Riforma pensioni

Pensioni, sindacati divisi sulla riforma

Altolà della Cgil: norme inaccettabili.
Cisl e Uil aprono: passaggio obbligato
ROMA
Governo soddisfatto dal giro di tavolo con le parti sociali sulle norme in materia di pensioni. L’innalzamento dell’età pensionabile per le donne che lavorano nella pubblica amministrazione, chiesto dall’Unione europea, e l’ancoraggio dal 2015 dell’eta pensionabile alle aspettative di vita introdotti nel dl anticrisi sembrano essere piaciuti a sindacati e associazioni delle imprese che hanno incontrato a Palazzo Chigi i ministri Sacconi, Tremonti, Brunetta e il sottosegretario Letta.

Unica voce fuori dal coro quella della Cgil che annuncia battaglia e una serie di inziative a partire da settembre. L’Italia riceve così la promozione comunitaria per la norma che prevede che le donne impiegate nel pubblico vadano in pensione più tardi. Una norma che, ha precisato Tremonti alle parti sociali, non è stata introdotta «per fare cassa ma per il bene del paese», precisando che le risorse che scaturiranno rimarranno nell’area del welfare per il sostegno al fondo siciale e alla non autosufficienza. Quanto poi all’ancoraggio alle speranze di vita sulla base dei dati Istat-Eurostar dei 5 anni precedenti a partire dal 2015, «varrà l’assoluto automatismo - ha detto Tremoni - nessuna scelta politica o discrezionale».

E proprio su questo terreno lo stesso Sacconi «soddisfatto» per il «consenso di tutte le parti» tranne che della Cgil, ha tranquillizzato: «L’aggiustamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita è una misura di stabilizzazione solamente eventuale. A partire dal 2015 se l’aspettativa di vita continuerà ad alzarsi ci sarà un moderato incremento dell’età pensionabile che sarà al massimo di tre mesi sul quinquennio precedente e verrà verificato altrettanto sul quinquennio dopo». Nessuno insomma ha detto Sacconi dovrà modificare le proprie «ipotesi di vita». Per il ministro si tratta di una positiva stabilizzazione che piacerà anche ai mercati finanziari e per i cittadini sarà un cambiamento «impercettibile». Il ministro ha poi escluso categoricamente che si possa trasferire anche nel privato l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne. Ma se tutte le parti sociali, con Cisl e Uil, sono satate concordi nel definire le norme fonte di stabilizzazione del sistema previdenziale italiano, dalla Cgil arriva un secco no.

«Per fare il bene del Paese bisogna fare altre cose: affrontare il tema della previdenza in maniera organica», ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani. E se per il segretario confederale, Morena Piccinini, le norme «inique» vogliono dire che «lavoreremo tutti di più per prendere meno», il segretario della Funzione pubblica, Carlo Podda parla di «arroganza» del governo e annuncia iniziative a partire da settembre.

Fonte la stampa