BONDI SCHERZA COL FUOCO DEL CALTAGIRONE INFERNALE
– L’ARIA DA PRETE SPRETATO DEL MINISTRO DEI BENI CULTURALI NASCONDE LA FURBIZIA DI UNA FAINA: METTE IL VINCOLO SULL’AGRO ROMANO E MANDA SU TUTTE LE FURIE CALTA
– E IL GENERO PIERFURBY COSTRETTO AL DIETROFRONT RIVEDE LE MOSSE PER LE REGIONALI. BERLUSCA RIAPRE LA PORTA (E FA UN MONUMENTO A BONDI)…
Antonio Calitri per "Italia Oggi"
Una geniale strategia politica azzoppata dalla vendetta immobiliare. Una rapida scansione di avvenimenti apparentemente indipendenti tra loro è avvenuta alle spalle di Pierferdinando Casini che dopo essersi trasformato in spietato killer del Pdl è stato poi costretto a ritrattare a causa della marcatura stretta di Sandro Bondi. Che usando la parolina «vincolo» odiata dal suocero e imperatore romano Francesco Gaetano Caltagirone e da tutti i costruttori della capitale, sembra aver inferto un duro colpo proprio al leader dell'Udc.
Tanto che Casini ha ripreso le trattative con il Pdl, ha congelato il patto col Pd in Liguria e ragiona sulla Puglia. Che tra Bondi e Casini non corresse buon sangue lo avevano visto tutti qualche settimana fa a «Porta a Porta» quando il coordinatore del Pdl diede del furbastro a Casini per la strategia dei tre forni. All'indomani delle primarie pugliesi più che darsi per sconfitto e correre in ritirata, Casini si è inventato il terzo forno con la Poli Bortone, capace di indebolire il Pdl e garantire la vittoria a Vendola.
Nello stesso giorno e forse proprio mentre Casini annunciava sorridendo la sua nuova strategia, in via del Collegio Romano, sede del ministero dei beni culturali, Bondi firmava il decreto per mettere il vincolo all'Agro Romano. Una notizia diffusa dal sottosegretario Francesco Giro ma passata in sordina. Tanto che lo stesso Bondi ha sentito l'esigenza di scrivere una lettera alla cronaca romana del Corriere della Sera per illustrare la sua coraggiosa azione.
Fatto sta che di colpo tra Campidoglio, regione, costruttori si sono inseguite le telefonate per capire il da farsi. Il vincolo posto dal ministro non è poca cosa e va ancora capito bene se si tratta di una chiusura totale o di un vincolo elastico. Fatto sta che la procedura che è partita dallo scorso luglio per mano della sovrintendente ai beni architettonici di Roma Federica Galloni potrebbe bloccare la costruzione di un milione di metri cubi
tra via Laurentina e via Ardeatina.
Una zona che è stata a lungo oggetto del contendere nel piano regolatore di Walter Veltroni e che prevede un grande insediamento a
Tor Marancia. Non solo, secondo molte voci raccolte,
in quella zona ci sarebbero diversi terreni di proprietà proprio di Caltagirone. Non è il solo ad avere proprietà in quell'area che si pensava di grande espansione. Ci sarebbero tanti altri costruttori ma il leader è solo uno. E anzi, alcuni suoi colleghi costruttori lo avrebbero anche incolpato di essere il suocero del responsabile di quel blocco.
Che si siano telefonati suocero e genero non è dato sapere. Ma che a Casini sia arrivato alle orecchie il malcontento della famiglia acquisita e della grossa fetta di costruttori che rappresentano uno dei grandi poteri romani, questo è certo. Così da una parte il comune ha deciso di ricorrere al Tar.
Dal Campidoglio ieri l'assessore all'urbanistica Marco Corsini ha annunciato che «in esito a un'approfondita valutazione dell'iter seguito dal ministero dei beni culturali per giungere all'apposizione dei vincoli decisi dal ministro, il comune ha deciso di far valere le sue censure avanti all'autorità giudiziaria».
Dall'altra il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa si è incontrato con Berlusconi per valutare la possibilità di trovare accordi e il suo capo ha annunciato di voler verificare ancora le condizioni di un'alleanza con il Pdl. E in segno di buona volontà, Casini ha congelato l'accordo in Liguria con Burlando.
Un dietrofront che intanto è valso a Bondi i complimenti del Cavaliere.
Antonio Calitri per "Italia Oggi"
[28-01-2010]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.