La ministro Gelmini è una grande innovatrice. Lei fa grandi riforme. Lei guarda al futuro. Telefona al suo consulente, il Dottor Emmet Brown, prende a braccetto il suo amico Marty McFly, bacia la foto di Silvio Berlusconi, inforca gli occhiali, entra a bordo della Delorian e…via! Il ritorno al futuro è compiuto! Un passo avanti dopo l’altro, senza sosta.
Ha iniziato l’anno scorso. Consapevole della non eccelsa qualità dell’apprendimento degli studenti, la ministro ha varato una grande riforma, pochi mesi fa.
I soliti disfattisti senza fantasia avrebbero aumentato le risorse disponibili, incentivato un ricambio generazionale del corpo insegnante, riorganizzato la scuola.
Ma lei è più avanti. Guarda al futuro anzi al Ritorno al futuro. Ed ecco la
soluzione:
tagli al personale,
tagli alle risorse,
tagli di orario,
il ritorno del 7 in condotta,
il maestro unico alle elementari,
il grembiule a scuola.
La qualità dell’apprendimento si migliora così.
I soliti disfattisti hanno osato insinuare che la logica degli interventi normativi fosse solo quella di
tagliare la spesa pubblica nell’Istruzione anziché fare un’effettiva riforma del sistema scolastico, coerente e con specifiche finalità pedagogiche di fondo.
Ma la Gelmini, forte del consenso del
400% di docenti e famiglie, un consenso forte, evidente, netto, a bordo della sua Delorian, non si è fatta intimidire.
Di fronte al grande gradimento che le sue innovative idee hanno avuto tra studenti, genitori ed insegnanti, la ministro si è però spaventata un po’.
Troppa innovazione, non si deve esagerare.
Così ha fatto
un mezzo passo indietro, un nuovo ritorno al futuro:
ha trasformato da obbligatorio a facoltativo il ritorno del maestro unico alla scuola elementare, ha confermato il
tempo pieno con due insegnanti per classe e ha
congelato l’incremento del numero degli studenti per classe.
Ma nonostante questo, chi ha potuto ha deciso di iscrivere i suoi figli all’estero, nelle scuole slovene.
E i risultati già si vedono. Sull’apprendimento?
Ma no, sciocchini!
Dalla circolare ministeriale dello scorso
2 aprile sono emersi tagli all'organico.
Nelle scuole elementari e medie sono state
tagliate, 37 mila cattedre: 5.645 in meno in Campania, 3.646 in Puglia, oltre 5 mila in Sicilia, 2.492 in Calabria, 3.999 in Lombardia.
Circa 9 mila cattedre eliminate nel solo Nord italia.
E negli
asili o scuole materne, secondo i dati della Gelmini, c’è stato un boom di richieste del tempo pieno del 47% da parte delle famiglie, che
richiederebbe 10.037 nuove classi, mentre al contario (siamo furbi noi italiani!) sono stati
tagliati lo stesso 11.767 maestri.
Quando ricomincerà l’anno scolastico, a settembre, le famiglie saranno felici come non mai.
I tagli – pardon, le riforme - non toccavano le scuole superiori. Una lacuna grave, nel disegno riformatore della ministro Gelmini.
Ma Marty McFly e il Dottor Emmet Brown hanno chiamato Maria Stella a fare altri passi avanti: il ritorno al futuro non può attendere!
Ed eccolo, il nuovo ritorno al futuro:
la riforma dei licei, varata venerdì dal Consiglio dei ministri.
Una riforma anch’essa profondamente innovativa: prevede la
soppressione di tutte le novità degli ultimi 50 anni:
via tutti gli indirizzi sperimentali, via le ore in più, via le cattedre e i docenti.
Solo sei tipi di licei, il ritorno del semplice Liceo Classico e del Vecchio Liceo Scientifico.
Geniale!
La riforma è completata da un’altra grande innovazione: la
soppressione di molte ore di scuola.
Perché, com’è facilmente intuibile, per colmare la distanza che abbiamo dagli
standard educativi e di apprendimento degli altri paesi,
per farsi davvero strada nella vita, la soluzione non è studiare di più. Quello è da sfigati secchioni.
La soluzione innovativa è studiare di meno, o non studiare affatto:
basta chiedere a Del Piero, a Borghezio, alla stessa Gelmini.
I soliti disfattisti hanno fatto notare che, se si esclude il liceo musicale, la novità di questa riforma è un
ritorno alla scuola anni ‘30.
Come sanno bene tanti amici della Gelmini (La Russa, Gasparri e Meloni per esempio) l’era una belle epoque per l’Italia.
La gente era ignorante, non studiava. Pensava poco, non protestava, non faceva domande, non rompeva le scatole. E se qualcuno insisteva, una bella scampagnata, due manganellate e tutto finiva lì.
Altri bastian contrari hanno ricordato che
in tutto il mondo avanzato le risorse per la scuola vengono aumentate anno dopo anno,
mentre il nostro è l’unico paese al mondo che fa riforme tagliando soldi, cattedre, insegnanti, classi, ore di scuola.
Perché si sa, noi italiani siamo i più
furbi di tutti!
Ma il capolavoro d’innovazione della riforma Gelmini dei Licei sta nel testo del regolamento che prevede che la riforma partirà dall’anno scolastico 2010/2011, e riguarderà le prime e le seconde classi.
Cioè, varrà anche per i 500 mila ragazzi e le ragazze che a settembre 2009 inizieranno il primo anno della scuola superiore. Che si faranno il primo anno secondo il vecchio sistema (licei e relative sperimentazioni, ma anche istituti tecnici e professionali vecchio stile) e dal 2010 avranno orari, materie e organizzazione nuovi.
Un grande passo avanti. Innovativo, anzi geniale:
da tutto il mondo arrivano commenti ammirati per questo colpo di genio.
...cut...
Per chi potrà permetterselo ci saranno ottime scuole private, dove basterà versare una retta modesta (10 o 20 mila euro), in gran parte pagata con i soldi che lo Stato generosamente elargirà a questi probi cittadini,
togliendoli dalle tasche dei docenti precari a cui non rinnoverà le cattedre.
Per tutti gli altri, cioè la maggior parte della gente normale, impiegati, artigiani, piccoli commercianti, l’educazione e l’istruzione saranno comunque garantite dagli ottimi programmi culturali sulle reti Mediaset: il Bagaglino, Sentieri, Passaparola, La ruota della fortuna e molti altri.
Un brillante avvenire ci attende. Un altro passo in avanti: proprio laggiù, in fondo al burrone.
Buon tutto!