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L' allarme di Grasso: "Certe riforme delegittimano le toghe"

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2010 22:42
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11/09/2010 22:42

Giustizia, l'allarme di Grasso
"Certe riforme delegittimano le toghe"

Il procuratore capo antimafia: "Bisogna stare in guardia che com certe riforme si cerchi di delegittimare, intimidire certi magistrati, renderli inoffensivi". "Tempi ragionevoli del processo o semplice impunità?"

SIENA - "Oggi si parla di separazione delle carriere. Ben vengano se possono risolvere i problemi. Ho già spiegato dei timori di un assoggettamento all'esecutivo da parte del pm". Il giorno dopo il nuovo attacco di Silvio Berlusconi alla magistratura, il procuratore capo antimafia Piero Grasso mette in guarda contro da chi porta avanti "certe riforme" della giustizia, avendo "una la riserva mentale" che punta a "delegittimare, intimidire certi magistrati e renderli inoffensivi".

Grasso scende nell'attualità e commenta la vicenda sul processo breve: "Si vuole veramente una durata ragionevole dei processi o si sono accorciati i tempi della prescrizione per ottenere un colpo di spugna e quindi l'impunità?". Secondo Grasso "in tanti Paesi c'è un tempo per fare le indagini, dopodiché, una volta iniziato il processo, il potere punitivo dello Stato non si ferma più, non c'è prescrizione. Da noi invece si sono accorciati i tempi di prescrizione".

Quanto "all'autonomia e all'indipendenza" della magistratura - secondo Grasso - "è un valore che deve essere sentito come tale dai cittadini" perchè "l'alternativa è una magistratura sotto il potere dell'esecutivo". A suo avviso comunque il problema della giustizia si risolve con "risorse adeguate". "Spesso la spinta ideale di chi vi lavora riesce a supplire laddove mancano le risorse".

Grasso non si sottrae alle domande e a chi gli chiede di indicare quali magistrati verrebbero delegittimati replica: "Quei magistrati che pur non essendo stati eletti dal popolo trovano ancora punti di riferimento nel rigore etico, nella difesa della cosa pubblica. Quei magistrati definiti matti o utopisti che credono ancora che in Italia si possano processare non solo gli autori delle stragi, ma anche la mafia dei colletti bianchi, i corruttori dell'imprenditoria, della politica, della pubblica amministrazione, coloro che creano all'estero società fittizie e fondi neri".

Fonte: Repubblica

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