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Prestigiacomo: «Colleghi arroganti»

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2009 09:53
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24/07/2009 09:53

troppi Commissari Straordinari
«ora interVenga berlusconi»
Prestigiacomo: «Colleghi arroganti
Non accetterò nessun commissario»
Il ministro dell’Ambiente attacca Scajola, Matteoli e Calderoli. Critiche anche a Tremonti


Il ministro dell’Am­biente Stefania Prestigiacomo
(Omega)

ROMA - Inaccettabile. Prepotenza. Arroganza.
Il vocabolario che Stefania Prestigiacomo usa per definire ciò che le è capitato ieri non lascia dubbi alle interpretazioni.
Il ministro dell’Am­biente attacca i suoi colleghi che appro­fittando del decreto anticrisi l’avrebbe­ro voluta privare dei poteri di autorizza­zione ambientale in materia di energia, affidandoli ai commissari straordinari. Chi sono? Claudio Scajola, Altero Matte­oli, Roberto Calderoli. Ma ce n’è anche per Giulio Tremonti.

Ieri è circolata la voce che era tal­mente arrabbiata da minacciare di di­mettersi.
«Fin dal mio ingresso al ministero sono stata convinta che la sfida dello sviluppo sostenibile fosse possibile e vincente.
Ho riorganizzato il ministe­ro, che ho trovato disastrato, e che era diventato ostacolo allo sviluppo del Pa­ese. È stato un lavoro durissimo. Ma so­no fiera dei risultati e posso dimostra­re che si sta operando in maniera effi­ciente » .

Qualcuno l’ha messo in dubbio?
«Non lo so. Ma adesso scopro che in mia assenza, mentre ero all’estero a rappresentare gli interessi del Paese, sono state azzerate parti significative delle competenze fondamentali del mi­nistero dell’Ambiente, quelle che ri­guardano le autorizzazioni».
[SM=x44493]

Azzerate?
«Commissariate e trasferite altrove, semplicemente. Nel decreto anticrisi è stato introdotto un articolo che affida i poteri ai commissari straordinari. La prima versione dell’articolo puntava a commissariare tutti i ministeri ma poi in consiglio dei ministri la norma è sta­ta cambiata ed è rimasta solo la parte relativa al ministero dell’Ambiente».

La prova che ce l’hanno proprio con lei?
«Il dato è che vengono bypassati meccanismi di controllo su argomenti delicatissimi come quelli sull’ambien­te, la sicurezza e la salute dei cittadini. Se questa norma passerà tre ministeri, fra i quali non il mio, proporranno i commissari straordinari per le reti elet­triche e gli impianti di produzione di energia».

Quali sono i ministri?
«Quelli dello Sviluppo Claudio Scajo­la, delle Infrastrutture Altero Matteoli e della Semplificazione Roberto Caldero­li, un ruolo quest’ultimo che non mi pa­re comprende la consulenza di esperti in materia di energia».

Pure Calderoli?
«La cosa divertente è che è circolato un documento attuativo con le opere da commissariare per decreto. Con un meccanismo assurdo, perché i commis­sari sarebbero assistiti dalle strutture della Presidenza del Consiglio e da quelle del ministro della Semplificazio­ne normativa».

Forse per rendere tutto più sempli­ce. Non crede?
«Complimenti. Questo significa che anche la Valutazione d’impatto ambien­tale di una centrale nucleare sarà nelle mani di un commissario.
Ci rendiamo conto? [SM=x44472]
In una sola persona si concen­trerebbero poteri attribuiti a organi col­legiali secondo norme dell’Unione eu­ropea, come la Via ma anche l’Autoriz­zazione integrata ambientale».

Lei che pensa?
«Siccome credo di essere stata effi­ciente, sinceramente sono rimasta ama­reggiata.
Il provvedimento dev’essere modificato o stralciato.
Posso anche ca­pire che si nominino dei commissari straordinari, quando sono necessari.
Ma in questo caso non ha senso. Confi­do che Silvio Berlusconi saprà risolve­re il problema, come sempre».

Come sempre? Proprio Berlusconi è il grande sostenitore dei commissa­ri straordinari.
Ne aveva promessi ad­dirittura 16 per le grandi opere.

«Ma in questo caso si spostano sem­plicemente i luoghi della decisione da un posto a un altro e si sacrificano pas­saggi a tutela della collettività che non è possibile sacrificare.
Questo non è ac­cettabile.

Per quello che ho fatto mi sa­rei aspettata un plauso, e non una pri­vazione delle competenze.
Come se non bastasse è anche una norma inap­plicabile, perché il diritto comunitario non prevede sconti.
E poi, ha idea di quali procedure discutiamo?
Sa sotto quale montagna di carta verrebbe sep­pellito il commissario?»

Facciamo il caso che la norma non venga stralciata. Quale sarà il suo at­teggiamento?
«Ripeto, è inaccettabile».

Conferma di volersi dimettere?
«Ma perché insiste? Nella mia vita non ho mai minacciato di dimettermi.
La norma per me è inaccettabile, è suffi­ciente dire questo. Se non verrà modifi­cata... »

Se non verrà modificata?
«Mi troverei in una situazione di pro­fondo disagio. Oltre a essere inaccetta­bile, l’articolo è anche inutile.
A settem­bre si prevedono di nominare i com­missari per sbloccare 11 impianti.
Eb­bene, sei di questi sono di competenza di Terna, e quattro verranno da me au­torizzati entro luglio.
Di che stiamo par­lando?»

Di un segnale di profonda disatten­zione del governo nei confronti delle tematiche ambientali?
«Non credo. L’attenzione per l’am­biente è fondamentale.
La tutela am­bientale è al centro delle politiche di tutti i grandi Paesi industrializzati e ini­zia ad esserlo anche nei Paesi in via di Sviluppo.
Ovunque si punta sull’econo­mia verde per contribuire a risolvere la crisi... »

Allora che spiegazione si dà?
«Sono incredula, vivo quello che è successo come una prepotenza e un’ar­roganza.
C’è la chiara volontà di viola­re e spostare i centri decisionali.

In un anno ho autorizzato 160 progetti. Ho ri­solto il problema della riconversione della centrale di Porto Tolle da olio combustibile a carbone pulito, che si trascinava da otto anni. Ho risolto il problema dell’Ilva di Taranto.
Ho sbloc­cato tre rigassificatori... Le mando l’elenco. Questa sarebbe inefficienza?»

C’è chi critica le procedure della Via, giudicate lunghe ed eccessive.
«I commissari della Valutazione d’impatto ambientale sono tutti esper­ti di alto livello scientifico, hanno lavo­rato tanto e con abnegazione, sacrifi­cando spesso anche le ferie.
E ricordo a tutti che i costi della commissione non ricadono sui contribuenti ma sono a ca­rico delle aziende.
Ma nonostante sia previsto dalla legge quelle somme non vengono poi riversate dal Tesoro al mi­nistero. Le sembra giusto?»

Non ci mancava che questa.
«Penso che sia un attacco politico. Non condivido questo metodo. Vorrei capire il perché di queste scelte».

Ha chiesto chiarimenti a Scajola, Matteoli, Tremonti?
«Ci ho parlato ma non ho avuto ri­sposte convincenti da parte dei miei colleghi. Mi affido a Berlusconi, il qua­le mi ha assicurato che ci sarà un inter­vento correttivo » .

Sergio Rizzo per il Corriere della Sera
24 luglio 2009

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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