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«Berlusconi sarà indagato per mafia» e Cosentino per Camorra

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2010 00:37
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25/11/2009 16:25

Fini: «è un problema di Etica Pubblica»
Nel mirino le dichiarazioni di Spatuzza.
E su Cosentino (presunto camorrista candidato a Governatore della Campania) il PdL fa quadrato: «Va difeso»

«Berlusconi sarà indagato per mafia
E gli porteranno via il patrimonio»


Il Giornale di Feltri: complotto dei magistrati contro di lui. Gasparri: accuse farneticanti, uso politico dei pentiti


NOTIZIE CORRELATE:

«Io, i Graviano e i politici». Il verbale del pentito Spatuzza
(21 novembre 2009)


Mafia, dalla Sicilia e da Firenze nuove insidie sul Cavaliere
(17 novembre 2009)


ROMA - «Dalla Sicilia in arrivo un avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno. Subito dopo gli verrà requisito l'intero patrimonio. Per la legge, infatti, basta il sospetto». L'annuncio lo dà Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, che nell'edizione di oggi titola a tutta pagina: «Sequestrare il tesoro di Silvio».

LE DICHIARAZIONI DI SPATUZZA - L'anticipazione del quotidiano di Vittorio Feltri è legata alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, braccio destro dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, che chiamano in causa il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, grande amico di Berlusconi e già al vertice di Pubblitalia, la società che raccoglie pubblicità per il gruppo Mediaset.
Il sospetto del giornale è che i magistrati possano attaccarsi al solo «sospetto» di rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra per coinvolgere anche il premier con l'accusa di «concorso esterno» in associazione mafiosa.
Un passaggio che, è l'analisi, potrebbe poi portare al sequestro dei beni patrimoniali di cui il Cavaliere non fosse eventualmente in grado di spiegare la provenienza e che potrebbero essere dunque attribuiti, nelle accuse, ad attività legate alle organizzazioni criminali. Un impianto, questo, fa notare il quotidiano di Feltri, che non terrebbe conto di ricostruzioni analoghe, sempre con Berlusconi nel mirino, che sarebbero però già state smontate in altri processi. Negli ultimi tempi le accuse di Spatuzza hanno portato a indicare Berlusconi come il referente della mafia ai tempi delle stragi del 1992-'93.

«ACCUSE FARNETICANTI» - Della vicenda ha parlato anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «Leggiamo troppe cose strane, continua l'uso politico dei pentiti» ha commentato rispondendo a Maurizio Belpietro che su Canale 5 gli chiedeva se sia in arrivo una nuova offensiva giudiziaria contro Berlusconi o altri esponenti del centrodestra. «Vediamo Ingroia che gira i programmi televisivi e le manifestazioni di un partito fondato da un ex magistrato per lanciare strali intollerabili contro il governo - ha aggiunto -. Riteniamo ci sia in atto una offensiva politica di alcuni militanti della sinistra che sono dentro la magistratura e privilegiano la loro appartenenza politica all'esercizio corretto delle loro funzioni». Per Gasparri ci sono alcuni pentiti «come un tale Spatuzza che, probabilmente sollecitati a farlo, fanno accuse farneticanti, dicendo di avere sentito e dedotto qualcosa, quando su alcune vicende storiche e fatti di mafia ci sono state sentenze e accertamenti».

LA NOTA - Intanto Palazzo Chigi, attraverso una nota, puntualizza la propria posizione sulle voci di soppressione della norma sul concorso esterno in associazione mafiosa: «Circolano voci false, originate da alcuni giornali, in merito alla volontà del presidente del Consiglio di modificare la norma che ha consentito di arrivare al concorso esterno in reati di mafia. Si tratta di voci false, tendenziose e destituite di ogni fondamento«. Palazzo Chigi poi prosegue: «Ci troviamo di fronte ad un comportamento molto pericoloso, perché si basa su voci inventate sì, ma che potrebbero addirittura favorire il fenomeno criminale. Queste falsità sono tanto più gravi se rivolte contro un Presidente del Consiglio ed un governo che hanno fatto della lotta alla criminalità mafiosa uno dei punti qualificanti della loro attività».

IL CASO COSENTINO - Un altro fronte riguarda il caso del sottosegretario Cosentino, accusato dalla procura di Napoli di concorso esterno in associazione camorristica.
Lunedì, nel corso dell'incontro nella sala Buzzati del Corriere per la presentazione del suo libro «Il futuro della libertà», il presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva parlato della opportunità di certe candidature:
«Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato,
anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria.
È un problema di opportunità e di etica pubblica».

Ma oggi, dalle colonne di Libero, il vice capotruppo dei senatori pidiellini al Senato, Gaetano Quagliariello, spiega il perchè della necessità di fare quadrato attorno a Cosentino: «Non possiamo mettere il governo nelle mani dei pentiti. Se non reagiamo adesso, rischiamo di essere travolti in futuro: il caso Cosentino può essere l'anticipazione del caso Spatuzza». Oggi in aula sarà votata la sfiducia contro il sottosegretario e Quagliariello invita i suoi a votare compatti a favore dell'esponente di governo perchè, spiega, «questo è un voto preventivo per impedire che il pentitismo sia usato a fini politici».


Corriere della Sera - 25 novembre 2009

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25/11/2009 19:16

SEGNATEVI QUESTA DATA: 4 DICEMBRE,
DOPODICHé NULLA SARà COME PRIMA
- Spatuzza sparla al processo Dell'Utri
(il giorno prima va in onda 'Annozero' su berlusconi mafioso e stragista)
- E guarda caso, il giorno dopo, sabato, è il giorno della grande manifestazione dipietrista, intitolata “No-B day”,
dove la B è facile capire per cosa stia...


Laura Cesaretti per Velino.it


C'è un'atmosfera di grande attesa attorno alla data del 4 dicembre prossimo,
col debutto dell'ormai celeberrimo pentito Spatuzza al processo Dell'Utri.
Guarda caso è un venerdì: il giorno prima va in onda Annozero, ed è facile immaginare che la trasmissione di Santoro non mancherà l'occasione di anticipare l'evento e di alimentare la suspence. E guarda caso, il giorno dopo è sabato, il giorno della grande manifestazione dipietrista, intitolata "No-B day", dove la B è facile capire per cosa stia.


Gaspare Spatuzza

Una concatenazione di coincidenze, magari appunto del tutto casuale, ma che sembra fatta apposta per lanciare una grande kermesse mediatica con al centro l'ultimo,
orripilante sospetto: il premier mafioso. E pure stragista.
Per chi aveva finito per alzare le spalle annoiato alla milionesima riproposizione delle dieci domande di D'Avanzo sul premier maniaco sessuale, il richiamo all'ordine sarà perentorio.

E nel Palazzo si è diffusa rapidamente la sensazione che dopo il 4 dicembre nulla potrà più essere come prima.
Annusata l'aria il PD, con Bersani, continua a non aderire formalmente alla manifestazione di Di Pietro, ma inizia però a sdoganarla:
non è una manifestazione "di partito"
, ragiona, chi l'ha lanciata ha opportunamente fatto "un passo indietro", e comunque le sue parole d'ordine sono compatibili con quelle del Pd e dunque se tanti democrat ci andranno non c'è niente di male.


Marcello Dell'Utri

E l'editoriale del Corriere di oggi annuncia
il "tramonto del bipolarismo", incarnato dalla "parentesi dell'era berlusconiana".


Repubblica intanto già avverte con gran clamore che il processo breve sta per passare in cavalleria, davanti all'urgenza di porre un'argine al nuovo, estremo pericolo: a Palazzo Chigi, spiega, si sta studiando in tutta fretta uno "scudo al Cavaliere per i reati di mafia", per salvarlo dai "processi di domani"
mettendo mano al concorso esterno in associazione mafiosa, il 416bis.


Figura di reato che, secondo illustri penalisti, è un "mostro giuridico",
il "parto di una fantasia accusatoria senza limiti", e che per altro ha già dato pessima prova giurisprudenziale di sé in altri grandi processi politici (da Andreotti a Carnevale).
Ma che intanto sta ancora lì, pronto all'uso.

Spatuzza, come annuncia da settimane il tam tam giudiziario, dirà che
Berlusconi aveva stretto un patto con la mafia stragista dei Graviano,
ben prima della discesa in campo ufficiale
,
per prendere il potere e spartirlo equamente,
da buoni fratelli, con Cosa Nostra...


Pier Luigi Bersani


Laura Cesaretti per Velino.it [25-11-2009]

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01/12/2009 17:51

«Spatuzza può aprire scenari da bomba atomica».
portavoce: cose dette anche in pubblico
Fini e il fuori onda su Berlusconi: «Confonde consenso con immunità»
Registrata a Pescara una conversazione privata tra il presidente della Camera e il procuratore Trifuoggi


MILANO - Berlusconi «confonde il consenso popolare, che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo: magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento. Siccome è eletto dal popolo...». Lo ha detto il Gianfranco Fini, in un fuori onda (rilanciato da Repubblica.it) registrato all'insaputa del presidente della Camera. Fini parla con il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, seduto accanto a lui, in occasione della giornata conclusiva del Premio Borsellino, il 6 novembre scorso a Pescara, non sospettando minimamente che i microfoni del tavolo della presidenza fossero aperti e registrassero la conversazione privata. «Il fuori onda rilanciato da alcuni siti internet dà conto della coerenza delle opinioni del presidente della Camera dei deputati, allorquando, al di là dei toni colloquiali ed informali, dice in privato esattamente quanto afferma poi pubblicamente» ha spiegato in una nota Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera.

«IN PRIVATO GLI HO DETTO: "STATTE QUIETO"» - Nella conversazione con Trifuoggi Fini si riferisce ancora a Berlusconi quando dice: «Io gliel'ho detto. Confonde la leadership con la monarchia assoluta. Poi in privato gli ho detto: ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi "statte quieto" » aggiunge il presidente della Camera replicando così a una battuta del procuratore che si riferisce a Berlusconi con queste parole: «È nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano».

«SPENGA L'INTERRUTTORE AL GOVERNO» - Antonio Di Pietro
è il primo a commentare il fuori onda di Fini. «Prendo atto con soddisfazione che Fini dice in privato ciò che l’Italia dei Valori dice in pubblico e cioè che abbiamo a che fare con un imperatore alla maniera di Nerone che gode vedendo il nostro Paese bruciare» ha detto il leader Idv.
«Ci auguriamo - ha aggiunto l'ex pm - che anche Fini passi dalle parole ai fatti e spegnere l’interruttore di questa legislatura e di questo governo prima che sia troppo tardi».

SPATUZZA - Con Trifuoggi Fini parla anche delle ultime rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza.
«Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza, può aprire scenari... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica» afferma il leader di Montecitorio. «Lei lo saprà - dice il numero uno di Montecitorio al suo interlocutore - ma Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro degli interni...Uno è vicepresidente del Csm, l’altro è presidente del Consiglio». E al suo procuratore che osserva che comunque le indagini vanno fatte, la terza carica dello Stato risponde: «No, ma ci mancherebbe altro».

BATTUTE SULL'IMMORTALITÀ - Seduto accanto a Trifuoggi a Pescara, Fini scherza anche con il suo interlocutore. L'occasione gliela dà un passaggio del discorso di Aldo Pecora, portavoce del movimento antimafia "Ammazzateci tutti": «Noi siamo di passaggio, qua nessuno è eterno, non si vive in eterno», dice il giovane. Allora Fini commenta: «Se ti sente il presidente del Consiglio si incazza...». «Qualche giorno fa - aggiunge ancora il presidente della Camera nel "fuori onda" - rileggevo un libro sull'Italia giolittiana e a Giolitti, che era considerato il ministro della malavita, un oppositore disse: '"ei rappresenta lo stato... participio passato del verbo essere". Efficace, no?». «Potrebbe essere riesumata», replica il magistrato. «Infatti non escludo di farlo, citando la fonte... prima o poi lo faccio», conclude il presidente della Camera.


Corriere della Sera - 01 dicembre 2009

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01/12/2009 23:56

Fuorionda Fini,Pdl: ora chiarimenti
"Ancora d'accordo su nostro documento?"


"Non commentiamo i fuorionda. Tocca ora al presidente della Camera spiegare il senso delle sue parole rese note da Repubblica Tv". E' quanto afferma il portavoce del Popolo della Libertà, Daniele Capezzone, al termine di un incontro tra i vertici del Pdl. "Nell'ultimo ufficio di presidenza ci siamo espressi all'unanimità sull'uso politico della giustizia", ha aggiunto, ora Fini ci dica se è ancora d'accordo con quelle ragioni.


In una conversazione con un magistrato, registrata il mese scorso a sua insaputa durante un convegno, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha definito le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che accusa il premier Silvio Berlusconi di essere stato colluso con la mafia, una potenziale "bomba atomica" e doverosa la ricerca di riscontri.

Fini ha poi detto che Berlusconi confonde la leadership con la monarchia assoluta e di avergli consigliato di "stare quieto". Le parole di Fini hanno provocato una reazione critica nel Pdl - il partito di centrodestra in maggioranza, in cui sono confluiti sia Forza Italia che An - che questa sera, per bocca del portavoce Daniele Capezzone, ha detto che "tocca ora al presidente della Camera spiegare il senso delle sue parole", come riferiscono alcuni media.

Il 6 novembre scorso il presidente della Camera partecipava a Pescara alla giornata conclusiva del "Premio Borsellino" e dal palco discuteva con il procuratore Nicola Trifuoggi, seduto accanto a lui, non accorgendosi che i microfoni erano aperti.

La conversazione avveniva mentre al pubblico rivolgeva un discorso Nino Di Matteo, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia di Palermo. "Il riscontro delle dichiarazioni di (Gaspare) Spatuzza... speriamo che lo facciano con uno scrupolo... perché è una bomba atomica", dice Fini nel fuorionda. Alla replica di Trifuoggi, che in questo caso non ci si può permettere il minimo errore, Fini aggiunge: "Sì, perché non sarebbe solo un errore giudiziario, è una tale bomba che... lei lo saprà .. Spatuzza parla apertamente di (Nicola) Mancino, che è stato ministro degli Interni, e di ... uno è vice presidente del Csm e l'altro è il Presidente del Consiglio".

Trifuoggi osserva: "Però comunque si devono fare queste indagini". E Fini: "Ci mancherebbe altro". Parlando direttamente di Berlusconi, poi aggiunge: "No ma lui, l'uomo, confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di... qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... siccome è eletto dal popolo". "Ma io gliel'ho detto... confonde la leadership con la monarchia assoluta.... poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi statte quieto".

Spatuzza davanti ai magistrati della procura di Firenze, che hanno riaperto grazie anche alle sue dichiarazioni l'indagine, archiviata nel 1998, sulle stragi di mafia del 1993, ha parlato di contatti fra i suoi capi e la politica. In particolare, in un verbale del giugno 2009 -- stralci del quale sono stati pubblicati in questi giorni da diversi quotidiani e sono stati confermati a Reuters da fonti giudiziarie -- il pentito racconta di un incontro con il suo capo, il boss condannato all'ergastolo Giuseppe Graviano, a Roma nel gennaio 1994, nel quale gli venne detto che "tutto è chiuso bene con i politici, abbiamo ottenuto quello che cercavamo" e che la loro controparte era rappresentata da Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri. La procura di Firenze ha smentito che Berlusconi e Dell'Utri siano indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi, mentre il premier ha definito le accuse "infondate e infamanti".

La conversazione di Fini avveniva dopo che la corte d'Appello di Palermo aveva deciso di sentire Spatuzza al processo contro Dell'Utri, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La deposizione di Spatuzza avverrà il 4 dicembre. Il portavoce di Fini ha precisato in una nota diramata in serata che il presidente della Camera si riferiva ai resoconti giornalistici delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, "in ordine alle quali intendeva sottolineare, a garanzia delle istituzioni, la necessità di riscontrare con il massimo scrupolo l'attendibilità delle loro parole". Su Mancino, riferiscono diversi media, Spatuzza avrebbe detto ai magistrati che era coinvolto nelle presunte trattative tra apparati dello Stato e mafia dopo la strage di Capaci, del 23 maggio 1992, in cui fu ucciso il magistrato Giovanni Falcone. "Ignoro il contenuto delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza sul mio conto", ha commentato il vicepresidente del Csm in un comunicato. "Ribadisco l'assoluta mia estraneità ad ogni forma di coinvolgimento nella presunta trattativa Stato-mafia, che, se avvenuta, non è stata mai portata alla mia conoscenza".

Fini a Ballarò: "Premier non c'entra con mafia, non devo scuse"
"Sono convintissimo che Berlusconi non c'entri nulla con la mafia". Lo afferma il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Ballaro'. "Dico le stesse cose in privato ed in pubblico - dice Fini - non perdo la fiducia nella magistratura: le dichiarazioni dei pentiti devono avere dei riscontri". La terza carica dello stato ha pero' anche sottolineato: ''non perdo fiducia nella magistratura. Penso a Falcone e Borsellino e a tutti gli altri giudici caduti sotto i colpi della mafia con tutti gli errori che possono commettere meritano la nostra totale fiducia, perche' altrimenti dovrei perdere fiducia nella nostra democrazia''. "Sono presidenzialista da quando Bondi militava nel Pci - ha detto ancora Fini-. Ma il Presidente eletto dal popolo ha il dovere di rispettare gli altri poteri: l'ordine giudiziario, il parlamento, la Corte Costituzionale, le altre magistrature. Quindi non ho nulla da chiarire e non cambio opinione. Dico le stesse cose nel pubblico e nel privato".

Fonte: tgcom

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02/12/2009 13:09

Fini interviene telefonicamente a Ballarò


TENSIONE TRA ALLEATI

PdL alle prese con il nodo Fini
Scajola: non segue la linea


Il presidente della Camera: «Non ho nulla da chiarire. Io, super partes»

12:48 POLITICA
Botta e risposta in tv con Bondi dopo le polemiche: «Il premier ha il diritto di governare ma deve rispettare le Camere e gli altri poteri»

Il Fuori Onda

Gasparri: deve ancora chiarire

Di Pietro: mai incontrato

FareFuturo: «L'obiettivo è colpire il Presidente della Camera»

L'ira di Berlusconi: «Chiarisca o non voglio più vederlo»
Di Caro

Un «incidente» che rischia di isolarlo di più
di M. Franco


Marcegaglia: «La politica recuperi il senso della misura»


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02/12/2009 15:46



LE POLEMICHE dopo il FUORiONDA del presidente della camera

Scajola: «Fini fuori dalla linea del Pdl»
Il ministro:«Ognuno deve mantenere la propria coerenza fino in fondo».
Stracquadanio: «Non è più credibile»



ROMA - I toni sono ancora più accesi. All'indomani delle polemiche suscitate dalle frasi pronunciate da Gianfranco Fini durante un fuori onda («Berlusconi confonde il consenso con l'immunità»), all'interno del Pdl si moltiplicano le critiche e gli attacchi al presidente della Camera. Dopo la nota ufficiale del partito (che chiedeva un chiarimento all'ex leader di An) e la telefonata di Fini a "Ballarò" («non ho nulla da chiarire: sono convinto che Berlusconi non c'entra nulla con la mafia, ma deve rispettare gli altri poteri»), è Claudio Scajola a puntare il dito contro certi «distinguo» che sono ormai «fuori dalla linea del partito». Le dichiarazioni di Fini, spiega il ministro dello Sviluppo Economico, «dimostrano una volontà e un'azione diversa dalla considerazione e dalla linea del Pdl: credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo». Anche il parlamentare del Pdl Giorgio Stracquadanio, sul quotidiano on line «Il predellino», afferma che nel «comportamento di Fini» c'è «una superficialità dell'atteggiamento mista a un arroganza politica da annichilirne la credibilità non tanto di aspirante leader politico quanto di interprete del ruolo di garanzia che spetta al presidente della Camera». Non manca, comunque, chi prova a gettare acqua sul fuoco. Come Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Fini e Berlusconi rappresentano la più solida coppia politica italiana - afferma - e nonostante un momento di evidente difficoltà interne al Pdl, hanno il dovere verso gli elettori di ricreare un clima di armonia e collaborazione teso al consolidamento del centrodestra e al buongoverno del Paese». Il Guardasigilli, Angelino Alfano, spera «che se equivoci ci sono si superino, perché il Pdl è figlio di una grande intuizione che non va dispersa ma valorizzata».

BONDI - Sandro Bondi, presente martedì sera a «Ballarò», torna invece sull'intervento in diretta di Fini. «Mi ha particolarmente amareggiato - spiega -. Dal 1992 ad oggi, è accaduto che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani attraverso una evidente e drammatica persecuzione ai danni del leader di Forza Italia, prima, e del Pdl, ora.»È anche per queste ragioni che una persona come me, proveniente dalla storia del Pci, che Gianfranco Fini ha giustamente ricordato, non poteva e non può riconoscersi nel giustizialismo che la sinistra ha abbracciato in Italia come sostitutivo dell'ideologia e come scorciatoia per conquistare il potere senza aver portato a compimento, ancora oggi, un necessario rinnovamento politico e culturale. Ed è la stessa ragione - conclude Bondi - per cui da Fini mi sarei aspettato parole che fugassero la sgradevole impressione che non si può non ricavare dalla sua conversazione con il procuratore della Repubblica di Pescara».

FINI - Lo stesso Fini, durante la cerimonia in ricordo di Nilde Iotti a dieci anni dalla sua scomparsa, ricordando il suo «esempio di imparzialità e di equilibrio», ribadisce che «essere super partes non significava rimanere estranei al confronto delle opinioni. La cultura democratica si fonda, a ben vedere, sul confronto delle idee. È da lì che viene la capacità di dialogo e di ascolto». E a difendere il presidente della Camera è il «finiano» Fabio Granata, deputato del Pdl: «Cadono le braccia. È in atto un'operazione di delegittimazione nei confronti del presidente della Camera e di noi che stiamo con lui ad opera di una parte del Pdl, della quale non fa parte Berlusconi, ma dei cosiddetti ultrà. Meraviglia che tra questi ci siano dirigenti politici che devono tutto a Fini e che ora si caratterizzano per malafede intellettuale».

BERSANI - Sempre a margine della commemorazione in ricordo di Nilde Iotti a Montecitorio, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta le tensioni nella maggioranza: «Il centrodestra è in una confusione micidiale e queste sarebbero chiacchiere se non fosse che c'è una totale paralisi del governo in campo economico e le misure si stanno rivelando aria fritta». «Il Pd dal canto suo - sostiene Bersani - deve dare un messaggio al paese molto chiaro: mettere al centro i temi del lavoro, essere pronto a modernizzare il sistema istituzionale e un fermo no alle leggi ad personam per risolvere i problemi di una sola persona».

«FUORI DAL PDL, SI DIMETTA» - La vicenda ha dato lo spunto al Giornale per un nuovo affondo contro Fini ormai da diverso tempo nel mirino del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. «Fini è nudo» esordisce l'articolo a firma di Vittorio Macioce che già dal titolo è decisamente esplicito: «S'è tradito, chiarisca o si dimetta». «A questo punto non c'è più altro da dire - si legge nell'apertura del quotidiano della famiglia Berlusconi -, Niente alibi, niente sospetti. Non servono le supposizioni. (...) L'attore si toglie la maschera e mostra il suo vero volto. È l'ora della verità e per Gianfranco Fini è arrivata». Non solo: «Fini da tempo sta giocando un'altra partita. Il Pdl non è più il suo progetto». E ancora: «Fini è l'uomo dell'Enola Gay, della bomba atomica giudiziaria, della scissione dell'atomo politico. Finalmente e così sia». Libero, altro giornale vicino al Pdl, con un gioco di parole sull'accaduto parla invece di un Fini «ormai fuori onda». Per il direttore Maurizio Belpietro, da quelle frasi «si capisce che il presidente della Camera ha fretta di archiviare Berlusconi e spera che una mano gliela dia la magistratura con il solito pentito». Belpietro arriva ad attribuire a Fini «un sentimento di rancore a lungo covato e una voglia di berlusconicidio nascosta a fatica». Poi la conclusione: «La terza carica dello Stato continuerà a cavalcare fuori onda, alla larga da Berlusconi. Ma non andrà lontano».

LA DIFESA DEL «SECOLO» - Prende invece le difese di Fini il quotidiano «il Secolo», già organo ufficiale di An. In un pezzo titolato «Complotti inventati e tradimenti veri», il giornale rileva che «certe cose sembrano l'ultimo atto di una manovra di strumentalizzazione che giunge ora al tentativo di processo a Fini»«Siccome è chiaro che nessuna linea è stata messa in discussion - sottolinea Flavia Perina, direttrice del giornale e deputata del Pdl - quello che si dovrebbe spiegare è altro. Chi ha interesse a forzare la polemica oltre a ciò che è legittimo? Non amiamo la dietrologia, ma qua è evidente l'obiettivo: esasperare Fini e sospingerlo altrove a forza di provocazioni».



Corriere 02 dicembre 2009


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02/12/2009 22:31

Non sarei così sicuro che il "fuori onda" fosse così fuori onda o voluto!

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Re:
Master20013, 02/12/2009 22.31:

Non sarei così sicuro che il "fuori onda" fosse così fuori onda o voluto!




No, perchè? Cosa te lo fa pensare? [SM=x44466]
Del resto Fini non ha fatto altro che ripetere ciò che aveva già detto pubblicamente in altre occasioni,
come ad es. al recente incontro dei dirigenti del PDL a Gubbio...

Strano che nel PdL siano pochi ad aver l'onestà intellettuale,
oltre che il coraggio, per dire che "il re è nudo" [SM=x44464]



Fini fuorionda su Berlusconi
'Confonde consenso con immunita''
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TEST PER LA MAGGIORANZA

Cosentino: «Intercettazioni irrilevanti»
FLI ha deciso: voterà sì all'uso delle intercettazioni

L'ex Sottosegretario alla vigilia del voto: l'Aula decida liberamente. Il PDL: guerriglia inaccettabile

Nicola Cosentino (Fotogramma)
Nicola Cosentino, PDL (indagato per Camorra)
MILANO - Nicola Cosentino è tranquillo alla vigilia del voto alla Camera sull'uso delle sue intercettazioni. «Non ho detto che sono d’accordo» ha spiegato il deputato del Pdl, ma «mi rimetto all’Aula, senza vincoli di schieramento». «Chiederò all'Aula di valutare liberamente» ha aggiunto l'ex sottosegretario, sottolineando che, nel merito, «quelle intercettazioni sono irrilevanti». Poi il coordinatore del PDL in un'intervista al Tg2 alla domanda se accetterebbe di sacrificarsi, se glielo chiedesse Berlusconi, risponde: «Il presidente potrà chiedermi di tutto, qualsiasi sacrificio c'è da fare se è nel bene del Paese io lo faccio, se sono un problema e penso di non esserlo, non esiterei anche a farmi da parte». «Mi pare di capire - dice ancora l'ex sottosegretario - che la questione è solo di alcuni che hanno aderito al gruppo di Fli. È una polemica politica, una lotta politica che però viene strumentalmente utilizzata anche su altri fronti».

I FINIANI - Gli uomini di FLI non hanno dubbi. Il gruppo dei finiani alla Camera voterà sì alla richiesta di uso delle intercettazioni per l'ex SottoSegretario. In attesa del voto del 28 settembre sui 5 punti programmatici del governo, quello in programma mercoledì pomeriggio a Montecitorio rappresenta un test anticipato per la maggioranza. I deputati sono chiamati infatti a dire sì o no all'uso di 46 intercettazioni telefoniche tra Cosentino e alcuni imprenditori accusati di essere legati alla Camorra.

L'UDC E DI PIETRO - Nel frattempo, l'Unione di Centro ha fatto sapere che voterà alla Camera l'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di Nicola Cosentino. E, attraverso una nota, il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha avvertito: se UDC e FLI negheranno l’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni nei confronti di Cosentino, «sono politicamente complici».

Redazione online
21 settembre 2010
(ultima modifica: 22 settembre 2010)


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23/09/2010 00:25

La casta lo ha salvato ...

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23/09/2010 00:37

Cosentino, no uso intercettazioni
Camera vota contro autorizzazione


L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni a carico dell'ex sottosegretario Nicola Cosentino (Pdl), approvando la relazione di maggioranza della Giunta. I sì sono stati 308, i no 285. I presenti alla votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, erano 593.


Della Vedova: "Fli ha votato sì"
Il gruppo dei finiani alla Camera ha votato sì alla richiesta di uso delle intercettazioni per l'ex sottosegretario Nicola Cosentino. "Evidentemente ieri non parlavo a titolo personale...", ha commentato il finiano Fabio Granata che aveva preannunciato tale indirizzo del gruppo di Fli. "Non esistono motivi per respingere la richiesta del gip di Napoli", ha chiarito il vicecapogruppo dei finiani a Montecitorio, Benedetto della Vedova. Il voto sulla richiesta di usare le intercettazioni contro Cosentino "non è e non può essere legato a un vincolo di maggioranza", ha spiegato in Aula alla Camera, Della Vedova. Il vicecapogruppo ha precisato che questo non vuol dire togliere il sostegno al governo perché "i deputati di Fli si sentono tutti senza eccezioni vincolati dal patto elettorale del 2008 e il sostegno all'esecutivo non è in discussione e non lo sarà fino all'ultimo momento di vita del governo".

Paolini: "La Lega vota no"
Anche la Lega, pochi minuti prima del voto, ha reso noto il suo orientamento, annunciando che avrebbe votato a favore della proposta della Giunta della Camera di negare l'uso delle intercettazioni del deputato del Pdl Nicola Cosentino. Lo ha detto in Aula a Montecitorio il deputato del Carroccio Luca Paolini.

Bonaiuti: "Con assenti superata quota 320"
"Avevamo detto che eravamo tranquilli e sereni e il voto di oggi lo conferma perché se sommiamo quelli dei nostri che erano assenti o in missione si vede che abbiamo tranquillamente superato quota 320". Così Paolo Bonaiuti, sottosegretario e portavoce del Premier, al termine del voto sull'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di Nicola Cosentino ha commentato l'esito in Aula.

Capezzone: "Autogol da Fli"
"Da parte del gruppo Fli è venuto un autogol, oltre che una scelta politica discutibile e sbagliata". Lo ha detto il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, specificando che "la maggioranza Pdl-Lega si è dimostrata salda e ampia, contrariamente alle speranze e ai calcoli sbagliati di qualcuno".

Fonte: tgcom

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