Un mese fa aveva iniziato lo sciopero della fame
Fabio Savi, uno dei killer della Uno bianca, accusato insieme ad altri di 24 omicidi commessi tra il 1987 e il 1994 in Romagna, è ricoverato all'ospedale di Voghera. Savi, detenuto dal giugno scorso nella sezione di massima sicurezza nel carcere della città oltrepadana, dal 27 agosto scorso aveva iniziato uno sciopero della fame. Una protesta per chiedere il trasferimento in un penitenziario vicino a casa (la moglie lavora a Firenze), una cella singola e un lavoro fisso. Richieste che non sono state esaudite, da qui la sua protesta. Per ragioni prudenziali Savi è stato ricoverato in ospedale.
In una lettera i motivi della protesta - La sua protesta - in cacere ha già perso dieci chili - Savi l'ha affidata al suo legale, l'avvocato Fortunata Copelli, con una lunga lettera nella quale spiega i motivi della sua protesta e del suo disagio. "So di dovere scontare una giusta pena ed intendo farlo con la massima correttezza e dignità. Ma, come io ho il dovere di rispettare le regole, ho anche il diritto della tranquillità di una cella singola, di un lavoro per potere sostenere la mia famiglia, di reclamare per essere stato inserito in un circuito detentivo con mafiosi mentre non ho nulla a che vedere con questo titolo di reato, e di vedere assicurato il principio di 'territorialita' della pena", scrive Savi. "Ho una moglie che vive e lavora onestamente a Firenze - scrive - tra affitto e bollette non si può permettere di venire a Voghera" e ciò nonostante "l'ordinamento penitenziario preveda il massimo favore ai contatti con la famiglia. Più volte ho chiesto di essere trasferito in una casa di reclusione in Toscana: comunque sconterei la pena. La mia famiglia non c'entra nulla col mio passato".
"Non si può tornare indietro" - Nella lettera Fabio Savi scrive anche ai familiari delle vittime della banda della Uno Bianca. "Non ho mai chiesto scusa - scrive - e non lo farò fino al giorno in cui le mie scuse potrebbero essere interpretate in modo strumentale. La migliore forma di rispetto sia il silenzio. Vorrei tornare indietro nel tempo e impedire tutto quello che è successo, ma purtroppo non ci si può riscrivere la vita; tutto ciò che posso fare è cercare di essere un uomo migliore, perché la vera pena io l'avrò dentro me stesso fino all'ultimo dei miei giorni".
Parole che i parenti delle vittime respingono al mittente. "Lui può vedere la moglie, noi i nostri mariti, i nostri figli non li possiamo più vedere" dice Rosanna Zecchi, presidente della associazione che riunisce i familiari delle vittime della banda della Uno Bianca. "Noi non possiamo perdonare e nemmeno avere pietà: lui con i nostri non ne ha avuta", conclude amaramente Rosanna.
Il sindaco solidarizza con le famiglie - "Savi è un criminale, e ogni volta che parla riapre una ferita", ha commentato il Il sindaco di Bologna Flavio Delbono, che si associa al dolore dei familiari delle vittime della Uno bianca e mette un severo stop alle richieste di trasferimento avanzate dal killer. Savi - che si trova nel carcere di Voghera dove sconta la condanna all'ergastolo per i 24 omicidi commessi dal 1987 al 1994 insieme agli altri componenti della banda – sta facendo da un mese lo sciopero della fame.
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...