c'è quel clima gioviale che si respirava negli incontri con Bush. «Non posso fare a meno di ringraziare il presidente Obama con un apprezzamento vero che viene da chi è per la terza volta presidente del G8, per la sua conoscenza, la precisione e la puntualità con la quale interviene su tutti i temi internazionali e sui grandi problemi». «Il mio staff ringrazia», replica divertito il premier.

Tra la precedente amministrazione Bush e quella di Obama, il premier preferisce non scegliere e ricorda i suoi rapporti prima con Clinton, poi con Bush e ora con primo presidente afro-americano: «Sono legato a un giuramento di riconoscenza verso gli Usa che mi hanno dato la libertà, e hanno dato dignità al mio Paese dopo la seconda guerra mondiale». Un colloquio «più che positivo», si sosteneva ieri al termine del faccia a faccia e prima dell'incontro che lo stesso Berlusconi ha avuto con la speaker del congresso Nancy Pelosi. Un incontro molto pragmatico, senza pacche sulle spalle e confidenziali "tu", servito però a constatare come Usa e Italia in questo momento navighino nella stessa piscina ma in corsie diverse e i rispettivi governi hanno in comune solo l'inesistenza delle forze d'opposizione e percentuali di gradimento in salita che aumentano responsabilità e attese. Malgrado l'amicizia tra i due stati e il legame atlantico sia fuori discussione, resta però la perplessità tutta italiana sul cambio di passo della nuova amministrazione rispetto alla precedente anche se Berlusconi conferma l'intenzione di avere con Obama lo stesso rapporto che ha avuto con Bush. «Abbiamo cominciato bene - ribatte il presidente Usa - con Berlusconi voglio avere un rapporto «franco e onesto».

Fonte il messaggero

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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Etrusco, 16/06/2009 8.27:

Si deve a Marco Conti, del Messaggero (p.1), un'analisi obiettiva e precisa
dello stato dei rapporti Berlusconi-Obama:

tutte quelle fatiche per strappare "un caffè" alla Casa Bianca
(di invito a "colazione", non se ne parla neanche)
vorranno pur dire qualcosa?



paperino73, 16/06/2009 8.51:



dai postala che ci facciamo due risate ...
[SM=x44454]
---CUT---



Se potessi permettermi un consiglio ti direi che
dovresti portare un minimo di rispetto per il lavoro di giornalisti professionisti e giornali d'informazione,
anche se non sono tra i tuoi prediletti né, presumibilmente, tra i tuoi conosciuti.
[SM=x44461]
paperino73, 16/06/2009 12.29:


Non le hai ancora postate.



Con Prada si diceva che talvolta è inopportuno offrire margaritas a tutti,
ma poi perchè ora vorresti leggere l'articolo se ti sei già precipitato ad irriderlo e denigrarlo senza conoscerlo? [SM=x44467]
E' evidente che al limite lo leggeresti con inopportuni pregiudizi.
Mah... [SM=x44463]

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Arjuna, 18/06/2009 10.18:


Berlusconi: con Obama come con Bush
dal nostro inviato Marco Conti
WASHINGTON (16 giugno) - Le mani sulle spalle e un «è bello vederti qui amico mio!» che sorprende persino Silvio Berlusconi.....

Fonte il messaggero




[SM=x44460] ma l'articolo a cui facevo riferimento era quello del giorno precedente, lo riporto di seguito:


Lunedì 15 Giugno 2009

dal nostro inviato
Marco Conti


WASHINGTON - Un rapporto difficile, complesso.
Un appuntamento strappato all’ultimo minuto grazie alla presidenza italiana del G8,
dopo ben 2 viaggi in Europa del nuovo inquilino della Casa Bianca.
Una diffidenza che passa anche per i rispettivi staff e che si taglia a fette, qui tra i palazzi del potere democratico che hanno portato alla Casa Bianca quel primo leader di colore che soltanto qualche anno fa, nel pieno della dottrina-Bush e della democrazia da ”esportare”, sembrava fantascienza soltanto ipotizzare.
Eppure c’era Barack Obama quando nel 2006 Silvio Berlusconi parlò al Congresso americano e quell’occasione fu il culmine di accoglienze sempre molto cordiali che la precedente amministrazione repubblicana dedicava a colui che in Europa per primo si era esposto per sostenere la pericolosità del regime di Saddam, la guerra preventiva e la missione in Iraq. Lo stesso che a Bush portò l’amicizia della nuova oligarchia russa e di quel Vladimir Putin che in Cecenia aveva più di un conto da regolare.

Tra promesse di oro-nero, un fiume di gas e qualche elicottero, sono trascorsi pochi anni che però a Washington sembrano un secolo.
Quasi scontate quindi le difficoltà berlusconiane ad entrare in sintonia con un’amministrazione che sta capovolgendo anche i termini con i quali George Bush ha affrontato la questione mediorientale, mettendo alle strette il primo ministro israeliano Netanyahu che a fine mese comincerà in Italia un nuovo tour europeo dopo aver già inviato a Roma il ministro degli esteri Lieberman.

Tra i due leader il muro è altissimo
e lo dimostrano la scarsa presa delle espressioni molto ”friendly” che il Cavaliere anche ieri mattina prima di lasciare Portofino, ha riservato al suo prossimo interlocutore: «Avete qualcosa da dire a Obama? Io vado bello abbronzato...»
«Abbronzato», proprio come mesi fa a Mosca definì l’attuale inquilino della Casa Bianca che poco dopo le quattro di pomeriggio lo riceverà «per un caffè».
Un incontro di un’ora che i due staff hanno concordato punto-punto nella scaletta e con un fitto scambio di e-mail tanto preciso quanto formale.
Dal Medio Oriente, all’Afghanistan, dal Libano, alla Turchia, sino ai rapporti con la Russia e agli argomenti da affrontare nell’imminente G8 in programma a L’Aquila.
Una sventagliata di temi che non basterebbe un’ora a riassumere, se non fosse la curiosità dei due ad esplorare le rispettive diffidenze.

L’Italia offrirà la disponibilità a rafforzare, come già promesso, il suo contingente in Afghanistan:
quattrocento uomini, o forse di più se verrà rimodulata la missione in Kosovo.
I sette componenti la delegazione presidenziale americana, chiederanno invece che i prigionieri di Guantanamo trovino spazio anche nelle nostre carceri
e che la politica estera italiana si concentri sulle vocazioni tradizionali di un Paese che non guarda ad Oriente, ma al Mediterraneo.

Bene quindi ricordare il successo di ”Pratica di Mare”,
ma gli Usa trattano direttamente con Mosca.
Bene l’appuntamento del G8 a L’Aquila anche per il suo profilo meno sfarzoso della costa Smeralda,
ma il format non permette di anticipare, in materia di governance dell’economia mondiale, ciò che invece verrà discusso e deciso al G20 di settembre a Pittsburg.

L’iniziativa della nuova amministrazione americana, al pari della precedente, taglia fuori ancora una volta l’Europa
e rischia di assegnare all’Italia, che «non sarà mai multietnica», compiti difficilmente all’altezza del ruolo che svolse anni fa tra Madrid e Londra.

Prima del faccia a faccia serale, Berlusconi avrà una mattinata intera per mettere a punto le risposte da dare al presidente americano.
La visita alla National Gallery, l’omaggio al cimitero di Arlington e l’incontro serale con la speaker del congresso Nancy Pelosi,
concludono una visita complicata dai caratteri dei due interlocutori
e dalla volontà dello staff del presidente Obama di segnare la distanza

rispetto alle pacche sulle spalle e alle gite in macchinina elettrica della precedente amministrazione.

Il Messaggero - Marco Conti - Lunedì 15 Giugno 2009

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PippyZzetta
24/06/2009 12:06

Re:
paperino73, 16/06/2009 13.50:


Per quanto riguarda il tuo quesito, mi sarebbe piaciuto molto sapere cosa avrebbe detto un governo Prodi (penso a quello del 2006) di fronte alla richiesta di mandare più uomini in Afghanistan.
Forse non è proprio un caso che negli USA ci sia andato nelle ultime due volte il leader del centrodestra ...



io sinceramente non lo darei così per scontato. vorrei ricordarti che l'intervento armato in kosovo è stato portato avanti da un governo di sinistra durante l'amministrazione clinton.
io credo che un governo di centrosinistra con un'amministrazione democrats usa sarebbe ancora più culo e camicia di silvio. mi pare evidente che la stessa situazione non poteva esserci con un governo bush.

ps. quoto il tuo messaggio ma è evidentemente rivolta ad entrambi. invece di continuare a pizzicarvi, il che rende la lettura della discussione piuttosto tediosa, potreste scendere al sodo intervenire se c'è da intervenire e non quotare solamente per dire quanto è superficiale e fazioso l'altro?
[SM=x44460]


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10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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24/06/2009 15:30

Re: Re:
piperitapatty, 24/06/2009 12.06:

io sinceramente non lo darei così per scontato. vorrei ricordarti che l'intervento armato in kosovo è stato portato avanti da un governo di sinistra durante l'amministrazione clinton.
io credo che un governo di centrosinistra con un'amministrazione democrats usa sarebbe ancora più culo e camicia di silvio. mi pare evidente che la stessa situazione non poteva esserci con un governo bush.




Concordo con quanto dici, sottolineo solo una cosa: io ho fatto chiao riferimento all'ultimo governo Prodi, quello che ha ritirato i soldati dall'Irak senza trattare con gli USA e quello che ogni volta che doveva rifinanziare la missione in Afghanistan doveva mettere il voto di fiducia in Senato.
Io ribadisco: ma secondo voi, dall'altra parte dell'Atlantico queste cose non le sanno ? Secondo me è più che evidente che le amministrazioni americane - di ogni colore - trattano con tutti quelli che ci stanno.
Certo è che se il PD nostrano si allea con chi urla "Bush assassino" non mi stupisco che la vecchia amministrazione USA non si possa fidare.

Per quanto riguarda l'articolo del messaggero, a parte la solita cantilena della differenza tra la politica di Obama e Bush, alla fne non dice altro che quello che io sostengo dall'inizio:
1 a Obama non gliene frega nienta dell'Europa;
2 l'Italia serve agli USA per quello che può dargli, anche se c'è un presidente di colore democratico.

Io, lo ripeto, non ci vedo nulla di scandaloso.
Ma capisco che chi si è attaccato ad Obama come salvatore dall'asse del male Bush-Berlusconi, il fatto che lui accolga il premier italiano dicendogli "amico mio" fa venire il mal di stomaco.
Ma tutti questi - siano essi lettori o giornalisti professionisti - li invito semplicemente a cercare di capire i fatti con l sguardo degli americani.

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PippyZzetta
24/06/2009 16:31

Re: Re: Re:
paperino73, 24/06/2009 15.30:




Concordo con quanto dici, sottolineo solo una cosa: io ho fatto chiao riferimento all'ultimo governo Prodi, quello che ha ritirato i soldati dall'Irak senza trattare con gli USA e quello che ogni volta che doveva rifinanziare la missione in Afghanistan doveva mettere il voto di fiducia in Senato.
Io ribadisco: ma secondo voi, dall'altra parte dell'Atlantico queste cose non le sanno ? Secondo me è più che evidente che le amministrazioni americane - di ogni colore - trattano con tutti quelli che ci stanno.
Certo è che se il PD nostrano si allea con chi urla "Bush assassino" non mi stupisco che la vecchia amministrazione USA non si possa fidare.




ah no piano, allora avevo male interpretato. io sono convinta del fatto che a qualsiasi amministrazione americana non importi nulla del mondo circostante, a meno che questo non possa ritornare utile in qualche modo. nel qual caso si adotta più diplomazia (obama) o meno diplomazia (bush).
volevo solo dire che un governo di sinistra italica, con un'amministrazione democrats o republican avrebbe reagito in maniera diversa [SM=x44452]
cioè la vedevo dal punto di vista italiano, non mmmerricano

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10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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