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La sindone

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2010 10:55
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26/12/2003 10:43




Che cos'è la Sindone?
E' un lenzuolo di lino, lungo cm 437 e largo cm 111 su cui è impressa un' immagine, l'impronta frontale e dorsale di un uomo crocifisso. L'impronta presenta la singolare caratteristica di comportarsi come un NEGATIVO fotografico. L’immagine presenta un volto con una distribuzione di luminosità che è esattamente opposta a quella che percepiamo nella realtà in cui le parti più sporgenti presentano tonalità più chiare rispetto a quelle relative a strutture anatomiche più lontane. Diverso è il comportamento delle macchie di sangue, direttamente decalcate sul tessuto.

Nel negativo della fotografia della Sindone è evidente come i chiaroscuro siano invertiti rispetto ad un negativo fotografico normale. Inoltre è presente la trasposizione spaziale, il cui effetto consiste nello scambio della parte destra con la sinistra e viceversa. Il telo, che è di colore chiaro, appare scuro, mentre le macchie corrispondenti alle zone anatomiche in rilievo risultano chiare, con sfumature di intensità che rispecchiano l’andamento curvilineo del volto. Ci troviamo quindi di fronte al vero aspetto dell’Uomo della Sindone come potremmo osservarlo se si trovasse di fronte a noi.

Storia della Sindone:
Allo stato attuale della ricerca occorre riconoscere che, da un punto di vista strettamente storico, non è possibile tracciare in maniera definita le vicende della Sindone anteriormente al XIV secolo. I documenti (di ogni genere: letterari, legali, iconografici...) non danno infatti risposte puntuali alla domanda fondamentale: la Sindone di cui parlano i Vangeli è stata conservata nel primo millennio dell’era cristiana? E, nel caso di una risposta affermativa, in quali contesti storici e con quali contorni devozionali? Ed è possibile trovare un legame tra quella Sindone e la Sindone di Torino? Infatti, la storia "certa" della Sindone inizia intorno alla metà del Trecento, quando venne collocata nella Collegiata di Lirey. Da quella data tutti i passaggi sono rigorosamente documentati (Lirey-Chambéry-Torino). E prima? Sostanzialmente le risposte sono due: o la Sindone non esisteva, essendo la sua origine databile intorno al 1300, secondo il responso della radio-datazione (pertanto estremamente discutibile in quanto la degradazione del carbonio viene alterata dall'esposizione dei reperti ad un forte calore), oppure la Sindone era presente nel mondo orientale, seppure conservata e presentata con modalità diverse da quelle assunte poi nel mondo occidentale. Tale ipotesi di lavoro è legittima in quanto la datazione medievale, al di là della discussione scientifica sul suo risultato, non soddisfa una serie di elementi che emergono dallo studio della Sindone, mentre l’assenza di notizie non consente di escludere la sua esistenza in epoca più antica. In base ad una serie di studi, basati su indizi labili, ma non sottovalutabili, la storia "nascosta" della Sindone potrebbe infatti ipotizzare le tappe di Gerusalemme - Edessa - Costantonipoli - Atene, per passare il testimone alla storia "certa" (Lirey - Chambéry - Torino).

Le certezze sulla sindone.

Sul suo contenuto:

-E' una stoffa di lino tessuta a spina di pesce
-L'immagine sindonica non presenta apporto di coloranti
-Nella trama del tessuto vi sono pollini di piante del bacino mediterraneo
-Sono presenti tracce di sangue umano i cui grumi non sono lacerati

Su ciò che si vede:

-Non è una pittura e per vederla bene bisogna stare lontani almeno due metri
-L'immagine frontale e dorsale dell' uomo sindonico è visibile solamente da un lato della tela ed, inoltre, corrisponde ad un negativo fotografico
-E' l'unica ipotetica reliquia con la rappresentazione di una figura umana intera, che contiene anche sangue umano (il Sudario di Oviedo contiene sangue ma ha le dimensioni di un piccolo asciugamano e non possiede immagini)
-Le ferite collocate al polso sinistro, al costato destro ed alla testa, oltre ai segni di flagello, corrispondono perfettamente alle narrazioni dei Vangeli sulla Passione di Cristo,
-Tutto ciò che si vede nella Sindone si è formato in tre tempi diversi,prima si formarono:
1.le macchie di sangue (sotto tali macchie non vi è alcuna immagine),
2.successivamente l'immagine dell'uomo sindonico
3.secoli dopo, le bruciature degli incendi, aloni di acqua e i relativi rattoppi e rammendi;

-Il colore dell'immagine della Sindone non è uniforme ma rivela un effetto tridimensionale.

Sulla sua storia:

Margherita di Charny consegnò la Sindone ai Savoia nel 1453. Da quel momento inizia la sua storia documentata. Tutti gli studi sul periodo precedente non contengono, per ora, elementi certi. La complicazione della ricerca storica è data dal fatto che:
-La maggioranza dei documenti è andata persa dopo incendi e saccheggi;
-Alcuni documenti contengono possibili errori degli autori e difficoltà di traduzione;
-I passaggi di proprietà della Sindone, nell'ipotesi che avesse 2000 anni, in un primo periodo furono certamente effettuati fra cristiani ma non sono da escludere eventi come furti, calamità naturali, guerre e invasioni, la morte di qualcuno che poteva averla nascosta, il ritrovamento casuale dopo alcuni secoli;
E' comunque certo che la Sindone, o la sua fama, ha viaggiato parecchio: sono numerose le copie dipinte della Sindone distribuite per le chiese d'Europa e innumerevoli sono gli affreschi che ritraggono un Gesù con le fattezze dell'uomo della Sindone.

Per ciò che mi riguarda è la Sindone è un "documento" che mi ha sempre incuriosito, ho sempre faticato a pensare che fosse un falso, ma ho anche difficoltà a riconoscerla come una reliquia autentica, di sicuro non mi ha mai lasciato indifferente, credo che buona parte del suo fascino dipenda dal fatto che essa sembra essere una sfida alla nostra razionalità: sempre di pù trovo vere le parole di Giovanni Paolo II, che l'ha definita una "provocazione per l'intelligenza".
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03/01/2004 11:59

Re:

Scritto da: Peppinox 26/12/2003 10.43
Infatti, la storia "certa" della Sindone inizia intorno alla metà del Trecento, quando venne collocata nella Collegiata di Lirey. Da quella data tutti i passaggi sono rigorosamente documentati (Lirey-Chambéry-Torino). E prima? Sostanzialmente le risposte sono due: o la Sindone non esisteva, essendo la sua origine databile intorno al 1300, secondo il responso della radio-datazione (pertanto estremamente discutibile in quanto la degradazione del carbonio viene alterata dall'esposizione dei reperti ad un forte calore)



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03/01/2004 13:51

Re: Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 03/01/2004 11.59


[SM=x44467]



Ho letto su Focus ed ascoltato un'intervista dove si diceva che la degradazione del C14 che viene utilizzata come sistema per "datare" gli oggetti che hanno al loro interno materiale organico viene alterata dall'esposizione dell'oggetto stesso ad un forte calore. L'esperimento che ha portato a questa scoperta è stato fatto da uno scienziato russo di cui ora non ricordo il nome circa 15 anni fa. La sindone è stata esposta almeno due volte a fortissime temperature, quindi non è da escludersi che la degradazione, e quindi la datazione risultante, ne sia stata alterata. Ciò significa in ogni caso che la datazione potrebbe essere alterata, senza però precisare in che modo, per cui la sindone in realtà potrebbe essere anche più recente![SM=x44462]
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03/01/2004 15:24

Re: Re: Re:

Scritto da: Peppinox 03/01/2004 13.51


Ho letto su Focus ed ascoltato un'intervista dove si diceva che la degradazione del C14 che viene utilizzata come sistema per "datare" gli oggetti che hanno al loro interno materiale organico viene alterata dall'esposizione dell'oggetto stesso ad un forte calore. L'esperimento che ha portato a questa scoperta è stato fatto da uno scienziato russo di cui ora non ricordo il nome circa 15 anni fa. La sindone è stata esposta almeno due volte a fortissime temperature, quindi non è da escludersi che la degradazione, e quindi la datazione risultante, ne sia stata alterata. Ciò significa in ogni caso che la datazione potrebbe essere alterata, senza però precisare in che modo, per cui la sindone in realtà potrebbe essere anche più recente![SM=x44462]
[SM=x44475]



capisco,[SM=x44462] anke se Focus nn m piace grankè come rivista [SM=x44464]
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03/01/2004 15:54

Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 03/01/2004 15.24


capisco,[SM=x44462] anke se Focus nn m piace grankè come rivista [SM=x44464]



Anche a me Focus non ispira moltissimo, ma se si vuole leggere qualcosa di meno stupido della media in Italia non è che ci sia tanta scelta![SM=x44468]
Cmq proverò a ricordare meglio i riferimenti.
[SM=x44475]

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03/01/2004 16:04

Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Peppinox 03/01/2004 15.54


Anche a me Focus non ispira moltissimo, ma se si vuole leggere qualcosa di meno stupido della media in Italia non è che ci sia tanta scelta![SM=x44468]
Cmq proverò a ricordare meglio i riferimenti.
[SM=x44475]



c'è qualke rivista su misteri vari, tipo quella del CICAP, se nn erro.
In Rete s trovano link interessanti[SM=x44458] [SM=x44462]
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02/07/2009 16:55

2009-07-01 22:40

Secondo un recente studio la Sacra Sindone e' di Leonardo:
Il genio avrebbe provato un'antica tecnica impressiva




(ANSA) - LONDRA, 01 LUG -
Per la studiosa Lillian Schwarz la sacra sindone di Torino
e' l'autoritratto di Leonardo da Vinci fatto con una un'antica tecnica impressiva.

La teoria avanzata dalla Schwartz, della School of Visual Arts di New York, nota per aver mostrato negli anni '80 analogie tra il viso di Leonardo e di Mona Lisa, ha usato lo stesso programma per sovrapporre l'immagine di Leonardo alla Sacra sindone.
Ottenendo risultati a sorpresa che illustrera' stasera a Chanel 5.'Combaciano per me non c'e' dubbio'.

Fonte: Ansa

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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02/07/2009 18:00

L'ultima dagli States
Sulla Sindone c'è Leonardo

La "rivelazione" arriva dagli Stati Uniti d'America
, usi a metabolizzare quanto fa sensazione.
E porta la firma di Lillian Schwartz.

La Sacra Sindone

Tormentoni
non sono solo le canzonette, i motivi che nessuno può fare a meno di canticchiare. Esistono quelli sui delitti irrisolti, sui plagi letterari.
C'è poi la categoria dei personaggi-tormentone. Ed ecco che Leonardo da Vinci, troppo geniale per non intrigare, è tra i più cliccati.
Dagli scantinati, dalle soffitte più improbabili escono autoritratti. Di Monna Lisa si è favoleggiato che è una bella toscana, una prostituta romana, la duchessa di Francavilla, oppure no, Leonardo in persona, che per l'occasione fece fuori la barba.
Adesso riciccia un'altra leggenda che mischia mistero a mistero, tormentone a tormentone:
non è la faccia di Gesù quella che traspare dalla Sacra Sindone, ma il volto del toscano.

La «rivelazione» arriva dagli States, usi a metabolizzare quanto fa sensazione.
E porta la firma di Lillian Schwartz.
Il suo biglietto da visita dice che è consulente della School of Visual Arts di New York, il suo passato rimanda a Vinci perché la signora vent'anni fa s'incaponì, col computer, sulle analogie tra le fattezze di Leonardo e quelle della Gioconda.
Sostiene, la Schwartz (news ripresa subito dal britannico Sun e in un documentario trasmesso ieri nel Regno Unito da Channel 5) che il pittore e scienziato riuscì a creare il «negativo» del lenzuolo-miracolo appendendo il lino cosparso di emulsione fotosensibile - chiara d'uovo mista a gelatina - in una stanza buia. Davanti alla stoffa, in un foro della parete, avrebbe messo una lente di cristallo e piazzato di fronte, su una colonnina, un busto raffigurante il suo volto.

Dopo giorni di esposizione, l'immagine della statua si sarebbe impressa, capovolta, sul lenzuolo. Elementare Watson!, avrebbe esclamato Sherlock Holmes. «Ma c'è un piccolo particolare - sbotta Pierluigi Baima Bollone, il professore di medicina legale all'università di Torino che alla Sindone ha dedicato decine di saggi - La reliquia è conosciuta dal 1353 mentre Leonardo è nato cent'anni dopo, nel 1452.
E poi, questa storia è vecchia di 25 anni, proposta per la prima volta da una studiosa italiana, Maria Consolata Corti.
Vero è invece che il volto della Sindone è riprodotto in monete d'oro, i solidi, coniate a Bisanzio dall'imperatore Giustiniano II, a cavallo tra V e VI secolo».
Maurizio Marini, tra i maggiori esperti dell'arte dal '400 al '700, propone: «Oltre al reato di lesa maestà, istituiamo quello di lesa scienza e di lesa arte.

Ma tant'è: dopo che Dan Brown ha sostenuto che il San Giovanni del Cenacolo leonardesco è la Maddalena, tutto è concesso.
Per parte mia dico sulla Sindone: guardiamo e crediamo. Perché nessun colorante può penetrare così poco come la "bruciatura" che nel Sacro Lino disegna il volto di Gesù».

Il medievista Franco Cardini liquida la faccenda con un secco:
«americanate».

Il bello è che degli azzardi della Schwartz ridono due sindonologi stelle e strisce, Lynn Picknett e John Jackson. Persino oltreoceano c'è un po' di rigore.


Il Tempo - Lidia Lombardi
02/07/2009
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09/04/2010 10:53

L'ora della Sindone

Un milione e mezzo di prenotazioni Duemila giornalisti da tutto il mondo

maria teresa martinengo
torino

«L’Ostensione della Sindone è un evento esclusivamente spirituale, un invito a far germogliare dentro di noi la fiducia e la speranza. Il motto che la caratterizza, «Passio Christi Passio hominis», vuole far riflettere sulle croci dell’umanità messe in relazione con la Passione di Cristo».

Sono alcune delle parole con cui il cardinale Severino Poletto ieri ha «consegnato» ai giornalisti, nell’ultima conferenza stampa prima dell’apertura, il senso della Solenne Ostensione 2010. «La Sindone - ha proseguito l’arcivescovo - è lo specchio dei Vangeli, come disse Giovanni Paolo II: la Chiesa sente il suo rapporto diretto con i Vangeli. La Sindone sicuramente ha accolto il cadavere di un uomo crocifisso e corrisponde con precisione millimetrica ai racconti degli evangelisti». E ha sottolineato: «Il pellegrinaggio è un’esperienza puramente religiosa, non un avvenimento commerciale o turistico. Va bene che la città sia attrezzata e che la gente visiti le mostre allestite, ma non bisogna dimenticare che si tratta di un evento spirituale».

Così il cardinale ha chiarito la posizione della Chiesa torinese in merito alle voci che, per qualche ora, avevano ritenuto possibile in Duomo l’intera registrazione dello speciale di «Porta a Porta» sulla Sindone (andato in onda ieri sera).

L’arcivescovo ha poi presentato il filmato della pre-lettura, realizzato con le immagini ad altissima definizione girate nel 2008 dalla società Haltadefinizione di Novara e curato da Bruno Barberis e Gian Maria Zaccone del Centro Internazionale di Sindonologia. Attraverso queste immagini il pellegrino potrà accorgersi della nuova condizione del Telo dopo l’intervento di restauro del 2002 nel quale erano state rimosse le toppe cucite dalle clarisse per coprire le aree carbonizzate in seguito all’incendio del 1534 a Chambéry. In quell’occasione era anche stato sostituito il telo di supporto su cui la Sindone era cucita dall’epoca dell’incendio. Mostrare ai fedeli il risultato dell’intervento è una delle ragioni che hanno spinto il cardinale Poletto a chiedere al Papa di indire questa Ostensione.

Sarà il filmato - che ogni pellegrino vedrà in una delle due sale allestite prima dell’ingresso in Cattedrale - la «guida» che utilizzerà quando si troverà poi davanti alla Sindone: immagini toccanti di ogni dettaglio del Lenzuolo, commentate soltanto dall’«Ecce lignum Crucis» di Massimo Nosetti eseguito dall’Orchestra Nazionale della Rai, accompagnate con una straordinaria incisività dalle scarne parole delle didascalie in 8 lingue.

Alla vigilia dell’inaugurazione la macchina dell’Ostensione - che per i pellegrini inizierà domani alle 18 - è ormai lanciata. Un milione e mezzo di pellegrini prenotati, due milioni attesi alla fine (inclusi quelli che si prevede entreranno senza prenotazione dal portone centrale del Duomo), 2000 giornalisti accreditati da tutto il mondo. Domani la lunga giornata di apertura sarà scandita dalla visita delle autorità alle 9, da quella dei giornalisti alle 10, entrambe guidate dall’arcivescovo. Alla visita delle autorità parteciperà, con il sindaco Chiamparino e il presidente della provincia Saitta, il neopresidente della Regione Roberto Cota alla prima uscita ufficiale. Alle 11 inizierà il pellegrinaggio dei 4000 volontari, «motore» dell’Ostensione. Alle 16 il cardinale celebrerà la messa davanti alla Sindone con i vescovi del Piemonte. Domenica sarà la volta dell’inaugurazione televisiva con la messa delle 11 trasmessa da Raiuno dalla chiesa di Sant’Uberto alla Reggia di Venaria.

Fin dai primi giorni arriveranno a Torino, insieme con piccoli e grandi gruppi italiani, i pellegrinaggi organizzati da importanti diocesi straniere. Il primo sarà quello della diocesi di Vienna guidato dall’arcivescovo cardinale Schoenborn, che lunedì sera alle 21 terrà una conferenza-meditazione in Duomo sul tema «Passio Christi Passio hominis». Tante le iniziative di contorno. Ricco di suggestioni promette di essere l’arrivo a Torino dei 18 Cavalieri della Sindone, partiti da Chambery lo scorso 2 aprile: un gruppo di appassionati di sport equestri che rievocano la spedizione con cui la guardia di Emanuele Filiberto trasportò nel 1578 la Sindone dalla Savoia a Torino. Così come la sacra rappresentazione in 4 quadri di Giuseppe Valperga, «Il cammino della Sindone» che per otto volte (la prima alle 20 di lunedì 12) si terrà nella chiesa di San Lorenzo.

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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09/04/2010 10:55

Quando la Sindone beffò Hitler

«Nascosta nel ’39 nell’Abbazia di Montevergine e i nazisti non la trovarono mai»

MARIO BAUDINO
TORINO

La Sindone fu nascosta per tutta la guerra nell’Abbazia di Montervergine, non solo per metterla al riparo dai bombardamenti. C’era il timore che i nazisti volessero sottrarla. L’ha rivelato alla vigilia di una mostra che sta preparando nella biblioteca del complesso campano il direttore, padre Andrea Davide Cardin; lavorando sulle carte ha messo insieme un puzzle suggestivo, quasi un giallo storico.

Il trasferimento del Sacro Lino è documentato: fu portato in gran segreto nel ’39 e restò sotto l’altare della cripta fino al ’45. I frati non ne seppero mai nulla, solo l’abate e il suo vicario ne erano a conoscenza, e anche a corte la notizia restò circoscritta a pochissime persone. Ma quando il lenzuolo tornò finalmente a Torino, l’arcivescovo cardinal Fossati pubblica sulla «Rivista Diocesana» una lettera ai fedeli, in cui diceva che era stato giusto celarlo «perché l’invasore si affrettò a chiedere notizia».

Basta per immaginare una caccia alla Sindone da parte di Hitler? Padre Cardin ne è convinto. Al telefono, dalla sua preziosa biblioteca, ci spiega che allo scoppio della guerra, quando la Sindone venne trasferita al Quirinale, nella cappella di Guido Reni, il re prese contatto col Vaticano per trovarle un rifugio Oltretevere. Gli fu risposto - e ci sono le lettere in proposito, insiste padre Cardin -, che non era opportuno; il Vaticano stesso era ritenuto «insicuro».

«In quel momento il Papa non si sentiva al riparo da minacce naziste. Ragion per cui il cardinal Montini si attivò per Montervergine. Col mandato di tenere la reliquia nascosta a chiunque». Il racconto del bibliotecario compare oggi sulla rivista «Diva e Donna», dove si dice che nel ’43 i tedeschi fecero irruzione, ma i monaci finsero di pregare sull’altare dove era nascosta, e la protessero quindi con i loro corpi. «Non può essere andata così - è però la replica - i monaci non sapevano nulla. L’irruzione dei tedeschi fu una perquisizione come tante altre. In realtà il segreto non trapelò mai».

Lui non c’era, (ha 60 anni), ma i suoi documenti sono al proposito categorici. Hitler, se davvero cercava il Sacro Lino, fu beffato. Ma lo cercava davvero? Molti studiosi del «nazismo magico» risponderebbero che è probabile. Lo storico Franco Cardini ha qualche dubbio. Ha scritto anche un paio di gialli con Leonardo Gori, dove si immagina che le SS cerchino di sottrarre tutti i più noti simboli del potere materiale e spirituale dell’umanità per concentrare in Germania la loro potenza, forse non solo simbolica.

«Ma il nostro - dice - è un divertimento letterario. In realtà si è troppo ricamato sulle tendenze esoteriche di Hitler, e ne sono nate leggende». La più nota è quella della «lancia di Longino», che, secondo la tradizione ha ferito il costato di Cristo, conservata a Vienna nel tesoro imperiale. Hitler la fece trasferire a Norimberga. Venne recuperata dal generale Patton. Però, aggiunge Cardini, quando si racconta questa storia si dimentica che i nazisti portarono via tutto il tesoro, e non solo la lancia.

Altrettanto celebre è la caccia al Sacro Graal, il calice che avrebbe, secondo la tradizione cavalleresca, accolto il sangue della crocifissione. La parte più esoterica del nazismo, che faceva capo a Heinrich Himmler, era in effetti interessata all’argomento. E quando un giovane filologo, Otto Rahn, cominciò a scrivere di averne riconosciuto la vera linea storica in Linguadoca, il gerarca lo prese sotto la sua protezione. L’avventura finì male, nel ’39, con il suicidio dello studioso, prigioniero di un gioco più grande di lui, e uno strascico di ricostruzioni contraddittorie su ricerche successive, armi alla mano, negli anni della guerra.

Se Himmler e i suoi scagnozzi avessero fiutato la pista di Montervergine, la Sindone avrebbe fatto una brutta fine. Il disastro era in agguato, ma fu evitato. Anzi, se ne evitarono due. Per la prima ipotesi di trasferimento, poi scartata, ci ricorda ancora padre Cardin, si prese infatti in considerazione l’Abbazia di Montecassino: quella che le bombe alleate avrebbero raso al suolo nel ’44.

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