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Stavano per essere adottati, cagnolini bruciati vivi da belve umane

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2010 15:04
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15/09/2010 00:22

IGNOTI HANNO APPICCATO LE FIAMME LA SERA PRIMA DELLA LORO PARTENZA PER TORINO

Cuccioli trovatelli bruciati vivi nella notte
Quattro cagnolini messi al rogo nel Tarantino.
Due di loro sarebbero stati adottati il giorno seguente


MILANO - Di due di loro non è rimasto praticamente nulla, se non i resti carbonizzati dispersi in mezzo alla cenere e al coagulo di plastica fusa e tessuti anneriti. Di un terzo non c'è traccia e la speranza è che sia riuscito in qualche modo ad allontanarsi prima che scoppiasse l'inferno e che stia ora vagando da qualche parte in cerca di miglior fortuna. Il quarto, il piccolo Micky, se l'è cavata per miracolo, estratto dalle fiamme appena in tempo mentre, paralizzato dal dolore e dalla paura, guaiva attendendo la peggiore delle possibili fini in una piccola buca che si era scavato sotto il fogliame nel disperato tentativo di trovare scampo dalle fiamme. Ora il suo corpo è ricoperto di gravi ustioni, ma dovrebbe cavarsela. E se ce la farà sarà lui il simbolo di una battaglia che dura da sempre, di una lotta all'indifferenza e contro la rassegnazione ai maltrattamenti di animali.

LIETO FINE SPEZZATO - Leporano è una cittadina pugliese di poco più di settemila abitanti che con la sua Marina si affaccia sul golfo di Taranto. E' qui che nel weekend quattro cuccioli trovatelli sono stati messi letteralmente al rogo: qualcuno è andato a prenderli di notte, nell'edificio in cui erano temporaneamente ospitati, e dopo avere allestito una piccola pira con le coperte, i materassini, le ciotole e gli altri oggetti che i volontari dell'associazione «Quattro-cani-per-strada» (proprio come la canzone di De Gregori) avevano portato per dare loro un rifugio hanno acceso il fuoco e ve li hanno gettati dentro. Vivi. Due di loro quel riparo di fortuna lo avrebbero dovuto lasciare proprio quel giorno, destinati a due famiglie di Torino che avevano deciso di accoglierli nella propria casa. Ma ad impedire il lieto fine, che sarebbe stato uno dei tanti resi possibili dal lavoro dei volontari dell'associazione, ci si è messo l'ennesimo atto di follia che le cronache sono costrette a registrare.

«SI POTEVA EVITARE» - Non si dà pace Anna Mezzapesa, la presidente di Quattro-cani-per-casa, che da anni accudisce gli animali che vagano sul territorio. «La cosa più straziante - commenta in una nota pubblicata su Facebook - è che questo crimine si sarebbe potuto evitare». Già, perché qualcuno nelle vicinanze dell'improvvisato canile - una casa in costruzione abbandonata da tempo - aveva sentito i guaiti degli animali e intuito che qualcosa non andasse. Nessuno però si era preoccupato di andare a verificare cosa stesse accadendo. Nessuno ha pensato che si potesse alzare il telefono e fare una chiamata ai carabinieri o alla polizia municipale. Ci hanno pensato i volontari dell'associazione, all'indomani.

IL SALVATAGGIO DI MICKY - «Stavamo andando a recuperare i due cagnolini che avevano già trovato una sistemazione e che avrei accompagnato personalmente in treno fino a Bologna per farli incontrare con la loro nuova famiglia - racconta Anna alzando la voce al telefono, mentre in sottofondo i suoi 25 cani hanno deciso tutti insieme di abbaiare e far sentire la propria presenza -. La scena che ci si è presentata davanti agli occhi è stata raccapricciante». C'era ancora il fumo e si sentivano dei guaiti disperati arrivare dal mucchietto di cenere, in quel che restava del rogo messo in piedi a pochi metri dall'edificio. Era Micky, che ancora non si era voluto arrendere a quella fine orribile. Lo hanno estratto dalla buca tremante e ricoperto di ferite e profonde ustioni. E lo hanno subito portato da un veterinario per le cure del caso. «Abbiamo un'idea ben precisa di chi possa essere stato ma non abbiamo uno straccio di prova per dimostrarlo e per questo ci siamo limitati ad una denuncia ai carabinieri. Che questa volta sembrano avere preso a cuore la vicenda e che si sono subito attivati». In passato, lamenta la signora Mezzapesa, altre denunce erano rimaste lettera morta.

IL TAM TAM DELLA RETE - Ma non è solo su quel fronte che qualcosa inizia a muoversi. L'appello di Anna è finito su Facebook e da lì è stato condiviso e rilanciato. Il tam tam della rete ha fatto il suo corso e ora la vicenda dei cuccioletti messi al rogo è uscita dai confini della cittadina pugliese. E' stata avviata una petizione online per chiedere che la vicenda non passi sotto silenzio. «Chiediamo di non permettere che questo reato resti impunito - si legge nella lettera aperta al sindaco di Leporano -, in modo tale che chi abbia ancora per la testa l'intenzione di compiere simili atrocità sappia che la legge, il sindaco, i privati cittadini indignati vogliono ottenere giustizia». La raccolta di firme esorta il primo cittadino , in quanto responsabile dei cani liberi sul suo territorio, a costituirsi parte civile nel processo che si celebrerà qualora l'autore dell'insano gesto venga individuato.

IL PRECEDENTE - La lettera non risparmia critiche all'amministrazione comunale, accusata di non avere mai preso in seria considerazione il problema e di lasciare che siano i cittadini a farsi carico dei randagi, cosa che invece compete all'ente pubblico. E ricorda come questa non è la prima volta che si verifica un simile episodio: «Accadde la stessa cosa dieci anni fa, con quattro cuccioli appena nati e la loro mamma». Stesse modalità dell'ultimo episodio, in quel caso però nessuno dei cinque riuscì a sopravvivere. Non solo: «Nel corso degli anni tante volte abbiamo dovuto subire e assistere ad episodi di violenza: cani avvelenati, cani picchiati, cuccioli buttati nei cassonetti, cani investiti e abbandonati con la schiena spezzata sul selciato. A noi poi è toccato l'ingrato compito di raccoglierli e farli "addormentare"». Questa volta non c'è stata l'eutanasia a porre fine in maniera indolore alle sofferenze dei cagnolini imprigionati tra le fiamme e la morte è arrivata nel modo più atroce che si possa immaginare. «Ci resta una sola cosa da fare - chiosa amaramente Anna nella nota su Facebook -: piangere. Per ora...». Per ora.

Alessandro Sala

Fonte: CorrieredellaSera

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15/09/2010 07:47

ma darsi fuoco loro no ?? [SM=x44491]
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15/09/2010 15:04


Non ho parole... [SM=x44471]

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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