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Sakineh Mohammad Ashtian

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2010 14:29
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08/09/2010 15:11

Sakineh, il ministro degli esteri dell’Iran: “Sospesa la pena. Il verdetto è sotto revisione”

Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che è stata sospesa la pena alla lapidazione di Sakineh Mohammad Ashtian,
la donna condannata per adulterio e complicità nell’omicidio del marito.
“Il verdetto – ha dichiarato un portavoce del ministero – è stato fermato ed è sotto revisione”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2010

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08/09/2010 15:20

Sakineh ha i giorni contati e il presidente Obama continua a tacere

“La situazione della signora Mohammadi-Ashtiani è ancora sotto esame. Alcuni dirigenti occidentali, compresi i ministri degli Esteri di Francia e Italia, si sono lasciati coinvolgere nel caso, ma purtroppo sulla base di informazioni sbagliate”. La giustizia iraniana, a detta del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehmanparast, starebbe proseguendo l'esame del ‘caso Sakineh’, la donna condannata alla lapidazione con l’accusa di adulterio e di concorso in omicidio, che ha riportato sotto gli occhi di mezzo mondo la delicata questione dei diritti umani in Iran.

La mobilitazione internazionale di queste settimane, che ha avuto finora l'effetto di ritardare l'esecuzione, è stata massiccia. Dal Vaticano – attento a seguire con estrema attenzione il caso – all’Ue, dalla Francia – con la clamorosa presa di posizione della premiére dame Carla Bruni – all’Italia, tutti hanno fatto appello di clemenza al regime e, allo stesso tempo, ne hanno aspramente criticato le pratiche. Sui quotidiani di mezza Europa, su blog e siti internet si sono susseguite iniziative e raccolte di firme per tentare di salvare la donna: i francesi Le Monde e Le Nouvel Observateur, la nostra Repubblica – su cui è stata pubblicata una lettera di intellettuali francesi, tra cui il sociologo Edgar Morin, gli storici Elisabeth Roudinesco e Max Gallo, lo scrittore Marek Halter, i filosofi Daniel Schiffer e Michel Serres, che chiedono a Teheran di "mettere fine a questo genere di metodi”-, il quotidiano belga in lingua francese Le Soir, lo spagnolo El País e il lussemburghese Tageblatt.

Mentre il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner – che ha affermato di aver preso la vicenda come un “caso personale”–, si è detto pronto ad andare a Teheran per cercare di far liberare la donna, il nostro Paese si è schierato da subito in prima linea negli sforzi per evitare la condanna a morte di Sakineh. “L'Italia e gli italiani sono dalla parte della vita e dei diritti umani, non possono tollerare che questi vengano calpestati in alcun luogo del mondo e che, di conseguenza, una donna possa essere lapidata”, hanno dichiarano i ministri Mara Carfagna e Franco Frattini. Persino l’Ue ha alzato la voce contro “questa barbarie indicibile”. “Per l'Europa – ha affermato ieri il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso – essere un 'global player' significa lottare per i nostri valori. E i diritti umani non sono negoziabili. Sono disgustato quando sento che Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata a morte per lapidazione”.

Fiaccolate, cortei, manifestazioni di ogni tipo, mentre voci insistenti danno l’esecuzione sempre più vicina. E Obama? Dal presidente degli Stati Uniti non una dichiarazione, non un appello, non una presa di posizione rispetto alla vicenda. Il silenzio del più rappresentativo portavoce della democrazia occidentale pesa, fa riflettere e quasi inquieta. Quali le motivazioni alla base di questo atteggiamento? Una potrebbe essere ricollegata al recente ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq, mossa che segna la fine della missione da combattimento degli Stati Uniti in questo Paese. Un’altra ai negoziati israelo-palestinesi che si sono inaugurati una settimana fa, sfida in cui Obama ci mette, oltre all’ottimismo, anche la faccia. Non è un mistero che Teheran abbia finanziato e addestrato gruppi terroristici che hanno avuto come obiettivo l’Iraq, così come sappiamo da tempo dell’influenza che il regime iraniano esercita sull’organizzazione fondamentalista Hamas a Gaza e sul movimento libanese degli Hezbollah. Il minimo comune denominatore di queste due delicate questioni, per Obama, è il mantenimento degli equilibri che, in caso di affermazioni scomode al regime di Ahmadinejad, potrebbero facilmente rompersi e mandare in rotoli sforzi politici e diplomatici.

Nonostante l’appello che Mohammed Mostafei – avvocato di Sakineh, costretto a scappare in Norvegia e che ne ha fatto conoscere al mondo la vicenda – ha rivolto a Obama qualche mese fa in un’intervista concessa a Bernard-Henri Levy, il presidente americano non ha battuto ciglio e ha lasciato risuonare nel vuoto quella richiesta di aiuto. Ancora una volta dobbiamo chiederci: quanto paga il realismo di Obama?

Fonte

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PippyZzetta
08/09/2010 16:42

per fortuna che si è mosso frattini assicurandoci che nulla ancora è deciso....credo che il suo mandato rimarrà alla storia come un qualcosa di indelebile [SM=x44450]

forse persino la sciura brambilla ha fatto qualcosa più di frattina (la declinazione deriva dall'errore commesso dalla figlia del tizio che era stato rapito con la moglie in burkina faso. è talmente conosciuto che la gente nemmeno sa come si chiama)

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08/09/2010 18:28

Re:
piperitapatty, 08/09/2010 16.42:

per fortuna che si è mosso frattini assicurandoci che nulla ancora è deciso....credo che il suo mandato rimarrà alla storia come un qualcosa di indelebile [SM=x44450]

forse persino la sciura brambilla ha fatto qualcosa più di frattina (la declinazione deriva dall'errore commesso dalla figlia del tizio che era stato rapito con la moglie in burkina faso. è talmente conosciuto che la gente nemmeno sa come si chiama)




ah, se frattini ci tranquillizza, allora va tutto bene [SM=x44499]
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PippyZzetta
08/09/2010 21:47

Re: Re:
sperminator, 08/09/2010 18.28:




ah, se frattini ci tranquillizza, allora va tutto bene [SM=x44499]



tranquillo, è tutto a posto [SM=x44515]

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09/09/2010 10:41

Perchè Obama dovrebbe prendere posizione contro il verdetto?
Sarebbe quantomeno ipocrita visto che in circa 2/3 degli Stati Uniti la pena di morte è ancora in vigore.

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09/09/2010 13:31

Re:
il tobas, 09/09/2010 10.41:

Perchè Obama dovrebbe prendere posizione contro il verdetto?
Sarebbe quantomeno ipocrita visto che in circa 2/3 degli Stati Uniti la pena di morte è ancora in vigore.




Senza contare che quelli, se intervenisse con una dichiarazione ufficiale, anticiperebbero l'esecuzione per far dispetto a lui.

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10/09/2010 16:37

Sarkineh sempre in pericolo. Non è vero che la pena è stata sospesa

Nel primo pomeriggio di ieri si è diffusa in occidente una cauta nota d’ottimismo circa la sorte di Shakineh Ashtiani, quando Ramin Mehmanparast portavoce del ministero degli esteri iraniano ha dichiarato: “La sentenza per adulterio sulla signora Ashtiani è stata sospesa e il caso è in corso di riesame, il giudizio su di lei per complicità nell’assassinio è in corso”. Sembrava che la mobilitazione internazionale avesse ottenuto un primo, grande risultato.

Poco dopo però, si è capito che la notizia era una non notizia perché si riferiva ad una sospensione in realtà già notificata da molti giorni dalle autorità giudiziarie iraniane. L’unico dato certo è dunque che il regime iraniano vive con fastidio e disagio la campagna internazionale per salvare la vita alla donna e che il suo esito è molto –troppo- dipendente dall’esito di un braccio di ferro tra oltranzisti e realpolitiker al massimo livello. Difficile dunque fare pronostici, impossibile comunque cantare vittoria, anche perché il regime può sempre praticare una orribile mediazione: confermare la sentenza di colpa per omicidio e adulterio e mandare Sakineh sulla forca (come centinaia di “adultere” che l’hanno preceduta), invece che alla lapidazione. Atroce beffa in pieno stile Ahmadinejad. E’ comunque interessante notare lo stupore –va detto, giustificato- con cui i dirigenti iraniani hanno replicato nelle ultime ore alle ultime bordate della campagna internazionale. Il succo della loro posizione è questo: “Quello di Sakineh non è un processo politico, ma per omicidio e adulterio, reati comuni; perché mai voi occidentali vi mobilitate per questo caso, quando sono esattamente 31 anni che impicchiamo –e spesso anche lapidiamo- uxoricide e adultere e a voi non importa nulla?”. Non hanno tutti i torti. L’insensibilità occidentale per la barbarie di cui hanno dato ampia prova i tribunali islamici iraniani è di lunga data e a tutta prova. Ora però, all’improvviso, il bel volto di questa donna inquadrato nel ciadòr ha “sfondato”, ha convinto, ha mosso gli animi, quasi Sakineh fosse la madre di Neda, la giovane dell’Onda Verde massacrata sul marciapiede da un pasdaran nel giugno 2009 mentre protestava contro Ahmadinejad. Perché? E’ semplice: i governi e le opinioni pubbliche dell’occidente sino a due mesi fa e per 31 anni hanno privilegiato cinicamente le necessità di ricorrere al petrolio iraniano, infischiandosene di tutte le Sakineh di cui non volevano neanche conoscere l’esistenza. La prova? In Arabia Saudita vi sono state negli ultimi decenni decine di lapidazioni e centinaia di decapitazioni di “adultere”. Silenzio, nessuno l’ha mai notato, nessuno ha protestato, da Carla Bruni in giù. Ora, però, le opinioni pubbliche e i governi del’occidente hanno iniziato a comprendere che l’Iran fa qualcosa di più che negare l’Olocausto o minacciare di distruggere Israele (di nuovo: proteste solo di facciata) e mandare sulla forca i responsabili di “reati sessuali”. Il cammino verso la bomba atomica iraniana (l’ultimo allarme dell’Aiea è di due giorni fa) appare ormai irreversibile e non condizionabile dalle sanzioni (come previsto). Le opinioni pubbliche occidentali -e persino quelle europee, che è tutto dire- colgono finalmente il rapporto perverso, l’ideologia barbara che unisce la pratica della lapidazione per le adultere, la semischiavitù della donna in genere, la più violenta repressione delle opposizioni, all’antisemitismo più becero, all’oltranzismo bellicista più sperticato. Tutto questo –finalmente- si condensa nella mobilitazione mondiale per quel volto di donna triste. Il dramma è che questo è ormai ben chiaro anche al leader iraniani, che proprio per questo possono decidere –speriamo non lo facciano- di usare del corpo della povera Sakineh per far capire all’occidente la loro determinazione rivoluzionaria.

Fonte

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28/09/2010 13:00

"Sakineh sarà impiccata per omicidio"
Il procuratore generale iraniano: la condanna a morte prioritaria sulla punizione per adulterio
TEHERAN

Il procuratore generale iraniano Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha annunciato la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito. La donna, secondo quanto si legge sul Teheran Times, è stata condannata per il secondo dei due capi d’imputazione: per questa ragione Sakineh non sarà giustiziata per lapidazione ma per impiccagione. «Secondo la legge attuale, la sua condanna a morte ha la precedenza sulla punizione» per l’adulterio, ha detto il procuratore generale.


Il procuratore generale ha spiegato che Sakineh non sarà lapidata per avere commesso adulterio perché dovrebbe essere prima giustizia per impiccagione in quanto riconosciuta colpevole di omicidio. «La questione non dovrebbe essere politicizzata e gli organi giudiziari iraniani non saranno influenzati dalla campagna di propaganda lanciata dai paesi occidentali», ha detto il procuratore Gholam-Hossein Mohseni-Ejei. La sentenza di lapidazione contro Sakineh Ashtiani era stata sospesa dal alcune settimane per un riesame del caso.

«Le procedure legali non sono concluse, un verdetto sarà deciso quando saranno terminate». Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, a proposito di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna già condannata alla lapidazione per adulterio, con sentenza ora sospesa, e di cui il procuratore generale ha annunciato ora la condanna all’impiccagione per l’omicidio del marito.

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28/09/2010 13:25



Nel frattempo è successo questo,giusto per ingannare il tempo nell'attesa della sorte di Sakineh.


[Modificato da orckrist 28/09/2010 13:26]

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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

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28/09/2010 15:04

Re:
orckrist, 28/09/2010 13.25:



Nel frattempo è successo questo,giusto per ingannare il tempo nell'attesa della sorte di Sakineh.






E nel frattempo quante donne e quanti uomini sono stati uccisi nei paesi dove vige la pena di morte?

Nel silenzio assoluto dei media?

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03/11/2010 10:35

"Sakineh verrà giustiziata oggi"

Secondo il Comitato contro le esecuzioni, Teheran avrebbe autorizzato il carcere di Tabriz: «La sua morte è imminente»
ROMA

L’esecuzione di Sakineh Mohammad Ashtiani potrebbe essere imminente. È quanto denuncia il Comitato internazionale contro le esecuzioni, secondo cui Teheran avrebbe autorizzato le autorità penitenziarie di Tabriz a eseguire la condanna a morte. «Le probabilità di un’imminente esecuzione di Sakineh sono ora molto alte», ha dichiarato il Comitato. Sul sito, si legge che «è stato riferito che sarà giustiziata già questo mercoledì, 3 novembre».

Sakineh, 43 anni, è rinchiusa da cinque anni nel braccio della morte della prigione di Tabriz, nella zona nord-occidentale dell’Iran. Nel 2006 le sono state inflitte 99 frustate per una «relazione illecita» con due uomini, poi è stata condannata a morte per adulterio. Il caso ha suscitato le dure rimostranze della comunità internazionale e una martellante campagna della stampa straniera, tanto che le autorità iraniane hanno deciso, lo scorso luglio, di commutare la lapidazione in impiccagione.

Shahnaz Gholami, giornalista iraniana che ora vive in Francia, per 99 giorni, tra il 2006 e il 2007, ha condiviso la stessa cella di Sakineh nel carcere di Tabriz, in Iran, e ha raccontato che in quattro camerate - pochi metri quadrati sudici e senza luce - sono rinchiuse duecento donne, divise a seconda del reato per cui sono state arrestate. Tra loro, Sakineh Mohammadi-Ashtiani, accusata di adulterio e complicità nell’omicidio del marito. Secondo la giornalista Sakineh si proclamava innocente ma, un giorno, le autorità le hanno fatto firmare un documento redatto in farsi, lingua a lei totalmente sconosciuta: è la sua confessione, quella che le fa rischiare la lapidazione.

Shahnaz Gholami, in un incontro con l’Ansa, ha aggiunto che quando ha capito ciò che aveva firmato, «Sakineh è svenuta dalla disperazione». La Gholami è certa della sua innocenza. «Non ha mai accettato la tesi dell’accusa e se lo ha fatto è perchè è stata torturata», ha spiegato l’ex prigioniera. Poi, in tribunale, una mattina, le hanno fatto leggere la sua confessione, in farsi. «Sakineh è quasi analfabeta e parla solo l’azero, ha firmato senza capire nulla. Solo dopo, la direttrice del carcere le ha rivelato cosa comportava quella firma, facendola piombare nella diperazione», è il ricordo della Gholami.

Fino ad allora, Sakineh «si era distinta per il suo ottimismo, per la sua voglia di vivere. Era convinta di farcela, anche perchè, secondo la sua versione, non aveva mai tradito il marito. E non lo aveva ucciso: l’uomo era morto accidentalmente, fulminato mentre faceva la doccia». Secondo la Gholami, le detenute erano isolate, spesso sottoposte a torture finalizzate ad «ottenere confessioni di reati inesistenti».

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17/11/2010 10:04

Sakineh: "Sì, sono una peccatrice" Confessione farsa sulla tv iraniana

L'intervista sul canale di Stato.
Stranieri accusati di spionaggio
TEHERAN

«Sono una peccatrice». Questa la "confessione" di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio in Iran, che la televisione di Teheran è tornata a mostrare in una trasmissione sulla sua vicenda andata in onda ieri a tarda sera. E insieme alla sua, l’emittente ha trasmesso le "confessioni" di suo figlio, del suo avvocato e di due tedeschi arrestati con loro il mese scorso mentre li intervistavano.

I due tedeschi, che secondo la stampa di Berlino sono giornalisti - una circostanza che nè la Germania nè l’Iran hanno confermato - sono accusati di «spionaggio», secondo quanto ha reso noto un responsabile dell’apparato giudiziario. Una donna presentata come Sakineh è stata mostrata in televisione con il volto sfumato per renderlo irriconoscibile, mentre le sue dichiarazioni, fatte in lingua azera, erano sottotitolate in persiano. La donna è infatti della provincia iraniana dell’Azerbaigian dell’Est, dove l’uso dell’azero è molto diffuso. Non è possibile dire se si tratti di una ’confessionè recente o di una fatta in occasione di altre apparizioni in televisione, nei mesi scorsi. «Non li conosco, non devono sostenermi», ha detto l’intervistata, riferendosi probabilmente alle organizzazioni per i diritti umani che si sono mobilitate per la sua salvezza o ai suoi avvocati.

I due tedeschi, gli unici il cui volto sia stato mostrato chiaramente, hanno accusato Mina Ahadi, una dissidente iraniana che guida il Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania, di averli ingannati mandandoli in Iran con la consapevolezza che sarebbero stati arrestati. Il tutto, ha detto uno di loro, «a scopi di propaganda». L’altro ha affermato che, una volta tornato in Germania, avvierà «un’azione legale contro la signora Ahadi». «Non è vero che ho organizzato il viaggio dei due giornalisti tedeschi», ha risposto dalla Germania la Ahadi, aggiungendo che essi «sono stati costretti a dire ciò che hanno detto perchè erano sotto pressione». Durante la trasmissione il figlio di Sakineh, Sajjad Ghaderzadeh, ha detto di avere «mentito» quando ha detto ai mezzi d’informazione internazionali che la madre era stata torturata e non poteva ricevere visite in carcere. «Ho detto queste cose perchè consigliato dall’avvocato Javid Hutan-Kian, ma ora sono pentito», ha aggiunto il giovane. «Queste bugie sono state dette su mio consiglio - ha detto da parte sua il legale - ma l’ho fatto a fin di bene».

Il capo dell’apparato giudiziario per la provincia dell’Azerbaigian dell’Est, Malek Ajdar Sharifi, ha detto all’agenzia Fars che la magistratura ha «le prove» che i due tedeschi arrestati sono delle «spie». Mentre il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman-Parast, ha detto che gli inquirenti «stanno ancora esaminando il caso» e che «quando saranno arrivati ad una conclusione, essa sarà resa nota».

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03/12/2010 13:57

Giustiziata in Iran Shahla, un'altro caso di pena capitale che non fa rumore

Shahla Jhahed, amante dell'ex calciatore nazionale Nasser Mohammad Khani, è stata impiccata mercoledì nel carcere di Evin in Iran nel silenzio totale della stampa e del mondo intero.


La donna, moglie provvisoria per contratto del calciatore era stata condannata a morte per l'omicidio della prima moglie di Khani, uccisa a coltellate nel 2002.

Nonostante numerosi appelli da parte di Amnesty International e altre organizzazioni internazionali contro la pena di morte, la donna è stata giustiziata senza troppi problemi.

Mentre il calciatore, reo confesso di aver abusato di sostanze stupefacenti con Shahla Jhahed, venne condannato a “solo” 74 frustate, l'amante da contratto è stata “solo” impiccata.

A nulla sono serviti gli appelli della famiglia della donna per togliere a Shahla Jhahed la pena capitale che le gravava. Shahla aveva stipulato un contratto di "matrimonio a tempo" con l'ex calciatore, che dà la possibilità di essere amanti per un determinato periodo senza rischiare di essere condannati per adulterio.

Il caso di Shahla è stato un caso dimenticato dal mondo, e chissà che anche il caso mediatico di Sakineh che ha avuto per fama più fortuna di lei alla fine si risolva nello stesso identico modo. Shahla è la 146a esecuzione per il 2010 nelle carceri iraniane, uno dei tanti comuni casi di pena di morte che non fa rumore.

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09/12/2010 22:22

Iran, liberati Sakineh, figlio e avvocato
Giallo sulla data del rilascio della donna condannata alla lapidazione per adulterio


ROMA - Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio in Iran, e' stata liberata assieme al figlio e all'avvocato. A riferire all'ANSA della liberazione di Sakineh, di suo figlio e del suo avvocato, e' stato Taher Dyafarizd, membro della sezione italiana del Comitato antilapidazione con sede a Francoforte e responsabile dell'organizzazione Neda Days. Dyafarizd ha detto di aver appreso la notizia da fonti di Tabriz, citta' natale di Sakineh.

Nei mesi scorsi le autorita' iraniane avevano detto che la condanna alla lapidazione per adulterio era stata sospesa, ma che era in corso il processo alla donna per l'accusa di avere partecipato all'uccisione del marito.

Per la liberazione di Sakineh, nei mesi scorsi c'è stata una grande mobilitazione internazionale. ''E' una bella giornata per i diritti umani'', questo il primo commento del ministro degli Esteri Franco Frattini alla notizia della liberazione di Sakineh. ''Abbiamo appreso con gioia la notizia che il Comitato Internazionale contro la lapidazione ha dato e che stiamo verificando, per scrupolo, direttamente'', ha detto Frattini. ''La liberazione di Sakineh - cui le autorità iraniane sono giunte dopo i diversi appelli del governo italiano e della comunità internazionale è una decisione - ha osservato ancora il ministro - che merita il forte plauso e la soddisfazione di tutti''.

''L'Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell'esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano'', ha continuato il titolare della Farnesina. ''Di questo diamo atto, consapevoli che le prospettive di dialogo anche sui diritti umani con l'Iran si possano riaprire con spirito di rinnovata fiducia reciproca'', ha concluso.

E' A CASA CON FIGLIO -Sakineh Mohammadi-Ashtiani ed il figlio Sajad "sono a casa loro a Tabriz" nel nord ovest dell'Iran. Lo ha detto all'ANSA Taher Dyafarizd, membro della sezione italiana del Comitato antilapidazione e responsabile dell'organizzazione Neda Days. L'attivista ha anche riferito anche che i due sono stati visti nel giardino di casa.

ALEMANNO, VITTORIA DEL DIRITTO - "Salutiamo la liberazione di Sakineh come un atto di civiltà che aspettavamo da tempo, e che segna una vittoria del diritto aprendo spiragli di distensione e di dialogo". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in merito alla liberazione della donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio. "La battaglia per la sua liberazione - aggiunge - è stata condotta da Roma accanto alle molte organizzazioni che occupano di diritti umani e insieme a tutti coloro che credono nell'inviolabilità della vita. Come sindaco di Roma, capitale del diritto e della pace, voglio confermare - conclude Alemanno - la vicinanza della nostra città a tutte le Sakineh del mondo, con il nostro fermo sostegno alla lotta contro la pena di morte".

Fonte: ANSA

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09/12/2010 22:27

Iran, liberati Sakineh e figlio
Lo hanno riferito gli attivisti

Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio, suo figlio Sajjad Qaderzadeh, l'avvocato Javid Hutan Kian e a due reporter "sono stati liberati". E' quanto riferisce il Comitato Internazionale contro la lapidazione. "Siamo felici", ha detto l'attivista Mina Ahadi, che ha sottolineato l'intervento decisivo per il rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff.


Secondo la Commissione internazionale, si legge sul sito del quotidiano O Globo, Sakineh Ashtiani, 43 anni, è stata liberata assieme al figlio Sajjad Ghaderzadeh, al suo avvocato Hotan Kian e ai due giornalisti tedeschi che erano stati imprigionati di recente e per la cui liberazione la Germania aveva esercitato forti pressioni. La donna era stata condannata alla lapidazione per adulterio e coinvolgimento nell'assassinio del marito e la sua sorte è stata al centro di una campagna internazionale.

Frattini: "Un bel giorno per diritti umani"
"E' una bella giornata per i diritti umani", questo il primo commento del ministro degli Esteri Franco Frattini alla notizia della liberazione di Sakineh. "La liberazione di Sakineh, cui le autorità iraniane sono giunte dopo i diversi appelli del governo italiano e della comunità internazionale è una decisione - ha osservato ancora il ministro - che merita il forte plauso e la soddisfazione di tutti". "L'Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell'esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano", ha continuato il titolare della Farnesina. "Di questo diamo atto, consapevoli che le prospettive di dialogo anche sui diritti umani con l'Iran si possano riaprire con spirito di rinnovata fiducia reciproca", ha concluso.

Schifani: "Grande soddisfazione"
Appresa la notizia della liberazione di Sakineh, il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha espresso a nome suo e dell'intera Assemblea di Palazzo Madama la più viva soddisfazione per la felice conclusione di una vicenda che ha commosso le coscienze di tutto il mondo.

"Sakineh è già a casa"
Sakineh "si trova già nella sua casa" a Tabriz. E' quanto riferiscono fonti del Comitato internazionale contro la lapidazione. La tv di stato, sostengono ancora le fonti, darà "nei prossimi minuti" l'annuncio ufficiale della liberazione della donna, del figlio Sajjad Qaderzadeh e dell'avvocato Javid Hutan Kian, fornendo nuovi dettagli sulla vicenda.

Fonte: tgcom

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10/12/2010 10:29

Sakineh, la tv smentisce la liberazione
"A casa per un programma televisivo"


La notizia del rilascio era stata data dal Comitato internazionale contro la lapidazione

TEHERAN
La televisione iraniana in inglese PressTv ha smentito oggi il rilascio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, sottolineando che la donna è stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sarà trasmesso questa sera. La notizia della liberazione della donna, condannata alla lapidazione per adulterio e in attesa di sentenza in un processo per l’uccisione del marito, era stata data ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania.

Il rappresentante del Comitato in Italia aveva detto che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch’egli arrestato nell’ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa. «Ma contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l’assassina Sakkineh Mohammadi-Ashtiani è stata rilasciata - spiega oggi sul suo sito PressTv - una nostra equipe televisiva, ha concordato con l’autorità giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell’omicidio sulla scena del delitto».

Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato il 2 novembre scorso anche l’impiccagione per il giorno dopo di Sakineh.

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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10/12/2010 14:29

Una tv smentisce il rilascio di Sakineh
"A casa per un programma, ha confessato"

La televisione in inglese Press Tv spiega il motivo per cui la donna è stata portata nella sua abitazione: "produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto". La notizia della liberazione era stata data dal Comitato internazionale contro la lapidazione

TEHERAN - E' ancora detenuta Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata a morte in Iran per adulterio e poi per complicità nell'omicidio del marito. La notizia della sua liberazione, data ieri da una ong, è stata smentita dalla televisione iraniana in inglese PressTv: Sakineh è stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sarà trasmesso questa sera. E nel filmato, aggiunge la tv, ha confessato di aver ucciso il marito descrivendo la dinamica del delitto.

Il Comitato internazionale contro la lapidazione, che ha sede in Germania, aveva riferito che la donna e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch'egli arrestato nell'ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran. PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa, ma dalle autorità di Teheran non era arrivata nessuna conferma dell'avvenuto rilascio. La televisione ha spiegato oggi sul suo sito che "contrariamente a una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l'assassina Sakineh Mohammadi-Ashtiani è stata rilasciata, una nostra equipe televisiva ha concordato con l'autorità giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto". E ancora: "L'Iran vede dietro la propaganda occidentale sul caso giudiziario relativo alla Mohammadi-Ashtiani un tentativo politico di minare la Repubblica islamica". Il programma di Press Tv, intitolato Iran today, si legge ancora, andrà in onda questa sera alle 21.35 ora italiana e di nuovo sabato per tre volte. La donna è stata già condotta per due volte di fronte alle telecamere della tv di Stato per "confessare" i suoi reati.

Con il figlio di Sakineh era stato arrestato anche l'avvocato Javid Hutan Kian. Entrambi considerati colpevoli di aver rilasciato un'intervista a due giornalisti tedeschi, finiti anche loro in manette con l'accusa di spionaggio. Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato ieri anche la loro scarcerazione. Il 2 novembre scorso la ong aveva invece dato la notizia che Sakineh sarebbe stata impiccata il giorno dopo.

Fonte: Repubblica

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