CROCE, CROCIATE E CROCIFISSI
Non molto tempo fa la sentenza del giudice Mario Montanaro, del tribunale dell’Aquila, ha sancito che nella scuola del piccolo paese di Ofena, in Abruzzo, non dovesse essere più esposto un crocifisso per aula, come aveva chiesto Adel Smith, uno dei rappresentanti delle comunità islamiche in Italia che ha dei figli che frequentano la scuola del paese abruzzese. Subito, la condanna della Chiesa e del mondo politico non si è fatta attendere: molti hanno parlato “di attacco alle radici culturali dell’Italia”, e il ministro della giustizia, il leghista Castelli, ha mandato degli ispettori al tribunale del capoluogo abruzzese per controllare l’operato dei giudici. Le polemiche, però, non sono finite qui. Lo stesso presidente Ciampi ha detto, citando Benedetto Croce, le seguenti parole: «Il crocifisso è il simbolo dei valori che stanno alla base della nostra identità culturale. Dentro di noi, nessuno non può dirsi cristiano!». La condanna politica, quindi, è stata unanime, e persino esponenti della Sinistra hanno bollato la sentenza come “ingiusta e irresponsabile”.
L’Italia è l’unico paese europeo, a parte forse la Spagna e il Portogallo, ad avere ancora i crocifissi esposti nelle aule e ad avere addirittura una legge, del periodo fascista e non ancora abrogata, che prevede che in tutte le scuole ed in tutti i tribunali sia esposto per ogni aula un crocifisso. La stessa Francia, che ha una percentuale minore di cattolici dichiarati ma maggiore di cattolici praticanti rispetto all’Italia, dall’inizio del Novecento ha vietato l’esposizione di crocifissi o di immagini religiosi in locali pubblici: una Francia che, però, è il paese dove il principio di uguaglianza è stato coniato, dove con la rivoluzione francese il clero è stato giustamente perseguitato perché ricco di beni e alleato della monarchia, dove è nata una delle prime repubbliche del mondo. Purtroppo per noi, l’Italia non è la Francia. Non per questo, però, non abbiamo anche noi l’obbligo morale di rimuovere i crocifissi dai locali pubblici. Lo stato italiano, infatti, dal 1948 si dichiara uno stato laico, che non ha nessuna religione di stato e che accetta che qualsiasi religione venga praticata senza limiti, purché non vada contro il codice civile e penale del Paese. E allora, perché i crocifissi, simboli lampanti di una religione, vengono ancora esposti in locali appartenenti ad uno stato laico che dovrebbe impedire che essi vengano esposti? La verità è che il potere della Chiesa, che nella politica si fa sentire molto, si fa sentire ancora di più nella società civile. Per questo nessun partito si è azzardato, per non perdere voti, ad approvare la sentenza di Montanaro e l’ha invece condannata. Le ragioni della condanna sono però diverse fra loro. La destra di governo, ad esempio, nel suo classico stile filo – clericale e reazionario, si è scagliata contro il giudice abruzzese, parlando di sentenza “assurda, immorale, contro ogni principio etico”, mentre il Centro – Sinistra ha avuto voci diverse. I cattolici della Margherita hanno condannato la sentenza in maniera ferma, mentre i Democratici di Sinistra, ribadendo l’importanza della laicità dello stato, hanno detto che la sentenza è un regalo agli estremisti di entrambe le parti, cristiani e musulmani. Insomma, stiamo assistendo ad una crociata moderna. Una crociata che vede schierati, da una parte, le forze reazionarie e conservatrici del paese, che si fingono o sono realmente “bigotte” e che difendono simboli d’altri tempi, e dall’altra uomini che, giustamente, pur essendo una piccola minoranza, difendono la laicità dello stato in tutte le sue forme, dicendo che i simboli di una religione precisa non possono essere esposti in locali pubblici. Ecco, questi sono i due fronti che si sono sviluppati da tempo nel paese. Sinceramente, condivido il secondo pensiero, e credo che i crocifissi, che rappresentano una religione ben precisa, non possano stare in una scuola statale che si dichiara laica e che quindi, almeno a parole, dovrebbe vietare qualsiasi simbolo religioso.
Se proprio una persona ci tiene al crocifisso in maniera convinta, se l’appenda in casa sua. In casa sua, non in una scuola pubblica. Una scuola che è laica.
Fonte
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...