Non è la Rai, non è la casa
Il punto è un altro, ma davvero pochi sembrano essersene resi conto.
Dibattiti, chiacchiere da bar, articoli, liti, blog scatenati, commenti incrociati su Facebook all’arma bianca, tutti novelli giuristi che disquisiscono su cosa è reato e cosa no, su firme di contratti, su paradisi fiscali, manco fossero esperti del settore.
E nessuno che sembri accorgersi che questa non è politica, non assomiglia neppure più al tifo da stadio.
Se in Italia ci fossero delle scuole di giornalismo serie, quanto sta accadendo da due mesi andrebbe studiato a fondo.
Un merito indiscutibile va, infatti, riconosciuto a Feltri e Belpietro: hanno mostrato agli italiani come la miscela esplosiva giornalismo/giustizialismo possa essere applicata anche dall’altra parte della barricata, con esiti completamente opposti.
Una dimostrazione più lampante di come l’Italia sia ormai preda della follia antiberlusconiana non la si poteva avere.
Il vaso di Pandora lo ha aperto proprio Fini il giorno in cui ha pensato bene, nella sua smania da delfino mancato, di dire la fatidica scempiaggine che gli indagati dovrebbero dimettersi. Apriti cielo! Finché certe fesserie le dicevano Di Pietro e Grillo, poco male, ma dette da uno che ha preso i voti dei garantisti, davvero erano una bestemmia.
Perché, per carità, in un Paese normale, con una giustizia relativamente imparziale, sufficientemente rapida e con esiti più o meno attendibili, ci può anche stare un minimo di riguardo per le inchieste, se serie e documentate.
Ma in Italia?! Per carità di Patria! Nel Paese dove la giustizia (per modo di dire) non è la soluzione, ma il problema?
Ed eccolo servito su un piatto d’argento, il giustizialismo.
Un’inchiesta coi controfiocchi, fatta da giornalisti sul campo, anziché con le carte passate dalle procure, documenti, prove, testimonianze, la bionda, il cognato arrogante, la suocera maneggiona, le raccomandazioni in Rai, i favori, l’ex defraudato come un gonzo, la misteriosa vincita al Superenalotto, gli ingredienti della tragicommedia all’italiana c’erano tutti.
In un Paese normale i media ci sarebbero andati a nozze per mesi, le notizie sarebbero rimbalzate da uno all’altro, gli speciali in tv si sarebbero sprecati.
Di spunti per le procure poi non ne parliamo. Di ipotesi di reato (non dimentichiamoci che siamo garantisti) ce n’erano a bizzeffe, dalla truffa alla concussione alla bancarotta fraudolenta.
Ma l’Italia non è un Paese normale e quanto è accaduto ce lo sta dimostrando.
L’Italia è il Paese dove tutto è politica, ma niente lo è davvero.
L’Italia è il Paese dove un Presidente del Consiglio, eletto dai cittadini, non gradito ai magistrati o ai media viene impunemente massacrato, con inchieste senza né capo né coda, dove ogni suo starnuto o una telefonata, fanno partire subito 4 inchieste in 4 procure diverse, che non si concludono mai in nulla, ma almeno riempiono i giornali per mesi, per anni.
Ebbene, Il Giornale e Libero ci hanno dimostrato che quando si tocca, invece, qualcuno che, guarda caso, in questo momento può sembrare utile a far cadere il governo eletto dagli italiani, tutto tace.
L’inchiesta l’hanno dovuta aprire per forza (contro ignoti...e ho detto tutto), ma si sa già che è destinata ad essere archiviata a breve.
Gli altri media ne parlano poco e a fatica e sempre e solo per dare contro a Feltri e Belpietro, come se l’avessero venduta loro la casa di Monaco, come se fosse colpa loro se la suocera di Fini si beccava i contratti milionari in Rai, come se avessero defraudato loro i creditori di Gaucci, sottraendo al fallimento milioni di euro. Peraltro, questi ultimi mi sembrano fatti ben più gravi, ma neppure è stato avviato uno straccio d’indagine. Ma tant’è.
E questa sarebbe politica? A questo siamo arrivati?
Io sono stufa, stufa marcia di sentir parlare degli uomini politici, voglio sentir parlare di politica. Non sono santi, lo abbiamo scoperto adesso?
Ma non contano niente, conta quello che fanno per l’Italia, contano le loro idee, conta se le hanno e come le sanno mettere in pratica.
Per carità, che siano allontanati i delinquenti, ma ci rendiamo conto che ci siamo avvitati in un circolo vizioso?
In un Paese dove non esiste giustizia, dove i magistrati fanno politica, dove i giudici sono i primi impuniti, non esistono né innocenti né colpevoli.
In un Paese dove la stampa non parla delle azioni di governo, nel bene o nel male, ma delle misure del letto del Premier e fa da megafono alle procure, non esiste una vera critica politica, ma solo gossip e gogna.
Così non se ne esce.
Ecco cosa ci hanno dimostrato Feltri e Belpietro: sono bravi tutti a tirar fuori gli scheletri dagli armadi, ma l’Italia è troppo avvelenata dal giustizialismo e troppo priva di giustizia, per poter sopravvivere ancora senza l’antidoto di una politica vera.
La questione morale è pura mistificazione della realtà e non porta da nessuna parte... se non alla ghigliottina ed al terrore.
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...