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La Gelmini cancella la resistenza

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2011 18:57
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30/03/2010 21:09

ANPI: E' una vergogna
Semplicemente non c'è. Nei nuovi programmi di storia che si studieranno dal prossimo anno nei licei non si parla di Resistenza. Così come antifascismo e Liberazione non sono neanche citati. Il buco è al quinto anno, dedicato allo studio dell'epoca contemporanea, dall'analisi delle premesse della I guerra mondiale fino ai nostri giorni. La nuova articolazione, spiegano dal dicastero di viale Trastevere, è stata dettata dalla necessità di evitare che succedesse, come spesso è successo, che non si arrivasse neanche a fare la II guerra mondiale. Troppo poco, ecco perché la commissione per la storia, presieduta da Sergio Belardinelli, ha deciso di assegnare un intero anno di studi al Novecento. Nella formulazione dei temi fondamentali, le indicazioni nazionali precisano che «non potranno essere tralasciati i seguenti nuclei tematici»: l'inizio della società di massa...«il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l'aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l'Onu), la formazione e le tappe dell'Italia repubblicana».
Si passa poi alla formazione dell'Unione europea e agli Usa, «potenza egemone, tra keynesismo e neoliberismo», senza tralasciare «il rapporto tra intellettuali e potere politico», da affrontare in modo interdisciplinare. A differenza dei vecchi programmi, parole come antifascismo, Resistenza, Liberazione sono sparite. «Nessuna operazione di rimozione», dice a ItaliaOggi Max Bruschi, consigliere del ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, e presidente della cabina di regia sulle indicazioni nazionali dei licei. «I programmi hanno individuato alcuni nuclei fondamentali lasciando grande libertà alle scuole, ai docenti. Quando parliamo di seconda guerra mondiale e della costruzione dell'Italia repubblicana per noi è evidente che è inclusa la Resistenza». Eppure sulla Shoah, per esempio, si precisa che lo studio deve ricomprendere anche gli altri genocidi, una precisazione che manifesta una sensibilità storica e politica sui cui non si è disposti ad affidarsi all'autonomia e alla bravura dei docenti. «La Shoah è un unicum, poi ci sono altri genocidi su cui non si può far finta di niente. Ciò non toglie, sull'altro fronte, che la Resistenza è un valore imprescindibile, mai pensato di declassarla». Il punto è che un elenco di fatti significativi di un periodo può facilmente essere accusato di parzialità se non li cita tutti. «Il nostro non è un elenco esaustivo e prescrittivo, abbiamo solo indicato macrotemi», dice Bruschi. Che nega che possa esserci il rischio che la Liberazione finisca per essere liquidata in due righe e la lotta partigiana magari in una nota. «Che esagerazione, non c'è nessun rischio di questo tipo. Ma se il fatto che nei programmi non c'è la parola Resistenza è un problema, allora... possiamo sempre reinserirla», ribatte.
I programmi infatti non sono ancora definitivi. Genitori, insegnanti e associazioni possono dire la loro alla Gelmini sul forum dell'Indire. C'è tempo fino al 22 di aprile.
“Protesteremo, protesteremo con il ministro Gelmini, innanzitutto. E coinvolgeremo tutti a tutti i livelli, politici, sindacalisti, storici, perché si rimedi a un grave errore, una vergogna». Al telefono dalla sua casa romana, il 91enne Massimo Rendina, medaglia d'oro della Guerra contro il nazifascismo, presidente dell'Anpi di Roma, l'associazione nazionale partigiani d'Italia, ha l'indignazione appassionata di quando era partigiano a Torino. Eppure dal ministero assicurano che non c'è stata nessuna volontà politica di cancellare la Resistenza o la Liberazione non citandole espressamente nei programmi di storia... «È una dimenticanza pericolosa. C'è il tentativo, da un po' di tempo, di rimuovere il nostro passato, la cui conoscenza è già così flebile. Si vuole mettere tutto sullo stesso piano, tutti colpevoli e tutti innocenti, i ragazzi partigiani e i repubblichini di Salò, senza così far capire come è nata l'identità democratica dell'Italia». E ricorda come, ministro della pubblica istruzione Rosa Russo Iervolino, «ci fu il primo riferimento diretto nei programmi di storia al fascismo, l'antifascismo e alla Resistenza. Il ministro Berlinguer poi lo chiarì con una circolare. Tornare indietro è un errore dal punto di vista culturale e politico, una lesione alla memoria storica del paese». C'è chi rivendica la necessità di riscrivere la storia di quegli anni dolorosi, di mettere in luce gli errori e i delitti commessi da una parte e dall'altra. «Ma glissare sulla Resistenza, con la scusa che tanto è compresa tra le tappe dell'Italia repubblicana, farla finire magari in una nota a piè di pagina di un libro di testo, non è revisionismo, è confusionismo», ribatte Rendina, «io vado in giro nelle scuole, i ragazzi non sanno nulla... Non c'è bisogno di confondere le acque, non gli facciamo un buon servizio».

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BrocCULOdoro 2009
31/03/2010 09:14

Non so quanto possa cambiare.
Ai miei tempi la resistenza e l'antifascismo c'erano nei libri ma sia in terza media che in quinta superiore non ci siamo mai arrivati per mancanza di tempo.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

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31/03/2010 12:02

Io l'ho trattata sia in terza media che in quinta superiore, e alle superiori ricordo che nel frattempo in letteratura studiavamo Fenoglio, Pavese, Calvino etc.

In ogni caso sono d'accordo sul fatto di svecchiare i programmi di studio e dedicare un intero anno allo studio del 900, sarebbe molto utile conoscere la storia recente.

Tutt'ora all'università quando si fa un esame di storia contemporanea il periodo è compreso tra il 1815 ad oggi, anche se con l'oggi è inteso il 1989.

Inoltre ci sarebbero veramente tantissimi argomenti da approfondire che riguardano l'Italia e che spesso nei libri di storia sono liquidati in poche righe.

Il problema secondo me non sta nelle indicazioni generali di un programma, ma piuttosto nella capacità degl insegnanti di scegliere, approfondire e interessare, soprattutto ora che con internet è facilissimo aceddere a tantissime informazioni, senza per forza basarsi su libri uguali da almeno 20 anni!

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31/03/2010 12:41

E pensare che potrebbero tornare presto d'attualità.

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[SM=x44522] IO NON L'HO VOTATO !


58TINO




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Brave Ass
31/03/2010 13:14




Come al solito tentano di annullare la coscienza popolare e poi rigirano la frittata!



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05/03/2011 18:21

Sull'idea che si dedichi un intero anno di studio al Novecento sono d'accordissimo.
Nel frattempo si rimedia con Rai Storia [SM=x44452]
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31/03/2011 16:13

ma nessuno cancella la Gelmini?
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31/03/2011 18:31

Re:
Azzurra80, 31/03/2011 16.13:

ma nessuno cancella la Gelmini?




ti dirò che a livello estetico non mi dispiace per niente, grazie ai maghi del look a volte si trasforma in un bel fighino, ultimamente però il disgusto per il suo totale asservimento al suo padrone supera di gran lunga l'attrazione morbosa
[SM=x44491]
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31/03/2011 22:05

parlavo a livello politico....
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31/03/2011 22:13

certo, ma ho voluto fare un piccolo excursus [SM=x44461]
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01/04/2011 18:57

Re:
Azzurra80, 31/03/2011 16.13:

ma nessuno cancella la Gelmini?




[SM=x44459] [SM=x44459] [SM=x44459] [SM=x44459]

...e anche La Russa, Tremonti, la Meloni, Maroni, su su fino al piccolo uomo... [SM=x44522]

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