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Spoof card

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2009 18:53
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19/11/2009 18:53

Novità dagli Usa: spof! e ti rubo l’identità
Gli scherzi telefonici puniti con la galera
Con queste diaboliche card, chiami qualcuno e sul suo display appare il numero di un altro


Paris Hilton con le spoof card ha violato la segreteria telefonica dell' «amica» Lindsay Lohan

Spie come noi. È il titolo di un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Manhattan, rivista bimestrale di New York, uno dei tanti che sono stati scritti sul caso Ali Wise. Negli Stati Uniti se ne parla da giugno, da quando la trentenne newyorchese ex p.r. di Dolce & Gabbana è stata arrestata, con l’accusa di aver fatto ripetute telefonate fantasma ed essere entrata centinaia di volte nella segreteria telefonica della sua rivale in amore, Nina Freudenberger, per ascoltare i messaggi e cancellarne alcuni. Soprattutto quelli del suo ex, Josh Deutsch, fondatore della Downtown Records e attuale fidanzato della Freudenberger. La cosa sorprendente non è tanto l’accanimento con cui Ali Wise si è dedicata alla guerra virtuale contro l’ex e la fidanzata, né il fatto che rischia quattro anni di carcere per stalking, quanto che abbia potuto farlo grazie al semplice utilizzo di una card formato tessera. Una carta dall’aspetto innocuo e divertente, con un nome che ricorda l’onomatopea di un cartone animato, in vendita negli Stati Uniti da cinque anni e usata da 3 milioni di americani.

Da un mese, attraverso il sito internet è disponibile anche nel resto del mondo, Italia compresa.
Si chiama spoof card e invita a «essere chi vuoi essere»: chiamando un numero gratuito ed inserendo un pin precedentemente acquistato con 10 dollari (sì, tutto qui), è possibile scegliere quale numero far comparire sul telefono di chi chiamate. Abracadabra: qualsiasi numero. Non solo: si ha anche l’opzione di modificare la propria voce in modo irriconoscibile o, anche, di farla sembrare quella di una persona del sesso opposto. Ogni conversazione, oltretutto, può essere registrata. «È perfettamente legale» spiega Meir Cohen, ventottenne di origine israeliana che cinque anni fa ha creato la spoof card assieme a Eli Finkelman, suo amico “hacker nato”. Quel che rischia di essere illegale è l’utilizzo che si decide di farne. Nel 2007 una ragazza americana ha scelto di usare la spoof card per ricomparire nella vita di una “vecchia amica” chiamandola sul cellulare nel cuore della notte, e facendole credere che un uomo le stesse telefonando da dentro casa, mentre la stava «guardando dormire ». Uno scherzo da film horror, e un reato. Come quel tale che, fingendosi un sequestratore, ha convinto la polizia a fare irruzione nell’abitazione dei presunti ostaggi, facendo apparire sul display il loro numero di casa. Oggi non si possono più usare i numeri di telefono di banche, istituzioni, forze dell’ordine: Cohen è stato costretto a bloccarne lo spoofing a tutela della sicurezza. Ma tutto il resto è ancora possibile.

Il problema è che con una spoof card in mano ti senti come un bambino davanti a un barattolo di marmellata: puoi usarla per proteggere la tua privacy, o infilare il dito dove non dovresti. Un piacere misto a senso di colpa, irresistibile. Perché è facile cedere alla tentazione di entrare nelle segreterie telefoniche americane non protette da password, cui puoi accedere chiamando il tuo destinatario con il suo stesso numero. Dopotutto lo ha fatto anche Kim Kardashian nel suo reality show Keeping up with the Kardashians, per controllare se il fidanzato di sua sorella stesse ricevendo telefonate da altre. Può andarti bene come a Paris (Hilton), che per fare i dispetti alla sua amica Lindsay (Loan) ha ascoltato ed eliminato alcuni suoi messaggi vocali: una volta scoperta, le è stato semplicemente sospeso il servizio. Ma può anche andarti male, visto che è inequivocabilmente reato, soprattutto se ti fai prendere la mano come è successo ad Ali Wise. Puoi chiamare una persona che non vuole parlarti, costringendola a risponderti perché le telefoni dal numero del suo datore di lavoro, o di sua moglie. Puoi chiamare la tua migliore amica con una voce femminile diversa, fingendo di essere l’amante del suo ragazzo, e farle prendere un colpo. Puoi perfino chiamare con il numero del tuo uomo la donna che temi sia la tua rivale, per vedere come ti risponde al telefono. Che risponda «amore» o no, sappi che comunque tu stai rischiando. Grosso.

Assia Baudi di Selve
19 novembre 2009

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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