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"V"

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2011 10:10
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ABC


Il 3 novembre, nel giorno del primo anniversario della storica elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, è andata in onda sulla rete Abc una nuova serie televisiva.
Il titolo è "V", come Visitors, ed è una rivisitazione moderna e ben fatta di un telefilm di successo degli anni Ottanta.
La serie racconta l'arrivo sulla Terra di alieni extraterrestri apparentemente buoni, belli e meravigliosi, soprattutto capaci di parlare agli umani di speranza ("hope"), cambiamento ("change") e sanità per tutti ("universal health care").
La gente della Terra, dopo un primo momento di paura e maraviglia, si innamora dei Visitors.
I giovani, in particolare, diventano fan dei nuovi arrivati, cominciano a idolatrarli, a vestire come loro a graffitare di V i muri delle città. I Visitors sono molto cool, sexy e fighissimi. Nel mondo sconquassato dalla crisi economica, riescono a riaccendere improvvisamente l'ottimismo per il futuro. La V-mania ha tratti religiosi, profetici, messianici. Intorno alla leader dei Visitors, Anna, nasce un nuovo culto. E' bella, elegante, intelligente.
I suoi discorsi sono splendidi e i suoi collaboratori sono geni della comunicazione e dalla manipolazione del messaggio. Il messaggio in realtà è semplice: "Spreading hope", diffondere la speranza. La stampa terrestre si sdraia di fronte allo sguardo magnetico di Anna e quei pochi cronisti che osano avanzare qualche critica, o anche solo porre domande, vengono trattati come mentecatti dagli stessi colleghi. "Mostratele rispetto" urla uno dei giornalisti, subito dopo scelto da Anna come intervistatore ufficiale. C'è qualcuno, però, che mette in dubbio l'origine e le intenzioni dei V.
Ma la leader è telegenica, suadente, irresistibile e ripete agli umani che il cambiamento non arriva mai facilmente, perché le forze della reazione sono sempre pronte a fermare il progresso e la pace. Si scopre, però, che sia Anna sia i Visitors sono mostruosi lucertoloni spaziali, giunti sulla Terra per distruggere con l'inganno l'umanità. La serie originale era vagamente ispirata al romanzo di Sinclair Lewis "It can't happen here" del 1935 che raccontava la trasformazione di un presidente populista in dittatore fascista, sbriciolando la diffusa certezza dell'epoca che il nazismo non potesse mai arrivare in America.
La nuova serie Abc, invece, è accusata da giornali e blogger di non essere soltanto uno "show di astronavi" come molti altri, ma una precisa ed efficace allegoria dell'ascesa alla presidenza di Barack Obama. Non c'è solo la coincidenza del debutto televisivo con l'anniversario dell'elezione di Obama. I giornali hanno notato come il documentario della Hbo sull'entusiasmo per la vittoria di Obama, dal titolo "By the People", trasmesso in contemporanea con la prima puntata di "V", non sembrava molto diverso dalla V-mania raccontata dalla serie televisiva.
La leader dei Visitor è carismatica e parla come Obama, usa le stesse parole ad effetto e promette speranza, cambiamento e sanità per tutti. La passione scatenata tra i terrestri è simile a quella che ha consentito a Obama - un politico extraterrestre rispetto ai colleghi di Washington - di vincere contro tutto e tutti le primarie e poi le elezioni generali. Il ruolo della stampa al tempo dei Visitors è identico alla copertura da cheerleader riservata al neo presidente americano durante la campagna elettorale e la presa del potere.
Chi nella serie tv perde la testa per l'avvento dei Visitors ricorda l'irrazionale infatuazione dell'esercito degli obama-maniaci, così come gli oppositori clandestini degli alieni sembrano ispirati a quei gruppi che contestano legittimità, luogo di nascita e religione del presidente. E' questo il punto più controverso di "V".
I gruppi estremi dell'antiobamismo sostengono che dietro la maschera amichevole del presidente si nasconda un preciso piano di sovvertimento dei principi fondamentali della rivoluzione americana. Credono che Obama stia cercando di introdurre il socialismo o il nazismo in America e provano a svegliare tutti coloro convinti che "it can't happen here", che una cosa del genere non possa accadere in America.
Il produttore di "V" nega che questo sia l'obiettivo del suo show, ma le coincidenze sono troppe ed evidenti.



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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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