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INCREDIBILE MA VERO

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12/05/2010 10:59

Il Giro d'Italia a due piedi e quattro zampe

Gianluca e Shira, 40 mila chilometri insieme: "E' lei a farmi strada"
EGLE SANTOLINI
MILANO

Lui si augura «che continuino a darmi del pazzo per ancora un bel po’». E che non lo paragonino più né a Forrest Gump né a nessun altro, «perché voglio somigliare soltanto a me stesso».

E allora limitiamoci a dire che lui è soltanto Gianluca Ratta, 38 anni, torinese della Pellerina, già studente di Biologia e dipendente in una cartotecnica di Settimo Torinese, fin da bambino felicemente ossessionato dalla geografia, «ma una geografia da sentirsi sotto i piedi, non da guardare sull’atlante». Oggi esce il suo primo libro, Io e Shira, pubblicato da Rizzoli. In un altro libro famoso, il Guinness dei Primati, ci è già entrato da un pezzo: come detentore del record di camminata a piedi con cane, la suddetta Shira, husky di 9 anni. Il che vuol dire 28 paia di scarpe in tre giri d’Italia completi (isole comprese, come quelli là dei mobili), più lunghi itinerari su e giù per l’Europa. Il primo gennaio 2000 (data fatidica, «i numeri mi sono sempre sembrati importanti») Gianluca, all’epoca pressatore di prosciutti in un salumificio di San Candido, mette in pratica un proponimento preso d’istinto su una panchina al confine fra l’Italia e l’Austria. «È lì - scrive - che ho scelto di ascoltare il cuore, di tagliare il filo all’aquilone. Il lavoro nobiliterà pure qualcuno, ma non me. Licenziarmi sarà una fine, una liberazione, il vero inizio di tutto». Si allena per tre mesi ad Alassio, sul lungomare, al tramonto, con i gabbiani. E poi via, una tuta di cotone leggero e un carrello di 60 chili.

Dieci anni e 40mila chilometri dopo, Gianluca spiega che cosa vuol dire vivere come un moderno viandante, contando sempre o quasi sull’ospitalità altrui o su qualcuno che ti riempie la borraccia, «a far collezione», più che di paesaggi, «di cuori e di sguardi». Da un po’ di tempo mai più da solo, perché questa è soprattutto la storia della simbiosi tra un uomo e un cane, anzi fra «due esseri abbandonati che si son ritrovati», l’uno orfano di padre dall’età di sette anni, l’altra mollata chissà da chi e apparsa sotto un gran vento, «magrissima, dolcissima, gli occhi chiari, freddi», in mezzo a un prato ingiallito, tra Ragusa e Siracusa. «Sei vuoi venire con me, si cammina tanto», è la frase che sancisce la loro amicizia. Lui ha già percorso 6000 chilometri in solitario, «ma da quel momento viviamo il nostro sogno insieme».

Come fa a essere così sicuro, Gianluca, che il suo sogno sia anche il sogno del cane? «Mi convince il fatto che lei cammini sempre davanti a me, come se sapesse la strada». E nel conto meticoloso delle cose consumate, oltre alle suole delle scarpe, ci sono i due tubetti di crema «per le sue zampine». «In viaggio», spiega Ratta, «il cane è un deterrente e insieme un fattore di intenerimento. Ti guardano con sospetto e con dolcezza».

Gianluca ha imparato che, sulla strada, gli stranieri ti chiedono «come stai?» e gli italiani «come fai con i soldi?». Che i bambini sono cambiati, «perché una volta venivano a dare le carezze a Shira e adesso mi domandano “ma come fai a caricare il cellulare?”». Ricorda quel frate di Leonessa, in provincia di Rieti, che gli propose di fermarsi per un po’ in convento, «ma io col saio sudavo parecchio: gli ho detto che per il momento era un no». Soprattutto, resta un uomo libero: anche se a Torino aspettano una mamma e una sorella «che è come un carabiniere», lui è senza famiglia e senza legami. «Sì, ogni tanto mi ospita qualche vedova. Ma quando ti dicono: quella presa elettrica si è guastata, in questa casa ci vorrebbe proprio un uomo...Be’, allora è arrivato il momento di andarsene».

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(Voltaire)

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<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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