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Povero Silvio, la "campagna acquisti" ...

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16/09/2010 00:09

Bersani all'attacco di Berlusconi
"Uno scandalo la campagna acquisti"

Il leader democratico: "Il governo dovrebbe passare la mano". Berlusconi: "Arriveremo al 2013". Tensione nel Pd. Veltroni: "Contro di me ingiustizie e vigliaccherie. No a gruppo autonomo dal Pd, ma la cosa peggiore è che non si vedano le difficoltà". Il governatore siciliano Lombardo incontra il presidente della Camera: "Raggiunta intesa". Ma le difficoltà nell'isola restano. Voto di fiducia anche al Senato. Rai, finiani contro Masi

ROMA - Quella di Berlusconi è una "compravendita" scandalosa. Al contrario, il governo dovrebbe rendersi conto che non può governare e passare la mano. Così Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, sulla situazione politica sempre più incerta e confusa. Proprio mentre il premier continua a professare ottimismo: "Arriveremo al 2013" dice in un'intervista al quotidiano francese Le Figaro.

Meglio col Milan. "E' scandalosa questa compravendita che finora ha dato risultati piuttosto scarsi: spero per i milanisti che quella dei calciatori sia più fortunata di quella in Parlamento". Con questa battuta Bersani ribadisce le proprie critiche alla strategia della maggioranza per ottenere la fiducia grazie all'arrivo di deputati. Secondo il capo del Pd "resta il problema di fondo, cioè dare l'idea che si è veramente in grado di governare. Invece - argomenta il segretario del Pd - vanno in Parlamento con un documento di cinque punti, tutti d'accordo e poi si ricomincia".

Il leader democratico ritiene che all'Italia servano "governi capaci di governare, se non lo sono passino la mano, perchè stiamo vivendo la crisi più acuta dal Dopoguerra ad oggi ed i problemi sono tantissimi, ma non riusciamo a parlarne: serve un sussulto di dignità".

A questo proposito cita anche le parole pronunciate oggi da Emma Marcegaglia: "Spero che questa frase rappresenti una presa di coscienza della situazione, non solo una battuta, perchè qui in questi due anni non c'è stato solo il governo a negare le evidenze".

Veltroni prepara il documento. Nel Pad però non si placa la discussione interna. "Niente gruppi autonomi, ma nessuna voglia di dichiarare cessate le ostilità. All'indomani della riunione del coordinamento del Pd Walter Veltroni insiste. E rilancia quel documento con il quale intende puntare il dito contro chi ha smarrito lo "spirito originario" del Pd (leggi Bersani) per perdersi dietro ad una politica delle alleanze. Un affondo che l'ex segretario cerca di mitigare a parole: "E' un documento politico che va accolto positivamente. Ho contribuito a fondare il Pd e ci tengo che sia forte perchè solo un Pd forte può costruire alleanze per l'alternativa". Per poi aggiungere: "La cosa peggiore è che non si vedano le difficoltà perchè così si accrescono". Un testo, giura, che ha come unico scopo quello di aiutare il Pd: "Per fortuna oltre ad un'unità operativa nel partito ci sono tante culture politiche che si esprimono anche con documenti. Il mio è un documento politico, come ce ne sono tanti e deve essere accolto positivamente". Niente gruppi autonomi, per ora ("ma figuriamoci, ho contributo a fondare questo partito"), ma un disagio che è sempre più visibile. Basta leggere l'intervista che l'ex segretario ha dato al settimanale Gioia per capire lo stato d'animo di Veltroni: "Mi sento dentro e fuori dai giochi della politica e ho registrato ingiustizie e vigliaccherie. Fossi stato più giovane ne avrei sofferto". Una lunga rievocazione del suo addio al partito dopo il voto del 2008. E una nuova missione: "Quello che intendo fare, e lo farò, è tenere viva l'idea del Pd così com'è nato. Senza richiedere ruoli". Ancora incerti i tempi di presentazione del documento. Ieri i veltroniani non l'hanno portato davanti al coordinamento. Oggi Veltroni prende tempo: "Non c'è fretta e non c'è nulla di polemico nè di quelle cose che si sono viste nel passato". Parole che, però, non fugano le nubi di un nuovo scontro interno ai democratici. E mercoledì prossimo è stata convocata l'Assemblea dei parlamentari aderenti ad Area democratica, alla vigilia della Direzione del partito. E lì si saprà se la scommessa di Veltroni ha avuto successo. Nel frattempo Dario Franceschini si sfila: 'Il documento e' un grande errore, dovete ritiralo e comunque io non lo firmerò".

Incontro Fini-Lombardo. Mentre il cosidetto gruppo "salva governo" alla Camera perde i pezzi, il leader dell'Mpa e governatore siciliano Raffaele Lombardo vede Gianfranco Fini. I due si sono incontrati in mattinata e hanno parlato del governo tecnico in Sicilia (sostenuto dai finiani) e della rinnovata intesa politica a livello nazionale. Il governatore Lombardo, infatti, che si appresta a varare un nuovo esecutivo regionale, sembra insistere sull'intesa con Fini. E questo nonostante l'incontro dei giorni scorsi con Berlusconi e il corteggiamento dei deputati dell'Mpa da parte del Cavaliere. "Questa mattina ho incontrato Fini e l'Udc. Sono interessati a continuare, nel primo caso, e a riprendere, nel secondo caso, un'esperienza all'interno del governo regionale. Sono disponibili ad entrare" sintetizza Lombardo.

Ma, nonostante le parole del governatore, non tutto sempre definito. "L'Udc in Sicilia è rappresentata dal sottoscritto ed io non lo ho incontrato" dice Saverio Romano, segretario regionale centrista. E anche i finiani restano cauti: "Al momento non persistono le condizioni per procedere ad una nuova composizione del governo regionale rimangono forti perplessità sul programma e sulla natura della nuova giunta" taglia corto Pippo Scalia, di Fli.

Berlusconi andrà anche al Senato. Il governo illustrerà i 5 punti per il rilancio della sua azione anche al Senato nella settimana dal 27 settembre al 2 ottobre. Seguirà dibattito e ci sarà anche un voto.

Pdl. Sull'ipotesi di un 'sottogruppo' dei finiani moderati disposti a sottoscrivere un documento di fedeltà al premier il finiano Carmelo Briguglio non ha dubbi: "lo escluderei. Ormai chi è rimasto con Fini dopo tutti i tentativi che ci sono stati al tempo della formazione dei gruppi, del voto sulla mozione Caliendo,e che ha resistito fin qui a pressioni enormi non se ne va più. Aggiungo che proprio i finiani moderati come Menia, Viespoli e Moffa sono quelli più legati a Fini anche da un forte legame personale". Sempre sul fronte finiano va registrato l'affondo di Flavia Perina, deputata di FlI e direttore del Secolo d'Italia, dopo aver letto la lettera inviata dal dg Mauro Masi ai direttori di rete e di testata: "Una Rai in cui solo Minzolini può fare ciò che vuole e gli altri, di dritto o di rovescio, devono fare ciò che vuole Masi".

Fonte: Repubblica

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