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Tarantini diffida la Rai: bloccate la puntata

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2009 11:20
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02/10/2009 11:20

La mossa Gli avvocati dell’imprenditore barese agli arresti domiciliar
Il ricorso: evidenti disinformazione e strumentalità politica, denaro pubblico usato per fini di parte

ROMA — Adesso ci prova an­che Gianpaolo Tarantini a blocca­re la puntata di «Annozero» sull’in­chiesta di Bari. Direttamente dagli arresti domiciliari, l’imprenditore pugliese — accusato di corruzio­ne, cessione di cocaina e favoreg­giamento della prostituzione per aver reclutato ragazze da portare alle feste di Silvio Berlusconi — in­via una diffida ai vertici della Rai, al governo, al garante delle Comu­nicazioni e alla commissione par­lamentare di vigilanza «perché prendano provvedimenti riguar­do alla trasmissione del 24 settem­bre scorso e perché nella nuova trasmissione non vengano tenuti ulteriori comportamenti antigiuri­dici, in alcuni casi anche penal­mente rilevanti». Per ottenere il ri­sultato spende gli stessi argomen­ti già utilizzati dal premier e da nu­merosi esponenti del Pdl contro al­cune trasmissioni televisive del­l’azienda di Stato: «L’uso del dena­ro pubblico per perseguire fini di parte».

Il ricorso, firmato dai difensori di Tarantini Nico D’Ascola e Nico­la Quaranta, ricostruisce quanto avvenuto nell’ultima puntata. E stigmatizza «la lettura di un lungo brano dell’interrogatorio la cui pubblicazione su un quotidiano (il Corriere della Sera ndr ) era già stato oggetto di una specifica de­nuncia ». Poi sottolinea come «l’in­tervento del dottor Marco Trava­glio si è concretizzato in una sorta di assolo durato quasi dieci minu­ti e di altrettanto notevole durata è stata l’intervista rilasciata dalla signora D’Addario». Ed ecco l’accu­sa: «L’intera trasmissione ha segui­to una strada precostituita senza che vi fosse alcuna possibilità di ri­baltare o comunque modificare una sorta di realtà precostituita. Gli ospiti invitati per ragioni di par condicio , il dottor Maurizio Belpietro (direttore del quotidia­no Libero ndr ) e l’onorevole Italo Bocchino, non erano infatti in al­cun modo in grado di interloquire sulla posizione processuale del dottor Tarantini dal momento che la ignorano del tutto».

La tesi sostenuta per chiedere l’intervento delle autorità non la­scia sottintesi: «Quanto accaduto rende evidente la disinformazione e la strumentalità politica della tra­smissione e, di rimando, il contra­sto con la finalità del pubblico in­teresse che è propria della televi­sione pubblica. In altri termini, co­sì facendo, si finisce per utilizzare il denaro pubblico per fini di parte perseguiti mediante un’attività che è illecita nella parte in cui la trasmissione è retta su atti non co­noscibili e non pubblicabili».

Quale sia il timore dell’impren­ditore indagato Tarantini appare evidente quando nel ricorso si evi­denzia come «si è appreso che la nuova trasmissione sarebbe incen­trata su tali questioni, addirittura inscenando una sorta di rappre­sentazione teatrale con l’utilizzo di contenuti facenti parte di atti di indagine come alcune registrazio­ni ». Ma soprattutto quando si ri­corda che «Michele Santoro ha esplicitamente annunciato che nel­le successive puntate avrebbe ulte­riormente sviluppato l’argomento e in particolare avrebbe mandato in onda un ulteriore video con pro­tagonista la signora D’Addario, il quale ovviamente riguarda in ma­niera diretta la posizione proces­suale di Tarantini».

Più che mandare in onda un vi­deo, l’intenzione di Santoro è quel­la di intervistare personalmente la donna che ha rivelato di aver pre­so soldi per trascorrere una notte con il premier. I legali di Taranti­ni, stanno cercando di scongiura­re il pericolo.

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(Voltaire)

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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