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Pluralismo e Libertà d'Informazione in Rai

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2010 15:01
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24/09/2009 16:44

«IdV sistematicamente oscurata dalla tv pubblica» - critiche a Masi e al Tg1 di Minzolini
On.Pardi: «IdV sistematicamente oscurata dalla tv pubblica»
Protesta dell'Idv contro la Rai e il Tg1: «Siamo i fantasmi dell'informazione»

Parlamentari e attivisti vestiti da fantasmi a San Macuto:
«In 3 mesi sul Tg di Minzolini solo due sonori su di noi»


Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro
(Ansa)

ROMA - Un gruppo di decine di parlamentari più alcuni attivisti dell'Italia dei Valori hanno inscenato un sit-in presso la sede della commissione parlamentare di vigilanza a San Macuto, per protestare contro la Rai, e in particolare il Tg1, sostenendo di non avere spazio di informazione a loro dedicata.
«Idv, siamo il fantasma dell'informazione» era scritto in alcuni cartelli. Alcuni attivisti erano vestiti da fantasmi.
«In tre mesi sono andati in onda sul Tg1 soltanto due sonori dedicati all'Italia dei Valori, e alla festa del partito a Vasto, in Abruzzo, non è stata inviata nemmeno una telecamera».

LA PROTESTA - «Sfidiamo Masi, dia prova che esiste il pluralismo,
diamo tempo un mese per fargli dimostrare che esiste la libertà di stampa.
L'Idv è sistematicamente oscurata da molti mesi dalla Rai»

ha detto nel corso della manifestazione il parlamentare dell'Italia dei Valori, Pancho Pardi, proprio pochi istanti prima dell'audizione del direttore generale della Rai, Mauro Masi.
«Libertà di informazione» è lo slogan che hanno scandito una trentina di parlamentari dell'Idv tra cui Leoluca Orlando, Stefano Pedica, Silvana Mura e Felice Belisario.
«Contro la tv di regime, più farabutti meno cortigiani» sono alcune delle scritte che i parlamentari leggevano durante la protesta.


Fonte: Corriere della Sera - 24 settembre 2009


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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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Augusto Minzolini

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Rai: Cdr Tg1 prende le distanze da Minzolini
10 Novembre 2009 15:00 POLITICA

ROMA - "Anche questa volta non siamo d'accordo.
Anche questa volta il direttore ha schierato il Tg1 attraverso un editoriale sul contestato tema della riforma della giustizia
sposando esplicitamente le posizioni della maggioranza di governo".


Il Comitato di Redazione del Tg1 prende le distanze dal direttore Augusto Minzolini, come gia' era successo per il suo editoriale del 3 ottobre, sulla manifestazione per la liberta' di espressione.
"Senza nulla togliere al diritto del direttore Minzolini di esprimere il suo pensiero - si legge nella nota del Cdr - ci preoccupa la caratterizzazione politica che la direzione sta imprimendo al Tg1.
Uno strappo che contrasta con il ruolo di giornale istituzionale e non governativo

caro a tutta la redazione, un ruolo che questo Cdr continuera' a difendere".
(RCD)

Corriere della Sera - 10-11-2009

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PippyZzetta
10/11/2009 18:45

ieri sera ho assistito in diretta al proclama di manzotin.
cioè una roba vergognosa [SM=x44466] [SM=x44466] [SM=x44466] [SM=x44466]

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10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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10/11/2009 19:00

Re:
piperitapatty, 10/11/2009 18.45:

ieri sera ho assistito in diretta al proclama di manzotin.
cioè una roba vergognosa [SM=x44466] [SM=x44466] [SM=x44466] [SM=x44466]




l'idea di mettermi a cena con un simil editoriale di Minzolini
mi fa venire i conati [SM=x44504]
preferirei saltare la cena...
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Brave Ass
11/11/2009 17:54





Menzognini che si permette di fare le pezze e ribaltare il discorso di un magistrato come Ingroia!!!


ihihihihih ridicolo!!!



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11/11/2009 18:19

Re:
Neongenesis, 11/11/2009 17.54:





Menzognini che si permette di fare le pezze e ribaltare il discorso di un magistrato come Ingroia!!!


ihihihihih ridicolo!!!



[SM=x44472]
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[SM=x44472]




Di che pasta fosse fatto Minzolini era noto,
la colpa è di chi lo ha voluto mettere sulla poltrona da Direttore [SM=x44464]



Per la cronaca:


Il PM replica all'editoriale in cui è stato pesantemente attaccato

Zavoli e Garimberti critici col direttore del TG1, Minzolini

Ingroia: "Non faccio complotti"
Durissimo i Cdr del Tg1: "Uno strappo"



ROMA - "Non ho fatto alcuna critica nei confronti del governo, alcune mie frasi sono state estrapolate dal contesto e ad esse è stato attribuito un significato diverso".

Il PM di Palermo Antonio Ingroia, interviene a "24 Mattino" su Radio 24 e sceglie toni pacati per replicare all'affondo lanciato dagli schermi del Tg1 dal direttore Augusto Minzolini.
Un editoriale che provoca le proteste persino del Cdr dello stesso telegiornale.

Il PM di Palermo Antonio Ingroia

La replica di Ingroia.

"Non ho né obiettivi, né programmi politici - dice il magistrato - tantomeno di ribaltare posizioni o attuali assetti politici e istituzionali.
Penso che questa sia l'accusa più grave che si possa fare a un magistrato, non mi sento di meritarla.
Le mie dichiarazioni erano semplicemente un richiamo ai principi fondamentali scritti nella carta costituzionale.
Non mi sento schierato da nessuna parte se non con i padri costituenti e con i cittadini che pretendono verità e giustizia".

Le proteste contro Minzolini.
Il Cdr del Tg1 diffonde un duro comunicato: "Anche questa volta non siamo d'accordo.
Anche questa volta il direttore ha schierato il telegiornale con un editoriale sul contestato tema della riforma della giustizia sposando esplicitamente le posizioni della maggioranza di governo.
Uno strappo che contrasta con il ruolo di giornale istituzionale e non governativo caro a tutta la redazione
,
un ruolo che il Cdr continuerà a difendere".

Le reazioni di Zavoli e Garimberti.
Critico anche il Presidente della commissione di Vigilanza:
"Ciò che genera un diffuso dissenso è la manifestazione di una tesi unilaterale al fuori del pluralismo che la Rai è tenuta a rispettare".
E il presidente Rai Paolo Garimberti,
per esprimere il suo pensiero, usa una battuta: "Ho già detto a suo tempo quello che penso degli editoriali nei telegiornali.
Mi pare che repetita... non juvant".

La difesa della maggioranza. Fa quadrato intorno al direttore del Tg1: "Il suo editoriale non deve spaventare nessuno perchè oltre ad essere coraggioso è politicamente, storicamente e giuridicamente perfetto" dice Italo Bocchino, presidente vicario del Pdl alla Camera.

La Repubblica (10 novembre 2009)


[SM=x44463]


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PippyZzetta
11/11/2009 19:00

sinceramente non riesco a capire una cosa. che feltri faccia gli editoriali è un suo diritto, che li faccia belpietro o chiunque diriga il tg5 anche. alla fine sono giornali e televisioni private.
ma che lo venga a fare il direttore del primo tg nazionale, tra l'altro schierandosi apertamente e ritirando in ballo uno schifido privilegio che dovrebbe assurgere a diritto solo perchè "negli altri paesi europei si fa così".
intanto è un ignorante perchè ignora quello che avviene negli altri paesi (in alcuni l'immunità vale solamente nella sfera della libertà di espressione), senza contare che negli altri paesi la gente si dimette per i filmini porno nei conti spese, mentre da noi si va a puttane allegramente (sempre che non le si porti alla farnesina).

secondo mi chiedo il perchè il telegiornale principale della tv di stato dovrebbe schierarsi in questa maniera novantagradista che fa rivoltare gli stessi giornalisti.

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11/11/2009 19:27

Re:
piperitapatty, 11/11/2009 19.00:

sinceramente non riesco a capire una cosa. che feltri faccia gli editoriali è un suo diritto, che li faccia belpietro o chiunque diriga il tg5 anche. alla fine sono giornali e televisioni private.
ma che lo venga a fare il direttore del primo tg nazionale, tra l'altro schierandosi apertamente e ritirando in ballo uno schifido privilegio che dovrebbe assurgere a diritto solo perchè "negli altri paesi europei si fa così".
intanto è un ignorante perchè ignora quello che avviene negli altri paesi (in alcuni l'immunità vale solamente nella sfera della libertà di espressione), senza contare che negli altri paesi la gente si dimette per i filmini porno nei conti spese, mentre da noi si va a puttane allegramente (sempre che non le si porti alla farnesina).

secondo mi chiedo il perchè il telegiornale principale della tv di stato dovrebbe schierarsi in questa maniera novantagradista che fa rivoltare gli stessi giornalisti.



che è ignorante era già appurato,
idem per la faziosità.

Perchè si schiera così spudoratamente a favore di Sua Emittenza?
Perchè nessunaltro avrebbe mai scommesso un € che avrebbe mai potuto dirigere un TG1, infatti D'Alema anni fa glielo disse chiaramente di quanto fosse incompetente.
Quindi lui adesso difende l'unico signorotto che possa garantirgli la permanenza su quella o altre poltrone equivalenti [SM=x44464]

Che schifo. [SM=x44504]
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11/11/2009 20:21

Minzo non sta manzo e anche i suoi lo mollano.
I consiglieri Rai in quota Pdl fanno trapelare "imbarazzo" per i modi garibaldini del direttore del Tg1:
"I fronti aperti sono troppi per poterli gestire tutti, serve una linea più soft, più british style".


Enrico Paoli per "Libero"


Sì, d'accordo a parole sono tutti con lui. Pacche sulle spalle, sorrisi, strette di mano e sms di stima.
In fondo tutto questo armamentario di Captatio benevolentiae non costa nulla e rende moltissimo.
Soprattutto a Saxa Rubra, dove anche un aggettivo, un avverbio, hanno la forza di spezzare antiche e consolidate amicizie. Figuriamoci un editoriale.

E così ieri nella cittadella della Rai è andata in onda la solita sceneggiata, unta e bisunta, della solidarietà pelosa nei confronti del direttore del Tg1, "colpevole" secondo il soviet supremo del Cdr, di lesa maestà nei confronti dell'informazione.
Girato l'angolo della palazzina del Tg1, gesti dell'ombrello come se piovesse.


Scenario e copione del tutto diverso a viale Mazzini, sede della dirigenza Rai.
Qui i toni sono più melliflui, soffusi, corroborati da anni e anni di lotte interne, faide e via di questo passo. Se togliete dal mazzo il presidente della Rai, Paolo Garimberti e i consiglieri in quota all'opposizione, contrari per contratto alla linea di condotta di Minzolini, il resto del gruppo fa trapelare un sottile imbarazzo.

Sì, sui contenuti sono d'accordo con il Minzo, ma nei modi no. Vorrebbero una linea più soft, meno garibaldina, soprattutto ora che i fronti aperti sono troppi per poterli gestire tutti. Insomma, un po' più di british style e un po' meno di "ma che me' frega" non guasterebbe.
Soprattutto gioverebbe al loro quieto vivere, turbato dall'iperattività di Minzolini, che fa solo il suo mestiere, e non un altro. In fondo questa è la stampa, bellezza. Anche a Saxa Rubra.

Enrico Paoli per "Libero"
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14/01/2010 14:42

DI PIETRO: «craxi era un corrotto. privatamente querelerò minzolini»

Minzolini attacca i magistrati di Mani Pulite e riabilita Craxi:
«Uno statista»


Editoriale del direttore del Tg1:
«E’ di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura»


MILANO - Fa discutere l'editoriale del Tg1 Augusto Minzolini
che dal piccolo schermo riabilita l'ex premier Bettino Craxi.

Scatenando l'ira del leader dell'Idv Antonio Di Pietro che si dice pronto a querelarlo. Lo scomparso ex leader socialista, secondo Minzolini è stato un «capro espiatorio» e uno «statista» che non ha bisogno di essere riabilitato.
Il direttore del Tg1 ha sferrato un duro attacco alla storia dell’inchiesta su Tangentopoli, a 10 anni dalla morte dell'ex leader socialista.

GUERRA FREDDA - Richiamandosi alla vicenda della guerra fredda, il giornalista ha sottolineato che «una democrazia costosa, permise per cinquant’anni al nostro Paese di restare nel mondo libero: da un lato i partiti che governarono la prima Repubblica con i loro pregi e difetti, dall’altro il più grande partito comunista occidentale, con i suoi rapporti con l’Urss. Con la caduta del Muro di Berlino, per il solito paradosso italiano, i vincitori, quelli che erano sempre stati dalla parte giusta, invece di ricevere una medaglia furono messi alla sbarra. Basti pensare - ha proseguito Minzolini - che il reato portante di Tangentopoli, cioè il finanziamento illecito ai partiti, era stato oggetto di un’amnistia soltanto due anni prima: un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri. La verità è che a un problema politico fu data una soluzione giudiziaria. E l’unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, fui spedito alla ghigliottina. Per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell’imputato». «E’ di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura. Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell’agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti, che già per questo avrebbero dovuto dimostrare di non essere di parte».

DI PIETRO - Immediata la replica di Antonio Di Pietro per il quale «Per quanto riguarda Craxi la storia lo giudicherà, se è statista o non statista - dice il leader dell’Idv a Otto e mezzo su La7 - ma io da magistrato ho indagato e Craxi è stato più volte condannato non perché non era uno statista ma perché aveva tre conti correnti all’estero». Per Di Pietro l'ex leader socialista scomparso dieci anni fa «era un corrotto condannato con sentenza penale passata in giudicato».
Quanto a Minzolini, che «prende uno stipendio dal servizio pubblico»
, a giudizio di Di Pietro «non può permettersi di raccontare bugie e di diffamare coloro che hanno fatto il loro dovere».
«Io privatamente querelerò Minzolini
, non può accusare di intenzioni politiche chi ha fatto il proprio dovere», dice Di Pietro alludendo alle frasi del giornalista sui magistrati «lanciati nell’agone politico» dalle loro inchieste.

STEFANIA CRAXI - A favore dell'editoriale di Minzolini scende invece in campo la figlia dell'ex premier scomparso, Stefania Craxi (Pdl), attuale sottosegretario agli Esteri: «Rivolgo un grazie al direttore Augusto Minzolini per il suo editoriale in ricordo di Bettino Craxi, uno statista che ha dato la vita per il bene del Paese. Le sue idee innovative sono ormai patrimonio di tutti gli italiani».

Fonte: Corriere della Sera - Redazione online
13 gennaio 2010
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21/05/2010 14:36

La decisione dopo gli scontri con il direttore minzolini

La Busi: «Rinuncio a condurre il Tg1»

Lettera affissa sulla bacheca della redazione: «Non mi riconosco più nella testata»


Maria Luisa Busi durante un'edizione serale del Tg1
Maria Luisa Busi durante un'edizione serale del Tg1
MILANO - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera che - a quanto si apprende - ha affisso nella bacheca della redazione. Tre cartelle e mezzo per spiegare le motivazioni della sua decisione. Uno dei volti più celebri dell'edizione serale del telegiornale di Rai1 afferma di non riconoscersi più nella testata, e dichiara che se un giornalista ha come unico strumento per difendere le sue prerogative professionali quello di togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei, abbandonando la conduzione del Tg1 delle 20.

LO SCONTRO - La decisione della Busi arriva dopo una serie di scontri con il direttore della testata Augusto Minzolini. Un dissidio aperto da tempo, soprattutto da quando la giornalista, inviata all'Aquila il 21 febbraio (nelle ore della protesta delle carriole) e contestata sul posto al grido di «Tg1 scodinzolini», commentò: «Non posso rispondere dell’informazione in generale che il Tg1 ha dato in questi dieci mesi di terremoto».

MINZOLINI - «In realtà, nell'ambito della rinnovamento del telegiornale, nei giorni scorsi - spiega Minzolini interpellato telefonicamente - avevo ragionato con la direzione dell'ufficio del personale sulla mia intenzione di spostare la Busi al Tg delle 13. Del rinnovamento, infatti, oltre alla sigla, allo studio e al nuovo sito, deve far parte anche la scelta di un nuovo volto». Minzolini si "arrabbia" quando gli chiedono se sia in atto una "epurazione" nel Tg della rete ammiraglia: «Ma quale epurazione, ma quale epurator, non sopporto questa storia. Sotto la mia direzione sono stati assunti diciotto precari, ho mantenuto tutti i capiredattori, ma di che parliamo?». A chi gli fa notare che Busi non condivide la linea della testata, Minzolini replica: «Se ha questa convinzione, è giusto che abbia preso questa decisione. Se non si riconosce, ha fatto bene. Ma sono motivazioni che non condivido».

IL CDR - Sulla questione interviene anche il Cdr del Tg1: «La lettera di Maria Luisa Busi chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull'indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1». «Come la collega Busi - prosegue il Cdr - siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità: anche ieri la clamorosa notizia sulla prima cellula artificiale che ha aperto i siti mondiali, uscita nelle agenzie alle 14 con embargo fino alle 20, nonostante fosse stata segnalata dal servizio competente, è stata ignorata nell'edizione delle 20». «Alla collega Busi, che per il coraggio e la coerenza con cui ha sempre esercitato il diritto di critica è stata fatta oggetto in questi mesi di inaccettabili e denigratori attacchi da parte di alcuni giornali, esprimiamo affetto e solidarietà. Il suo è un gesto di rispetto anche per i telespettatori. Un gesto che, dopo le rimozioni e i demansionamenti di tanti colleghi non 'omogenei' alla linea editoriale del direttore, testimonia ulteriormente il rischio che si chiuda ogni spazio di dialettica all'interno del Tg1. Anche questo - conclude la nota del Cdr - sarebbe una cosa mai avvenuta nella lunga storia della nostra testata. Da sempre Telegiornale di tutti».

Fonte: Corriere della Sera
21 maggio 2010
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21/05/2010 15:55

Rottura al Tg1 con Minzolini, epurazione
Rai,Busi rinuncia a condurre Tg1
Minzolini: "Nessuna epurazione"

Con una lettera nella bacheca della redazione la giornalista spiega i motivi: "Non mi riconosco più nella testata".
Il Cdr: "La redazione è chiamata a una riflessione". Rainews24, sciopero il 31 maggio


ROMA - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera 1 affissa stamattina nella bacheca della redazione. Tre cartelle e mezzo per spiegare che non si riconosce più nella testata, e per dire che come un giornalista ha come unico strumento per decidere di difendere le sue prerogative professionali, ovvero togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei, abbandonando la conduzione del Tg1 delle 20. La decisione arriva dopo una serie di scontri con il direttore Augusto Minzolini.

Minzolini: "Nessuna epurazione". Dal canto suo, Minzolini minimizza: "In realtà, nell'ambito della rinnovamento del telegiornale, nei giorni scorsi avevo ragionato con la direzione dell'ufficio del personale sulla mia intenzione di spostare la Busi al Tg delle 13. Del rinnovamento, infatti, oltre alla sigla, allo studio e al nuovo sito, deve far parte anche la scelta di un nuovo volto". Seccata la risposta del direttore del Tg1 alla domanda se sia in atto una 'epurazione' nel Tg della rete ammiraglia: "Ma quale epurazione, ma quale epurator, non sopporto questa storia. Sotto la mia direzione sono stati assunti diciotto precari, ho mantenuto tutti i capiredattori, ma di che parliamo?". A chi gli fa notare che Busi si 'dimette' perché non condivide la linea della testata, Minzolini replica: "Se ha questa convinzione, è giusto che abbia preso questa decisione. Se non si riconosce, ha fatto bene. Ma sono motivazioni che non condivido".

Il Cdr: "Decisione Busi è spia di disagio". Per la rappresentanza sindacale del Tg1, la decisione di Maria Luisa Busi è una spia di disagio che riguarda una parte della redazione. "Il Comitato di redazione del Tg1 - si legge in una nota - ha ricevuto da Maria Luisa Busi una lettera da lei inviata al direttore Augusto Minzolini e ai vertici aziendali in cui chiede di essere sollevata dalla mansione di conduttrice del Tg delle 20". E ancora: "La lettera chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull'indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1. Come la collega Busi siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità: anche ieri la clamorosa notizia sulla prima cellula artificiale che ha aperto i siti mondiali, uscita nelle agenzie alle 14 con embargo fino alle 20, nonostante fosse stata segnalata dal servizio competente, è stata ignorata nell'edizione delle 20".

Idv: "Solidarietà fuori dai partiti". "Tutta la nostra solidarietà a Maria Luisa Busi, grande professionista ed ennesima vittima di un abuso di potere esercitato dai soliti noti mercenari che rispondono agli ordini di Palazzo Grazioli". Il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro, in una nota esprime il suo appoggio alla giornalista. "L'Italia dei Valori si batterà con tutte le forze nelle sedi competenti affinché si affronti il caso e chiede a tutti i partiti che hanno occupato un servizio di proprietà dei cittadini di risolvere questa gravissima situazione. La politica faccia un passo indietro, alleati compresi, e lasci la gestione ai valorosi professionisti presenti in azienda... Bisogna mettere in campo, oltre a una riforma della Rai lontana dagli appetiti dei partiti, delle proposte immediate: si parta subito con il ritiro dei propri membri dal Cda e si assegnino quei posti a professionisti dell'azienda che abbiano dimostrato la loro professionalità senza svendersi a questo o a quel partito".

Rizzo Nervo: "Necessario un intervento urgente". "Adesso basta. Il presidente e il direttore generale devono intervenire con urgenza sulla situazione che si è creata al Tg1. Dopo la rimozione ingiustificata dai loro incarichi di Tiziana Ferrario, Massimo De Strobel, Piero Damosso e Paolo Di Gianannatonio, la notizia che Maria Luisa Busi ha chiesto di essere sollevata dalla conduzione del Tg1 delle 20 è la dimostrazione che la misura è ormai colma - afferma il consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo - Un editore responsabile deve difendere e valorizzare il patrimonio di professionalità dell'azienda e non deve petmettere che quel patrimonio, costruito negli anni, venga devastato. Il Tg1 è la principale testata televisiva italiana, appartiene al pubblico e non al suo direttore pro tempore".

Usigrai: "Un nobile grido". Il patto sul quale si fondava il Tg1 è stato infranto. "Minzolini ha rotto il patto sul quale si fondava un grande giornale come il Tg1, ha spaccato la redazione, e quello della Busi è uno dei tanti esempi, ma è soprattutto un nobile grido che serve ad attrarre ancora una volta l'attenzione degli italiani sulla rete ammiraglia del loro servizio pubblico". Sono parole dure quelle che il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, usa per esprimere il suo parere sulla vicenda. "Maria Luisa Busi - rileva Verna- rinuncia a un suo ruolo rilevante per affermare un diritto che è di tutti, quello di non riconoscersi nel Tg1 di Augusto Minzolini. Prima di lei hanno rinunciato al ruolo di spettatori tantissimi italiani. Dopo di lei non vorremmo che altri rinunciassero. Il Tg1 che Maria Luisa descrive nella sua appassionata lettera non è solo un ricordo perché quei protagonisti non ci sono più, era il telegiornale che 'dava voce a tutte le voci'. Ma in Rai c'è un vertice aziendale?".

Rainews24 conferma lo sciopero. La redazione di Rainews24 conferma lo sciopero del 31 maggio. Lo ha comunicato il Cdr dopo un incontro infruttuoso durante il quale Viale Mazzini ha dato risposte "insufficienti" sull'oscuramente di fatto del canale 2 di informazione 24 ore su 24. "Intanto - aggiunge la rappresentanza sindacale - il disservizio prosegue in molte parti d'Italia e all'estero, sia sul digitale terrestre che sul satellite. Migliaia di persone continuano a segnalarcelo attraverso il nostro sito 3 internet".

Fonte: Repubblica

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Ha fatto bene, finalmente [SM=x44509]

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"Cinque anni fa la Puglia era conosciuta in Europa per inquinamento e criminalità. Oggi siamo una Regione-modello per il turismo, la cultura, la bellezza. Non abbiamo ceduto al ricatto delle imprese che volevano farci bere e respirare veleno per farci lavorare e abbiamo fatto comunque crescere l'economia. I pugliesi, oggi, sono orgogliosi di esserlo" - NICHI VENDOLA

"[...]però la tanto contestata Puglia ha dato tante soddisfazioni al suo capo: le escort a Palazzo Grazioli" - NICHI VENDOLA
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Re:
!absolut.ste!, 21/05/2010 22.20:

Ha fatto bene, finalmente [SM=x44509]



[SM=x44458] e spero che se ci sono altri Professionisti degni del nome "Giornalista" diano sostegno alle sue critiche contro la gestione-Minzolini.

Per la cronaca:

Dopo l’intervista al «Corriere» e le critiche all’ex volto del telegiornale
Minzolini e Busi, nuova lite al Tg1
Il sindacato dei giornalisti: dal direttore accuse a ruota libera.

La replica: ho solo risposto


NOTIZIE CORRELATE:

Minzolini e la ribelle Busi: «Non mi piace chi dà giudizi usando la mimica facciale»
(23 maggio 2010)


Maria Luisa Busi
(Ansa)

ROMA - Un caso al giorno al Tg1. Ieri sera, quando ormai era buio, il Comitato di redazione della testata, vale a dire i tre rappresentanti sindacali dei giornalisti, hanno preso di mira il direttore Augusto Minzolini. Dice il loro comunicato: «Due giorni fa - in occasione della decisione di Maria Luisa Busi di lasciare la conduzione delle ore 20 - avevamo auspicato per la redazione un momento di riflessione. Ci permettiamo di dire che l’odierna intervista del direttore al Corriere della Sera - per il contenuto e soprattutto per il tono - rischia di riportare la redazione ai momenti peggiori di divisione e frattura».
E più avanti: «La logica del "di qua i buoni, di là i cattivi, di qua i giovani sereni, e di là i vecchi logorati rancorosi" non ha mai giovato ad alcun corpo redazionale.
Men che meno giova buttare benzina sul fuoco"».
Infine, il Comitato di redazione (Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta, Claudio Pistola) ricorda che Maria Luisa Busi, quando fece un’intervista polemica con Minzolini, ricevette dall’azienda un invito a distinguere il suo ruolo di sindacalista (è consigliera della Federazione nazionale della Stampa) da quello di giornalista: «Vorremmo sapere dall’azienda se l’uso di "esternazioni" possa essere consentito invece a un direttore per esprimere giudizi a ruota libera sui dirigenti della stessa azienda e sui giornalisti con cui lavora.
Due pesi e due misure».
[SM=x44463]

Il direttore Minzolini reagisce di getto: «Mi viene da ridere! Il sindacato parla di "momento di riflessione". La Busi ha parlato in tutti i modi, ha attaccato in bacheca una lettera di molte pagine contro di me. Io le ho solo risposto. Non mi è concesso?». Venerdì Maria Luisa Busi aveva affisso la sua lettera: rinunciava a condurre l’edizione delle 20 e parlava della «perdita di credibilità» del Tg1, dell’assenza dal notiziario dei problemi reali del Paese, del dilagare di notizie «leggere».

Minzolini, nell’intervista al Corriere, replicava attaccando: «La Busi accompagna le notizie con la mimica facciale dando giudizi», «La Busi conduceva il Tg da 18 anni», «La Busi sputa nel piatto dove mangia». E confermava la sostituzione della «dimissionaria» con la giovane Laura Chimenti, «che ha velocità e ritmo». Con una battuta, toccava anche il presidente della Rai, Garimberti. Ieri in redazione, nella sede di Saxa Rubra, c’era malumore, soprattutto per i toni secchi del direttore.

Una redattrice, che preferisce non comparire con il nome, sintetizza:
«Qui vorremmo tornare a una situazione normale. Se il direttore dà interviste incendiarie non aiuta!
Se ogni critica è come sputare nel piatto…».

Il Cdr ha discusso a lungo (due membri erano fuori sede) e alla fine ha reso noto il comunicato. La preoccupazione principale riguarda proprio la seconda parte del giornale, quella dell’«alleggerimento», che la Busi ha sintetizzato così: notizie sulle «mutande antiscippo» e sulla «caccia al coccodrillo nel lago». Il clima è nervoso.

Giovedì la Rai dovrebbe presentare il nuovo Piano industriale che prevedrebbe il taglio di 2-300 ore di programmazione l’anno per il Tg1. Subito dopo i giornalisti terranno un’assemblea dove si parlerà anche del Tg formato Minzolini e del caso Busi.

Ieri anche l’Associazione di telespettatori cattolici (Aiart) ha segnalato che «nel Tg delle 13.30, in apertura, sono stati dedicati 7 minuti alla vittoria dell’Inter e ai fatti di cronaca collegati.
Solo a metà telegiornale, e dopo il pastone politico, è stato trasmesso il servizio sull’anniversario della strage di Capaci.
Questo Tg non aiuta i cittadini a distinguere quali sono i valori che dovrebbero essere alla base della civile convivenza di un Paese avanzato.
Questo è un telegiornale senza autorevolezza.

I nuovi conduttori sono sicuramente giornalisti preparati, ma di sicuro Maria Luisa Busi ha lasciato la conduzione perché non condivideva, giustamente, questa linea editoriale».

Fonte: Corriere della Sera - Andrea Garibaldi
24 maggio 2010
[Modificato da Etrusco 24/05/2010 10:01]

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24/05/2010 10:25

Re:
!absolut.ste!, 21/05/2010 22.20:

Ha fatto bene, finalmente [SM=x44509]




Fuori da ogni dubbio... però se pensiamo che stiamo parlando del TG della prima rete nazionale, il gesto della Busi è indice (e non è il primo) di una grave sconfitta di tutta l'informazione. [SM=x44463]

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24/05/2010 11:20

Il vecchio Gio, 24/05/2010 10.25:




Fuori da ogni dubbio... però se pensiamo che stiamo parlando del TG della prima rete nazionale, il gesto della Busi è indice (e non è il primo) di una grave sconfitta di tutta l'informazione. [SM=x44463]




Infatti son già diversi anni che Antonio Di Pietro e l'IdV stavano suonando il campanello d'allarme:


24/05/2010, ore 00:50
- L'IdV: "Il Tg1 oramai è diventato bulgaro"



di: Germano Milite


ROMA - Non si placa l'aspra polemica esplosa da oramai diversi mesi tra il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e la telegiornalista tra le più note ed apprezzate d'Italia Maria Luisa Busi.
Dopo una settimana in cui i toni si erano particolarmente accesi, il responsabile del primo tg nazionale sulla possibilità che la Busi passi al Tg3, in un'intervista al Corriere della Sera risponde ondivago: "Non so, non parlo con lei da fine febbraio, da quei giudizi sull’Aquila".
In ogni caso, prosegue, "se vuole restare al ‘Tg1’ un posto per lei ci sarà sempre".

IDV CONTRO MINZOLINI
Contro il Direttore del Tg1 interviene a muso duro l'opposizione; con l'IdV che, per voce di Leoluca Orlando, osserva che il telegionare della prima rete Rai "ormai è diventato ‘Bulgaro' Il ‘direttorissimo' Minzolini, fido scudiero di Berlusconi, oggi è stato capace di dare la finale di Champions league come terza notizia e, neanche fosse il miglior Houdini, ha fatto sparire completamente le molte critiche al governo sul ddl intercettazioni".
"Anche ieri sera ha censurato l’Italia dei Valori l’unico partito presente in Parlamento che non ha accettato la logica lottizzatoria e le relative poltrone nel Cda Rai.
Il ‘direttorissimo' censura le notizie sgradite al Governo ed epura i colleghi non allineati.
Sta facendo il giornale a sua immagine e somiglianza: cioè a immagine del suo capo, il Presidente del Consiglio".
In effetti sono tante e ripetute le "dimenticanze" di cui pare soffrire la redazione di quello che dovrebbe il 1° canale informativo nazionale e che, giorno dopo giorno, registra poderosi cali d'ascolto.
"È evidente ormai che Minzolini non conosce vergogna, mente spudoratamente e continua ad offendere l’intelligenza dei telespettatori che calano vertiginosamente sera dopo sera";
osserva ancora Orlando che poi conclude:
"L’Italia dei Valori continuerà a fare opposizione:
quand’è che Minzolini comincerà a fare il giornalista?".

L'ASSOCIAZIONE CATTOLICI E TELESPETTATORI APPOGGIA LA BUSI
E contro il sempre meno apprezzato "direttorissimo" si scaglia anche l'associazione cattolici e telespettatori (AIART)
che, attraverso il presidente Luca Borgomeo, dichiara:
"E' chiaro che la Busi ha lasciato il Tg1 perché non condivideva la linea editoriale. Questo è un telegiornale senza autorevolezza. Oggi, alle 13.30, in apertura, sono stati dedicati sette minuti alla vittoria dell`Inter e ai fatti di cronaca ad essa collegati. Solo a metà telegiornale, e dopo il pastone politico, è stato trasmesso il servizio sulla strage di Capaci, in totale circa 2 minuti e mezzo".
Insomma il Minzolini contro tutti continua a discapito dell'informazione e alla faccia dei milioni di italiani che pagano il canone e vorrebbero usufruire di un servizio d'informazione meno cialtrone e di parte.
Il problema atavico della lottizzazione della Rai torna alla ribalta in maniera forte e decisa, lasciando sul campo di battaglia "cadaveri" eccellenti.
Chissà se, prima o poi, arriverà qualcuno in grado di decapitare giornalisticamente l'highlander della disinformazione che si è insediato a Saxa Rubra.

Articolo di Germano Milite
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24/05/2010 12:07


LA LETTERA
per dire addio alla conduzione del telegiornale
«Tg1 di parte, dov'è il Paese reale?»
Lo sfogo della Busi contro Minzolini: ecco il testo




La linea editoriale impressa al Tg1 equivale a «una sorta di dirottamento» a causa del quale il telegiornale della rete ammiraglia «rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori», mentre finora era stato «il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era la sua ricchezza». Oggi l'informazione del Tg1 «è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il paese reale?, dov'è l'Italia che abbiamo il dovere di raccontare?».
Un'Italia fatta anche di precari, di uomini e donne che hanno perso il lavoro, di cassintegrati, di aziende che a centinaia chiudono e di imprenditori del Nord-est che si tolgono la vita perchè falliti.
«Quell'Italia esiste. Ma il Tg1 l'ha eliminata».
Sono le accuse che Marialuisa Busi mette nero su bianco nella lettera che ha indirizzato al direttore del Tg1 Augusto Minzolini e con cui chiede di essere sollevata dalla conduzione dell'edizione delle ore 20 della testata dove - precisa - «lavoro da 21 anni» e che ama, e la scelta fatta «è per me una scelta difficile, ma obbligata».
Una lettera fatta avere per conoscenza anche al presidente della Rai Paolo Garimberti, al direttore generale Mauro Masi e al responsabile delle risorse umane, Luciano Flussi, oltre che al Cdr della testata.

La Busi ricorda a Minzolini che il Tg1 era il giornale «anche dei colleghi che hai rimosso
dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati.
Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola».
La giornalista aggiunge «anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale». E «l'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte e l'infotainment quotidiano. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale».
Nel ricordare che un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma, «un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto».

«Nell'affidamento dei telespettatori - prosegue la Busi - è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori». E i fatti de L'Aquila (quando la troupe del Tg1 guidata dalla Busi venne contestata per strada, ndr) «ne sono stata la prova» è stato allora che «ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica».

L'ultima parte della lettera contiene annotazioni un pò più personali.
«Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire», e pertanto «respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente.
Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento.
Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo». Inoltre, «respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo», come pure «respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti».

La Busi sottolinea quindi a Minzolini «ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale.
Un attacco a orologeria:
screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.

A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20».
Infine, «Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre.
Anche tu ne avresti il dovere».


Fonte: Corriere della Sera - 21 maggio 2010

Il testo della lettera di Maria Luisa Busi al Direttore del Tg1 Augusto Minzolini (LINK)
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24/05/2010 15:00

Minzolini e la ribelle Busi «Non mi piace chi dà giudizi usando la mimica facciale»
«La Chimenti è brava e ha un’immagine nuova»

ROMA - Augusto Minzolini, direttore del TG 1, sa cosa ha detto il presidente della Rai, Garimberti?
«Cosa?».

Che al Tg 1 "siamo oltre la disinformazione, siamo alla reticenza".
«Paolo Garimberti... Siamo tutti giornalisti e per fortuna esistono le collezioni dei giornali. Ebbene, ho avuto molti più problemi io con il cosiddetto "potere" di quanti non ne abbia mai avuti lui».

Lei è sotto attacco per il "caso Busi". La conduttrice del Tg 1 delle ore 20 lascia quella postazione ambitissima in polemica con la sua direzione. E’ la prima volta che accade.
«La Busi era lì da 18 anni. Io credo che la conduzione sia un ruolo che consuma. Tiziana Ferrario, che io ho spostato, conduceva da 29 anni. Generazioni di giornalisti non hanno avuto spazio per mettere un cappello: su quella sedia c’erano sempre le stesse».

Negli Stati Uniti i grandi "anchor man" (e woman) durano a vita.
«Ma molti di loro fanno un lavoro diverso: scrivono in prima persona le notizie, organizzano, poi conducono. Maria Luisa Busi negli ultimi 10 anni ha firmato sedici servizi».

Ora, lei fa largo ai giovani: alle 20, dalla prossima settimana, vedremo Laura Chimenti. Perchè è stata scelta?
«E’ brava, ha un’immagine nuova. Busi afferma che nel suo Tg non ci sono le liste di attesa in ospedale, le persone che perdono il lavoro, le scuole senza carta igienica. Mentre ci sono i ministri Brunetta e Gelmini che "digitalizzano" la scuola. Le conduttrici di cui abbiamo parlato accompagnano le notizie con la mimica facciale, danno giudizi indiretti: questa è positiva, questa è negativa... La Chimenti invece non commenta, offre le notizie, con velocità, ritmo».

E’ una sua fedelissima? Come lei cominciò all’agenzia Asca...
«Macché. L’ho trovata, come ho trovato tutti. Ho confermato tutti i caporedattori, a parte Massimo De Strobel, che stava lì da vent’anni. Ma il Tg di vent’anni fa si faceva come quello di oggi?».

Maria Luisa Busi ha scritto che lei ha "dirottato" il Tg 1.
«Prendiamo i dati di venerdì, Tg delle 20: siamo 5,7 punti di share sopra il Tg 5. Nelle due prime settimane di maggio del 2009, direzione Giubilo -molto in sintonia con la Busi-il vantaggio era di due punti, nelle prime due del maggio 2010 i punti erano 3,7».

Gli ascolti non sono tutto. Busi dice che il Tg 1 va verso una "definitiva perdita di credibilità".
«Visione banale! Il "pianeta Italia" si divide fra Rai e Mediaset. Per crescere, io devo conquistare parte del pubblico Mediaset e di qui vengono certe scelte sui contenuti».

Busi afferma che nel suo Tg non ci sono le liste di attesa in ospedale, le persone che perdono il lavoro, le scuole senza carta igienica. Mentre ci sono i ministri Brunetta e Gelmini che "digitalizzano" la scuola.
«Ma no, ma no! Noi riportiamo tutto. Però, mi sembra giusto sottolineare che nonostante la crisi economica il sistema Italia tiene, che il tasso di disoccupazione è inferiore a quello di altri paesi».

Busi scrive che ci sono troppi servizi tipo "Caccia al coccodrillo nel lago" e "Mutande antiscippo".
«Io quei servizi li metto negli ultimi dieci minuti, quando la gente comincia ad essere stanca. Il Tg 5 ci superava sempre sul finale, da mesi non accade più».

Lei aveva deciso di spostare Maria Luisa Busi alla conduzione delle 13,30?
«Dopo i suoi giudizi sulla ricostruzione all’Aquila, dopo la sua intervista a Repubblica contro di me, avevo pensato di darle una posizione meno esposta».

E’ vero che per la Busi sarebbe pronto una posto di conduzione al Tg 3?
«Non so, non parlo con lei da fine febbraio, da quei giudizi sull’Aquila. Non mi piace chi sputa nel piatto dove mangia: sarebbe normale se andasse via».

Risponderà alla lettera che le ha mandato?
«Non ci penso proprio. Ma se vuole restare al Tg 1, un posto per lei ci sarà sempre».

Fonte

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24/05/2010 15:01

Minzolini e Busi, nuova lite al Tg1
Il sindacato dei giornalisti: dal direttore accuse a ruota libera. La replica: ho solo risposto

ROMA - Un caso al giorno al Tg1. Ieri sera, quando ormai era buio, il Comitato di redazione della testata, vale a dire i tre rappresentanti sindacali dei giornalisti, hanno preso di mira il direttore Augusto Minzolini. Dice il loro comunicato: «Due giorni fa - in occasione della decisione di Maria Luisa Busi di lasciare la conduzione delle ore 20 - avevamo auspicato per la redazione un momento di riflessione. Ci permettiamo di dire che l’odierna intervista del direttore al Corriere della Sera - per il contenuto e soprattutto per il tono - rischia di riportare la redazione ai momenti peggiori di divisione e frattura». E più avanti: «La logica del "di qua i buoni, di là i cattivi, di qua i giovani sereni, e di là i vecchi logorati rancorosi" non ha mai giovato ad alcun corpo redazionale. Men che meno giova buttare benzina sul fuoco"». Infine, il Comitato di redazione (Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta, Claudio Pistola) ricorda che Maria Luisa Busi, quando fece un’intervista polemica con Minzolini, ricevette dall’azienda un invito a distinguere il suo ruolo di sindacalista (è consigliera della Federazione nazionale della Stampa) da quello di giornalista: «Vorremmo sapere dall’azienda se l’uso di "esternazioni" possa essere consentito invece a un direttore per esprimere giudizi a ruota libera sui dirigenti della stessa azienda e sui giornalisti con cui lavora. Due pesi e due misure».

Il direttore Minzolini reagisce di getto: «Mi viene da ridere! Il sindacato parla di "momento di riflessione". La Busi ha parlato in tutti i modi, ha attaccato in bacheca una lettera di molte pagine contro di me. Io le ho solo risposto. Non mi è concesso?». Venerdì Maria Luisa Busi aveva affisso la sua lettera: rinunciava a condurre l’edizione delle 20 e parlava della «perdita di credibilità» del Tg1, dell’assenza dal notiziario dei problemi reali del Paese, del dilagare di notizie «leggere». Minzolini, nell’intervista al Corriere, replicava attaccando: «La Busi accompagna le notizie con la mimica facciale dando giudizi», «La Busi conduceva il Tg da 18 anni», «La Busi sputa nel piatto dove mangia». E confermava la sostituzione della «dimissionaria» con la giovane Laura Chimenti, «che ha velocità e ritmo». Con una battuta, toccava anche il presidente della Rai, Garimberti. Ieri in redazione, nella sede di Saxa Rubra, c’era malumore, soprattutto per i toni secchi del direttore. Una redattrice, che preferisce non comparire con il nome, sintetizza: «Qui vorremmo tornare a una situazione normale. Se il direttore dà interviste incendiarie non aiuta! Se ogni critica è come sputare nel piatto…».

Il Cdr ha discusso a lungo (due membri erano fuori sede) e alla fine ha reso noto il comunicato. La preoccupazione principale riguarda proprio la seconda parte del giornale, quella dell’«alleggerimento», che la Busi ha sintetizzato così: notizie sulle «mutande antiscippo» e sulla «caccia al coccodrillo nel lago». Il clima è nervoso. Giovedì la Rai dovrebbe presentare il nuovo Piano industriale che prevedrebbe il taglio di 2-300 ore di programmazione l’anno per il Tg1. Subito dopo i giornalisti terranno un’assemblea dove si parlerà anche del Tg formato Minzolini e del caso Busi. Ieri l’associazione di telespettatori cattolici (Aiart) ha segnalato che «nel Tg delle 13.30, in apertura, sono stati dedicati sette minuti alla vittoria dell’Inter e ai fatti di cronaca collegati. Solo a metà telegiornale, e dopo il pastone politico, è stato trasmesso il servizio sull’anniversario della strage di Capaci. Questo Tg non aiuta i cittadini a distinguere quali sono i valori che dovrebbero essere alla base della civile convivenza di un Paese avanzato. Questo è un telegiornale senza autorevolezza. I nuovi conduttori sono sicuramente giornalisti preparati, ma di sicuro Maria Luisa Busi ha lasciato la conduzione perché non condivideva, giustamente, questa linea editoriale».

Fonte
[Modificato da Arjuna 24/05/2010 15:01]

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