Agguato a Belpietro, è caccia all'uomo
Il direttore: clima da anni di piombo
Dopo l'aggressione raddoppiata la scorta, s'indaga sui complici.
Solidarietà di istituzioni e politici: «Negli Anni '70 si cominciò così, i primi colpiti furono i giornalisti»
MILANO
È ancora tutto avvolto nel più fitto dei misteri il grave episodio avvenuto la notte scorsa sul pianerottolo tra il 4 e il 5 piano del palazzo dove abita il direttore di Libero Maurizio Belpietro. La procura di Milano ha aperto un’indagine con le ipotesi di reato di tentato omicidio di un poliziotto e porto illegale di armi a carico di ignoti.
La notte da incubo
L'uomo armato è stato messo in fuga dalla scorta sulle scale della casa del giuornalista. Le indagini sono a tutto campo e non è escluso che ci siano altri complici dell'aggressore che questa notte è stato trovato nel condominio in cui abita il gornalista con un’arma in mano, e contro cui la scorta ha esploso 3 colpi di pistola. Gli investigatori stanno esaminando le telecamere per valutare proprio la presenza di altri soggetti e sono al lavoro per ricostruire il volto dell’uomo e diffondere un identikit.
La sigaretta dell'agente
Intanto a Belpietro saranno raddoppiate le misure di sicurezza da due a quattro agenti. Lo ha comunicato il Questore di Milano Vincezo Indolfi che ha tenuto una conferenza stampa sull’episodio. «L’agente che ha accompagnato il direttore nel suo appartamento - ha riferito il questore - ha deciso di scendere prendendo le scale perchè voleva fumare una sigaretta. Sul pianerottolo ha incrociato il presunto aggressore, un uomo alto 1,80, europeo e con indosso una camicia grigio verde con delle decorazioni sul colletto che avrebbero potuto essere scambiate per mostrine militari».
La dinamica dell'aggressione
Secondo il racconto dell’agente l’uomo ha alzato l’arma, descritta come una semiautomatica e ha premuto il grilletto. L’agente ha sentito il "click" del grilletto ma l’arma non ha sparato. «Il poliziotto ha esploso due colpi in direzione dell’uomo - ha proseguito il questore - e l’ha inseguito per le scale. Un terzo colpo è stato esploso sulle scale, anche questo esploso a vuoto». «L’aggressore non è fuggito dall’ingresso principale - ha riferito il questore - ma è passato da una porta che dà su un cortile che confina col cortile del palazzo vicino». Non dè escluso che l’aggressore abbia anche fatto un sopralluogo nel palazzo dove abiota Belpietro.
Lo choc delle istituzioni
Intanto dalla politica e dal mondo delll’informazione una pioggia di commenti di solidarietà nei confronti del direttore di Libero. Per il ministro dell’Interno Roberto Maroni certi episodi «sono anche suscitati da alcune affermazioni e attacchi personali che non devono avere spazio nel dibattito e nel confronto democratico. Il rispetto delle opinioni altrui è un principio fondamentale che troppo spesso viene dimenticato da chi pensa che per la lotta politica sia utilizzabile la violenza». Per il guardasigilli Angelino Alfano quello della notte scorsa è un «fatto gravissimo che trova la sua origine in un clima teso, dai toni arroventati, non consono a logiche democratiche, che può portare a gesti inconsulti da parte di squilibrati o a gravi atti che rispondono solo a un insano sistema di violenza e di prevaricazione». Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa, «con una preoccupante escalation l’avversario politico sta diventando sempre più un nemico da contrastare in tutti i modi».
Il Viminale: "Un atto gravissimo"
Secondo il ministro degli Interni Roberto Maroni l’episodio che ha visto coinvolto Belpietro è un «atto gravissimo che ha rischiato di produrre una vittima» e sul quale da parte del Viminale c’è «massima attenzione». Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «la tentata azione terroristica contro Belpietro, oltre a indurre doverosa solidarietà, segnala come i mostri dell’eversione, a lungo evocati dalle campagne di odio politico, siano davvero emersi». Sandro Bondi parla di «clima di odio che grava sul Paese, che non può non sfociare prima o poi in atti di vera e propria violenza». Per Roberto Castelli «come puntualmente previsto da molti, i fiumi di parole e di odio vomitati negli ultimi anni stanno generando fatti criminosi. Ricordo con grande preoccupazione che anche all’inizio degli anni di piombo, fra i primi bersagli ci furono i giornalisti». Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esprime in una nota «solidarietà, non solo istituzionale, a Maurizio Belpietro, perché nulla può consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante quale quello che lo ha coinvolto». Solidarietà anche dal presidente del Senato Renato Schifani.
La solidarietà dell'opposizione
Ferma condanna da Anna Finocchiaro (capogruppo Pd al Senato): «Ogni forma di violenza a chi fa informazione rappresenta una minaccia per la democrazia e va fermamente condannata». Piero Fassino parla di «atto sciagurato che non può che essere denunciato con vigore da ogni democratico. La polemica politico - giornalistica, anche aspra, non può mai autorizzare, ne giustificare la violenza». «Ogni atto di violenza deve essere condannato con ferma determinazione» secondo Pierluigi Bersani. Analoghe considerazioni da Sergio Chiamparino. Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, esprime «la solidarietà totale e incondizionata per il gravissimo e preoccupante episodio di ieri sera. Faccio appello a tutte le forze politiche - prosegue - perché si abbassino immediatamente i toni dello scontro». Tra le mille altre dichiarazioni sono su questa linea anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che accusa «anche alcuni politici che hanno usato linguaggi folli: Di Pietro e Grillo riflettano sulle loro parole, il clima politico dipende anche dalle loro espressioni». Sulla stessa linea il finiano Carmelo Briguglio: «È un segnale da non sottovalutare».
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...