AnnoZero: DG scarica su Santoro ogni responsabilità
UN NIET DALL’ALTO HA FATTO SALTARE IL PIATTO FORTE DI "ANNOZERO":
L'INTERVISTA BARBARA GUERRA
- LA BONAZZA PAGATA (SECONDO TARANTINI) PER ANDARE A PALAZZO GRAZIOLI AD ALLIETARE IL PREMIER
- SADO MASI A SANTORO: "A TRAVAGLIO FAREMO IL CONTRATTO ENTRO LUNEDÌ” - MA SE CI FOSSE POLEMICA...
Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"
Sono Mauro Masi, posso parlarti?
La telefonata arriva alle 13 e 30 sul telefonino mentre Michele Santoro sta guardando i servizi con il regista Alessandro Renna.
Santoro esce e ascolta con aria stupita: "Vedi, che avevo ragione io? Le cose piano piano si risolvono, stai tranquillo. Travaglio andrà in onda. E anche per il contratto vedrai....".
Il conduttore non è un novellino e stringe il direttore verso una data precisa.
Alla fine Masi cede: "entro lunedì risolviamo". Dopo un breve sollievo in redazione subentra la preoccupazione.
Tutti cominciano a guardare con ansia il pezzo di Travaglio. Il destino del suo contratto e quello di "Anno zero" è appeso al suo discorso, alla pagina e mezza che pubblichiamo integralmente qui sotto.
La trappola è sottile:
tutta la sceneggiata di Masi, la richiesta di un via libera all'
Autorità Garante delle Comunicazioni e lo stop alla firma, non ha prodotto solo una gigantesca figuraccia: l'Autorità, con una lettera della sua dirigente Laura Aria ha risposto che non ha alcuna intenzione di avallare una censura preventiva e ha rimesso
il cerino in mano a Masi.
In realtà il direttore generale un effetto lo ha ottenuto: trasformare Travaglio da prima firma a semplice ospite non serve a far lavorare gratis la faccia più odiata sugli schermi di Palazzo Chigi nè a ridimensionarne il ruolo.
Santoro e Giulia Innocenzi
Quando parte la sigla i telespettatori non notano nulla: Travaglio è al suo posto, tra gli ospiti.
Il vero obiettivo è scaricare su Santoro la responsabilità del discorso di Travaglio. Per la prima volta le sue parole non saranno lette (e implicitamente approvate) preventivamente dalla direzione generale.
Se qualcosa andrà storto, ne risponderà Santoro. E' l'estremo tentativo di fermare la trasmissione dopo un'estate intera passata a mettere bastoni tra le ruote dei giornalisti che sentivano il fiato sul collo del nemico al piano di sopra.
Prima c'è stato il blocco dei collaboratori.
A luglio di solito partono i contratti.
Quest'anno la firma è arrivata una settimana fa. Poi c'è stato lo stop alle troupe.
Barbara Guerra
I servizi sono stati rallentati
e che non si trattasse solo di intoppi burocratici si è capito quando
un niet dall'alto ha fatto saltare il piatto forte della serata:
Barbara Guerra.
Già protagonista di docce bollenti e lap dance nel reality "La fattoria", pagata (secondo Tarantini) per andare a Palazzo Grazioli ad allietare il premier, la stellina aveva detto sì. Un inviato del programma l'aveva convinta a rilasciare un'intervista.
I telespettatori l'avrebbero ascoltata raccontare i suoi rapporti con Tarantini, le feste a Palazzo Grazioli e le trasferte al centro Messegué.
La ragazza chiedeva un piccolo gettone per il disturbo ma non c'era problema: Santoro ha una delega dell'ex direttore generale Pierluigi Celli per spendere fino a 10 mila euro.
Lei chiedeva molto meno.
Eppure i funzionari hanno negato il visto:
simili personaggi non si pagano per andare in tv.
Al massimo per andare a Palazzo Grazioli.
Peccato.
Comunque in redazione non c'è tempo per le recriminazioni.
Parte la sigla. E si comprende cosa vuol dire Masi quando dice: "no alle isole libere".
Dopo tre mesi di censura a reti unificate qualcuno mostra che il re è nudo.
E spesso in compagnia.
Per la prima volta su una tv italiana passa l'intervista a Patrizia D'Addario.
Nessun telegiornale l'ha mai trasmessa. Nemmeno il tg3.
L'hanno vista "solo" in Spagna, Germania, Brasile, Messico, Francia.
Poi c'è
Giorgio Bocca che lancia l'allarme sulla malattia dell'informazione.
Persino Filippo Facci nota che forse la Libertà di Stampa non sta troppo bene.
L'intervista a Vittorio Feltri è imperdibile.
Il direttore viene messo all'angolo da Corrado Formigli sul caso Boffo.
Feltri si infuria quando l'inviato di Santoro gli contesta di essere stato il primo a dare dell'impotente al suo futuro padrone.
Per la prima volta qualcuno racconta in televisione quello che è successo nell'informazione italiana:
l'addio di Mario Giordano al Giornale con l'annuncio delle campagne intimidatorie sui giornalisti e gli editori che avevano osato attaccare il presidente-editore.
Giampaolo TARANTINI
Campagne che poi si sono puntualmente verificate. Con consumata arte teatrale Santoro sposta la voce più attesa nella seconda parte del programma.
Travaglio per tutta la prima parte del programma è il convitato di pietra del dibattito. Apre bocca solo verso le 22. E recita
il ritratto di Tarantini, l'imprenditore delle escort che unisce dalemiani e Berlusconi nella bicamerale dei sensi.
Nel pezzo c'è la destra e c'è anche la sinistra.
Ci sono soprattutto i fatti e non ci sono errori.
Sarà rivisto e studiato da avvocati e onorevoli e soprattutto da onorevoli-avvocati.
Ma non ci sono appigli per il direttore generale. Stavolta Mauro Masi ha perso. Non ci sono scuse.
Lunedì il contratto di Marco Travaglio va firmato.
Fonte:
Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"
[25-09-2009]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.