Papi premia Feltri col “Giornale” dopo le prime di “Libero” su Veronica DESNUDA
- “velina ingrata” (con le tette al vento) e sul bodyguard di Macherio suo “compagno”
- lady Lario replica con I CALCI della figlia Barbara
- In BALLO una torta da 5,4 miliardi
- l'eventuale divorzio
– SE SARà PER COLPA DI SILVIO
- potrebbe SPEZZARE LA FAMIGLIA
1 - SILVIO PREMIA FELTRI, VERONICA CONTRATTACCA CON BARBARA
Come in una guerra che si rispetti, con gli eserciti che si fronteggiano, a mossa consegue contromossa.
E così accade anche nella
guerra dei Berlusconi.
Dopo il silenzio delle ultime settimane, con Veronica che aveva fatto perdere le sue tracce e Silvio che ha cercato di far sopire la Sputtanopoli delle escort affrontando (e facendo affrontare dai media) il meno possibile la questione,
è bastata un'iniziativa di Papi per far ripartire la contraerea di Lady Lario.
Dimostrando di saper saldare i suoi debiti,
il Cavaliere ha premiato con la direzione del "Giornale" e con un contratto da "ingaggio milionario" (lo scrive oggi anche Elisabetta Soglio sul "Corriere della Sera") il suo più efficace scudiero nella vicenda veline:
Vittorio Feltri.
Da direttore di "Libero",
Feltri ha regalato a Papi-Silvio alcune prime pagine che hanno fatto parecchio rumore:
il titolone "velina ingrata" rivolto a Veronica, corredato con le foto delle tette al vento;
l'intervistona a Daniela Santanché sul bodyguard di Macherio "compagno" da anni della signora Berlusconi.
Nessun altro giornale è arrivato a tanto, e il premier ha dovuto pure prendere le distanze (a proposito di "balle blu"...).
Ora, però, Feltri è passato all'incasso. E la replica di Veronica non si è fatta attendere: a lanciare i siluri su Papi "l'anziano" ci ha pensato la figlia Barbara, dalle pagine di Vanity Fair.
2 - L'IMPERO DI BERLUSCONI: UNA TORTA DA 5,4 MILIARDI DI EURO
Gianmaria Pica per "Il Riformista"
Dunque la giovane Barbara Berlusconi, la più mediaticamente esposta delle figlie nate dal secondo matrimonio del presidente del Consiglio va all'attacco;
e a Vanity Fair (spazio settimanale neutro tra il nemico Espresso e il Panorama di famiglia) dice due cose.
Che i politici «sono chiamati a ben governare, a far prosperare la comunità,
sono anche tenuti a salvaguardare i valori che essa esprime,
possibilmente a elevarli.
Non credo, quindi, che un uomo politico possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata».
E poi una seconda cosa che ai più maliziosi sembra spiegare la prima.
Dice Barbara che non c'è conflitto economico in seno alla famiglia,
però. «A oggi non c'è nessuna lotta.
E, se mio padre è uomo giusto ed equo, non ce ne saranno nemmeno in futuro».
Ma che cosa succede nella famiglia Berlusconi?
C'è una crisi matrimoniale e i riflessi di quella crisi sui cinque figli nati da due matrimoni diversi.
E molti soldi in ballo.
Perché un patrimonio delle dimensioni di quello berlusconiano - sulla carta una torta patrimoniale di circa 5,4 miliardi di curo, molto di più a valore di mercato - può diventare anche una fonte di enormi problemi.
Proprio dai figli, dal rapporto tra loro e il padre - e con il suo impero - dobbiamo partire per capire la portata di quello che sta succedendo.
L'impero economico della famiglia Berlusconi gira intorno alla Fininvest, la holding-finanziaria che ha in pancia Mediaset, Mondadori, banca Mediolanum, l'A.C. Milan e il
2% di Mediobanca.
Nel 2005 la finanziaria è stata suddivisa in otto subholding:
cinque che fanno capo a Silvio Berlusconi per il 64,3 per cento delle quote, due ai figli Marina Elvira e Pier Silvio avuti con la prima moglie Carla Dall'Oglio per il 7,14 per cento ciascuno, e una holding (per una quota del 21,43) suddivisa in parti uguali tra Barbara, Eleonora e Luigi, i figli avuti dalla seconda moglie Veronica Lario. La divisione dell'azionato societario è stata eseguita con molta precisione per non creare disparità tra i figli e spezzare, così, gli equilibri famigliari.
Marina Berlusconi, oltre a essere titolare del 98 per cento della Holding Quarta in cima alla catena di controllo della Fininvest, ha anche una piccolissima quota - paritetica a quella del fratello Pier Silvio - nell'
impresa edile Dolcedrago Spa che a sua volta controlla due società immobiliari (Idra e Dueville). Marina è anche consigliere Mediobanca e presidente Fininvest e della casa editrice Mondadori.
Pier Silvio è consigliere della concessionaria pubblicitaria di Mediaset Publitalia 80, di Mondadori, della casa di produzione cinematografica Medusa e della Fininvest. E anche presidente e ad dell'azienda di produzione Med Due e di Rti, società operativa di Mediaset. Pier Silvio è anche il proprietario della holding Italiana Quinta, gemella della Quarta.
I tre figli avuti con Veronica Lario stanno facendo la loro strada. Barbara, 26 anni, racconta nell'intervista a Vanity Fair di ieri: «Dal 2003 sono nel cda di Fininvest, ho interessi immobiliari e finanziari di recente mi sono impegnata nel progetto della galleria Cardi Black Box. Non so se oggi quello che voglio è un ruolo diverso nelle aziende di famiglia. Ma ho la passione per l'editoria, e mio padre ha sempre visto in me delle qualità. Lui ha sempre pensato (...) che mi sarei occupata di Mondadori».
Oltre a possedere una quota in una delle holding famigliari (identica a quella posseduta dai fratelli Eleonora e Luigi) che controlla la Fininvest, Barbara è titolare anche della società immobiliare Bel, il cui acronimo è formato dalla prima lettera dei nomi dei tre fratelli. Il ventenne Luigi ed Eleonora, due anni più grande, sono consiglieri della holding Quattordicesima. A sua volta, Luigi è anche consigliere di banca Mediolanum.
Quindi una divisione alla pari.
Ma l'eventuale divorzio Berlusconi-Lario potrebbe mettere tutto in discussione.
In ambienti famigliari qualcuno ritiene che il cosiddetto lodo Chiomenti (l'attuale divisione in cinque parti, una per ogni figlio) potrebbe essere modificato. Tutto va ripensato soprattutto
se ci sarà un divorzio per colpa che sarebbe un problema per il capofamiglia.
[05-08-2009]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.