testimone di un secolo, giornalista eccellente, inviato nella cronaca e nella storia
era Nato a Catania 87 anni fa
È morto Igor Man, grande firma e appassionato del mondo arabo
La Federazione della stampa:
testimone di un secolo, un giornalista eccellente, inviato nella cronaca e nella storia
MILANO - È morto Igor Man, uno dei più noti giornalisti italiani.
Nato a Catania 87 anni fa, vero nome Igor Manlio Manzella, era figlio del giornalista e scrittore Titomanlio Manzella e di una nobildonna russa.
Studioso delle religioni e appassionato in particolare di mondo arabo e Medio Oriente, ha lavorato al quotidiano La Stampa fin dal 1963, quando era direttore Giulio de Benedetti.
Ha intervistato personaggi simbolo del Novecento, come John Fitzgerald Kennedy, Nikita Khrusciov, Che Guevara, Gheddafi, Khomeini, Yasser Arafat e Shimon Peres.
OPERE E RICONOSCIMENTI - Le sue opere:
«Diario arabo. Tra il
serio della guerra e il sacro del Corano» (Bompiani, 2002),
«L'Islàm dalla A alla Z. Dizionario di guerra scritto per la pace» (Garzanti, 2001),
«Il professore e le melanzane e altri racconti» (Rizzoli, 1996),
«Gli ultimi cinque minuti. Cronache con forma di racconto» (Sellerio, 1992).
Ha avuto molti riconoscimenti:
nel 2000 ha vinto il premio di giornalismo Saint-Vincent alla carriera
e nel 2001 è stato insignito del titolo di Grande ufficiale dell'ordine al merito della repubblica italiana dal presidente Ciampi;
quest'anno ha ricevuto il premio America della Fondazione Italia-Usa.
NAPOLITANO: IMPEGNO CIVILE - Il presidente Napolitano ha espresso intensa commozione per la morte di Igor Man, definendolo nel messaggio alla famiglia
«giornalista e scrittore di altissimo livello professionale e impegno civile». «Ha fortemente contribuito alla formazione di una ben informata e responsabile opinione pubblica sui grandi temi della politica internazionale e dell'evoluzione mondiale - scrive Napolitano -.
Restano incancellabili nella mia memoria le occasioni di incontro che, in modo particolare negli ultimi anni, mi hanno permesso di cogliere la sempre straordinaria vitalità del suo pensiero e di constatare la profondità del nostro comune sentire».
I FATTI PRIMA DI TUTTO - Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa, lo ricorda così:
«Era il testimone di un secolo, un giornalista di eccellenza, un grande inviato nella cronaca e nella storia di un mondo vissuto e conosciuto in profondità.
I fatti prima di tutto, raccontati con sapienza avendone prima penetrato tutti i risvolti,
affinché chiunque potesse avere accesso vero anche alle vicende più complesse di geopolitica, di politica internazionale, di cronaca.
Comprendeva subito come anche episodi che per taluni potevano apparire secondari fossero destinati a incidere profondamente nel corso della storia.
Eppure è rimasto sempre radicato alle sue terre:
la Sicilia di nascita, Torino di adozione, l'Italia.
Oggi lo ricordiamo con ammirazione».
18 dicembre 2009
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.