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Crolla palazzina nell'Agrigentino

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2010 11:35
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25/01/2010 11:30

Un bambino estratto vivo, le due sorelline morte

AGRIGENTO

«Stavo chiamando i miei figli per andare a scuola, quando tutto ci è crollato addosso. Abbiamo perso tutto, le nostre figlie, povera la mia famiglia». È l’immagine che ritorna ossessiva nella testa di Giuseppe Bellavia, il padre delle due bimbe morte nel crollo della loro casa in piazza del Carmine, a Favara (Agrigento). Quando l’edificio si è sbriciolato Marianna, Giovanni e Chiara Pia Bellavia, rispettivamente di 14, 11 e 4 anni, stavano ancora dormendo. La casa è crollata quasi piegandosi su un lato, ecco perchè Giuseppe e la moglie Giuseppina Bello sono rimasti pressochè illesi, mentre le macerie hanno sepolto la zona dove vi erano le camere da letto dei ragazzi. Il crollo è avvenuto poco dopo le 7. Le cause sono quasi certamente dovute a un cedimento strutturale dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana. La palazzina era fatiscente, come altri edifici del centro storico in parte evacuati. «Pensavamo a un terribile terremoto», ha detto un geologo che ha assistito alla scena. «Noi avevamo chiesto un alloggio popolare - aggiunge l’uomo, insieme ai suoi parenti, tutti radunatisi tra il reparto di Pediatria del San Giovanni di Dio di Agrigento, dove è ricoverato Giovanni, e l’obitorio dove si trovano le due sorelline - ma non ci hanno ascoltati».

Il boato ha scosso il centro storico di Favara e immediatamente sono stati attivati i soccorsi. Chi è giunto per primo sul posto - alcuni vicini prima, poi i vigili del fuoco, carabinieri in borghese e alcuni operatori ecologici - ha cominciato a scavare a mani nude. È passato poco tempo e sotto le macerie è stata trovata Marianna, 14 anni, studentessa alla scuola Media Mendola Vaccaro di Favara. La ragazza è stata trovata morta. Nel frattempo Giuseppe Bellavia ha rifiutato di farsi trasportare in ospedale ed ha chiamato al cellulare il figlio Giovanni di 11 anni che da sotto le macerie ha risposto aiutando i soccorritori a individuarlo. Forse questo ha fatto sì che fosse localizzato in tempo, estratto dalle macerie a trasportato d’urgenza al San Giovanni di Dio di Agrigento dove è stato ricoverano in prognosi riservata nel reparto di Pediatria, ma non corre pericolo di vita. In ospedale c’è anche la madre, Giuseppina Bello, con lievissime ferite. Ma la tragedia ha assunto proporzioni ancora più pesanti quando da sotto le macerie è stata estratta la piccola Chiara Pia, di appena 4 anni. Sembrava fosse ancora in vita, ma le manovre rianimatorie del personale del 118 giunto sul posto sono state inutili. La piccola è purtroppo morta prima ancora di essere portata in ospedale. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco e i carabineri con il comandante provinciale colonnello Mario Di Iulio. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. L’indagine è coordinata dal procuratore della Repubblica aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Lucia Brescia. L’area adel crollo è stata posta sotto sequestro da parte della procura. Al Comune, intanto, si è svolto un vertice dell’unità di crisi con i tecnici della Protezione civile ed è stato deciso di sgomberare diverse abitazioni attigue a quella crollata, mentre sono in corso sopralluoghi per verificare la stabilità di altri edifici vicini.

La Regione ha annunciato che al disegno di legge sulla casa approvato in commissione all’Ars, sarà aggiunto un emendamento che permetta di stilare un piano che individui nell’intera Isola tutte le zone a rischio crolli, un’indagine capillare la quantità e la qualità edilizia delle città, per valutare e introdurre tutte le misure indispensabili per la messa in sicurezza del territorio. Il sindaco Domenico Russello, dopo avere effetuato alcune verifiche negli uffici del Comune, ha smentito la circostanza che Bellavia avessero chiesto un alloggio popolare, ma i familiari insistono. Va detto che, comunque, non era stato preso alcun provvedimento di sgombero per un’abitazione del tutto fatiscente e situata in una zona dove sono stati diversi i crolli. Duro il monito dell’arciprete di Favara: «Preghiamo Dio che cambi la mentalità dei profittatori, dei pigri, degli speculatori, degli accaparratori, di coloro che mangiano rubando al prossimo e calpestando la giustizia. Di quanti si fossero imboscati nel loro servizio di uffici e di burocrazia nascondendo carte o aspettando che ci si umiliasse a chiedere, a cercare raccomandazioni», ha detto don Mimmo Zambito. «Dio - aggiunge - cambi il cuore di chi ha fatto apparire come elemosina (facciamo conto la casa popolare) quanto invece spettava come diritto. Il crollo e la morte tragica - ha aggiunto - riguarda tutti. Come in un corpo solo. Favara ’resta ad obbligò a Dio e alla famiglia Bellavia di questo peccato sociale, collettivo ed individuale che chiede penitenza pubblica e riparazione. Oltre che il riconoscimento delle eventuali colpe penali».

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

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(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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25/01/2010 11:35

Case popolari di Favara: vandalizzate e mai assegnate

All’indomani del crollo di Favara costato la vita alle due sorelline, il comune siciliano si interroga sullo scandalo delle case popolari non assegnate.

All’indomani del crollo di Favara costato la vita alle due sorelline, il comune siciliano si interroga sullo scandalo delle case popolari non assegnate. 56 alloggi nuovi di zecca, ultimati nel 1995 da parte dell’Istituto autonomo delle case popolari di Agrigento, che non sono mai stati assegnati. Una dimostrazione di come la burocrazia lenta provoca danni irreparabili.

E mentre il Comune e l’Istituto si rimbalzavano a vicenda la pratica della graduatoria di assegnazione, i vandali hanno preso possesso degli immobili. Scale distrutte, infissi saltati, porte scardinate, addirittura i sanitari portati via dai bagni, oltre che muri esterni e interni deturpati da scritte di ogni tipo. Sul Corriere della Sera, il video girato a Favara mostra appunto come le case popolari, anche se nuove e mai abitate, sono già da restaurare. Eppure a Favara c’era bisogno di queste sistemazioni, al Comune sono arrivate ben 455 domande di assegnazione. Quando il Comune ha inoltrato le richieste all’Istituto, la normativa è cambiata e da Agrigento hanno rimandato indietro la lista dei richiedenti, chiedendo l’integrazione delle domande.

A quel punto l’iter si è bloccato definitivamente e i 56 appartamenti sono rimasti chiusi per quindici anni.

Fonte

Link al video del Corriere

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