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Rinvenuto nei rotoli del Mar Morto prima versione del Deuteronomio

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2012 16:12
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15/09/2009 02:00

scoperte differenze
il frammento e' ora in possesso della azusa pacific university
Los Angeles: scoperto il testo originale del discorso di Mosè al popolo ebraico
Studioso rinviene in uno dei rotoli del Mar Morto prima versione del Deuteronomio: e scopre delle differenze


Un frammento di un rotolo del Mar Morto
(Ap)

LOS ANGELES (USA) - Dopo oltre 2000 anni sarebbe ora possibile conoscere le parole originarie pronunciate da Mosè al popolo ebraico. Sarebbe infatti nascosto in alcuni frammenti dei rotoli del Mar Morto (la serie di rotoli e frammenti trovati nel 1947 in undici grotte nell'area di Qumran e che contengono la versione più antica finora conosciuta del testo biblico), il testo autentico del Deuteronomio, una delle parti più importanti della Bibbia ed il quinto dei libri che formano la Torah ebraica. E la versione originale sarebbe diversa da quelle delle raccolte posteriori, che hanno risentito delle dispute teologiche delle varie scuole rabbiniche.

IL DEUTERONOMIO - Il libro del Deuteronomio consiste principalmente di tre discorsi che sarebbero stati pronunciati da Mosè, poco prima della sua morte, agli Israeliti. Il primo discorso è una ricostruzione storica. Il secondo discorso, che occupa la parte centrale del libro, contiene i Dieci Comandamenti dettati sul monte Sinai e il cosiddetto codice Deuteronomico, formato da una serie di dettami. Questa sezione è costituita in gran parte da leggi, ammonizioni ed ingiunzioni relative alla condotta che il popolo eletto deve osservare per entrare nella terra promessa. Il terzo discorso tratta delle solenni disposizioni della legge divina, adempiendo alle quali è garantita la prosperità futura del popolo d'Israele.

LA SCOPERTA - A sostenere l'esistenza di un testo originario e precedente a tutti quelli finora conosciuti è James Charlesworth, un professore di studi neotestamentari presso il Princeton Theological Seminary, il quale ha analizzato finora almeno un piccolo frammento proveniente dai rotoli del Mar Morto acquistato recentemente dalla Azusa Pacific University. Si tratta di un passo del ventisettesimo capitolo del libro. Nel frammento analizzato da Charlesworth, Mosè prescrive a chi sarebbe entrato nella Terra Promessa (privilegio che a lui non sarà accordato) di erigere un altare di pietra in onore dell'unico Dio al di là della riva destra del Giordano. E, parlando su ispirazione diretta di Dio, ordina che l'altare sorga sul Monte Gerizim. Ora, è proprio questo il particolare che suggerisce la tesi dell'originalità del testo di Qumran: in tutte le versioni ufficiali, redatte successivamente, il luogo indicato sarebbe un altro, vale a dire il Monte Ebal. Quanto basta al professor Charlesworth per affermare che, vista non solo la veridicità della versione dei manoscritti, appurata in centinaia di pubblicazioni, ma anche la loro generale correttezza si tratta delle vere parole di Mosè. O di Dio, visto per appunto che Mosè parlava su ispirazione divina. La versione successiva, presente nel testo canonico, dovrebbe essere invece frutto di una soluzione di compromesso imposta nel corso di un vero e proprio scontro tra gruppi religiosi. Il fatto che solo ora si venga a conoscenza di un testo originale diverso da quello biblico attuale non deve sorprendere. Dei 15000 frammenti conosciuti risalenti ai rotoli del Mar Morto la maggior parte infatti è in mano a privati ed è spesso inaccessibile agli studiosi.

TESTO ORIGINALE - «Finalmente il testo originale del Deuteronomio», ha dichiarato Charlesworth al Los Angeles Times, «si tratta di una scoperta di importanza sensazionale». Il frammento oggetto del suo entusiamo è stato mostrato, rigorosamente in fotografia, dal board dell'università californiana che lo ha acquistato insieme ad altri quattro venduti da un mercante specializzato di Venezia. Si tratta, anche in questi casi, di parti dell'ultimo libro del Pentateuco ad eccezione di un papiro che riporta parte del Libro di Daniele. Tutti hanno raggiunto la cassaforte dell'Azusa Pacific University al termine di un percorso che li ha portati dalle grotte di Qumran nelle mani di collezionisti privati. Ora resteranno in California e potrebbero riservare ancora delle sorprese.


14 settembre 2009


www.corriere.it/cronache/09_settembre_14/deuteronomio_testo_originale_scoperta_44d1c922-a14a-11de-9cad-00144f02aa...

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15/09/2009 19:11


Considerando che i papiri del mar Morto sono stati scritti dagli Esseni
dire che sono le vere parole di Mosè è un filino azzardato.

Tra l'altro ancora si discute sulla storicità della figura di Mosè stesso... [SM=x44515]




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Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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16/09/2009 09:06

Ma allora è stato Mosè a scoprire il rimedio per la cellulite?

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

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16/09/2009 09:44

Re:
il tobas, 16/09/2009 9.06:

Ma allora è stato Mosè a scoprire il rimedio per la cellulite?





[SM=x44476]

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24/03/2011 14:58

A proposito dei rotoli del mar morto.....

da:Avvenire.it

Qumran: quanti errori su quei papiri


Qumran: tutto sbagliato, tutto da rifa­re? L’esclamazione bartaliana viene alla mente non appena chiusa l’ulti­ma pagina dell’avvincente Qumran. Le rovine della luna (Edb, pp. 224, euro 21), testo che fin dal sottotitolo mette la pulce nell’orecchio: «Il monastero e gli esseni: u­na certezza o un’ipotesi?». Un libro in cui il giovane – ma accreditato: insegna esegesi a Vienna e Innsbruck – Simone Paganini smonta a suon di prove e documenti prati­camente tutto ciò che sapevamo (o crede­vamo di sapere...) sulla scoperta archeolo­gica più sensazionale del Novecento, so­prattutto per quanto riguarda la storia del cristianesimo. E – proprio perché si tratta di un testo divulgativo, che forse per la prima volta in Italia rende disponibili al grande pubblico i risultati della ricerca scientifica più recente sul celebre sito – le sorprese so­no davvero molte. Tentiamone un catalogo quanto mai essenziale.

A Qumran non abitavano gli esseni. Incredibile, no?

Finora pensavamo che la lo­calità a nord-ovest del Mar Morto, nei cui dintorni – a partire dal 1946 – prima i be­duini e poi gli archeologi hanno scoperto 11 grotte più o meno stipate di antichi manoscritti, fosse un monastero abitato appunto dagli esseni: setta rigorista ebraica che pra­ticava celibato, assoluta purezza rituale, non­violenza, comunione dei beni e povertà. Non è così: scavi recenti (i primi infatti, dal pun­to di vista scientifico, sono da dimenticare...) hanno appurato che l’insediamento aveva piuttosto caratteri dapprima di avamposto militare, quindi di centro per la fabbricazio­ne di vasi per uso sacerdotale, ma anche di produzione agricola e commercio, persino con un certo lusso (vedi le molte monete rin­venute) incompatibile con gli usi esseni.

Qumran non era nel deserto

Un caposaldo della teoria essena consiste nel fatto che (più o meno a partire dal 130 a.C.) la setta – alla quale talvolta è stato acco­munato Giovanni Battista – si era rifugiata nel deserto in polemica con la corrotta clas­se sacerdotale di Gerusalemme, in una sor­ta di eremitaggio esclusivamente maschile di preghiera e copiatura dei testi sacri; e que­sto fino al 68 d.C., allorché i romani distrussero il sito, provocando (per nostra fortuna) l’abbandono delle grotte con i manoscritti. Ma ormai è dimostrato che Qumran era tutt’altro che solitario, anzi stava all’interno di un trafficato reticolo di strade e – pur es­sendo un centro di meno di 100 abitanti – conserva un cimitero di oltre mille tombe; le quali peraltro conservano cadaveri non so­lo maschili, ma pure di donne e bambini.

I papiri non sono stati scritti a Qumran

Un po’ strano, in un monastero dove si co­piavano intensamente libri, trovare soltanto tre calamai in pietra e nemmeno un pezzettino minimo di per­gamena... Eppure è succes­so a Qumran, nonostante vi si siano conservate discrete quantità di altri antichi ma­teriali organici. Finora si pensava che gli oltre mille rotoli del Mar Morto (660 so­no quelli i cui frammenti permettono un’identifica­zione) fossero una sorta di libreria segreta degli esseni, che avevano tra­scritto e sigillato in vasi i loro scritti sacri per conservarli dalla distruzione; e invece non solo i manoscritti appaiono quasi tutti co­piati da mani diverse (uno scrivano per ogni libro?!?), ma il loro contenuto riflette ten­denze culturali e teologiche diverse e persi­no contrastanti: come se provenissero da u­na biblioteca molto aggiornata (per esempio quella del Tempio di Gerusalemme), trasfe­rita in fretta per salvarla dalla distruzione.

Ma gli esseni, poi, sono esistiti davvero?

La cosa curiosa è che, nei manoscritti di Qumran, la parola «esseno»... non esiste pro­prio! Anzi, per la verità non sappiamo nep­pure quale fosse il termine ebraico per definire la setta, visto che le uniche notizie su di essa giunte fino a noi dipendono da Giu­seppe Flavio, dunque dal latino e dal greco. E c’è persino una seria studiosa israeliana secondo la quale gli esseni non sono mai e­sistiti, in quanto sarebbe impensabile che nel giudaismo del tempo di Cristo 4000 per­sone potessero impunemente negare – con la loro castità – il primo precetto biblico: «Crescete e moltiplicatevi».

A Qumran non c’è il testo del Vangelo...

Per i cattolici il frammento qumranico più importante è il famoso 7Q5, nel quale alcuni studiosi hanno identificato un versetto del Vangelo di Marco: fatto di importanza ca­pitale per retrodatare la composizione dei Vangeli, avvicinandola quindi alla morte di Cristo. Secondo Paganini però si tratta di u­na tesi insostenibile: sulle 20 lettere del frammento, solo 7 sono ricostruibili con si­curezza e sulle 1127 combinazioni possibi­li appena il 2% potrebbe avere relazione con Marco. Conclusione: «Sicuramente non ci troviamo davanti a un testo cristiano», ma probabilmente a una genealogia greca. Tut­tavia i rotoli del Mar Morto, composti qua­si tutti prima della nascita di Gesù, restano importantissimi per il cristianesimo in quanto consentono di ricostruire il clima culturale e religioso in cui visse il Nazareno.

...ma nemmeno il complotto del Vaticano

Negli anni Novanta, basandosi sui numero­si «pasticci» combinati dalle équipes di stu­diosi che da un quarantennio avevano il mo­nopolio sui rotoli di Qumran, si diffusero va­ri bestseller d’impostazione «complottista» a sfondo anti-cattolico. La tesi fondamenta­le era: i manoscritti del Mar Morto non ven­gono pubblicati perché rivelano una verità «alternativa» su Cristo e dunque il Vaticano li sta boicottando. Ma la teoria è inconsi­stente poiché – spiega Paganini – «il Vatica­no non ebbe mai in nessun momento a che vedere con l’opera di pubblicazione dei ma­noscritti », che dal 1967 dipende dal gover­no israeliano. Eppure l’ipotesi «alla Dan Brown» resiste nella pubblicistica. Ma la storia dei ritrovamenti di Qum­ran è costellata da numerosi altri im­previsti incredibili, marchiani errori umani, ritardi ingiustificabili, esose contratta­zioni economiche (di numerosi frammenti non si conosce nemmeno l’esistenza perché sono finiti illegalmente in mani private), conflitti per­sonali e guerre vere e proprie tra nazioni... Mol­ti misteri sui rotoli sono dunque destinati a ri­manere tali, in quanto i dati che avrebbero po­tuto fornirci risposte sono irrimediabilmente perduti. Oggi comunque l’ipotesi più accredi­tata è quella che a Qumran abitassero alcune famiglie sacerdotali ebraiche, dedite alla fabbricazione di ceramica rituale «pura», e che proprio costoro avessero aiutato altri sacerdo­ti provenienti da Gerusalemme a nascondere la biblioteca del Tempio nelle grotte dei din­torni, fornendo loro anche le giare adatte per contenere i rotoli. Sarà così? «L’analisi dei ma­noscritti del Mar Morto – ammette Paganini – è appena agli inizi». E dunque...

© riproduzione riservata



[Modificato da orckrist 24/03/2011 14:58]

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10/04/2011 18:26

Re: A proposito dei rotoli del mar morto.....
orckrist, 24/03/2011 14.58:


A Qumran non abitavano gli esseni. Incredibile, no?

Finora pensavamo che la lo­calità a nord-ovest del Mar Morto, nei cui dintorni – a partire dal 1946 – prima i be­duini e poi gli archeologi hanno scoperto 11 grotte più o meno stipate di antichi manoscritti, fosse un monastero abitato appunto dagli esseni: setta rigorista ebraica che pra­ticava celibato, assoluta purezza rituale, non­violenza, comunione dei beni e povertà. Non è così: scavi recenti (i primi infatti, dal pun­to di vista scientifico, sono da dimenticare...) hanno appurato che l’insediamento aveva piuttosto caratteri dapprima di avamposto militare, quindi di centro per la fabbricazio­ne di vasi per uso sacerdotale, ma anche di produzione agricola e commercio, persino con un certo lusso (vedi le molte monete rin­venute) incompatibile con gli usi esseni.
Qumran non era nel deserto
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Infatti sono stati trovati resti di oggetti di uso femminile e anche gioielli [SM=x44458]


10/04/2011 18:31

Questa l'ho scattata al Shrine of the Book di Gerusalemme


10/04/2011 19:11

Re:
killing zoe, 10/04/2011 18.31:

Questa l'ho scattata al Shrine of the Book di Gerusalemme





è un pò buia

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10/04/2011 21:37

buia ma suggestiva [SM=x44462]
10/04/2011 22:27

Re:
texdionis, 10/04/2011 21.37:

buia ma suggestiva [SM=x44462]



se avessi usato il flash adesso sarei una donna morta [SM=x44452] comunque mi hanno spiegato che i rotoli vengono esposti a turno solo per un certo periodo di tempo e poi sostituiti con altri perchè non si rovinino

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20/04/2011 15:39

Re: Re:
killing zoe, 10/04/2011 19.11:



è un pò buia







40Kg di invidia..... [SM=x44472]





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01/10/2011 19:35

I rotoli del Mar Morto digitalizzati e consultabili sul web
I Rotoli del Mar Morto sono da ieri consultabili sul web grazie ad una iniziativa congiunta del Museo Israel di Gerusalemme (dove gli originali sono conservati) e di Google, che ha provveduto alla loro digitalizzazione. Il sito che li ospita è dds.collections.imj.org.il. Finora vengono proposti al pubblico i primi cinque rotoli: fra questi spicca il libro di Isaia, quasi nella sua interezza (66 capitoli), tracciato da uno scriba nel 125 a.C. Grazie alla tecnologia di Google (che nei mesi scorsi ha già immesso nel web l'archivio fotografico del Museo dell'Olocausto) è possibile ingrandire a volontà le immagini e mettere in luce così elementi che non sarebbero visibili ad occhio nudo.
All'interno di ciascun Rotolo è anche possibile compiere ricerche per colonna, capitolo, o versetto. Viene inoltre fornita una traduzione in inglese. Dunque si tratta - secondo i responsabili del Museo Israel - di uno sviluppo importante per i ricercatori di tutto il mondo. I Rotoli del Mar Morto furono scoperti nelle grotte di Qumran - dove duemila anni fa si era insediata una setta di ebrei esseni - a partire dal 1947, e poi anche in anni successivi. Sono considerati un punto di riferimento importante per lo studio della evoluzione del pensiero monoteista.



Fonte: http://www.corriere.it/cultura/
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06/10/2011 14:13



Fico [SM=x44486]


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Da oggi i Rotoli del mar Morto si possono studiare online

La Stampa - ‎18 Dicembre 2012‎
A 65 anni dalla loro accidentale scoperta da parte di un pastore beduino che ricercava una capra sperduta,
i Rotoli del Mar Morto possono essere ora studiati ovunque al mondo
grazie a un'iniziativa dell'Autorità israeliana per l'archeologia e di Google.

[SM=x44515]
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