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Addio a Erwin Stricker "Cavallo pazzo" delle nevi

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2010 15:06
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29/09/2010 09:01

Si è spento stamattina all'età di 60 anni lo sciatore di Bressanone: fu campione italiano di discesa libera e partecipò ai successi internazionali della valanga azzurra di Gustavo Thoeni e Piero Gros. Ultimamente si occupava di promozione dello sci in Cina per conto della Fis




MERANO, 28 settembre 2010 - E’ morto stamane all’ospedale di Bolzano 48 ore dopo un delicatissimo intervento chirurgico al cervello Erwin Stricker, indimenticabile componente della Valanga Azzurra di Thoeni e Gros. "Cavallo Pazzo", come era soprannominato per la sua estrosità, aveva 60 anni, ed aveva da poco scoperto di avere un tumore al cervello durante una trasferta di lavoro in Cina, patologia che aveva curato con successo già una decina di anni fa. Pur non avendo vinto alcuna competizione a livello mondiale, rimane come uno fra i più emblematici campioni dello sci azzurro. Nato a Mattighofen, in Austria, il 15 agosto 1950, si era trasferito giovanissimo con la famiglia a Bressanone (Bz). Arrivò tardi alle competizioni e quasi per caso. Lavorava infatti come cameriere in un albergo al passo Stelvio e venne notato nell’estate del 1966 dai tecnici della squadra e da Mario Cotelli durante i suoi duelli fra i pali nel tempo libero con i cugini Thoeni (Gustavo e Rolando) che qualche volta batteva.

personaggio — Entrato in squadra, divenne bel presto un personaggio per la sua grande comunicativa al di là delle imprese sportive condizionate anche dai tanti gravi infortuni. Il primo nel giugno 1968, quando in allenamento allo Stelvio andò a sbattere contro il palo di uno sklift e si fratturò sette costole una delle quali perforò un polmone. Il miglior risultato arrivò nel 1973 con il secondo posto nel gigante di Heavenly Valley (Usa), ed il quinto nello slalom di Megeve (Fra). Ma la grande occasione della sua carriera fu la stagione successiva ai Mondiali di St. Moritz (Svi) quando gettò al vento l’oro della combinata. Sesto in gigante e 17° in discesa, aveva a portata di mano la vittoria, ma nello slalom, anche per dimostrare che non era inferiore a Thoeni e Gros, tirò a tutta sino ad uscire dal tracciato. In quella stagione si classificò pure sesto nella classifica finale di Coppa del Mondo, completando la doppietta Thoeni-Gros. Un altro grave infortunio lo fermò ancora, ma nel 1976 riuscì ancora a conquistare il titolo italiano di discesa a Limone Piemonte (Cn), il risultato che idealmente chiuse la sua carriera ad alto livello. Conclusa la carriera agonistica, Stricker mise a frutto la sua vulcanica intraprendenza nel campo delle pubbliche relazioni e divenne uomo d’affari di successo. Da anni ormai si occupava di noleggio sci ad alto livello ed aveva per primo allacciato rapporti con Cina e Russia, dove rivendeva gli sci usati nei suoi noleggi ma svolgecva anche un'attività di consulente per conto della Federazione internazionale. Lascia la moglie Linda ed i figli Mina e Tim.

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Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
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BrocCULOdoro 2009
29/09/2010 09:02

Me lo ricordo quando da ragazzino non mi perdevo una gara della valanga azzurra.
Era un personaggio che non poteva non esserti simpatico.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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29/09/2010 15:06

Re:
il tobas, 29/09/2010 9.02:

Me lo ricordo quando da ragazzino non mi perdevo una gara della valanga azzurra.
Era un personaggio che non poteva non esserti simpatico.




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Riposi in pace [SM=x44471]
[Modificato da radcla 29/09/2010 15:06]
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