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Appalti G8, indagato Denis Verdini ( coordinatore PdL )

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2010 00:00
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16/02/2010 00:26

Appalti G8, indagato Verdini
Coordinatore Pdl: "Estraneo all'accusa"

Denis Verdini, coordinatore del Pdl, è indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione. Lo ha reso noto lo stesso Verdini, aggiungendo di aver dimostrato la sua "più totale estraneità all'accusa" durante l'interrogatorio in Procura. Verdini ha spiegato di aver voluto unicamente "risolvere il problema del danno erariale conseguente all'appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze".


Firenze, Verdini sentito in Procura
Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, è stato sentito in Procura a Firenze nell'ambito dell'inchiesta sui lavori per i cosiddetti grandi eventi tra cui il G8 della Maddalena, poi spostato all'Aquila. Verdini è stato ascoltato per quasi due ore dai magistrati. Il nome di Verdini compare in alcune intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. In particolare il riferimento è ai rapporti con l'imprenditore Riccardo Fusi, fra gli indagati. E' stato lo stesso rappresentante del Pdl a dare la notizia di essere indagato dai magistrati. "Dopo aver letto che il mio nome compariva per fatti marginali nell'inchiesta condotta dalla Procura di Firenze in merito agli appalti per le opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile - ha detto Verdini - e dopo aver saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi, è un mio carissimo amico da molti anni, ho chiesto al mio avvocato di verificare i fatti presso la magistratura. In questo modo ho appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione".
"La vicenda che mi veniva contestata - ha aggiunto il coordinatore del Pdl - riguardava solo ed esclusivamente la segnalazione per la nomina di Fabio De Santis a Provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche. Ho quindi chiesto e ottenuto la disponibilità del Procuratore della Repubblica di Firenze ad essere ascoltato quanto prima, cosa che è avvenuta questo pomeriggio di fronte ai pubblici ministeri Giuseppina Mione e Giulio Monferini, titolari dell'inchiesta, ai quali ho fornito serenamente e con la massima trasparenza le informazioni richieste, illustrando le motivazioni del mio intervento come unicamente riconducibili al tentativo di risolvere il problema del danno erariale conseguente all'appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze. Ho quindi dimostrato - ha concluso Verdini - la mia più totale estraneità all'accusa".

Gli indagati risultano essere 17
Sono 17 gli indagati dell'inchiesta romana sulle presunte irregolarità legate agli appalti per la realizzazione di strutture previste per i cosiddetti "Grandi Eventi". Tra gli indagati, ma non per tutti i filoni di indagine, figurano Angelo Balducci, Diego Anemone, Mauro Della Giovampaola (già detenuti su iniziativa della magistratura di Firenze per i fatti del G8) e Claudio Rinaldi, quest'ultimo già commissario straordinario per i mondiali di nuoto Roma 2009. Inizialmente furono iscritti nel registro degli indagati sei nominativi, e tra questi Balducci, Della Giovampaola e Anemone. Il numero è salito a 17 sulla base delle risultanze di un'informativa della guardia di finanza depositata in procura il 26 gennaio scorso.

Matteoli: "Estraneo all'inchiesta"
"Sono estraneo all'inchiesta che riguarda la Protezione civile ed altri soggetti incaricati di pubbliche funzioni". Lo afferma in una nota il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli. "Le intercettazioni pubblicate sono riferite - prosegue Matteoli - all'annosa vicenda della costruzione della Scuola dei Marescialli e dei Brigadieri dei Carabinieri di Firenze risalente al 1997, che non ha attinenza alcuna con l'inchiesta sulla Protezione civile. In quella vicenda ereditata dai precedenti esecutivi, che vede aperto un contenzioso complesso e complicato, la mia azione è tesa a evitare un danno economico di circa 34 milioni di euro alle casse dello Stato e al completamento di una struttura attesa da oltre tredici anni". "Smentisco decisamente, inoltre - conclude - un mio eventuale coinvolgimento in rapporti poco trasparenti tesi a favorire questa o quella impresa. La mia azione politica è finalizzata a indicare scelte ed obiettivi programmatici che poi gli uffici competenti traducono in fatti e concrete realizzazioni".

Fonte: tgcom

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16/02/2010 01:11

G8, Verdini indagato: sono estraneo
I Ros: nell'inchiesta il clan dei Casalesi

Ipotesi di reato per coordinatore Pdl: corruzione.
A Roma 17 indagati.
Bertolaso: basta fango, io servitore dello Stato


ROMA (15 febbraio) - L'onorevole Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, è stato sentito dalle 18,30 alle 20 in procura a Firenze, dove si è recato in compagnia del suo avvocato Marco Rocchi, nell'ambito dell'inchiesta sul G8 che vede coinvolto Guido Bertolaso. Denis Verdini ha lasciato in macchina gli uffici di viale Lavagnini intorno alle 20.10. La vettura è uscita dal passo carraio della procura, davanti alla quale erano in attesa i giornalisti. Verdini era arrivato in Procura a bordo di una Lancia parcheggiata davanti all'ingresso degli uffici giudiziari ed è uscito poi senza fermarsi con i giornalisti su una Toyota Yaris dal cancello che dà accesso ad un parcheggio interno e che è partita a velocità piuttosto spedita. Il nome di Verdini compare in alcune intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. In particolare il riferimento è ai rapporti con l'imprenditore Riccardo Fusi, fra gli indagati.

Verdini: indagato ma estraneo. Denis Verdini, coordinatore del Pdl, è indagato dalla Procura di Firenze per il reato di corruzione. Lo ha reso noto lo stesso Verdini, aggiungendo di aver dimostrato la sua «più totale estraneità all'accusa» durante l'interrogatorio di oggi in Procura. «Dopo aver letto che il mio nome compariva per fatti marginali nell'inchiesta condotta dalla Procura di Firenze in merito agli appalti per le opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile - ha detto Verdini - e dopo aver saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi, è un mio carissimo amico da molti anni, ho chiesto al mio avvocato di verificare i fatti presso la magistratura. In questo modo ho appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione».

Contestata la segnalazione su una nomina. «La vicenda che mi veniva contestata - ha aggiunto il coordinatore del Pdl - riguardava solo ed esclusivamente la segnalazione per la nomina di Fabio De Santis a Provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche. Ho quindi chiesto e ottenuto la disponibilità del Procuratore della Repubblica di Firenze ad essere ascoltato quanto prima, cosa che è avvenuta questo pomeriggio di fronte ai pubblici ministeri Giuseppina Mione e Giulio Monferini, titolari dell'inchiesta, ai quali ho fornito serenamente e con la massima trasparenza le informazioni richieste, illustrando le motivazioni del mio intervento come unicamente riconducibili al tentativo di risolvere il problema del danno erariale conseguente all'appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze. Ho quindi dimostrato - ha concluso Verdini - la mia più totale estraneità all'accusa».

Appalti & Camorra. Antonio Di Nardo, il funzionario del ministero delle Infrastrutture finito nell'inchiesta della procura di Firenze sugli appalti del G8, sarebbe in rapporti con il clan dei Casalesi. Lo sostengono i carabinieri del Ros in un intero capitolo dell'informativa inviata alla procura dal titolo "Di Nardo Antonio - clan Casalesi". Il documento si basa su due note della direzione investigativa Antimafia di Napoli, una del 14 marzo 2003 e una dell'8 luglio 2003. Nella prima si sostiene che la società "Soa nazionale costruttori organismo di attestazione spa" con sede a Sondrio è «di fatto occultamente riconducibile a Di Nardo Antonio». Tra i soci della società figurano tra gli altri, il parlamentare del Pdl Paolo Russo e Giuseppe Mastrominico. Quest'ultimo, scrivono i carabinieri, è cugino di Pasquale Mastrominico che, a sua volta, è cognato di Rachele Iovine, sorella del boss dei casalesi Antonio Iovine detto 'o Ninno.

Con la seconda nota, invece, la Direzione investigativa antimafia di Napoli documenta rapporti che sarebbero intercorsi tra Antonio Di Nardo e Carmine Diana, titolare della "Impregica Costruzioni srl". «Diana - è scritto nell'informativa - è ritenuto legato al noto Francesco Bidognetti, esponente di vertice del clan dei Casalesi. In particolare è emerso che Diana era stato un acquirente fittizio di alcuni ettari di terreno che, in realtà, erano nella disponibilità di Bidognetti».

Di Nardo è l'imprenditore che - scrive il gip di Firenze nell'ordinanza di arresto nei confronti di Angelo Balducci, Fabio De Santis, Diego Anemone e Mauro della Giovampaola - «gestisce occultamente» il "Consorzio Stabile Novus", che ha sede a Napoli e che è associato alla "Opere Pubbliche e Ambiente Spa" di Francesco Maria De Vito Piscicelli (l'imprenditore che rideva nel letto la notte del terremoto). Le due imprese si associano, è la tesi della procura di Firenze, per «partecipare alle gare d'appalto gestite dai funzionari di via della Ferratella» (dove operavano Balducci e gli altri, ndr). Ma Di Nardo, sempre secondo i magistrati fiorentini, è anche l'uomo che fa da intermediario proprio tra De Vito Piscicelli e un certo Rocco Lamino, per la restituzione di un prestito da usura di 100mila euro. Di Nardo, e Lamino, sono definiti in un'intercettazione dello stesso De Vito Piscicelli, «soggetti pericolosi». «Son quella gente che è meglio che ci stai lontano - diceva al telefono - ...se si sgarra è la fine...quello vanno trovando...».

Indagati altri parlamentari del Pdl. Tra gli indagati dell'inchiesta fiorentina sugli appalti per i grandi eventi figura anche Leonardo Benvenuti. È quanto si apprende dagli atti allegati all'ordinanza di custodia cautelare, dove lo stesso viene definito un 'collaboratorè di Verdini ma lo stesso Benvenuti, in un telefonata, intercettata il 9 marzo 2009, spiega al suo interlocutore: «...come tu sai sono molto legato a Rocco Girlanda...che è un amico fraterno, che è deputato di Fi dell'Umbria...».

Gli investigatori rilevano ad esempio che Benvenuti, insieme a Fusi e a Verdini, si sta «occupando di far promuovere l'ingegner De Santis come provveditore alle opere pubbliche della Toscana; è da ritenere che questa nomina costituisce la contropartita per l'apporto che De Santis deve fornire quale componente della commissione appena costituita per la trattazione della vicenda del cantiere della scuola marescialli» di Firenze, appalto che interessa a Fusi.
Da altre intercettazioni gli investigatori ricavano invece che Benvenuti, così come Anemone, «si è fatto mettere in contatto da De Santis con l'imprenditore Lungarini, al fine di fare pressioni su questi per effettuare la fornitura di calcestruzzo presso la Barbetti spa». La Lungarini, è annotato negli atti, fa parte della consortile Sant'Egidio (nella quale sono presenti anche Igit e Redim, di cui è amministratore unico Vanessa Pascucci, moglie di Anemone), il cui oggetto sociale è la progettazione e l'esecuzione del completamento dell'aeroporto di Perugia. Dagli atti, emerge anche direttamente il nome di Girlanda: viene ad esempio intercettato perchè parla con Fusi, tema della conversazione la fornitura di calcestruzzo per i lavori che lo stesso Fusi sta per assumere nella Marche per conto del Quadrilatero.

Russo: fuori dalla Soa dal 2001. «È singolare dover ribadire ad ogni tornata elettorale, e soprattutto a distanza di nove anni, che dal 2001, avendo venduto le quote, non ho più nulla a che vedere con la società Soa, nè conosco, nè ho mai incontrato tale Mastrominico di cui sento parlare per la prima volta oggi». È quanto precisa in una nota il parlamentare del Pdl Paolo Russo in merito all'informativa dei Ros sui rapporti tra Antonio Di Nardo, il funzionario del ministero delle Infrastrutture finito nell'inchiesta della procura di Firenze sugli appalti del G8, e il clan dei Casalesi in cui si fa anche il suo nome come socio della Soa.

Bertolaso: «Ripeto di essere un servitore dello Stato», mentre «non è un mio problema considerare che per "Stato" si deve intendere l'Italia senza Berlusconì. Spiacente, è un problema del centrosinistra, non dello Stato, non riuscire a fare a meno di questo presidente come collante politico». Così il capo della Protezione civile in una lettera a Repubblica risponde alle 10 domande poste dal fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari. Bertolaso sarà martedì in commissione ambiente alla Camera per illustrare il provvedimento sulla Protezione civile che proprio martedì comincia il suo iter a Montecitorio. Bertolaso oggi ha avuto un colloquio telefonico con il sottosegretario Gianni Letta.

Basta fango. Bertolaso ha scritto che «quando ci sono scadenze, l'unico strumento che funziona è quello della Protezione civile» che si basa su «una normativa», «comprensiva di controlli e autorità di vigilanza mai abrogate», e non su «anarchia o autorizzazione a esercitare la pirateria a nome dello stato». Sulla magistratura, Bertolaso afferma: «Credo indispensabile che esista una macchina della giustizia efficiente e responsabile. Ma non si rende un servizio all'opinione pubblica spargendo illazioni, informazioni non verificate, sospetti, teoremi di colpevolezza data per certa quando nessun giudice si è pronunciato». E aggiunge, «basta fango». Alla domanda se le ordinanze relative ai Grandi eventi siano un modo per evitare la firma del capo dello Stato eludendo così il suo controllo costituzionale, Bertolaso replica: «Il Quirinale non ha mai opposto il rifiuto o obiezioni alle leggi che consentono l'adozione di tali ordinanze». Inoltre, Bertolaso ripete che «il decreto legge non prevede affatto la trasformazione della Protezione civile in società per azioni» ma, spiega, «la spa è uno strumento tecnico in più che con l'esperienza acquisita nelle emergenze, rimette nelle mani del "pubblico" competenze da "general contractor" che la pubblica amministrazione ha perso negli ultimi decenni».

Quirinale: atti d'emergenza non competono al capo dello Stato. Di fronte alla richiesta di commentare alcune dichiarazioni del sottosegretario Guido Bertolaso, fonti del Quirinale fanno osservare che non rientra in alcun modo tra le competenze del presidente della Repubblica esprimersi su atti relativi a dichiarazioni di stato di emergenza o di attribuzione della qualifica di grande evento. Tali atti, relativi a dichiarazioni di stato di emergenza o di attribuzione della qualifica di grande evento, fanno osservare fonti del Quirinale, vengono, infatti, adottati con decreto del presidente del Consiglio, previa delibera del Consiglio dei ministri, e non sono pertanto sottoposti al preventivo esame del capo dello Stato. Così come rientra nella esclusiva competenza del presidente del Consiglio dei ministri l'adozione delle ordinanze di Protezione civile. Le fonti del Quirinale ricordano anche che il presidente della Repubblica, in occasione del discorso alle Alte magistrature dello scorso 21 dicembre, affrontando la questione del modo di legiferare, ha avuto modo di rilevare il rischio del prodursi di effetti negativi sul livello qualitativo dell'attività legislativa e sull'equilibrio del sistema delle fonti che derivano, oltre che dal frequente e ampio ricorso alla decretazione d'urgenza nonché dalla notevole estensione in sede di conversione del contenuto di tali provvedimenti, anche dal crescente uso e dalla dilatazione delle ordinanze d'urgenza.

Inchiesta romana su "Grandi eventi": 17 indagati. Sono 17 gli indagati dell'inchiesta romana sulle presunte irregolarità legate agli appalti per la realizzazione di strutture previste per i cosiddetti "Grandi Eventi" (tra gli altri mondiali di nuoto 2009, G8 alla Maddalena e celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia). Tra gli indagati, ma non per tutti i filoni di indagine, figurano Angelo Balducci, Diego Anemone, Mauro Della Giovampaola (già detenuti su iniziativa della magistratura di Firenze per i fatti del G8) e Claudio Rinaldi, quest'ultimo già commissario straordinario per i mondiali di nuoto Roma 2009. Le ipotesi di reato prese in esame dai pm Sergio Colaiocco e Assunta Cocomello, a seconda delle singole posizioni processuali, vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, dall'abuso d'ufficio alla turbata libertà degli incanti, fino alla ricettazione. Tutto il materiale raccolto dagli inquirenti romani, ad eccezione degli abusi edilizi riguardanti i mondiali di nuoto, è al vaglio dei giudici di Perugia per una verifica della connessione dei fatti esaminati con la posizione del procuratore aggiunto Anchille Toro, sotto inchiesta per violazione del segreto istruttorio. L'inchiesta romana sui cosiddetti "Grandi Eventi" prese le mosse da un'informativa dei carabinieri di Sassari i quali, nell'ambito di una loro indagine, si imbatterono in un'intercettazione riguardante il G8. Inizialmente furono iscritti nel registro degli indagati sei nominativi, e tra questi Balducci, Della Giovampaola e Anemone. Il numero è salito a 17 sulla base delle risultanze di un'informativa della guardia di finanza depositata in procura il 26 gennaio scorso.

Il procuratore Rossini: forse anche "cose" sull'Aquila. «Penso che ci siano cose che coinvolgono L'Aquila, prima o poi quindi ce le manderanno e vedremo». Lo ha detto il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, commentando gli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Firenze sugli appalti gestiti dalla Protezione civile legati al G8 della Maddalena, poi spostato all'Aquila, che ha coinvolto il capo della Protezione Civile nazionale, Guido Bertolaso. «Stiamo leggendo sui giornali di questa bella inchiesta - ha proseguito Rossini -, la stiamo guardando con serenità, anche se non siamo fuori dai giochi nella misura in cui dovessero essere coinvolte le competenze territoriali. Comunque, di concerto con la Procura di Firenze e gli altri soggetti interessati, siamo pronti a dare il nostro contributo per le cose eventualmente accadute nel nostro territorio».

L'emergenza ricostruzione. I fatti che potrebbero coinvolgere la Procura dell'Aquila sono il G8 dell'Aquila e gli appalti legati all'emergenza e alla ricostruzione, argomento quest'ultimo toccato nella telefonata intercettata di due imprenditori, con uno dei due che ha detto di aver «riso nel letto» dopo la scossa, pensando ai possibili appalti. Fatto che ha suscitato rabbia e sdegno tra le istituzioni e le popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009.

I pm di Perugia titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Federico Centrone, che guida come facente funzioni l'Ufficio, e i sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernesi. Questi ultimi anche oggi sono rimasti a lungo nei loro uffici, impegnati a studiare le carte del procedimento (contenute in oltre una trentina di faldoni). All'esame dei magistrati, che domani incontreranno quelli della capitale, anche i nuovi atti acquisiti nel corso delle perquisizioni svolte negli ultimi giorni. I pm perugini non hanno voluto finora fare alcun commento sull'inchiesta.

Maroni: stimo Bertolaso, mi rifiuto di credere alle accuse. «Sui magistrati non parlo. Mi rifiuto di credere alle cose di cui è accusato» ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, parlando della vicenda che ha coinvolto Guido Bertolaso. «Con Bertolaso - ha detto Maroni - c'è una grande collaborazione, è una persona di grande sensibilità che io stimo».

Scajola: Bertolaso deve restare. «Guido Bertolaso merita la riconoscenza di tutto il Paese per l'abnegazione con cui ha affrontato importanti emergenze, dai rifiuti di Napoli al terremoto d'Abruzzo. Mi auguro che resti al suo posto» ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Quanto ai rumors su possibili sue dimissioni dall'incarico dopo le regionali Scajola risponde: «Non seguo i rumor e non frequento i corridoi. Sono certo che Bertolaso potrà dimostrare la correttezza del suo operato e continuare a lavorare per l'Italia».

Bersani: faccia passo indietro per il buon nome della Protezione civile. «Non è questione di reati o di comportamenti, anche sessuali, uno è innocente fino a prova contraria e io non dubito della serietà di Bertolaso, ma si è creato un meccanismo di evidenze che mostrano limiti nella trasparenza, commistioni e familismi. Ed è per il buon nome della Protezione civile che Bertolaso dovrebbe fare un passo indietro». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, torna a sollecitare le dimissioni del capo della Protezione civile. «Se Bertolaso non dà le dimissioni - aggiunge Bersani - toccherà chiederle come un comportamento di stile».

Rosy Bindi: il premier riferisca in Parlamento. «E' il momento in cui Silvio Berlusconi deve venire in Parlamento a riferire che cosa è successo - sostiene Rosy Bindi del Pd - E' il momento di avviare una commissione parlamentare di inchiesta. Sulla Protezione civile c'è stato un grande investimento morale da parte del Paese, perciò si deve fare chiarezza. Dobbiamo sapere se il denaro pubblico è stato speso bene oppure no: quelli erano fondi per affrontare tragedie, emergenze, grandi eventi. Pensiamo a quanti fondi da raccolta libera dei cittadini ha gestito la Protezione civile in questi anni, con quanta generosità gli italiani hanno risposto e si sono fidati. Bertolaso più di altri ha il dovere di rendere ragione del suo operato. Proprio per questo credito morale affidatogli dai cittadini, è bene fare chiarezza. Il premier deve riferire in Parlamento e si deve costituire una commissione di inchiesta».

De Magistris: se è un servitore dello Stato si dimetta subito. Luigi De Magistris, in una conferenza stampa oggi a Bari insieme al presidente del partito, Antonio Di Pietro ha commentato: «Voglio mutuare proprio le parole che ho letto come tutti stamattina. Bertolaso ha detto di essere un servitore dello Stato. Se è un servitore dello Stato sente dentro di sé la coscienza che lo spinge a dimettersi. Si deve dimettere punto e basta. Non deve affidare la decisione ad un uomo che è tutt'altro che un servitore dello Stato come il presidente del Consiglio».

Sacconi: rischia condanna mediatica. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, rischia «di essere condannato solo per l'effetto mediatico». Lo sostiene il ministro del Welfare Maurizio Sacconi che ha parlato a margine di una presentazione a Milano. «Le vicende giudiziarie vanno seguite con molto riserbo e con molto rispetto per le persone coinvolte che sono, fino a prova contraria, innocenti». Sacconi ha poi aggiunto che, oltre tutto «rischiano di essere condannate solo per l'effetto mediatico».

Matteoli: sono estraneo all'inchiesta sulla Protezione civile. «Sono estraneo all'inchiesta che riguarda la Protezione civile ed altri soggetti incaricati di pubbliche funzioni - dice il ministro delle Infrastrutture e trasporti Altero Matteoli - Le intercettazioni pubblicate oggi, peraltro in modo confuso, da un organo di stampa sono riferite all'annosa vicenda della costruzione della Scuola dei marescialli e dei brigadieri dei Carabinieri di Firenze risalente al 1997, che non ha attinenza alcuna con l'inchiesta sulla Protezione civile. In quella vicenda ereditata dai precedenti esecutivi, che vede aperto un contenzioso complesso e complicato, la mia azione è tesa a evitare un danno economico di circa 34 milioni di euro alle casse dello Stato e al completamento di una struttura attesa da oltre tredici anni. Smentisco recisamente, inoltre un mio eventuale coinvolgimento in rapporti poco trasparenti tesi a favorire questa o quella impresa. La mia azione politica è finalizzata a indicare scelte ed obiettivi programmatici che poi gli uffici competenti traducono in fatti e concrete realizzazioni».

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18/12/2010 00:00

L'Aquila: terremoto e G8, Verdini e Fusi indagati
Procura antimafia notifica conclusione indagini

Per il costruttore aquilano Ettore Barattelli, presidente del Consorzio ''Federico II', verrà chiesta al gip l'archiviazione. L'ipotesi di reato è tentato abuso d'ufficio

L'AQUILA - La Procura distrettuale antimafia dell'Aquila ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini al coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini e al presidente dimissionario della Btp, Riccardo Fusi, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la ricostruzione dell'Aquila e del G8. Entrambi sono indagati per tentato abuso d'ufficio. L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è l'atto che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

Esce di scena il costruttore aquilano Ettore Barattelli, presidente del Consorzio ''Federico II'', per la cui posizione la Procura distrettuale - secondo quanto si è appreso - chiederà al gip l'archiviazione.

L'inchiesta - con l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio - era stata avviata dalle intercettazioni telefoniche acquisite nell'ambito delle indagini della Procura di Firenze sugli appalti per i Grandi eventi e per il G8 della Maddalena. Dalle telefonate sarebbe emerso che Verdini avrebbe tentato, utilizzando le amicizie politiche, di inserire negli appalti aquilani e del G8, poi svoltosi all'Aquila, il Consorzio Federico II del quale fa parte anche la Btp di Fusi.

A pesare sulla richiesta del pm sarebbe stato il vecchio rapporto di affari e amicizia tra Fusi e Verdini ai tempi in cui quest'ultimo era presidente del Credito Cooperativo fiorentino.

Secondo quanto appreso dal difensore del coordinatore Pdl, avvocato Marco Rocchi, la procura dell'Aquila nell'avviso di conclusione delle indagini ha riqualificato il reato da abuso d'ufficio a tentato abuso d'ufficio. "Quando l'onorevole Verdini nei mesi scorsi ricevette l'invito a comparire dalla procura dell'Aquila era accusato di abuso d'ufficio consumato - ha spiegato il legale - Ma ora vedo, dall'avviso di conclusione delle indagini, che il capo d'imputazione si riferisce all'ipotesi di un presunto tentato abuso d'ufficio con riguardo ad asseriti interessamenti dell'onorevole Verdini a presunto vantaggio di Riccardo Fusi".

L'avvocato Rocchi ha anche affermato che ora "è scomparso il doppio richiamo all'offerta economicamente più favorevole, comunque formulata dal consorzio che si è aggiudicato il lavoro, e si fa esclusivo riferimento ai rapporti tra l'onorevole Verdini e Riccardo Fusi, enfatizzando il rapporto di amicizia come movente per rapporti d'affari assolutamente inesistenti".

Fonte: Repubblica

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