Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Addio riforme radicali, in agenda soltanto aggiustamenti

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2009 11:30
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 9.537
Registrato il: 10/03/2005
Città: PINEROLO
Età: 51
Sesso: Maschile

Utente Power



25/09/2009 11:30

Dal G20 di Pittsbourgh usciranno vincitori Cina, India e Brasile
Fra i temi del vertice l'ambiente, i deficit, i paradisi fiscali

dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI

PITTSBOURGH - Il G20 iniziato ieri in Pennsylvania doveva essere l'appuntamento con la riforma del capitalismo globale, sprofondato nella crisi un anno fa. Ma la fase acuta della recessione è alle spalle, la pressione per nuove regole si è smorzata. Resta il dramma dell'occupazione e l'urgenza di un modello di sviluppo più equilibrato. Su questi temi il G20 cercherà di dare nelle conclusioni di stasera almeno una parvenza di unità.

AMBIENTE. Pittsburgh, ex capitale dell'acciaio, è un modello. Fu una delle metropoli più inquinate, oggi è la prova che si possono abbattere le emissioni di CO2. Vanno ribaditi quindi gli obiettivi fissati all'Aquila: meno 80% le emissioni nei paesi ricchi entro il 2050, meno 30% nei paesi emergenti. I cinesi obiettano: Pittsburgh è pulita perché la siderurgia l'avete lasciata a noi, delocalizzando le industrie inquinanti. Hu Jintao chiede trasferimenti di tecnologie verdi dai paesi ricchi, e 300 miliardi di dollari di aiuti alle nazioni meno sviluppate per far fronte al cambiamento climatico. Obama punta all'eliminazione dei sussidi sui carburanti fossili, tuttora in vigore in molti paesi emergenti. Alcuni europei vorrebbero mettere all'ordine del giorno una carbon tax, tabù negli Stati Uniti.

BANCHE. Per renderle meno fragili saranno raccomandati nuovi requisiti patrimoniali. Quindi più capitalizzazione. Sembra sconfitta la resistenza dei banchieri europei. I quali lamentano che l'aumento dei capitali congelati nelle loro riserve riduce il credito, quindi toglie un sostegno al sistema delle imprese.

BONUS. La Merkel e Sarkozy hanno lottato con successo per i limiti alle gratifiche dei banchieri e dei loro spericolati trader. Perché tanta insistenza? Perché la struttura delle retribuzioni ha avuto un ruolo nel crac sistemico del 2007-2008, incentivando l'accumulazione di rischi intollerabili nei bilanci delle banche. Un accordo di principio è ormai certo, le retribuzioni bancarie devono essere subordinate ai risultati di bilancio. Ergo: proibito fare bancarotta e scappare con maxi liquidazioni. Ma difficilmente Berlino e Parigi costringeranno gli angloamericani a limiti precisi che vincolino i bonus agli utili su un periodo lungo.

DEFICIT. Cina e Germania temono l'esplosione del debito americano, che può indebolire ulteriormente il dollaro e diffondere inflazione. I padroni di casa devono tener conto di questa preoccupazione, tanto più che Pechino è il loro creditore numero uno. Obama dirà cose rassicuranti, non per forza convincenti: come può ridurre un deficit che viaggia oltre il 10% del Pil, e promettere agli americani che non aumenterà le tasse?

EMERGENTI. Cina India e Brasile usciranno vincitori nel rimescolamento dei diritti di voto al Fondo monetario internazionale. I paesi ricchi dovranno cedere dal 5 al 7% dei loro "pacchetti azionari" in questa istituzione della governance globale. Il rapporto fra le vecchie nazioni industrializzate e le potenze emergenti si avvicinerà alla parità. Di che placare solo momentaneamente la pressione dei Bric per ridimensionare il ruolo universale del dollaro.

EXIT STRATEGY. Su pressione di Obama ormai sono tutti d'accordo per dire: è prematura. L'exit strategy sarebbe il percorso di uscita con cui i governi smantelleranno le misure di emergenza anti-crisi. Ma la recessione sta finendo solo ora e sulla solidità della ripresa non v'è certezza. Annunciare già oggi la fine delle manovre di sostegno alla crescita servirebbe certo a placare i timori d'inflazione, ma potrebbe provocare una ricaduta di sfiducia e pessimismo. Per ora solo le banche centrali vanno avanti con la loro exit strategy: ritirando gradualmente le iniezioni di liquidità d'emergenza.

OCCUPAZIONE. E' il dramma del momento, e lo resterà chissà per quanto tempo ancora. Da Ben Bernanke a Jean-Claude Trichet anche i governatori delle banche centrali lo confermano. La ripresa che viene sarà una "jobless recovery", non porterà con sé creazione di lavoro. Di qui il piano-quadro che Obama ha portato al G20, "per una crescita equilibrata e sostenibile". Si articola per grandi aree dell'economia mondiale. L'America s'impegna a ridurre i suoi debiti che furono tra le cause strutturali della crisi. Ma per compensare la fine del consumismo americano, altri devono diventare le locomotive di una ripresa che generi occupazione. La Cina stimoli i suoi consumi interni e importi di più. L'Europa faccia le riforme strutturali, inclusa una maggiore flessibilità dei mercati del lavoro. E tutti insieme rifuggano dal protezionismo, che ucciderebbe la crescita. Belle promesse che non costano molto, finché rimangono su un comunicato.

PARADISI FISCALI. Al G20 di Londra in aprile ci fu l'impegno ad aumentare la pressione sugli Stati-reprobi che attirano i capitali degli evasori. Da allora c'è stato lo storico accordo tra il ministero di Giustizia americano e la Svizzera sul caso dell'Ubs: migliaia di nomi di clienti americani sono stati consegnati all'Internal Revenue Service. E' un precedente importante, che incoraggia a proseguire la cooperazione tra i leader del G20. Tanto più che il recupero di gettito fiscale è un bisogno impellente in questa congiuntura.

REGOLE. Sarà un caso se nessuno parla più di questo G20 come di una Bretton Woods II? All'apice della crisi, quando un anno fa l'intera finanza mondiale era al collasso, sembrava inevitabile una grande riforma dei mercati sul modello di quella voluta da Roosevelt e Keynes nel 1944. Adesso il panico è passato, i poteri forti della finanza sono ringalluzziti, e fanno ostruzionismo contro riforme radicali. All'ordine del giorno restano i controlli sui titoli derivati, sui futures sulle materie prime, su tutta la finanza creativa ad alto tasso di speculazione. Ma sono già tramontate le idee radicali, come il divieto di speculazione sulle materie prime o la Tobin-tax che prelevi un'imposta su tutte le transazioni finanziarie. Nessun processo alle agenzie di rating né alle authority di vigilanza. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.

Fonte

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone