Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Feltri incontra Boffo, si apre un caso Vaticano

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2010 11:42
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 605
Registrato il: 31/07/2007
Sesso: Maschile

Utente Power



02/02/2010 11:42

Ad agosto scorso l'attacco del Giornale contro il direttore di Avvenire
Il 4 settembre il giornalista lascia la direzione del quotidiano della Cei

Feltri incontra Boffo, si apre un caso Vaticano
Il direttore del Giornale chiama in causa Bertone e Vian

di CARMELO LOPAPA

ROMA - Il "carnefice" e la vittima allo stesso tavolo. Uno di fronte all'altro per la prima volta. Cinque mesi dopo. Perché ora che l'esecuzione è alle spalle, ora che il primo ha perfino chiesto scusa a modo suo al secondo, ora è venuto il momento di capire cosa ci fosse dietro la macchinazione e soprattutto chi. È l'esigenza che ha spinto l'ex direttore dell'Avvenire Dino Boffo a pranzare ieri con Vittorio Feltri. Proprio col giornalista che, appena insediatosi alla tolda di comando del Giornale della famiglia Berlusconi, il 28 agosto aveva sferrato l'attacco a freddo contro di lui, reo di voler fare "la morale al Cavaliere". Attacco basato su un documento presentato come "informativa allegata al casellario giudiziario" e che sbatteva in prima pagina la presunta omosessualità del direttore del quotidiano dei vescovi. Salvo poi scoprire che quell'"informativa", dalla paternità rimasta misteriosa, non figurava in alcun fascicolo.

"Berti" è un ristorante milanese abbastanza noto e ben frequentato. Al tavolo c'è anche Renato Farina, parlamentare Pdl ed editorialista del Giornale benché radiato dall'Ordine dei giornalisti nel 2007 dopo l'accertamento di un suo legame col Sismi. Sullo sfondo, le tante indiscrezioni, i boatos, le voci che corrono veloci tra la Segreteria di Stato e la Cei e finite negli ultimi giorni sulle pagine del Foglio, del Riformista, di Libero. Indizi trapelati da ambienti vaticani e della destra, che riaprono il caso sfociato nelle dimissioni di Boffo e nell'"atto di incolpazione" di Feltri da parte dell'Ordine dei giornalisti. Elementi che iniziano a definire i contorni di quel "blocco di potere" che ha "congegnato la colossale montatura", per dirla coi termini usati dal direttore dell'Avvenire nella lettera con cui il 3 settembre ha rassegnato le dimissioni al presidente della Cei Angelo Bagnasco.

"Non l'ho incontrato per perdonare. Avevo piuttosto bisogno di capire chi mi ha ucciso e chi ha armato la sua mano" confidava ieri Boffo agli amici stupiti del faccia a faccia. Al direttore del Giornale, l'ex direttore non sconta alcuna delle sue responsabilità per quanto accaduto, ma dal colloquio sarebbe risultato più chiaro lo "scenario" in cui è maturata l'intera vicenda. Ed è uno scenario da corte dei Borgia. Feltri, che il 4 dicembre aveva ammesso l'errore sul Giornale ("Su Boffo scandalo infondato"), la prende molto alla larga. Al tavolo del Berti non confida alla sua "vittima" chi gli abbia girato quella informativa molto sui generis. Ma gli rivolge due domande. "Perché Bertone (il cardinale segretario di Stato vaticano, ndr) ce l'ha tanto con te? E perché Gian Maria Vian (direttore dell'Osservatore romano, quotidiano vicino alla Segreteria, ndr) ce l'ha tanto con te?" Domande che fanno calare il gelo fra i tre commensali. Ma che pesano come risposte. Tanto che la discussione tra i due prosegue dando per scontato che sia stato il direttore dell'Osservatore a far recapitare l'informativa su mandato - questa la tesi - del segretario di Stato Bertone. Operazione poi rivelatasi di disinformazione e alla quale Feltri si sarebbe "prestato" perché in fondo utile alla causa politica del premier Berlusconi (più volte criticato da Boffo dalle colonne dell'Avvenire), per fare un favore a una "fazione", riconducibile alla Segreteria vaticana - più accondiscendente verso le politiche del governo - in aperto contrasto con l'altra, la Cei, oggi in mano ad Angelo Bagnasco.

E infine, perché garantito da una copertura autorevole e da una pezza d'appoggio in apparenza credibile. In questo scontro di potere, tutto interno alle gerarchie cattoliche, l'ex direttore dell'Avvenire sarebbe stato stritolato perché ritenuto "colpevole" di aver fatto da trait d'union tra Camillo Ruini e il suo successore alla Cei, Bagnasco. Un laico ritenuto ingombrante anche per il suo potere: direttore da anni pure di Tv Sat2000 e Radio Inblu.

Al ruolo di presunto "ispiratore" di Gian Maria Vian - il quale ieri ha avuto incontro col direttore di un quotidiano nella sede dell'Osservatore - hanno alluso in questi giorni vari giornali. Il "professore" vicino a Bertone, già tre giorni dopo il finto scoop del Giornale aveva rilasciato un'intervista al Corriere per rivendicare di "non aver mai scritto sulle vicende private del premier" e lamentare invece "imprudenze ed esagerazioni" dell'Avvenire in quelle ore sotto attacco. Il 22 settembre Vian bollava come "fantavaticano" le ricostruzioni che lo dipingevano come fonte di un articolo anti-Ruini apparso proprio sul Giornale. Lo va ripetendo in questi giorni anche a chi gli fa notare quel che il Foglio e altri scrivono, quel che nei Palazzi d'Oltretevere si sussurra: "Sono solo polveroni".

Fonte: Repubblica

_________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:08. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone