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Attentato Belpietro

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2011 04:17
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01/10/2010 12:49

ma emergono alcune "stranezze"

Politica

Belpietro/ Solidarietà Idv: Ignobile strumentalizzazione Cicchitto

Aggressione gravissima ma il capogruppo Pdl incita nuova violenza

postato 1 ora fa da APCOM


Roma, 1 ott. (Apcom) - Italia dei Valori esprime "forte solidarietà" a Maurizio Belpietro e alla sua famiglia, condannando il "gravissimo gesto" di cui e' stato vittima, insieme "ad ogni altra azione di violenza fisica". E rinnova "pieno e convinto sostegno alla libertà d'informazione".

"L'estrema gravita di quanto accaduto -scrive in una nota il portavoce Idv Leoluca Orlando- ci impone di ignorare le ignobili provocazioni, strumentalizzazioni e le incitazioni alla violenza dell'on Fabrizio Cicchitto" .

 

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
01/10/2010 13:20

mi ricorda, per diversi versi, il sequestro ed omicidio Moro...

le brigate rosse (ma erano loro?) presero Moro che apriva al partito comunista, mentre non toccarono Andreotti...


Qui fanno un attentato a Belpietro che è forse il più equilibrato della stampa berlusconiana, ma nessuno tocca Feltri.

Intendiamoci, il mio non è un incitamento alla violenza. Tuttaltro, mi limitavo a provare a ragionare da criminale e pensare quale fosse, in base alle motivazioni che si leggono sui giornali, il possibile bersaglio.
Ed onestamente, non capisco perchè Belpietro.

Così come non ho mai capito - si fa per dire, perchè poi un briciolo di verità a galla è venuto - perchè rapirono ed uccisero Moro e non Andreotti.

Misteri d'Italia... la storia contrinua. [SM=x44464]
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01/10/2010 13:44

Re:
KuntaKinte77, 01/10/2010 13.20:

...
Qui fanno un attentato a Belpietro che è forse il più equilibrato della stampa berlusconiana, ma nessuno tocca Feltri.

Intendiamoci, il mio non è un incitamento alla violenza. Tuttaltro, mi limitavo a provare a ragionare da criminale e pensare quale fosse, in base alle motivazioni che si leggono sui giornali, il possibile bersaglio.
Ed onestamente, non capisco perchè Belpietro.... [SM=x44464]




Già, ma quale potrebbe essere l'obiettivo recondito di questo presunto attentato?
Dovremmo aspettare di conoscere meglio tutti i dettagli della vicenda.
Mi sembra strano che l'attentatore, dopo essersi procurato una divisa da finanzieri trascuri un dettaglio tanto importante come la funzionalità dell'arma con cui avrebbe dovuto attuare il suo piano criminale (sembra che la pistola si sia inceppata).
Non vorrei che qualcuno possa pensare che per qualche oscuro motivo possa esser stata una messa in scena... [SM=g1700002]
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01/10/2010 14:56

Di Pietro, si vergogni chi criminalizza protesta
Fonte: ADNKronos - aggiornamento: 01 ottobre, ore 13:46

Roma, 1 ott. (Adnkronos) - ''Guardate! Queste non sono teste matte, non sono terroristi come adesso vogliono far credere quelli che approfittano di quel disperato criminale che ha tentato di aggredire Belpietro per scaricare su chi protesta e su di me quel che e' accaduto''. Lo ha affermato questa mattina il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, intervenendo alla manifestazione nazionale della cantieristica navale in piazza della Repubblica a Roma e riportato in un video pubblicato sul suo blog www.antoniodipietro.it . "C'e' una questione sociale grossa come una casa, c'e' una disperazione sociale che sta facendo ribellare il popolo e allora -si e' chiesto l'ex pm- la colpa e' di chi denuncia questi fatti? E' la mia che nell'Aula del Parlamento ho detto che Berlusconi e' la causa di questo male d'Italia? O e' del presidente del Consiglio che pensa solo agli affari propri e alle sue societa' off-shore? E non si cura dell'unica societa' italiana che e' ancora dello Stato, la Fincantieri, che come altre aziende, sta andando in malora per colpa sua?
Si vergognino coloro che vogliono criminalizzare la protesta. Questo governo dovrebbe riflettere sulle sue politiche fallimentari che non portano alla pacificazione sociale''.
Fonte: ADNKronos - aggiornamento: 01 ottobre, ore 13:46
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01/10/2010 18:19

Agguato a Belpietro, è caccia all'uomo
Il direttore: clima da anni di piombo


Dopo l'aggressione raddoppiata la scorta, s'indaga sui complici.
Solidarietà di istituzioni e politici: «Negli Anni '70 si cominciò così, i primi colpiti furono i giornalisti»
MILANO

È ancora tutto avvolto nel più fitto dei misteri il grave episodio avvenuto la notte scorsa sul pianerottolo tra il 4 e il 5 piano del palazzo dove abita il direttore di Libero Maurizio Belpietro. La procura di Milano ha aperto un’indagine con le ipotesi di reato di tentato omicidio di un poliziotto e porto illegale di armi a carico di ignoti.

La notte da incubo
L'uomo armato è stato messo in fuga dalla scorta sulle scale della casa del giuornalista. Le indagini sono a tutto campo e non è escluso che ci siano altri complici dell'aggressore che questa notte è stato trovato nel condominio in cui abita il gornalista con un’arma in mano, e contro cui la scorta ha esploso 3 colpi di pistola. Gli investigatori stanno esaminando le telecamere per valutare proprio la presenza di altri soggetti e sono al lavoro per ricostruire il volto dell’uomo e diffondere un identikit.

La sigaretta dell'agente
Intanto a Belpietro saranno raddoppiate le misure di sicurezza da due a quattro agenti. Lo ha comunicato il Questore di Milano Vincezo Indolfi che ha tenuto una conferenza stampa sull’episodio. «L’agente che ha accompagnato il direttore nel suo appartamento - ha riferito il questore - ha deciso di scendere prendendo le scale perchè voleva fumare una sigaretta. Sul pianerottolo ha incrociato il presunto aggressore, un uomo alto 1,80, europeo e con indosso una camicia grigio verde con delle decorazioni sul colletto che avrebbero potuto essere scambiate per mostrine militari».

La dinamica dell'aggressione
Secondo il racconto dell’agente l’uomo ha alzato l’arma, descritta come una semiautomatica e ha premuto il grilletto. L’agente ha sentito il "click" del grilletto ma l’arma non ha sparato. «Il poliziotto ha esploso due colpi in direzione dell’uomo - ha proseguito il questore - e l’ha inseguito per le scale. Un terzo colpo è stato esploso sulle scale, anche questo esploso a vuoto». «L’aggressore non è fuggito dall’ingresso principale - ha riferito il questore - ma è passato da una porta che dà su un cortile che confina col cortile del palazzo vicino». Non dè escluso che l’aggressore abbia anche fatto un sopralluogo nel palazzo dove abiota Belpietro.

Lo choc delle istituzioni
Intanto dalla politica e dal mondo delll’informazione una pioggia di commenti di solidarietà nei confronti del direttore di Libero. Per il ministro dell’Interno Roberto Maroni certi episodi «sono anche suscitati da alcune affermazioni e attacchi personali che non devono avere spazio nel dibattito e nel confronto democratico. Il rispetto delle opinioni altrui è un principio fondamentale che troppo spesso viene dimenticato da chi pensa che per la lotta politica sia utilizzabile la violenza». Per il guardasigilli Angelino Alfano quello della notte scorsa è un «fatto gravissimo che trova la sua origine in un clima teso, dai toni arroventati, non consono a logiche democratiche, che può portare a gesti inconsulti da parte di squilibrati o a gravi atti che rispondono solo a un insano sistema di violenza e di prevaricazione». Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa, «con una preoccupante escalation l’avversario politico sta diventando sempre più un nemico da contrastare in tutti i modi».

Il Viminale: "Un atto gravissimo"
Secondo il ministro degli Interni Roberto Maroni l’episodio che ha visto coinvolto Belpietro è un «atto gravissimo che ha rischiato di produrre una vittima» e sul quale da parte del Viminale c’è «massima attenzione». Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «la tentata azione terroristica contro Belpietro, oltre a indurre doverosa solidarietà, segnala come i mostri dell’eversione, a lungo evocati dalle campagne di odio politico, siano davvero emersi». Sandro Bondi parla di «clima di odio che grava sul Paese, che non può non sfociare prima o poi in atti di vera e propria violenza». Per Roberto Castelli «come puntualmente previsto da molti, i fiumi di parole e di odio vomitati negli ultimi anni stanno generando fatti criminosi. Ricordo con grande preoccupazione che anche all’inizio degli anni di piombo, fra i primi bersagli ci furono i giornalisti». Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esprime in una nota «solidarietà, non solo istituzionale, a Maurizio Belpietro, perché nulla può consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante quale quello che lo ha coinvolto». Solidarietà anche dal presidente del Senato Renato Schifani.

La solidarietà dell'opposizione
Ferma condanna da Anna Finocchiaro (capogruppo Pd al Senato): «Ogni forma di violenza a chi fa informazione rappresenta una minaccia per la democrazia e va fermamente condannata». Piero Fassino parla di «atto sciagurato che non può che essere denunciato con vigore da ogni democratico. La polemica politico - giornalistica, anche aspra, non può mai autorizzare, ne giustificare la violenza». «Ogni atto di violenza deve essere condannato con ferma determinazione» secondo Pierluigi Bersani. Analoghe considerazioni da Sergio Chiamparino. Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, esprime «la solidarietà totale e incondizionata per il gravissimo e preoccupante episodio di ieri sera. Faccio appello a tutte le forze politiche - prosegue - perché si abbassino immediatamente i toni dello scontro». Tra le mille altre dichiarazioni sono su questa linea anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che accusa «anche alcuni politici che hanno usato linguaggi folli: Di Pietro e Grillo riflettano sulle loro parole, il clima politico dipende anche dalle loro espressioni». Sulla stessa linea il finiano Carmelo Briguglio: «È un segnale da non sottovalutare».

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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01/10/2010 18:23

Re:
KuntaKinte77, 01/10/2010 13.20:


Qui fanno un attentato a Belpietro che è forse il più equilibrato della stampa berlusconiana, ma nessuno tocca Feltri.
Intendiamoci, il mio non è un incitamento alla violenza. Tuttaltro, mi limitavo a provare a ragionare da criminale e pensare quale fosse, in base alle motivazioni che si leggono sui giornali, il possibile bersaglio.
Ed onestamente, non capisco perchè Belpietro.



Speriamo che le indagini portino a dei chiarimenti perchè la faccenda è molto oscura. [SM=x44473]

Sul perchè proprio Belpietro bisogna vedere se quest'aggressore era uno squilibrato che ha trovato un bersaglio ed il caso, la sfiga, ha voluto che fosse proprio Belpietro.
Oppure se c'è una precisa e "logica" scelta da parte di un gruppo organizzato.



In ogni caso non si può che condannare l'aggressione e rallegrarsi per lo scampato pericolo.

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Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

01/10/2010 18:47

Re: Re:
Arjuna, 10/1/2010 6:23 PM:



In ogni caso non si può che condannare l'aggressione e rallegrarsi per lo scampato pericolo.



su questo non ci piove e chi mi conosce la sa che la penso cosi'.

Peraltro ho idea che l'attentato fosse veramente rivolto a Belpietro, quindi non penso ad alcun tipo di costruzione.

Il mio ragionamento da criminale e' perche' le motivazioni portate da buona parte dei giornali non mi tornano e se il cerchio quadrasse avrebbero sbagliato bersaglio, se cosi' si puo' dire.

Ho paura - ma credo e spero di sbagliarmi - che Belpietro stava per pagare per una scelta molto piu' sottile e ben costruita che altro.

D'altronde, non e' un mistero che in tempi non poi cosi' lontani si son fatti omicidi di 'piacere' tra forze mafiose e terroristiche... penso a Lima, Dalla Chiesa, Moro... Persone che davano fastidio piu' alla stessa parte a cui appartenevano che ai loro avversari.

A volte io penso arzigogolato... pero' spesso con sto ragionamento in questo campo c'ho preso c'ho... [SM=x44451]
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01/10/2010 22:10

KuntaKinte77, 01/10/2010 18.47:


...
Ho paura - ma credo e spero di sbagliarmi - che Belpietro stava per pagare per una scelta molto piu' sottile e ben costruita che altro.

D'altronde, non e' un mistero che in tempi non poi cosi' lontani si son fatti omicidi di 'piacere' tra forze mafiose e terroristiche... penso a Lima, Dalla Chiesa, Moro... Persone che davano fastidio piu' alla stessa parte a cui appartenevano che ai loro avversari.

A volte io penso arzigogolato... pero' spesso con sto ragionamento in questo campo c'ho preso c'ho... [SM=x44451]




Dici?
E a chi starebbe pestando i piedi?
Alla Camorra? Alle 'ndrine che si stanno radicanco in Lombardia?
Oppure a Dell'Utri & amici vari? [SM=x44473]
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01/10/2010 22:33

Re: Re:
Etrusco, 01/10/2010 13.44:




Già, ma quale potrebbe essere l'obiettivo recondito di questo presunto attentato?
Dovremmo aspettare di conoscere meglio tutti i dettagli della vicenda.
Mi sembra strano che l'attentatore, dopo essersi procurato una divisa da finanzieri trascuri un dettaglio tanto importante come la funzionalità dell'arma con cui avrebbe dovuto attuare il suo piano criminale (sembra che la pistola si sia inceppata).
Non vorrei che qualcuno possa pensare che per qualche oscuro motivo possa esser stata una messa in scena... [SM=g1700002]



Ho pensato anch'io che questo inceppamento dell'arma suona molto ma molto strano.
E anche mettersi un uniforme per compiere un attentato è tecnicamente assurdo perché si diviene molto più riconoscibili e identificabili (le persone in uniforme sono in netta minoranza rispetto a quelle in circolazione e le si memorizza meglio, inoltre l'uniforme diventa un ostacolo quasi insormontabile in caso di fuga)

Per la cronaca indossavano uniformi (da avieri in quel caso) anche gli sparatori di via Fani, ma in quel caso, malgrado le ripetute balle espresse in proposito dai vari Moretti, Morucci ecc., la scelta era giustificata dal semplice fatto che vi erano elementi estranei alle Br nel commando e quindi gli esecutori della scorta di Moro avevano la necessità di riconoscersi tra di loro.

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02/10/2010 00:59

Premetto che la cosa è comunque è grave, uccidere non è mai la soluzione, tuttavia ci sono molte cose strane in questa storia. Mafiosi e terroristi quando decidono di uccidere non falliscono: Falcone e Borsellino sono morti col tritolo proprio per evitare pistole che si inceppano e il Generale Dalla Chiesa, ma anche la scorta di Moro, furono massacrati da veri e propri commandi militarizzati, non da aggressori isolati con armi difettose e pettorine della GdF.
Sarà soltanto una incresciosa coincidenza, ma questo nuovo episodio oscuro capita in un nuovo momento di declino della popolarità di Berlusconi ma al contempo in una sua rafforzata maggioranza parlamentare, sebbene tirata per i capelli con acquisti dell' ultima ora.
Buon per Belpietro che aveva la scorta (a Biagi e D' Antona la scorta fu negata e loro morirono sotto i colpi dei terroristi) e buon per tutti che ieri nessuno si è fatto male.

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02/10/2010 00:59

Agguato a Belpietro, c'è identikit assalitore
"Sono tranquillo, ma da oggi un po' meno" dice il giornalista. Ora la scorta è stata rafforzata


MILANO - L'agguato di cui e' stato fatto segno ricorda al direttore di Libero Maurizio Belpietro, quelli degli anni '70. La vicenda che gli torna alla mente di piu' - dice - risale agli albori degli anni di piombo 'prima dell'omicidio di Calabresi, quando un militante extraparlamentare di sinistra aspetto' nell'androne di casa un esponente dell'Msi'.

"Sto bene, sono tranquillo. Io sono una persona tranquilla e serena, certo, da ieri un po' meno": il direttore di Libero Maurizio Belpietro, è tornato così a parlare dopo l'agguato subito ieri sera a Milano. Belpietro ha ripercorso la vicenda e ha ribadito che il suo caposcorta gli ha salvato la vita rischiando la sua, visto che l' aggressore gli ha puntato addosso la pistola, che poi si è inceppata.

Dopo quello che è accaduto però, Belpietro non ha intenzione di modificare il suo lavoro. "Non cambio il mio lavoro. Non l'ho cambiato neanche stamattina - ha spiegato -. Ho fatto le cose che faccio sempre, il mio programma tv, la riunione di redazione e oggi pomeriggio scriverò per raccontare cosa è successo e cosa penso". Ha però ammesso che "ora c'é più preoccupazione. Io - ha spiegato - sono un semplice cronista che fa il suo lavoro, ma sono preoccupato per la mia famiglia". Ora la scorta di Belpietro è stata rafforzata. "Ho visto qualche persona in più - ha confermato - e ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà da tutte le parti politiche e moltissimi dai lettori".

TRACCIATO L'IDENTIKIT DEL PRESUNTO AGGRESSORE - La questura di Milano ha realizzato l'identikit del presunto aggressore del caposcorta di Maurizio Belpietro sulla base della testimonianza dello stesso poliziotto. L'immagine raffigura un uomo di corporatura massiccia, circa 1,80, occhi scuri, pupille dilatate, naso grosso e di probabile cittadinanza italiana. La scheda dell'identikit dell'uomo sorpreso ieri nel condominio di Milano dal caposcorta di Belpietro definisce il presunto aggressore di età apparente attorno ai 40 anni, 1.80 corporatura robusta e altetica, capelli con gel pettinati all'insù, naso grosso alla punta, bocca con labbro superiore carnoso e sporgente, labbro inferiore piccolo e sottile. L'uomo è di razza caucasica, occhi scuri, ma con pupille che al testimone, e nell'dentikit, appaiono dilatate. La forma del viso è regolare con zigomi marcati. L'aggressore indossava pantaloni bianchi con riga latelare nera camicia grigio-verde estiva da finanziere con mostrine.



Fonte: ANSA

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02/10/2010 10:23

Re: Re:
Etrusco, 01/10/2010 13.44:




Già, ma quale potrebbe essere l'obiettivo recondito di questo presunto attentato?
Dovremmo aspettare di conoscere meglio tutti i dettagli della vicenda.
Mi sembra strano che l'attentatore, dopo essersi procurato una divisa da finanzieri trascuri un dettaglio tanto importante come la funzionalità dell'arma con cui avrebbe dovuto attuare il suo piano criminale (sembra che la pistola si sia inceppata).
Non vorrei che qualcuno possa pensare che per qualche oscuro motivo possa esser stata una messa in scena... [SM=g1700002]


Casualmente Cicchitto e co. ne hanno subito approfittato per demonizzare Di Pietro, cioè l'unico, all'opposizione, che gli dà realmente fastidio, quasi questo aspetto gli importasse più della la salute del direttore di Libero... [SM=x44473]

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[SM=x44522] IO NON L'HO VOTATO !


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Re: Re: Re:
Avadoro, 01/10/2010 22.33:



Ho pensato anch'io che questo inceppamento dell'arma suona molto ma molto strano.
E anche mettersi un uniforme per compiere un attentato è tecnicamente assurdo perché si diviene molto più riconoscibili e identificabili (le persone in uniforme sono in netta minoranza rispetto a quelle in circolazione e le si memorizza meglio, inoltre l'uniforme diventa un ostacolo quasi insormontabile in caso di fuga)

Per la cronaca indossavano uniformi (da avieri in quel caso) anche gli sparatori di via Fani, ma in quel caso, malgrado le ripetute balle espresse in proposito dai vari Moretti, Morucci ecc., la scelta era giustificata dal semplice fatto che vi erano elementi estranei alle Br nel commando e quindi gli esecutori della scorta di Moro avevano la necessità di riconoscersi tra di loro.



A questo punto dobbiamo attendere l'esito delle indagini, perchè le notizie sono ancora poche e confuse:
1) la pistola inceppata;
2) la sola camicia da finanziere, sotto indossava una tuta ginnica bianca (probabilmente il piano era di aspettare che si allontanasse la scorta per poi bussare alla porta di Belpietro: identificarsi dallo spioncino come finanziere, farsi aprire per poi gambizzarlo?);
3) come si è introdotto nel palazzo e come si è guadagnato la fuga nonostante i 3(?) uomini della scorta?
4) quali sono i mandanti e quale il possibile movente?
5) l'agente che avrebbe sventato l'attentato fu protagonista di un episodio simile quando scortava D'Ambrosio: anche in quel caso l'attentatore si dileguò... strana coincidenza:
6) e se in fondo non ci fosse l'intenzione di uccidere, ma solo di mandare un "messaggio"? Oppure: se fosse tutta una montatura?

A questo punto non possiamo ancora escludere nulla [SM=x44464]
Unica cosa certa è questo clima teso
e la responsabilità "collettiva" di quanto sta accadendo,
non solo della politica (dove queste forti contrapposizioni, persino all'interno della stessa maggioranza, son assai deleterie per tutto e tutti.).


[Modificato da Etrusco 02/10/2010 12:04]

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Attentato bluff??
- mentre Maroni prevede "nuovi episodi", Repubblica e Il Fatto mettono in circolo dubbi pesanti sulla ricostruzione della notte pistolera di casa Belpietro
- Il giallo della fuga: nessuno ha visto nulla, neanche le telecamere
- La ricorrenza del caposcorta.
Il poliziotto, unico testimone, nel ’95 sventò un attentato simile al giudice D’Ambrosio: l’attentatore non fu mai preso, l’agente fu promosso
- D’Ambrosio: “Mi sembrò strano quell’attentato, sinceramente non ci ho mai creduto molto”…


1 - PER IL CAPOSCORTA LA STORIA SI RIPETE: EPISODIO SIMILE AL 1995, LE INDAGINI NON PORTARONO A NULLA, L'AGENTE FU PROMOSSO
Carlo Bonini per "La Repubblica" - 2/10/2010



C'è una ricorrenza nella storia di Milano. Il nome del suo protagonista. L'assistente di pubblica sicurezza A. M., 44 anni, da 8 caposcorta di Maurizio Belpietro. E il poliziotto unico testimone, al momento, di quanto accaduto nella tromba delle scale del condominio di via Monte di Pietà.

È lo stesso poliziotto - conferma a "Repubblica" il Dipartimento della Pubblica sicurezza - che la mattina del 14 aprile 1995, sempre a Milano, anche allora in qualità di agente addetto al servizio scorte, mette in fuga un solitario e mai rintracciato «uomo armato di carabina» che - come lo stesso A. M. racconterà - aspetta che l'allora procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio esca di casa «per ucciderlo».

La rilevanza o meno di questa «ricorrenza» (per altro già da ieri mattina acquisita agli atti dell'indagine della Procura di Milano e segnalata dalla questura di Milano all'attenzione dei vertici del Dipartimento di Pubblica sicurezza a Roma) la stabiliranno evidentemente le indagini. È un fatto che, per come vengono riferite, la meccanica di quanto accaduto quel 4aprile 1995 e la sequenza degli eventi in via Monte di Pietà presentano significative somiglianze.

Cambia l'obiettivo (D'Ambrosio ieri, Belpietro oggi) e l'arma (allora un fucile, oggi una pistola), ma la scena si presenta identica. A. M. fronteggia da solo un uomo armato che riesce a mettere in fuga. Conviene dunque tornare a quel giorno di 15 anni fa e riproporre ciò che accadde per come ne riferì - proprio a "Repubblica" nell'edizione del 19 aprile 1995 - lo stesso A. M. L'uomo, allora, ha 29 anni e il grado di agente semplice e, da soli 3 mesi, è stato aggregato alla scorta di Gerardo D'Ambrosio.

Alle 9 del mattino del 14 aprile piove, e A. M., come ogni giorno, raggiunge su una Croma blindata con autista l'abitazione del magistrato, un portone che affaccia in una via stretta, per raggiungere il quale si percorrono a piedi 20 metri limitati da una cancellata che protegge il giardino di una scuola materna comunale.

Racconta A. M. a "Repubblica": «Percorro da solo il vialetto, citofono al dottor D'Ambrosio e gli dico che siamo arrivati. Quindi, vedo un tizio con l'impermeabile nel cortile dell'asilo. Prima penso: "Ecco un altro fesso come me che sta qui a prendere l'acqua". Poi mi dico, ma se l'asilo è chiuso per le vacanze di Pasqua, che ci sta a fare? Allora ho impugnato la pistola e mi sono detto: "Adesso vado a vedere chi è questo". A quel punto, ho visto quell'uomo che si chinava per raccogliere un fucile. Non so quale tipo di fucile, ma certamente un fucile. Forse un sovrapposto, forse una carabina.

Gli ho gridato qualcosa del tipo "fermo polizia". Lui si è messo a correre. Ha girato l'angolo dell'asilo e io a quel punto ho preso il giro largo per evitare che mi sparasse nella pancia. È la prima cosa che ci insegnano al corso. Se uno svolta, non metterci subito dietro la faccia, perché lì ci può essere una pistola che ti aspetta. Invece, quando è rientrato nel mio campo visivo era già oltre un cancello e stava saltando su una moto su cui lo attendeva un complice».

A. M. verrà promosso per aver sventato l'attentato da agente semplice ad agente scelto.


2 - D'AMBROSIO E LO "STRANO" ATTENTATO DEL 1995
Scrive Davide Vecchi per "Il Fatto Quotidiano":
Il giudice D'Ambrosio, oggi senatore del Pd, lo ricorda come "uno che prendeva il suo lavoro molto sul serio. Mi sembrò strano quell'attentato, in una terribile giornata di pioggia. Sinceramente non ci ho mai creduto molto".
[Modificato da Etrusco 02/10/2010 21:14]

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03/10/2010 10:06

Gli investigatori parlano di un vero e proprio "rompicapo": dell'uomo che avrebbe tentato di uccidere il Direttore di Libero Maurizio Belpietro si sa poco e nulla. Un vero e proprio fantasma. Nonostante questo, la legione papale si è mossa immediatamente, quel killer è stato armato da Gianfranco Fini, da Antonio Di Pietro, anzi da Facebook, dai Blogger, no, dai grillini, e pure dal Popolo Viola, Travaglio e Lisa Simpson. Quella roba lì insomma. Dinamiche che vanno sfruttate nel brevissimo periodo, a prescindere da verità, falsità e riscontri esaustivi. Via subito ai mandanti morali, ai generatori d'odio, è il ritorno agli anni di piombo. Vabbè, vedremo. Intanto mi sono permesso di raccogliere tutte le curiosità del caso, sapete, quando si ha a che fare con una certa parte politica e giornalistica è sempre meglio andarci piano. Tra cimicioni-farsa, auto-minacce, allarmi-falsi e pseudo-bombe, nel luogo dove si continua a mischiare verità e menzogna, nel luogo dell'esasperazione informativa e della "Betulla" recidiva, beh, la prudenza è d'obbligo. Dicevo, ecco tutte le stranezze dell'"attentato" alla vita di Maurizio Belpietro:
  1. Il capo scorta, dopo anni di routine, decide di non prendere l'ascensore, ma scendere per le scale. Per potersi fumare una sigaretta, dice. Sarà proprio questa provvidenziale casualità a farlo imbattere nel malintenzionato, prima che questi possa citofonare "Famiglia Belpietro".
  2. L'attentatore prova immediatamente ad uccidere il capo scorta, sparandogli in faccia da una distanza ravvicinata. Questo racconta il poliziotto. La pistola però s'inceppa, fa "click", poi il killer scappa. Un'altra provvidenziale casualità.
  3. La pistola viene descritta dal miracolato capo scorta come una Beretta, quindi una semiautomatica. Pistola affidabilissima, scelta come arma ufficiale da molti eserciti del mondo, compreso quello italiano. Non è che me ne intenda molto, ma da quello che ho capito non è possibile che questo tipo di arma s'inceppi così facilmente, e non nel modo descritto dal capo scorta.
  4. Spunta persino l'ipotesi pistola-giocattolo, ma i media vicini al Presidente del Consiglio non la prendono assolutamente in considerazione, e non ne fanno cenno.
  5. La reazione dell'attentatore alla vista del capo scorta è particolarmente violenta. Il poliziotto era vestito in borghese, perché ucciderlo? E se fosse stato un normale condomino? Perché non provare a far finta di niente, e risalire tranquillamente le scale? E soprattutto, perché bruciare il vero obiettivo dell'attentato, perché bruciare l'intera operazione?
  6. La reazione del capo scorta: dopo aver visto la morte in faccia (una Beretta puntata sul proprio volto) si getta a terra, o "dietro un angolo", poi fa fuoco mirando al killer. Due colpi, poi si alza, insegue giù per le scale l'attentatore - un paio di rampe - e spara una terza volta. Poi risale da Belpietro, per vedere che sia tutto apposto. Nessun colpo giunge a segno. In questo momento la sezione balistica della Questura di Milano sta indagando sulla traiettoria dei proiettili esplosi. Inizialmente si è parlato anche di "3 colpi in aria", sparati con il semplice obiettivo di dissuadere il malintenzionato. I dubbi si accavallano.
  7. Sono attimi concitati, fuori è notte, la luce fioca delle scale, a rischio la vita, il criminale in fuga. Tutto in un lampo, ma il capo scorta riesce a descrivere con precisione il tipo di pistola, il volto, l'età, il naso, la carnagione, la corporatura, le scarpe, i capelli ingellati e l'abbigliamento del fuggitivo: prima si parla di un uomo vestito da finanziere, poi le ore passano e si scopre che quell'uomo aveva i pantaloni di una tuta adidas, bianchi con righe nere, ed una camicia "grigio-verde con mostrine" che potrebbe ricordare quella della Gdf. Da killer professionista sapientemente travestito si è passati in poche ore a sgherro di periferia, conciato con qualcosa di verde.
  8. Gli agenti di scorta sono figure molto preparate, che devono saper fronteggiare qualsiasi situazione di pericolo. In questo caso il poliziotto ha sì messo in fuga l'attentatore, ma non è riuscito a colpirlo da una distanza ravvicinata, dopo aver subito un'aggressione gravissima per fortuna andata a vuoto. Inoltre se l'è lasciato scappare, desistendo dall'inseguirlo.
  9. Il racconto di Maurizio Belpietro: a Repubblica afferma di essere entrato in casa e di aver lasciato la porta socchiusa, di aver sentito gli spari, di essersi girato ed aver visto l'agente proteggersi dietro ad un angolo, per poi rispondere al fuoco. Ma l'agente ha incontrato l'attentatore solo al piano inferiore (tra il 4° ed il 5°), e quindi sarebbe stato impossibile vederlo. Difatti Belpietro alla maggior parte dei media dichiara qualcosa di diverso, e cioè di aver chiuso la porta di casa alle proprie spalle, una volta entrato, e di aver sentito solo in un secondo momento gli spari.
  10. Una volta sentito il trambusto Belpietro afferma di essere andato istintivamente verso la porta - per poterla aprire e capire cos'era successo - ma di essere stato subito avvertito dagli agenti di scorta di rimanere in casa, che c'era un uomo armato nel palazzo. Ma il poliziotto che aspettava in macchina non si è accorto di nulla, e l'altro era occupato con il malintenzionato. Chi ha avvertito Belpietro con tanta rapidità, immediatamente dopo l'ultimo sparo? Un punto da chiarire.
  11. Il fallito attentato non è stato ancora rivendicato. Il capo della polizia Manganelli ordina di vagliare ogni ipotesi, ma già parla di un "fanatico singolo", spezzando il clamore mediatico. "Magari poi si scoprirà che la pistola era finta, e che l'attentatore voleva solo spaventare", scrive La Stampa. I punti di domanda si moltiplicano.
  12. La scientifica ha analizzato scale e garage: non ci sono indizi, nessuna traccia. E pure le possibili vie di fuga, tra cespugli, mura e siepi da scavalcare, appaiono immacolate.
  13. Per ora la quasi totalità della ricostruzione si basa sulle parole dell'agente coinvolto nel fattaccio, tale A.M., promosso agente scelto dopo aver sventato un altro possibile attentato. Era il 1995, e la vittima designata il procuratore D'Ambrosio. La dinamica ricorda molto quella avvenuta nel palazzo di Belpietro: anche allora A.M. mise in fuga l'attentatore, ma non riuscì a catturarlo o a colpirlo, ed i responsabili del possibile omicidio non sono mai stati individuati. Pensate, oggi è lo stesso D'Ambrosio ad affermare quanto segue: "Mi sembrò strano quell’attentato, in una terribile giornata di pioggia. Sinceramente non ci ho mai creduto molto".
  14. L'attentatore dell'altra notte è sicuramente fuggito dall'uscita secondaria, che dà su Corso Borgonovo. D'obbligo quindi imbattersi nella relativa telecamera, o nel custode, che abita proprio lì. Ma nessuno ha notato niente, né l'occhio umano, né quello bionico. Da dove sia fuggito l'attentatore, rimane un mistero. E pure da dove sia entrato: nessun condomino ha notato niente di strano.
  15. Infine casa-Belpietro è situata in pieno centro a Milano - vicino allo show room di Armani - ed è quindi circondata da telecamere di ogni genere e sorta. Se qualcuno è davvero entrato o uscito da quel palazzo, impossibile non venire ripreso, soprattutto a quell'ora di sera, quando la zona è particolarmente calma. Ma gli investigatori hanno già controllato tutte le registrazioni, e vagliato telecamere fino a 4 isolati di distanza: per ora niente, ogni esito è risultato negativo.
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[P.s.: questo post si basa unicamente sui riscontri emersi dall'inchiesta, sulle parole di Maurizio Belpietro - tante le interviste che ha rilasciato nelle ultime ore - e sugli articoli dei più importanti quotidiani italiani, ed in particolare La Repubblica, La Stampa, il Fatto, Il Giornale e Libero]

Fonte: Non Leggerlo

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Vedo che come sempre non conta IL COSA, bensì IL CHI. [SM=x44463]

Essendo Belpietro un dipendente del "nemico" Berlusconi, la tesi della "montatura" viene subito accreditata come la più probabile da Repubblica, Il Fatto, ecc.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





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Re:
Arjuna, 04/10/2010 10.27:


Vedo che come sempre non conta IL COSA, bensì IL CHI. [SM=x44463]

Essendo Belpietro un dipendente del "nemico" Berlusconi, la tesi della "montatura" viene subito accreditata come la più probabile da Repubblica, Il Fatto, ecc.




Ma a te non fa sorgere qualche interrogativo i 15 punti sopra evidenziati?
Oppure hai già accettato acriticamente per buone le versioni divulgate dal capo-scorta? [SM=x44467]

NB tra l'altro le indagini non sono ancora concluse, forse tu hai la palla di vetro per poter già farti un'idea netta e definitiva? [SM=x44466]
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04/10/2010 11:45

Re: Re:
Etrusco, 04/10/2010 11.15:


Ma a te non fa sorgere qualche interrogativo i 15 punti sopra evidenziati?
Oppure hai già accettato acriticamente per buone le versioni divulgate dal capo-scorta? [SM=x44467]
NB tra l'altro le indagini non sono ancora concluse, forse tu hai la palla di vetro per poter già farti un'idea netta e definitiva? [SM=x44466]



La questione non sono gli interrogativi o i dubbi, è il fatto che essendo Belpietro il soggetto interessato sono venuti subito fuori.
Giustamente le indagini non sono ancora finite, per cui al momento l'unico atteggiamento che trovo corretto è la ferma condanna dell'accaduto, finchè non sarà fatta chiarezza.
Il resto sono illazioni, distinguo che nascono solo per l'appartenenza politica di Belpietro.

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