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Csm boccia ddl Alfano: viola la Costituzione

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2009 16:29
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15/07/2009 16:16

mina l'obbligatorietà dell'azione penale, e avrà effetti «devastanti» sull'«efficacia» delle indagini
il Ministro Alfano attapirato [SM=x44466]


ROMA - Una bocciatura senza appello. [SM=x44498]
La Sesta Commissione del Csm lancia il suo allarme sul ddl Alfano che riforma il processo penale e che è all'esame del Senato.
Viola almeno 4 principi costituzionali, a cominciare da quello sull'obbligatorietà dell'azione penale, e avrà effetti «devastanti» sull'«efficacia» delle indagini.
E inoltre, «rafforzando la dipendenza della polizia giudiziaria dal potere esecutivo»
e al tempo stesso «estromettendo il pm dalle indagini», potrebbe permettere al governo di controllare o quanto meno di condizionare l'azione penale.

UNANIMITA'
- Il no di Palazzo dei Marescialli è contenuto in un parere approvato all'unanimità, al di là di un unico punto sul quale si è registrato il dissenso del togato di Magistratura Indipendente, Antonio Patrono.
Un documento molto lungo (18 pagine) e tecnico.
E che sia pure in forma non esplicita pone dubbi di costituzionalità su alcune delle norme.
È il caso soprattutto della disposizione che ridisegna gli equilibri tra polizia giudiziaria e pm, dando alla prima ampia autonomia nell'acquisizione e ricerca delle notizie di reato, e che - secondo i consiglieri - comprime e indebolisce il ruolo del pubblico ministero.
Ci saranno ricadute negative sia sul controllo di legalità sia sulla stessa obbligatorietà dell'azione penale
, che la Costituzione affida al pm come organo di garanzia, avverte la Commissione.

LE VIOLAZIONI - Il parere, che in Commissione è stato approvato con procedura d'urgenza, potrebbe essere discusso già giovedì dal plenum di Palazzo dei Marescialli, dove sarà portato con procedura d'urgenza.
E mette sotto accusa le norme-chiave del provvedimento che riguarda il processo penale e non le intercettazioni (oggetto di un altro ddl),
a cominciare appunto da quella che ridisegna i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria.
Oltre all'obbligatorietà dell'azione penale, le norme all'esame del Senato -secondo i consiglieri- violano
i principi costituzionali del giudice naturale (articolo 25),
della ragionevole durata dei processi (articolo 111),
e il contenuto dell'articolo 109 della Carta, secondo cui l'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria.
E inoltre la stessa ratio della norma su cui si appuntano i maggiori strali dei consiglieri è «in conflitto» con il ruolo che la Costituzione assegna al pm di «garante della legalità dell'azione penale e dei diritti dell'indagato e dell'imputato».
Non a caso tra le conseguenze negative del ddl, i consiglieri indicano anche la «minor tutela degli interessi della difesa», oltre alla «dilatazione» dei tempi dei procedimenti.


Corriere della Sera - 15 luglio 2009


NOTIZIE CORRELATE:
Ddl Alfano, Di Pietro in pressing "Napolitano usa piuma".
Insorge il Pd

(6 luglio 2009)


[Modificato da Etrusco 15/07/2009 16:25]

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23/07/2009 16:29

LA RIFORMA ALFANO

Il CSM sul processo penale: «Viola la Costituzione»


Il plenum emette il parere della sesta commissione.
Vota sì anche Mancino



15:24 POLITICA Pochi ritocchi rispetto al primo documento.
Uniti contro il disegno di legge della maggioranza tutti
i togati e i laici del centrosinistra


Csm: il ddl Alfano sul processo penale viola alcuni principi costituzionali
Il plenum boccia le norme chiave del provvedimento e approva così il parere della VI commissione


ROMA - Viola principi costituzionali, come l'obbligatorietà dell'azione penale e la ragionevole durata dei processi, e avrà effetti «gravi» sull'efficacia delle indagini, il ddl del ministro Alfano sulla riforma del processo penale.
Il plenum del Csm ha approvato con qualche piccola modifica il parere della VII commissione, che boccia le norme chiave del provvedimento.
A favore hanno votato tutti i togati, i laici del centrosinistra, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino.
Contrari i laici di centrodestra;
astenuto il laico dell'Udc Ugo Bergamo.

MANCINO - Tuttavia, secondo Mancino, l'approvazione del documento non è di fatto una bocciatura da parte del Csm del ddl di riforma del processo penale,
semmai un «parere articolato» sul provvedimento proposto dal governo.
«Non si può parlare di bocciatura, - ha detto il vicepresidente del Csm - ma di un parere articolato, perchè il Consiglio superiore non approva e non boccia nulla».

Fonte: Corriere della Sera - 23 luglio 2009

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