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Ritorno economico in un impianto fotovoltaico

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28/04/2010 16:54

tools per consumatori e progettisti del solare


Analisi economica di un impianto fotovoltaico, con la determinazione del ritorno economico

Inserisci i dati energetici dell’impianto fotovoltaico, poi i dati dei costi preventivati dell’impianto, infine i dati della bolletta eletrica.
Verifica il risultato economico nel grafico e nella tabella.
Ripeti l’inserimento dei dati quando avrai dati più precisi e definitivi:



Tools per il calcolo (LINK)

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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29/04/2010 21:22

dalla discussione di Attualità: LINK:
radcla, 29/04/2010 20.42:



... ho interpellato tre diversi ingegneri specializzati nel settore, ed ho avuto tre risposte diverse.
Da chi mi ha detto si può fare includendo anche l'energia necessaria per il riscaldamento invernale (per tutti e tre gli appartamenti),
a chi mi ha detto che a malapena posso avere l'energia per un solo appartamento, riscaldamento escluso (quindi solo elettrodomestici, illuminazione e cosette simili).
E purtroppo, il più disfattista, che è andato anche contro i propri interessi ma ha dato un'opinione deontologicamente corretta, credo abbia ragione.
E' ovvio che se mi muoverò in qualche senso lo farò sempre con l'appoggio di un ingegnere specializzato, sia per la scelta dei componenti e materiali più adatti, sia per lo svolgimento delle pratiche burocratiche necessarie (per le quali occorre mettere in conto circa sei mesi).

Comunque è vero che mutui agevolati, conto energia, scambio sul posto, detrazioni fiscali, possono permetterti di avere energia a costo zero o quasi, addirittura, più si scende a sud (dove c'è più sole e con maggiore intensità), dopo molti anni, non meno di una decina, forse ci si può mettere in tasca anche qualche euro, ma pochi. Ma devi avere la superficie orientata verso una determinata direzione. Ed io purtroppo in quella direzione ne ho poca, non più di 40 max 50 mq. [SM=x44464]



Prima di un sopralluogo sul posto non ci si può sbilanciare,
però se tu mi dici che orientata a sud non hai più di 40-50mq di superficie utile (anche se ci sarebbero soluzioni alternative, alcune più costose, altre più economiche e redditizie) penso che il 3° ing. potrebbe anche non esser stato proprio disfattista, quanto piuttosto orientato ad un differente criterio di selezione dei lavori da prendersi in carico (perchè se puoi permettertelo si lavora/guadagna meglio sugli impianti oltre i 10KWp anzichè quelli sotto i 4).
Per quanto riguarda la possibilità del riscaldamento mi incuriosisce parecchio la cosa:
spiegami se è stato chiarito se te lo proporrebbero solo tramite fotovoltaico o anche con un'integrazione di pannelli solari ACS su un eventuale impianto di riscaldamento (a pavimento?). [SM=x44473]

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30/04/2010 00:29

ma guarda che 40-50mq non sono pochi (a meno che tu non abbia comignoli e/o lucernari in mezzo)!

non per farmi gli affari tuoi ma all'incirca di quanti mq sono i 3 appartamenti? No perchè io con molta meno superficie sul tetto di te e non usandola tutta in base ai loro calcoli (confermati da più di un tecnico) riuscirei a coprire tutto il fabbisogno della casa dal punto di vista elettrico.

La storia del riscaldamento col fotovoltaico invece mi risulta nuova. Come funziona?

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Ero solito portare una pallottola nel taschino, all'altezza del cuore. Un giorno un tizio mi tirò addosso una Bibbia ma la pallottola mi salvò la vita.
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30/04/2010 01:48

Re:
tc-3, 30/04/2010 0.29:

ma guarda che 40-50mq non sono pochi (a meno che tu non abbia comignoli e/o lucernari in mezzo)!

non per farmi gli affari tuoi ma all'incirca di quanti mq sono i 3 appartamenti? No perchè io con molta meno superficie sul tetto di te e non usandola tutta in base ai loro calcoli (confermati da più di un tecnico) riuscirei a coprire tutto il fabbisogno della casa dal punto di vista elettrico.

La storia del riscaldamento col fotovoltaico invece mi risulta nuova. Come funziona?




i mq sono totali, e servirebbero per tutti e 3 gli appartamenti, non solo 1. Dei comignoli ci sono, ma mi pare che non siano nella parte che guarda a sud (che è appunto quella utilizzabile per i pannelli.

Per il riscaldamento, esso si produce con energia, no? Ad esempio le pompe di calore (che in estate potrebbero essere utilizzate come condizionatori). E l'energia la prendi da quella prodotta dall'impianto fotovoltaico, se puoi.
Altrimenti ci sono le altre soluzioni, come le caldaie a metano (ma il metano lo devi pagare, mica lo produci tu), oppure con altri combustibili, come la sansa (ho un cugino che tra le mille attività che fa c'è anche quella di progettare e fornire caldaie a sansa), ma per essere conveniente devi trovarti in zone di uliveti, e dove sono io al mare non trovi un ulivo nel raggio di un centinaio di km!
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30/04/2010 02:04

Re: Re:
radcla, 30/04/2010 1.48:


i mq sono totali, e servirebbero per tutti e 3 gli appartamenti, non solo 1. Dei comignoli ci sono, ma mi pare che non siano nella parte che guarda a sud (che è appunto quella utilizzabile per i pannelli.



Quindi è come se avessi 3 appartamenti uno sopra l'altro di circa 70-80mq, giusto? Allora secondo me la verità sta nel mezzo fra i primi 2 nel senso che con la superficie del tuo tetto dovresti avere corrente (non per riscaldamento) per almeno 2 appartamenti. O almeno questo è quello che hanno detto a me varie fonti con una situazionesimile alla tua (casa unica su 2 piani + mansarda e box ma con meno tetto a sud rispetto al tuo e con una latitudine ben diversa).

radcla, 30/04/2010 1.48:

Per il riscaldamento, esso si produce con energia, no? Ad esempio le pompe di calore (che in estate potrebbero essere utilizzate come condizionatori). E l'energia la prendi da quella prodotta dall'impianto fotovoltaico, se puoi.



Ah giusto, non ci avevo pensato. Sono un fedelissimo dei caloriferi! [SM=x44452]


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30/04/2010 02:55

Re: Re: Re:
tc-3, 30/04/2010 2.04:



Quindi è come se avessi 3 appartamenti uno sopra l'altro di circa 70-80mq, giusto? Allora secondo me la verità sta nel mezzo fra i primi 2 nel senso che con la superficie del tuo tetto dovresti avere corrente (non per riscaldamento) per almeno 2 appartamenti. O almeno questo è quello che hanno detto a me varie fonti con una situazionesimile alla tua (casa unica su 2 piani + mansarda e box ma con meno tetto a sud rispetto al tuo e con una latitudine ben diversa).

Ah giusto, non ci avevo pensato. Sono un fedelissimo dei caloriferi! [SM=x44452]






Sì, la situazione è pressapoco simile: pian terreno un appartamento, primo, secondo piano + mansarda sono divisi a metà, due appartamenti speculari o simmetrici che dir si voglia.
In realtà potrei guadagnare qualche mq coprendo parte del terrazzo solarium (proprio la parte che fa da solarium [SM=x44468] ) con una tettoia adatta ad ospitare i pannelli. E poi c'è anche il box, che non avevamo considerato, essendo un fabbricato a se ma distante 2-3 metri dal fabbricato principale. La superficie del tetto del box credo potrebbe essere utilizzata.
Nel we sarò sul posto e farò quattro chiacchiere con l'ingegnere. E' una situazione che abbiamo iniziato a studiare da poco.
In realtà, dei tre appartamenti, quello che più mi interessa è quello che abbiamo riservato alla nostra famiglia (mia, di mia sorella e mio fratello single), in quanto gli altri due sono destinati ad essere affittati e gli inquilini pagano anche le bollette oltre che il canone, quindi affari loro [SM=x44451]
C'è da dire che di quanto pagano, tolte le spese varie per tasse, manutenzioni e ristrutturazioni (ogni anno c'è qualche lavoro o miglioria da fare) non ci mettiamo in tasca quasi nulla, però ci manteniamo il tutto in buone condizioni.
I forumisti che ci sono stati lo scorso anno, in particolare quelli che hanno alloggiato al pian terreno, se tornassero ora non lo riconoscerebbero per come lo abbiamo ristrutturato questo inverno.
Anche il mobilio è stato rinnovato quasi interamente.
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30/04/2010 08:13

radcla, 30/04/2010 2.55:




...
In realtà potrei guadagnare qualche mq coprendo parte del terrazzo solarium (proprio la parte che fa da solarium [SM=x44468] ) con una tettoia adatta ad ospitare i pannelli. E poi c'è anche il box, che non avevamo considerato, essendo un fabbricato a se ma distante 2-3 metri dal fabbricato principale. La superficie del tetto del box credo potrebbe essere utilizzata.
Nel we sarò sul posto e farò quattro chiacchiere con l'ingegnere. E' una situazione che abbiamo iniziato a studiare da poco...




Un'altro dettaglio importante è la scelta del pannello integrato nel tetto:
è una tipologia che ha il vantaggio di farti beneficiare di un pagamento ancor più conveniente per te rispetto al pannello appoggiato in rilievo sopra le tegole.
E' una soluzione di cui non tutti i progettisti spiegano i vantaggi (forse proprio perchè sono solo per le tasche del cliente finale) [SM=x44461]
NB ottima la soluzione di costruire apposite tettoie tali da ricadere nella tipologia di pannelli integrati [SM=x44462]
Perchè se ti fai installare 5-7KWp sul tetto (non credo si possa andare oltre) con pannelli appoggiati in rilievo, eguaglieresti lo stesso guadagno (€) di un impianto di poco inferiore montato su apposite tettoie. A patto che tu possa mettere queste tettoie (box, terrazzo, giardino, etc.) o che tu non abbia già la necessità di ristrutturare per altre ragioni anche il tetto (in questo caso è meglio approfittarne). [SM=x44461]
[Modificato da Etrusco 30/04/2010 08:29]
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09/05/2010 01:10

radcla, sei riuscito a parlare con l'inge? Se sì cosa ti ha detto?

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09/05/2010 01:43

Re:
tc-3, 09/05/2010 1.10:

radcla, sei riuscito a parlare con l'inge? Se sì cosa ti ha detto?




Ci ho parlato, e purtroppo mi ha confermato che con la superficie rivolta a sud, che ho, non posso far molto, purtroppo.
Dei tre appartamenti, forse uno, quello riservato alla mia famiglia e a quelle dei mie fratelli, potrei renderlo auto sufficiente per l'energia necessaria per gli elettrodomestici e illuminazione, ma non per il riscaldamento, per il quale è più conveniente il metano, e su questo mio padre aveva lasciato già tutto predisposto, con tanto di contratti con l'Eni, occorre "solo" portare i tubi dentro casa e allacciarli ai vari termosifoni (da mettere anche loro).

Potrei avere un poco di energia in più, dal fotovoltaico, utilizzando anche il giardino, ma non intendo sacrificare la villetta per farla diventare una centrale elettrica.

Quindi il riscaldamento sarà a metano nei tre appartamenti, che poi saranno utilizzati, nei mesi freddi, solo nei fine settimana, ergo non grandi consumi.
Per il resto, l'appartamento riservato alla nostra famiglia (mia e e dei miei due fratelli), forse lo alimenteremo con il fotovoltaico, ma su questo punto dovremo fare un meeting tutti assieme, noi fratelli e l'ingegnere (e anche i soldi che abbiamo da investire...)
[Modificato da radcla 09/05/2010 01:46]
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12/05/2010 11:46

radcla, 09/05/2010 1.43:

.. con la superficie rivolta a sud, che ho, non posso far molto...
Dei 3 appartamenti, forse uno, quello riservato alla mia famiglia e a quelle dei mie fratelli, potrei renderlo auto sufficiente per l'energia necessaria per gli elettrodomestici e illuminazione, ma non per il riscaldamento, per il quale è più conveniente il metano, e su questo mio padre aveva lasciato già tutto predisposto...
Quindi il riscaldamento sarà a metano nei 3 appartamenti, che poi saranno utilizzati, nei mesi freddi, solo nei fine settimana, ergo non grandi consumi.
...



In sintesi:
2 appartamenti li destinerai all'affitto (annualo o stagionale, ma non importa, tanto i consumi di gas o altra fonte energetica sarà pensiero dei soli inquilini).

Per la scelta dell'impianto termico più adatto alle tue esigenze (Qualità/Prezzo) devi porti ora questa domanda:
in quell'appartamento che rimane a te e ai tuoi fratelli,
lo userete solamente nei week-end invernali?

E questo per quale orizzonte temporale?
(Spiego: potresti ipotizzare che, di qui a 5 o più anni, possa cambiar qualcosa: che qualcuno di voi fratelli possa trasferirsi là in quell'appartamento per abitarlo in maniera molto più intensa?)
Perchè per scaldare la casa del mare in inverno circa un giorno e mezzo (36 ore) per ogni settimana (168 ore), e non tutte le settimane (vuoi perchè ci sarà qualche W-E. in cui non andrete, vuoi perchè a S.Severa in inverno non è poi così freddo come a Perugia) parti già dal presupposto che qualsiasi sarà la soluzione scelta verrà sfruttata, nelle migliori delle ipotesi, solo al 21%. Quindi tutte quelle spese fisse per il gas, per la manutenzione ordinaria e straordinaria della caldaia, etc. andranno a gravare sulla gestione economica.
Ti dico questo per farti considerare anche altre soluzioni tecnologiche alternative al gas, che per il tuo caso specifico potrebbero essere più convenienti, ad esempio
volendo fare una graduatoria dalle soluzioni più costose alle più economiche (istallazione + costi fissi di gestione):
- Gas: Caldaia a condensazione o caldaia a gas più economica (ma rimarrebbero sottoutilizzate entrambe),
- Caldaia a pellet o a gassificazione di legna (da integrare all'impianto già predisposto da tuo padre),
- Pompa di calore inverter (qui se prendi quelle ad alta efficienza energetica, cioè COP>>5,1 EER>>4,8, una volta mandato a regime l'impianto consumi relativamente poco, inoltre puoi sfruttare l'inverter per raffrescare l'appartamento anche d'estate e, ciliegina sulla torta, puoi detrarre le spese per un bel 55%!)....
Tra l'altro a Civitavecchia, loc.Scaglia, c'è un distributore di una marca che fa prezzi molto competitivi, se ti interessa ti passo i contatti in pvt [SM=x44461]
Ci sarebbero anche altre soluzione, che escluderei, ma poi dipende tutto dall'utilizzo che prevedono di farne i tuoi fratelli... fammi sapere [SM=x44475]
[Modificato da Etrusco 12/05/2010 11:55]
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12/05/2010 20:38

Re:
Etrusco, 12/05/2010 11.46:



In sintesi:
2 appartamenti li destinerai all'affitto (annualo o stagionale, ma non importa, tanto i consumi di gas o altra fonte energetica sarà pensiero dei soli inquilini).

Per la scelta dell'impianto termico più adatto alle tue esigenze (Qualità/Prezzo) devi porti ora questa domanda:
in quell'appartamento che rimane a te e ai tuoi fratelli,
lo userete solamente nei week-end invernali?

E questo per quale orizzonte temporale?
(Spiego: potresti ipotizzare che, di qui a 5 o più anni, possa cambiar qualcosa: che qualcuno di voi fratelli possa trasferirsi là in quell'appartamento per abitarlo in maniera molto più intensa?)
Perchè per scaldare la casa del mare in inverno circa un giorno e mezzo (36 ore) per ogni settimana (168 ore), e non tutte le settimane (vuoi perchè ci sarà qualche W-E. in cui non andrete, vuoi perchè a S.Severa in inverno non è poi così freddo come a Perugia) parti già dal presupposto che qualsiasi sarà la soluzione scelta verrà sfruttata, nelle migliori delle ipotesi, solo al 21%. Quindi tutte quelle spese fisse per il gas, per la manutenzione ordinaria e straordinaria della caldaia, etc. andranno a gravare sulla gestione economica.
Ti dico questo per farti considerare anche altre soluzioni tecnologiche alternative al gas, che per il tuo caso specifico potrebbero essere più convenienti, ad esempio
volendo fare una graduatoria dalle soluzioni più costose alle più economiche (istallazione + costi fissi di gestione):
- Gas: Caldaia a condensazione o caldaia a gas più economica (ma rimarrebbero sottoutilizzate entrambe),
- Caldaia a pellet o a gassificazione di legna (da integrare all'impianto già predisposto da tuo padre),
- Pompa di calore inverter (qui se prendi quelle ad alta efficienza energetica, cioè COP>>5,1 EER>>4,8, una volta mandato a regime l'impianto consumi relativamente poco, inoltre puoi sfruttare l'inverter per raffrescare l'appartamento anche d'estate e, ciliegina sulla torta, puoi detrarre le spese per un bel 55%!)....
Tra l'altro a Civitavecchia, loc.Scaglia, c'è un distributore di una marca che fa prezzi molto competitivi, se ti interessa ti passo i contatti in pvt [SM=x44461]
Ci sarebbero anche altre soluzione, che escluderei, ma poi dipende tutto dall'utilizzo che prevedono di farne i tuoi fratelli... fammi sapere [SM=x44475]




Sull'utilizzo che ne faremo io e i fratelli, nel tempo, c'è un bel punto interrogativo. Dipendesse solo da me (e anche da mia moglie), direi che ci andrei più o meno tutti i fine settimana, inverno, estate e le mezze stagioni (che non esistono più [SM=x44451] ), oltre a trascorrerci l'intero mese di agosto. Ma poi si devono fare i conti con le altre esigenze di famiglia, per esempio ora mia figlia sta entrando nell'età adolescenziale e, a roma, ha spesso festicciole tra amici, alle quali non vuole rinunciare. Tra qualche anno anche i figli di mia sorella entreranno nella stessa fase.
E' comunque certo che la casa, in un modo o nell'altro, sarà utilizzata abbastanza durante tutto l'anno, essendo strutturata in modo che ognuno di noi fratelli ha una propria stanza e anche i figli hanno le proprie, il resto è ovviamente in comune.

Comunque io ci capisco poco di tutto ciò che mi hai scritto.
Mi stamperò il tuo post e ne parlerò con chi di dovere appena possibile. In passato ne ho parlato anche con Runny, che non è certo a digiuno in materia, e lui mi pare usa la caldaia a pellets (ma ci vive tutto l'anno), però altre persone me l'hanno sconsigliata.
Mah ... per il momento siamo ancora in fase di studio, ma entro giugno dovremo prendere una decisione definitiva, in modo che il prossimo autunoo/inverno sarà tutto pronto.

PS. Gli inquilini sono fissi, sempre gli stessi, stagionali, ma hanno manifestato l'intenzione di poter utilizzare gli appartamenti anche nei fine settimana al di fuori della stagione estiva, quindi con un piccolo sovrapprezzo, li accontenteremo. Conviene anche a noi avere degli appartamenti utilizzati frequentemente, anziché fermi per 7-8 mesi.
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29/11/2011 23:20

Tetto fotovoltaico: un tool per scoprire quanto conviene

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Dalla Svezia uno strumento in grado di mappare l'incidenza solare e le ombre di un singolo tetto come di una città intera

tetto_fotovoltaicoIl tetto non è più solo un modo per evitare che piova in salotto. Al giorno d'oggi molte persone vedono il tetto come un posto dove posizionare pannelli solari per ottenere energia rinnovabile. Il problema è che non tutti i tetti sono uguali. Gli scienziati dell'Università di Göteborg hanno da poco lanciato uno strumento che determina la grandezza massima di incidenza solare (e implicitamente la quantità massima di tempo in ombra) di un'intera città, di un quartiere, o di un singolo tetto. Difatti i pannelli fotovoltaici non funzionano se non c'è il sole, per cui bisogna tenere in considerazione l'effetto delle ombre. Se si vogliono ottenere le massime performance, non ci devono essere alberi sporgenti o altri edifici limitrofi che proiettano le loro ombre sull'impianto fotovoltaico. Inoltre i raggi solari devono raggiungere il tetto con l'angolazione ottimale per generare maggiore potenza.

Come funziona
Il nuovo strumento sviluppato dal team dell'Università di Göteborg si basa su sistemi informativi geografici (GIS) che raccolgono, archiviano, analizzano e presentano dati geografici. Ciò significa che lo strumento è in grado di simulare come i raggi solari colpiscono edifici, terreni e vegetazione, e quali ombre proiettano, in un modello tridimensionale dell'ambiente costruito che si vuole analizzare. L'effetto ombra può essere calcolato per ogni mese o per un anno intero, e in questo modo alcune parti di un tetto potrebbero rivelarsi inadatte per la raccolta di energia solare, anche se il tetto ha sia la direzione ottimale sia la giusta angolazione. Così è possibile definire la radiazione solare totale su ogni parte di una struttura in una data zona, calcolata come chilowattora per metro quadro.

Göteborg città pilota
Lo strumento fornisce di fatto una mappatura dell'idoneità alla raccolta di energia dal sole, in base alle esigenze dell'utente e all'incidenza annuale solare sul territorio o sul singolo tetto. La stima dell'incidenza solare, grazie ad una risoluzione di un'ora dei dati climatici, si può ottenere con un grado di accuratezza molto elevato. Per ora, il team di ricerca ha utilizzato la città di Göteborg come progetto pilota per testare il suo tool, ma assicura che è adattabile a tutte le città, grandi o piccole che siano. Il progetto è stato finanziato dal programma Solel, dalla Research Foundation di Göteborg e dall'Amministrazione Urbanistica di Göteborg
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13/06/2017 18:39

Fotovoltaico domestico: come proteggersi dalle offerte fuori mercato


Molti venditori in giro per l'Italia offrono alle, spesso ignare, famiglie, impianti fotovoltaici sovradimensionati rispetto ai loro consumi elettrici
e a costi molti elevati per kW installato. Un approccio che rischia di danneggiare il mercato. Come difendersi da questi "piazzisti" di energia solare.

È bene che i consumatori prestino grande attenzione alle proposte di realizzazione di impianti fotovoltaici domestici sui loro tetti da molti venditori in giro per l’Italia.

Sappiamo ormai da tempo che vengono fatte alcune offerte "standardizzate" a potenziali acquirenti che considerare “fuori mercato” è un eufemismo.

Acquirenti ignari dei reali prezzi in discesa di questa tecnologia possono realmente incappare in offerte, spesso corredate da qualche collegamento con marchi energetici celebri, che vanno solo a vantaggio del "venditore". Non possiamo chiamare altrimenti questi soggetti, o queste società cui fanno capo, perché non possiamo considerarli corretti professionisti del settore, com'è la stragrande maggioranza degli operatori presenti in Italia.

Un professionista dovrebbe invece prestare attenzione non solo ai consumi annuali elettrici del cliente, ma anche ai loro profili di consumo giornaliero e mensile e ad altri diversi particolari, prima di presentare un’offerta.

Uno dei diversi esempi significativi di come operano queste imprese è quello relativo a una proposta (di cui possediamo peraltro l'originale) per un impianto FV da 4,5 kWp per una famiglia che abita in una bifamiliare in centro Italia, con consumi elettrici intorno ai 2mila kWh/anno e che soddisfa il proprio fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria con una caldaia a biomasse.

Il “modico” prezzo dell’impianto? Oltre 15mila euro (Iva inclusa)! Dal documento non si capisce però se il prezzo includa il finanziamento rateizzato. Infatti nel modulo sottoscritto c’è riportato “finanziaria” nella voce sulla modalità di pagamento, ma nel contratto, firmato dal cliente, poi si spiega che il pagamento dell’opera sarà effettuato per il 50% alla firma del contratto e il saldo restante il giorno prima dell’installazione.

I moduli che verrebbero utilizzati (18 da 250 Watt) sono italiani, di una azienda in verità poco conosciuta, mentre nel contratto (preliminare?) non viene nemmeno indicata la tipologia e la marca di inverter.

Già da queste poche righe si capisce che l’unico obiettivo della società e del suo venditore è poter piazzare un prodotto, chiudere il contratto, e uscirne dopo aver spuntato un bel guadagno. Poi per quanto riguarda la fase di installazione, prevista dal contratto, si spera solo che venga eseguita da qualche ditta con buone professionalità. Ma possiamo dubitarne se questo è l'approccio iniziale.

Questi "venditori" che raccontano un po’ di tutto ai loro potenziali committenti (ad esempio, “la tua bolletta è troppo cara e con il FV non la pagherei più", “ti ripaghi l’investimento in due o tre anni", eccetera), non fanno altro che mettere in cattiva luce una tecnologia che è sempre più matura e che ha ridotto in questi anni in maniera drastica i suoi costi. In una parola rischiano di danneggiare il mercato, così come aziende e professionalità serie, oltre che le tasche di alcune famiglie.

In quell’offerta ci sono due aspetti tanto stridenti, quanto fondamentali in fase di progettazione:

  1. La scelta della taglia dell’impianto. Un impianto da 4,5 kWp (per circa 32 m2 di moduli) è esageratamente sovradimensionato per le esigenze di quella tipologia di famiglia: ha una producibilità in quella zona di almeno 6mila kWh/anno (contro i 2.000 consumati ogni anno). Una scelta di questo tipo allungherebbe i tempi di ammortamento dell’impianto, visto che la gran parte della produzione non andrebbe all’autoconsumo (aspetto principale da valutare), ma verrebbe ceduta alla rete elettrica con un conseguente introito molto ridotto. Forse ne basterebbe uno da 1,5-2 kWp, quindi meno della metà (e un piccolo solare termico per la produzione di acs).
  2. Il prezzo dell’impianto. Premesso che non capiamo realmente se in questo caso vi siano inclusi i costi di finanziamento, dobbiamo però dire che per un impianto di quella potenza il costo chiavi in mano dovrebbe essere compreso tra 8000 e 9000 euro (iva inclusa).

Come proteggersi allora da queste proposte indecenti? Riassumiamo alcuni concetti basilari.

Oggi la scelta più conveniente è sempre dimensionare l'impianto su misura dei propri consumi elettrici.

L'impianto fotovoltaico va quindi "cucito su misura" dell'utente: a parità di consumi, basterà un impianto più piccolo, e dunque meno costoso, per chi vive dove c'è più sole. Ad esempio, una famiglia che consumi 4.000 kWh/anno, se vive al Sud dovrebbe optare per un impianto da circa 2,75 kWp, mentre la stessa utenza al Nord dovrebbe preferire un impianto da 3,5 kWp.

Nello stimare la produzione dell'impianto, oltre che della latitudine e della radiazione solare disponibile il progettista terrà conto di altri fattori. Ad esempio bisogna vedere se il tetto è esposto perfettamente a Sud e se permette di installare i moduli con la giusta inclinazione. Uno scostamento di 90° a est od ovest causa una riduzione del 20% della produzione su base annuale. Per l’inclinazione del tetto una buona produzione è garantita, in media, da una del 30%.

Consideriamo anche che si può dimensionare l’impianto in modo da coprire i consumi elettrici previsti per il futuro, ad esempio con l'installazione di pompe di calore elettriche, di condizionatori o di piastre ad induzione per la cottura.

Altro aspetto da considerare, come detto, è massimizzare l'autoconsumo:
utilizzare direttamente, senza farla passare per la rete, quanta più possibile dell'energia prodotta dall'impianto FV. L'energia usata direttamente, infatti, sostituisce quella prelevata dalla rete ed è conveniente perché su questa non si pagano gli oneri di sistema e di rete.

L’autoconsumo di una famiglia italiana è dell’ordine del 25-40%. Ma si può aumentare questa quota, e dunque risparmiare di più grazie al FV, spostando nelle ore più soleggiate tutti quei consumi elettrici 'gestibili', come lavastoviglie, lavatrici e asciugatrici. Esistono anche sistemi di domotica capaci di coordinare i carichi (consumi) con la produzione istantanea dell'impianto FV.

Ricordiamo, infine, che per le persone fisiche il fotovoltaico gode della detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni edilizie: porta cioè in detrazione dall'Irpef su 10 anni, con quote di pari importo, il 50% della spesa sostenuta.

Per concludere, ricordiamo a tutti di diffidare da chi offre preventivi standard senza un vero sopralluogo e un'attenta analisi dei consumi presenti e futuri dell'utenza.

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14/06/2017 20:08

Mi scusassero gli esperti se pongo una domanda forse ingenua, ma stavo notando che negli ultimi anni le spese per la fornitura elettrica diventano sempre più alte nella parte fissa e sempre più bassa in quella dei consumi effettivi, non so se questo è solo tra i tanti fornitori del mercato libero dove sono stupidamente caduta accettando un'offerta che sembrava conveniente, comunque dicono che tra un anno passeranno tutti al mercato libero con conseguente aumento delle bollette.
Quindi chiedo, è ancora valido il conteggio del ritorno economico per un impianto solare?
Ma soprattutto conviene ancora?
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20/06/2017 10:22

Re:
Arcanna Jones, 14/06/2017 20.08:

... negli ultimi anni le spese per la fornitura elettrica diventano sempre più alte nella parte fissa e sempre più bassa in quella dei consumi effettivi, non so se questo è solo tra i tanti fornitori del mercato libero dove sono stupidamente caduta accettando un'offerta che sembrava conveniente, comunque dicono che tra un anno passeranno tutti al mercato libero con conseguente aumento delle bollette.
Quindi chiedo, è ancora valido il conteggio del ritorno economico per un impianto solare?
Ma soprattutto conviene ancora?



Ovviamente essendoci state variazioni economiche tra l'energia presa dalla rete e quella ceduta vanno rifatti tutti i conteggi per calcolare quando col tuo impianto riuscirai ad ammortizzare la spesa.
In ogni caso se il calcolo dell'impianto è stato studiato bene il ritorno ce lo avrai [SM=x44462]

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Accumulo e controllo dei carichi nelle abitazioni con impianto FV


La differenza di valore economico tra l’energia prelevata e quella ceduta alla rete richiede di aumentare l’autoconsumo.
Tra le soluzioni c’è l’accumulo, ma la natura discontinua dei carichi elettrici domestici e il carattere di stagionalità della fonte solare non giustifica sempre il loro utilizzo.
C’è poi la possibilità di controllare i carichi elettrici. Un articolo dell’ing. Francesco Groppi.

Le abitazioni dotate di impianto fotovoltaico, come sappiamo, sono in grado di produrre in tutto o in parte il proprio fabbisogno annuo di energia elettrica.

Tuttavia è anche noto che la produzione fotovoltaica e i consumi domestici non sono necessariamente simultanei, anzi lo sono solo saltuariamente, e questo determina un continuo scambio di energia tra l’abitazione e la rete.

In Italia, gli impianti fotovoltaici fino a 500 kWp possono beneficiare dello scambio sul posto, ossia di quel meccanismo che trasforma l’energia immessa in rete in un risparmio sull’importo in bolletta, tuttavia è ben noto che all’energia ceduta è riconosciuto un valore economico molto minore rispetto a quella assorbita.

Sarebbe quindi conveniente ridurre quanto più possibile gli scambi di energia elettrica da e verso la rete e di conseguenza l’accumulo di energia può rappresentare una efficace soluzione.

Infatti, come si può vedere dalla figura 1, la parte eccedente di energia prodotta dal fotovoltaico durante le ore di sole può essere opportunamente immagazzinata per poi essere utilizzata durante le ore serali e notturne, col risultato di ridurre al minimo l’energia scambiata con la rete.

Purtroppo tale immagine, spesso utilizzata in varie forme per fini commerciali, rappresenta uno scenario idilliaco ben lontano dalla realtà. Essa potrebbe casomai essere valida per un aggregato di consumi abitativi con dimensioni minime pari ad almeno un quartiere residenziale, ma anche in questo caso avrebbe comunque con un orizzonte temporale non superiore al mese.

Infatti, come vedremo più avanti, l’andamento giornaliero dei consumi di un’abitazione è molto diverso dall’essere una curva regolare e sinuosa, ma presenta invece dei picchi e degli avvallamenti che variano di giorno in giorno e che sono difficilmente prevedibili. La fonte solare, inoltre, contribuisce all’aleatorietà dell’insieme, alternando spesso i giorni di sole a quelli nuvolosi o di pioggia o anche presentando variazioni consistenti all’interno dello stesso giorno.

Tuttavia, il fattore che rende veramente problematico ottenere un bilancio energetico accettabile è rappresentato dalla differenza stagionale di energia prodotta, la quale, considerando il rapporto tra il mese a più alto irraggiamento e quello più sfavorito, è di almeno 2,5 a 1 nel Sud Italia e va anche oltre nel Nord Italia.

Quindi, a fronte di consumi abitativi mensili abbastanza stabili nel corso dell’anno, pur con qualche accentuazione nei mesi invernali ed estivi, ci troviamo quasi sempre a dover gestire una produzione fotovoltaica sovrabbondante in estate e insufficiente in inverno.

È comunque sempre utile ricordare che queste considerazioni valgono unicamente dal punto di vista del singolo utente, il quale nel nostro Paese si trova ad affrontare una regolamentazione dello scambio sul posto decisamente penalizzante.

Da un punto di vista invece più generale, rappresentato dei vantaggi apportati dal fotovoltaico in termini di risparmio dei combustibili fossili, del migliore utilizzo della rete e, come si può ormai in molti casi constatare, dallo sfruttamento di una fonte energetica economicamente competitiva, l’introduzione di piccoli accumuli su larga scala introduce un fattore stabilizzante che accresce i benefici sia per il singolo utente che per l’intero sistema elettrico ...

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