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Svezia, vince il centrodestra e la destra xenofoba entra in Parlamento

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2010 13:54
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20/09/2010 23:51

Elezioni in Svezia: centrodestra vince
Il partito xenofobo entra per la prima volta in Parlamento


STOCCOLMA - La coalizione di centrodestra guidata dal primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto le elezioni politiche di ieri, senza però raggiungere la maggioranza assoluta necessaria a formare da sola un nuovo governo. Ma la vera novità della tornata elettorale è l'ingresso in Parlamento per la prima volta dell'estrema destra xenofoba, i 'Democratici di Svezia' (Sd) di Jimmi Akesson, che con circa il 5,7% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, e ne ottengono 20. In base ai risultati quasi definitivi dello spoglio (il 98% delle circoscrizioni), l'Alleanza di quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto circa il 49,2% e 172 dei 349 seggi del Parlamento, e un suo secondo mandato sarebbe un'altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, in cui i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. Reinfeldt, parlando ai sostenitori in nottata, ha detto che cercherà l'appoggio dei Verdi e ribadito che non intende allearsi con l'estrema destra. Sconfitto il centrosinistra, che puntava su una donna, la socialdemocratica Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si è fermato al 43,6% circa dei suffragi e ottiene 157 seggi.

"Abbiamo perso, tocca all'Alleanza (di centrodestra) il compito di costruire il governo", ha detto la Sahlin. L'estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia, nonostante sia Reinfeldt che Sahlin abbiano categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico. "Non li toccherei neanche con le pinze", aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: "Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi". Esultante per il "risultato fantastico", Akesson, davanti ai sostenitori che scandivano il suo nome, ha "promesso" che il suo partito "non creerà problemi". "Ci assumeremo le nostre responsabilità, è la mia promessa al popolo svedese", ha proclamato. In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale è stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l'opposizione che al contrario ha criticato l'indebolimento del celebre stato sociale svedese, 'dalla culla alla tomba'. E il welfare, "corroso" dall'immigrazione, è stato anche il cavallo di battaglia della destra estrema che ha cavalcato (come successo in altri Paesi europei, dal Belgio all'Olanda) le paure di un Paese composto per il 14% da stranieri di varie nazionalità, brandendo la minaccia di una "rivoluzione islamica".

Fonte: ANSA

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20/09/2010 23:54

Elezioni in Svezia, vince il centrodestra
e gli xenofobi entrano in Parlamento


La Svezia ha scelto di virare ancora più a destra e il partito xenofobo per la prima volta si è aggiudicato l’ingresso in Parlamento. La coalizione di centrodestra guidata dal primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto le elezioni politiche, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta per formare da sola un nuovo governo. I ‘Democratici di Svezia’ (Sd) di Jimmi Akesson, che rappresentano la destra xenofoba, con circa il 5,7% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, e ne ottengono 20.

In base ai risultati quasi definitivi dello spoglio (il 98% delle circoscrizioni), l’Alleanza di quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto circa il 49,2% e 172 dei 349 seggi del Parlamento, e un suo secondo mandato sarebbe un’altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, in cui i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. Reinfeldt, parlando ai sostenitori in nottata, ha detto che cercherà l’appoggio dei Verdi e ribadito che non intende allearsi con l’estrema destra.

Sconfitto il centrosinistra, che puntava su una donna, la socialdemocratica Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si e’ fermato al 43,6% circa dei suffragi e ottiene 157 seggi. ”Abbiamo perso, tocca all’Alleanza (di centrodestra) il compito di costruire il governo”, ha detto la Sahlin. L’estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia, nonostante sia Reinfeldt che Sahlin abbiano categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico.

”Non li toccherei neanche con le pinze”, aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: ”Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi”. Esultante per il ”risultato fantastico”, Akesson, davanti ai sostenitori che scandivano il suo nome, ha ”promesso” che il suo partito ”non creerà problemi”. ”Ci assumeremo le nostre responsabilità, è la mia promessa al popolo svedese”, ha proclamato.

In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale e’ stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l’opposizione che al contrario ha criticato l’indebolimento del celebre stato sociale svedese, ‘dalla culla alla tomba’.

Fonte: blitzquotidiano

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21/09/2010 07:37

tranne in spagna, la destra governa in tutta europa ... [SM=x44465]
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21/09/2010 12:17

due considerazioni sulle elezioni svedesi:

* la prima riguarda il dato storico della vittoria dell'alleanza di centrodestra (per la prima volta viene riconfermata dopo un primo mandato). Ovviamente bisogna tenere in considerazioni delle peculiarità sociali della Svezia per capire il perchè è una (ri)elezione storica. Il sistema di Welfare Svedese viene spesso preso ad esempio in tutta europa, la Svezia è capofila nel funzionamento dello stato (la cultura di un popolo d'altra parte non la si inventa da un giorno all'altro) eppure c'è qualcosa che non funziona: da qualche anno si sono levate delle voci critiche sul modello svedese, più che altro su quello che era diventato. Infatti il centrodestra ha attuato e ha in programma di attuare (poi il fatto che non abbia una maggioranza e non potrà farlo è un'altra questione) solamente delle piccole riforme senza intervenire drasticamente sull'impianto generale.

ma soprattutto le critiche al modello svedese toccavano l'aspetto dell'immigrazione e della società multi-cult. da cui nasce la mia

* seconda osservazione, l'ingresso del Partito Democratico in parlamento. A suo modo anche questa è una svolta storica: rispetto al passato sembra che si sia ripulito dei suoi estremisti neonazisti, oggi è un partito che pone l'accento sul tema immigrazione (mai messo in discussione in svezia, tanto che un politologo dell'università di goteborg ha segnalato come il fatto di affrontare questa questione sia stata la fortuna del partito, visto che nessun altro partito ne parla) ed in particolare sull'immigrazione islamica. Ovviamente la stampa europea bolla molto facilmente questi partiti come razzisti e xenofobi ma, esattamente come il partito di Wilders in Olanda, hanno una cultura politica liberale che li allontana chilometri dagli eccessi del sud europa (p.es. - anni fa hanno dichiarato di aver avuto contatti con la Lega Nord e AN ma di aver trovato troppo estremisti i loro rappresentanti).
ma soprattutto credo che l'avanzata di partiti di destra in questi due paesi, svezia ed olanda, con modelli di integrazione molto simili tra loro, dovrebbe quantomeno far riflettere sulla reale fattibilità di tali modelli. il discorso diventa molto complesso ...

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21/09/2010 12:32

Europa, lo spettro dell'ultradestra

MARCO ZATTERIN
Prima il terrorismo, poi la paura dell’immigrato e infine la crisi economica che ha incrinato la fiducia. Alla fine del primo decennio del nuovo secolo l’Europa è agitata da una deriva nazionalista che cavalca le tensioni e complica i bioritmi della politica. Il primo effetto del continente che piega a destra è la precarizzazione delle coalizioni, il secondo è il diffondersi dell’illusione che alzando la voce si risolvano i problemi in fretta. Leader scaltri hanno capito che nel breve periodo può funzionare. Nel lungo non si sa, non ancora.

Il populismo cresce nell’intolleranza e nella paura, nella liberale Olanda come nel rigoroso Belgio e ora anche in Svezia, patria socialdemocratica di un Welfare per anni invidiato. In Ungheria, Slovacchia e Romania, partiti dall’anima fascista raccolgono consensi insperati aggrappandosi ad antichi ideali ed esacerbando i confronti con l’«altro», in genere le minoranze, gitani o ebrei non pare far differenza. Ci riescono nel nome della «Libertà» a cui dedicano i loro partiti, come fece Jörg Haider, che nel 1999 convinse il 25% dell’Austria a votarlo, e come è riuscita a Geert Wilders, il leader antislamico dei Paesi Bassi che cavalca la «minaccia» dello straniero e la delusione verso partiti tradizionali che tiene in scacco dal voto di giugno.

In Francia, nel momento in cui ha visto cadere i consensi, il presidente Nicolas Sarkozy ha lanciato l’offensiva contro la «gent du voyage», termine con cui ha mascherato l’intenzione di colpire i rom, irregolari da cui una ampia frangia della popolazione si sente minacciata. Per lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, che vive in Francia da anni, l’Eliseo ha «usato le espulsioni per sedurre l’estrema destra, dunque per ragioni di consenso e di conservazione del potere». Nell’attimo della difficoltà, Sarkozy ha riprodotto lo schema delle Destre, ha cercato un nemico e promesso di sconfiggerlo. Capita anche in Germania, dove dalla Cdu di Angela Merkel è in arrivo una componente superconservatrice, animata da Erika Steinbach, presidente dell’Associazione dei tedeschi espulsi dall’Europa centrale dopo l’ultima guerra.

Il Belgio ha dimostrato che alla lunga l’estremismo non paga, lo provano i duri fiamminghi del Vlaams Belang, battuti dal N-Va di Bart De Wever, che è riuscito a persuadere parte degli elettori delle Fiandre di «essere un moderato». Anche negando il parallelo con la Lega: «Loro sono di destra», giura. «Ciò che accomuna diversi partiti di estrema destra, spesso caratterizzati da politiche localistiche, è il forte antieuropeismo», spiega Rosa Balfour, Senior policy analist dell’European Policy Centre. In effetti, Bruxelles è la nemesi del nazionalismo, i suoi valori negano xenofobia, odio razziale e discriminazioni, ma non tolgono che il vecchio continente sia una polveriera di minoranze in cerca di futuro, come gli ungheresi che vivono in Romania e Slovacchia. L’Ue «deve contraddire quanti la accusano di essere agli ordini di un progetto di omologazione delle culture e delle identità su scala mondiale», suggerisce Magali Balent, della Fondazione Robert Schuman. I risultati dicono che, sinora, non è riuscita a farlo in modo concreto.

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
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(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

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