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Crack per Viaggi del Ventaglio, il pm ottiene il fallimento

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2010 15:56
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19/07/2010 15:53


Dopo 34 anni su Viaggi del Ventaglio cala il sipario. E nel modo peggiore: col fallimento. Ieri sera il tribunale di Milano ha dichiarato il crack dello storica compagnia turistica: è la prima volta che un giudice in Italia manda in fallimento una società, per di più quotata (finora c'erano state richieste, come nel caso di Risanamento e Mariella Burani Fashion Group, ma senza che si arrivasse a tanto).

Un crack destinato a sollevare pesanti strascichi e un vortice di conseguenze: da possibili indagini penali su un'eventuale bancarotta, al destino di viaggiatori e vacanzieri che hanno prenotato la loro villeggiatura con il tour operator. Su Ventaglio pendeva già una class action che ora si aggrava ancora di più. A ieri sera la situazione non era ancora ben chiara. Dentro Viaggi del Ventaglio, che era finita in procedura concorsuale dallo scorso febbraio nell'estremo tentativo di salvataggio, ci sono numerosi marchi (Best Tours, Columbus, Ventaclub) e non è chiaro se anche questi, oggetto di procedure concorsuali separate rientrano nel fallimento dichiarato ieri. E cosa succede quindi anche a tutti quei pacchetti vacanze che fino a ieri sono stati venduti nelle agenzie. Così come il ruolo della superterna di liquidatori capitanata da Franco Tatò, che stava gestendo il faticoso salvataggio di quel poco di buono che era rimasto.

A sei anni dal crack Parmatour, a un anno da quello di Todomondo un altro pezzo di turismo italiano scompare. La dichiarazione di fallimento, che era stata avanzata dal Pm Luigi Orsi e accolta dal Tribunale, implica lo stato di insolvenza che a sua volta presuppone in linea teorica una bancarotta (semplice o fraudolenta): toccherà al curatore fallimentare stabilire se ci sono gli estremi per aprire un fascicolo d'inchiesta. E in prospettiva c'è anche un rischio revocatorie. Si fanno fosche le prospettive anche per la famiglia Colombo: il passo indietro di febbraio non è servito a nulla e ora il patron Bruno Colombo e i suoi figli vede sbriciolarsi il suo impero (di cui era ancora azionista per la parte in liquidazione) mentre all'orizzonte si profila il rischio di un'indagine penale sul dissesto.

Ventaglio è finita in fallimento schiacciata da un buco da 200 milioni di euro e perdite cumulate per oltre 100 milioni e senza più un euro di patrimonio netto (in deficit di 50 milioni) negli ultimi anni. Anni in cui il gruppo ha arrancato nelle difficoltà, tra tagli al personale e stipendi non pagati: non hanno portato alcun beneficio gli innumerevoli tentativi di salvataggio tra operazioni finanziarie (tra cui l'ingresso del controverso fondo Cornell, come testimoniato dal Sole 24 Ore del 9 dicembre 2006), vendite dei gioielli del gruppo (vari villaggi turistici in giro per il mondo e la compagnia aerea charter Livingston) e la ricerca (sempre fallita) di nuovi soci: l'ultimo cavaliere bianco in ordine di tempo, Poligest, composto da ex soci di BluVacanze, si era ritirato all'ultimo momento aprendo di fatto la fase terminale della crisi di Ventaglio. Crisi culminata con la messa in liquidazione e l'ammissione al concordato preventivo. Le acque sembravano essersi calmate.

La procedura, però, era stata bocciata ai primi di luglio dal commissario giudiziale, Giuseppe Verna, che aveva chiesto al Tribunale la revoca dell'ammissione al concordato per la società. A rendere nota la cosa era stata la Casa del Consumatore, denunciando una serie di conflitti di interesse e presunte operazioni poco chiare: primo, da ottobre 2009 ad aprile 2010 la società ha peggiorato i conti. Secondo, ai creditori privilegiati la proposta di concordato nega un pagamento in denaro che sarebbe loro dovuto per legge. Terzo, il valore delle nuove azioni della newco che verrebbero date ai creditori è indeterminabile. Quarto, il concordato rischia di essere approvato dagli stessi amministratori. Quinto, le modalità di ricapitalizzazione della società rischiano di lasciare il controllo del Ventaglio ai vecchi azionisti. Da ultimo, i proventi della vendita di alcuni immobili verrebbero incassati dagli stessi liquidatori/amministratori.

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19/07/2010 15:54

Viaggi del Ventaglio, la Farnesina "Un fondo per tutelare i turisti"

Il tour operator in fallimento
In campo in ministro Frattini
ROMA
Per ora nessun cliente de "I viaggi del Ventaglio", il tour operator dichiarato fallito dal Tribunale di Milano, ha avanzato richieste di assistenza. Al momento dunque, nessun turista italiano è rimasto in pannè all’estero.

Ma il caso I Viaggi del Ventaglio, dopo aver messo sul piede di guerra le associazioni dei consumatori e dopo aver mosso la Consob (che ha ricordato come la società fosse dal 2005 nella sua black list), ha fatto scendere in campo ieri il Ministero degli Esteri. Pronta a raccogliere richieste di assistenza da parte di italiani bloccati all’estero a causa del crack del tour operator, che al momento non sono arrivate, la Farnesina ha richiamato l’attenzione su «l’urgenza di istituire un fondo di garanzia per i viaggiatori».

Si tratta - spiega il Ministero - di una proposta di legge «che ha l’obiettivo di istituire un meccanismo che, dietro il versamento di un contributo minimo, intorno ai 50 centesimi, a carico di ciascun viaggiatore all’atto dell’acquisto di un pacchetto turistico, consentirebbe di prestare un’efficace assistenza, fino anche al rimpatrio, dei turisti vittime dei fallimenti di operatori del settore».

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19/07/2010 15:56

Crac dei "Viaggi del Ventaglio"
Ecco il vademecum per le vittime


Pioggia di denunce da parte di turisti beffati
Le associazioni di consumatori spiegano come difendersi e chiedono nuove leggi
MILANO

Passano al contrattacco i clienti della società “I viaggi del ventaglio” dichiarata fallita venerdì dal tribunale di Milano. Sono già centinaia le denunce di piccoli creditori che avevano prenotato un viaggio con l’azienda e se lo sono visto annullare a causa del disastro finanziario che ha travolto l’agenzia. E intanto si mobilitano le associazioni dei consumatori: c'è chi chiede interventi normativi per aiutare chi resta con un palmo di naso e chi diffonde un decalogo per salvare il salvabile.

Per ora il pm Luigi Orsi, che aveva chiesto il fallimento, non ha aperto un’indagine penale; per quanto riguarda la possibilità di continuare a prenotare viaggi attraverso il sito web, segnalata da alcuni organi di informazione, dagli ambienti giudiziari si fa rilevare che il curatore, che si occuperà di gestire i postumi del crack, avrà la possibilità di far continuare le attività del gruppo.

Con un esposto presentato alle Procure della Repubblica di Roma e Milano, il Codacons chiede intanto di accertare le responsabilità e gli eventuali profili penali connessi. «Non capiamo come sia stato possibile continuare a vendere pacchetti turistici del Ventaglio nonostante il grave stato di dissesto economico della società, noto a molti soggetti, e addirittura anche dopo la dichiarazione di fallimento - sottolinea il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - la magistratura dovrà verificare le responsabilità di quei soggetti che, pur essendo a conoscenza della situazione a dir poco critica, hanno consentito la vendita di vacanze "bufala" a migliaia di ignari cittadini».

Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum, parla di «migliaia di turisti raggirati e gabbati da un sistema e da normative di legge che non tutelano i consumatori-turisti e che finiscono col penalizzare anche i Tour Operator corretti».

Adiconsum chiede «un Fondo paritetico alimentato con le multe comminate dall’Antitrust nei confronti delle Agenzie di Viaggio e dei Tour Operator e da quote, anche minime (1 euro), a carico di tutte le aziende per ogni pacchetto viaggio venduto. Un Fondo a tutela dei viaggiatori».

Ed ecco l'intervento di Confconsumatori secondo la quale «sarà necessario verificare innanzitutto se il Tour Operator aveva stipulato, come era suo obbligo ai sensi dell’art. 99 del Codice del Consumo, una polizza assicurativa per la responsabilità civile verso i consumatori per il risarcimento danni. Chiederemo al curatore fallimentare notizie in merito e, in caso di riscontro positivo, potranno essere aperte le singole pratiche di risarcimento».

Confconsumatori offre una marea di altri consigli. «In secondo luogo il turista dovrà verificare se aveva stipulato una polizza assicurativa individuale, che prevedeva un eventuale risarcimento in caso di annullamento del viaggio. E, in questo caso, potrà chiedere il rimborso delle somme pagate».

Una terza ipotesi è quella relativa alla responsabilità dell’agenzia di viaggi, che ha venduto il pacchetto turistico. Infatti costoro, quali operatori professionali del settore, erano a conoscenza delle condizioni in cui si trovava la società oggi fallita e non dovevano vendere i pacchetti turistici ai consumatori, avendo comunque l’obbligo di informarli delle condizioni in cui si trovava il Tour Operator. Inoltre, anche le agenzie venditrici dei pacchetti turistici hanno l’obbligo, previsto dall’art. 99 del Codice del Consumo, di stipulare una polizza assicurativa. Il consumatore può quindi chiedere il risarcimento all’agenzia di viaggi che direttamente o tramite la propria assicurazione dovrà risarcire i danni. È bene spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno contestando i fatti.

A queste possibilità più immediate per cercare di ottenere il rimborso si aggiungono le altre, dall’esito e dai tempi incerti, ma che comunque non bisogna tralasciare. La prima è insinuarsi al passivo del fallimento, e lo si può fare anche con una semplice raccomandata a/r allegando copia di tutta la documentazione. Fondo Nazionale di Garanzia. La seconda è quella di presentare istanza al “Fondo nazionale di garanzia” mediante raccomandata a/r indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo Ufficio per lo sviluppo del turismo e la gestione degli interventi Servizio IV “Assistenza alla domanda turistica e Vigilanza” Via della Ferratella in Laterano, 51 00184 ROMA. Il fac-simile della domanda da completare è scaricabile dal sito del governo www.governo.it.

Questa istanza, in seguito ad una modifica del codice del Consumo intervenuta nel 2009, non è più soggetta al termine di decadenza di tre mesi e potrà essere presentata in ogni momento. In entrambi questi due ultimi casi la recente esperienza del fallimento di Todomondo insegna, purtroppo, che le speranze di recuperare qualcosa sono remote.

«Immancabile e puntuale, con l’arrivo delle vacanze, - ha sottolineato l’avvocato Carmelo Calì, di Confconsumatori - arriva il fallimento di un Tour Operator. Quest’anno è il turno de I Viaggi del Ventaglio, mentre per i turisti non vi sono turni: sono sempre fregati! Si rende sempre più necessario un intervento legislativo perché l’attuale normativa, così com’è, non garantisce nulla ai turisti, che, pagando anticipatamente, speravano di andare in vacanza».

Fonte
[Modificato da Arjuna 19/07/2010 15:56]

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