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Rita Clementi: «Scappo. Qui la ricerca è malata»

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2009 11:24
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29/06/2009 19:27

la ricercatrice che scoprì geni del linfoma: sistema antimeritocratico
Cervelli in fuga - Rita Clementi, 47 anni, 3 figli: sistema antimeritocratico
«Scappo. Qui la ricerca è malata»


Lettera della precaria che scoprì i geni del linfoma


Una laurea in Medicina, due spe­cializzazioni, anni di contratti a termine: borse di studio, co.co.co, consulenze, contratti a progetto, l’ultimo presso l’Istituto di geneti­ca dell’Università di Pavia.
Rita Cle­menti ( foto a sinistra), 47 anni, la ricercatrice che ha scoperto l’origi­ne genetica di alcune forme di lin­foma maligno, in questa lettera in­dirizzata al presidente della Re­pubblica Napolitano racconta la sofferta decisione di lasciare l’Ita­lia. Da mercoledì 1˚luglio lavorerà come ricercatrice in un importan­te centro medico di Boston.


Rita Clementi, 47 anni


Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito al­la loro madre. Vado via con rab­bia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedi­zione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chie­dere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinuncian­do ad essere italiana.

Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denun­ciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è auto­maticamente espulso dal «siste­ma » indipendentemente dai ri­sultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottie­ne, poiché in Italia la benevo­lenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricer­ca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può per­mettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nul­la. E poi, perché dovrebbe adi­re le vie legali se docenti dichia­rati colpevoli sino all’ultimo grado di giudizio per aver con­dotto concorsi universitari vio­lando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continua­to a essere eletti (dai loro colle­ghi!) commissari in nuovi con­corsi?

Io, laureata nel 1990 in Medi­cina e Chirurgia all’Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Uni­versità, nel 2004 ho avuto l’onore di pubblicare con pri­mo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfo­ma maligno possono avere un’origine genetica e che è dun­que possibile ereditare dai geni­tori la predisposizione a svilup­pare questa forma tumorale. Ta­le scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decade­re non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ri­cerca stranieri hanno conferma­to la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profe­ta in Patria.

Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c’erano sabati o domeni­che...

Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pen­sionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, con­tratti di consulenza... Come ul­timo un contratto a progetto presso l’Istituto di Genetica me­dica dell’Università di Pavia, fi­nanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia.

Sia chiaro: nessuno mi impo­neva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dal­la forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ri­cerca che molti hanno giudica­to promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfig­gere il cancro.

Desidero evidenziare pro­prio questo:
il sistema antimeri­tocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiuta­re a crescere; per questo moti­vo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, han­no ritenuto di aumentare i fi­nanziamenti per la ricerca.

È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti?
Purtroppo no.
Se il malcostu­me non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica con­seguenza quella di potenziare le lobby che usano le Universi­tà e gli enti di ricerca come feu­do privato e che così facendo distruggono la ricerca.

Con molta amarezza, signor presidente, la saluto.


Rita Clementi
29 giugno 2009
Corriere della Sera


_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
29/06/2009 20:54

Re: la ricercatrice che scoprì geni del linfoma: sistema antimeritocratico
Etrusco, 29/06/2009 19.27:


"È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti?
Purtroppo no.
Se il malcostu­me non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica con­seguenza quella di potenziare le lobby che usano le Universi­tà e gli enti di ricerca come feu­do privato e che così facendo distruggono la ricerca".







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[Modificato da Colonnello Kilgore 29/06/2009 20:54]
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30/06/2009 08:27

Fino a quando in Italia chi vuole cambiare qualcosa verrà sommerso dalle proteste dei garantiti, dei sindacalizzati, dei corporativisti, delle sanguisughe dello status quo e non ultimo della avversa parte politica che controbatte per partito preso contestando norme che magari in precedenza aveva proposta anche lei ... beh, continuando così non vedo via di uscite.

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30/06/2009 10:36


[mode pragmatico ON]

Riporto quanto mi disse il mio relatore durante una chiaccherata sulle possibilità post-laurea:

"Hai tre possibilità: o ti metti a leccare culi per entrare all'università ma adesso è tardi, avresti dovuto cominciare già dal secondo anno, o vai a prostituirti presso qualche azienda privata, oppure te ne vai all'estero e ci resti. Tutto il resto sono balle."


Sicuramente anche la dott.ssa Clementi sapeva tutto questo prima di laurearsi per cui mi stupisco del tono da ingenua delusa della sua lettera [SM=x44464]

Risparmiatemi le menate sulla speranza di cambiamento, perchè nella ricerca non c'è mai stata. [SM=g1700002]

[mode pragmatico OFF]






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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

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(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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PippyZzetta
30/06/2009 11:24

Re:
orckrist, 30/06/2009 10.36:


[mode pragmatico ON]

Riporto quanto mi disse il mio relatore durante una chiaccherata sulle possibilità post-laurea:

"Hai tre possibilità: o ti metti a leccare culi per entrare all'università ma adesso è tardi, avresti dovuto cominciare già dal secondo anno, o vai a prostituirti presso qualche azienda privata, oppure te ne vai all'estero e ci resti. Tutto il resto sono balle."


Sicuramente anche la dott.ssa Clementi sapeva tutto questo prima di laurearsi per cui mi stupisco del tono da ingenua delusa della sua lettera [SM=x44464]

Risparmiatemi le menate sulla speranza di cambiamento, perchè nella ricerca non c'è mai stata. [SM=g1700002]

[mode pragmatico OFF]



mah io ci vedo dell'idealismo che sinceramente non disprezzo.
per il lavoro che fa penso sia necessario e credo sia normale che si voglia provare a farlo nel proprio paese sperando che le cose possano cambiare. però purtroppo come dici in chiusura non cambiano. dovresti resettare l'italico cervello e ripartire da zero, meritocrazia molti pensano sia una parolaccia [SM=x44471]

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Il peggior nemico del bremaz è l'utente Rurro Rurrerini La dichiarazione di guerra
10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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