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Abigeato politico

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19/11/2010 09:14

In ordine sparso: De Gregorio, Razzi, Scilipoti, Massidda, Catia Polidori, Moffa etc.
Governo/ Riparte 'corrida' transfughi. E Fini vede il Sen.Massidda
17:05 - POLITICA- 17 NOV 2010

Boatos su Misuraca verso Udc e Latteri in contatto con Pdl

Roma, 17 nov. (Apcom) - Incontri e contatti, cambi di casacca annunciati, minacciati o congelati. E' la guerra dei numeri, fatta di battaglie combattute giorno dopo giorno e per un mese ancora, almeno fino al 14 dicembre. Oggi è il giorno di Piergiorgio Massidda, senatore sardo del PDL dato in partenza verso FLI. Massidda è stato ricevuto da Gianfranco Fini nello studio del Presidente della Camera, a Montecitorio. Ma sembra che non abbia ancora deciso se compiere il gran salto, "c'è tempo fino al 14 dicembre", si lascia sfuggire lasciando la Camera. Si sprecano i nomi dei possibili transfughi, alla Camera. Solo voci, ma va registrato un forte dialogo avviato tra Dore Misuraca (deputato Pdl, da tempo vicino a Gianfranco Micciché) e l'Udc.

Boatos parlamentari danno Giorgio La Malfa in contatto con FLI. Mentre dall'Udc potrebbe fare le valigie Angelo Compagnon, percorso inverso a Misuraca, per un approdo nel Pdl.
Nessuna conferma ufficiale, com'è ovvio. E nessuna conferma ufficiale arriva sui contatti per un possibile passaggio (o almeno per un voto che non sfavorevole al governo) di Ferdinando Latteri, deputato dell'Mpa, nel Popolo delle libertà.
Ed è fortissimo il pressing di Noi sud sugli altri deputati dell'Mpa per sfilare al partito di Raffaele Lombardo altri parlamentari. Ma non basta. Al dimissionario Giuseppe Drago (ex Udc, oggi Pid) è subentrato oggi Pippo Gianni, ma senza spostare gli equilibri, perchè pronto ad aderire al gruppo degli ex centristi filogovernativi.

Fonte: Apcom - 17/11/2010

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19/11/2010 09:19

Carissimo Senatore Massidda, Le scrivo…
di Graziano Lebiu su Generazione Italia

Gentile senatore Massidda,


Gentile senatore Massidda,
ho esitato un attimo prima di decidere di riscontare la sua intervista, rilasciata in data odierna al quotidiano L’Unione Sarda.
Leggendo e rileggendo quelle righe non mi ritrovo in nemmeno una delle sue considerazioni, ed è quindi doveroso e improcrastinabile, senza pretese, entrare nel merito della forma e dei contenuti delle sue dichiarazioni, perché è dai contenuti e dalla forma di una proposta politica, intesa quale strategia per il raggiungimento di un fine collettivo costituzionalmente protetto, che si apprezzano la serietà dei messaggi, degli impegni, dello spessore degli uomini e delle donne che ambiscono a rappresentare un determinato contesto sociale in un dato territorio, e da quegli impegni riavvicinare chi si è allontanato dalla politica attiva e passiva, coinvolgere nuove generazioni (non solo anagrafiche, ndr) di militanti, farsi ascoltare dai tanti che osservano apparentemente distanti da ciò che avviene ormai quotidianamente.
L’avvenimento di Bastia Umbra quale terminale temporale di una fase organizzativa che non poteva che suggellarsi con l’attesa e non prevedibile risoluzione del presidente della Camera, evidentemente è scivolato via senza che Lei abbia apprezzato quello che quel popolo ivi presente, e i tanti che virtualmente lo erano con i mezzi tecnologici più disparati ma molto più segnatamente con il cuore e con la mente, chiedevano: non vogliamo un movimento politico che somigli neppur lontanamente al PDL e “non vi resteremo un minuto di più” se la consequenzialità e la coerenza delle responsabilità dovessero essere disattese ai diversi livelli.
La sua affermazione, quindi, di traslocare in un “nuovo PDL” mi sembra ingenerosa e superficiale.
Ingenerosa, (e più che traslocare contribuisca alla posa in opera..) perché una compagine partitica priva di prospettiva non è interesse dei militanti di Futuro e Libertà e Generazione Italia di scimmiottarla in alcun modo: quel che resta del PDL che esiste, che per il momento è vegeto, che tenta di governare, quel PDL deve essere per noi l’esempio di ciò che non vorremmo diventare.
Superficiale, perché sorvola su tutta una serie di ragionamenti ed evidenze che in questi mesi si stanno radicando nel potenziale elettorale di Futuro e Libertà: “l’accoglienza differenziata e/o indifferenziata” di deputati e senatori deve doverosamente avvenire nel rispetto dell’ambiente e delle regole, e la prima regola deve essere quella del riguardo del prossimo. Quando lei tergiversa, media, tratta, ritratta, dichiara, appare, decide, non dovrebbe dimenticarsi dei tanti che da Aprile prima e da Luglio poi, ripongono aspettative in un rinnovamento del rapporto tra il sistema di governo e la sua gente e nel ritorno del sottile fremito a parlare di politica impegnata: quelle aspettative non possono trovare accoglienza, dal mio punto di vista, nel suo modo di proporsi in Futuro e Libertà e non di meno se esso viene coartato dall’alto che dovrebbe essere base, come abbiam sentito e preteso in Umbria.
Il suo “trasloco” sarà quindi clamoroso se avverrà alle condizioni cui accennava, perché non possiamo permetterci “proposizioni” dall’alto e “snaturato” il contesto nel quale l’entusiasmo e la partecipazione esponenziale si stanno confrontando per poi scegliere cosa come e quando fare, fermo restando che abbiamo necessità del contributo di tutti nel limite delle loro attitudini e capacità.
I meccanismi dei palazzi che evidentemente conosce bene, prima o poi si inceppano anche in partenza, e il suo start oggi è rinviato, magari di poco ma rinviato, anche per le stesse motivazioni che a suo dire la allontanano dal PDL, e non si capisce bene per quale oscuro disegno dovremmo prenderle in carico noi: “umiliare persone che si stanno sacrificando per il movimento” e, aggiungo io, che gli han fatto muovere i primi passi.
Un politico e non di meno un senatore, un militante, un segretario di partito, un responsabile di movimento, si raccontano, lavorano, agiscono, fanno, si assumono responsabilità verso le quali saranno chiamati a rispondere ed essere giudicati.
Lei oggi si è invece autoincensato, giudicato e promosso a pieni voti “didattici”. Si è però dimenticato, per la media ponderata, dei voti “elettorali” ottenuti direttamente dalla Lega Nord alle ultime provinciali di Cagliari, spartiacque tra l’opportunismo e la coerenza che si devono manifestare in politica.
Chi prende tempo nella decisione, chi mantiene un piede in due scarpe, chi gioca al rialzo una partita sin troppo evidentemente sbilanciata, chi si fregia di parlare a nome e per conto di molti quando ai molti non è stato chiesto a chi dare la parola, stride con il contesto che ho cercato di approfondire.
Cartellino giallo, senatore Massidda, e niente rosso diretto, anche se ci poteva stare.



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19/11/2010 09:21

sarebbe l'undicesimo parlamentare di palazzo madama a passare con i futuristi

Pdl, continua l'esodo verso Fli
Un altro senatore pronto allo strappo

Il sardo Massidda: «Il mio cuore batte ancora per Berlusconi, ma la testa mi dice di andare con Fini»

sarebbe l'undicesimo parlamentare di palazzo madama a passare con i futuristi

Pdl, continua l'esodo verso Fli
Un altro senatore pronto allo strappo

Il sardo Massidda: «Il mio cuore batte ancora per Berlusconi, ma la testa mi dice di andare con Fini»

Piergiorgio Massidda
Piergiorgio Massidda
MILANO - Un altro senatore del Pdl, l'undicesimo, sta per passare a Futuro e Libertà. È il cagliaritano Piergiorgio Massidda, "innamorato" della prima ora di Berlusconi e ora destinato a dare un altro colpo agli equilibri a Palazzo Madama. Da giorni negli ambienti politici si parla di un progressivo avvicinamento del parlamentare sardo ai finiani. E l'ultimo segnale di uno strappo ormai ineludibile è il plauso e la condivisione del discorso di Fini alla convention di Perugia.

«NON DORMO DA CINQUE NOTTI» - Massidda sente il peso della decisione. «Non dormo da cinque notti» confessa. E aggiunge: «Mi trovo a un bivio: scegliere tra Berlusconi e gli strumenti per aiutare la Sardegna». Massidda non aggiunge altro, ma è sempre più tentato di lasciare il partito e ai suoi avrebbe confidato: «Il mio cuore batte ancora per Berlusconi, ma la testa e la difesa degli interessi della mia terra mi dicono di andare con Fini». «Ora - precisa poi - il Pdl al Senato può contare su 161 voti contro 160, è di tutta evidenza il peso di un mio eventuale passaggio a Fli».

«NON SONO SUL MERCATO» - È da tempo che il senatore cagliaritano mette sotto accusa i vertici del partito in Sardegna e a Roma: chiede più democrazia, libertà e partecipazione e pretende risposte concrete per la sua Isola. «Io non sono sul mercato, non ho un prezzo - sottolinea Massidda - voglio solo il bene della mia terra: basta con le promesse, qui la gente sta male. È inutile che mi si corteggi con l'offerta di incarichi di sottogoverno o di poltrone in posti ambiti: non è questa la strada per farmi restare nel Pdl. Si sblocchino invece i fondi Fas per la Sardegna, si dia un chiaro segnale di discontinuità nel governo del partito, queste sono le cose che mi interessano sennò l'approdo in Fli sarà inevitabile».

«GENTAGLIA» - Nella sua analisi il senatore sardo punta il dito contro la «gentaglia approfittatrice» che ruota intorno a Berlusconi, cattivi consiglieri - argomenta Massidda - che mettono in seria difficoltà il Cavaliere. «Io sto lottando per restituire dignità al mio partito, ma sono in molti, soprattutto in Sardegna, a farmi la guerra», sottolinea il parlamentare precisando che è stato il Pdl a cambiare linea e non lui ad allontanarsi. «Perché‚ accasarsi con Fli? Perché‚ incarna lo spirito del Pdl - risponde convinto Massidda - È il Pdl 2 e rilancia la spinta propulsiva del partito nelle sue fasi iniziali». La decisione del senatore non tarderà. «È questione di ore», assicura e aggiunge con rammarico: «Qualunque scelta io faccia, verrà sempre indicato come un traditore, ma io intendo restare fedele alla mia Sardegna».

Corriere della Sera
08 novembre 2010


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19/11/2010 09:37

Senator Massidda, ci ascolti.

pubblicata da Maria Beatrice Scibetta il giorno venerdì 12 novembre 2010 alle ore 20.13

Vogliamo “Un’Italia in cui la politica non sia solo scontro e propaganda, ma si ispiri a valori e programmi per garantire l’interesse nazionale e il bene comune”.E’ con spirito di malinconica constatazione che vorrei dedicare questo dodicesimo punto del manifesto di futuro e libertà al senatore Piergiorgio Massidda, che ha dichiarato al Corriere Della Sera che sta pensando di passare con Fini perché “se il tuo voto ha un peso puoi ricattare”. Una breve parentesi nella quale spiega che, forte del suo ruolo determinante per la maggioranza del Pdl al Senato, e ipoteticamente fondamentale per rendere più influente il numero dei senatori di Futuro e Libertà, la sua decisione si fonda su un ricatto che rivolge al premier. Un amabile quadro di dilettantesca impronta: Se fai come dico io resto con te, altrimenti passo con l’altro.

 

Sembra il ritratto di una lite tra bambini, quando l’egoismo inerente a quella fase lascia spazio esclusivamente ai propri desideri. Ma l’orizzonte mentale del bambino deve essere forgiato dall’esperienza, la stessa dalla quale un medico diventato senatore alla quinta legislatura dovrebbe aver imparato. Dovrebbe aver imparato che la politica non è una giostra di potere che gira intorno al ricatto opportunistico occasionale. Non è una scelta fra due leader in base a quale offre di più: all’asta non ci sono interessi personali ne di una piccola parte; ma gli interessi dei cittadini e di tutti gli abitanti del paese. Gentile Senatore, non è un leader che lei deve scegliere, ma un progetto. Lei afferma che “il cuore sta con Berlusconi, la testa con Fini”. Ma il cuore deve stare al bene dell’Italia e la testa al programma e al progetto che lo realizzeranno in maniera più congrua ai suoi ideali. E’ la passione che dovrebbe scandire le pause fra la formulazione di un’idea e la sua elaborazione concreta: quella stessa passione che marca il confine tra un politicante ed un politico, tra un uomo di valore e un uomo “del” valore (materiale si intende), tra un elettore “convinto” e un elettore “partecipe”.

 

Siamo convinti da uno slogan piuttosto che da aleatorie promesse. Ma siamo partecipi nel momento in cui scegliamo di perseguire un’idea scevri da qualsiasi forma di condizionamento (che sia di natura politica, economica o sociale). Allora Senatore, scardiniamo questo atteggiamento di puerile antagonismo, non si pieghi alla compravendita ne a ipotetiche prospettive di grandezza, ma faccia la sua scelta da uomo chiamato per l’ennesima volta, a rappresentare l’interesse nazionale. E lo faccia prima di incontrare il premier mercoledì, perché chi ha scritto il suo nome sulla scheda elettorale crede nella sua capacità di discernere fra ciò che è giusto e ciò che conviene.

 

M.Beatrice Scibetta

Sen. Massidda

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19/11/2010 12:26


Un altro folgorato sulla via per Damasco? [SM=x44452]

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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11/12/2010 13:32

Re:
Arjuna, 19/11/2010 12.26:


Un altro folgorato sulla via per Damasco? [SM=x44452]




Chiedi a qualcuno di Comunione & Fatturazione... [SM=x44452]


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11/12/2010 14:47

pubblicato il 11 dicembre 2010 alle 08:13 dallo stesso autore - torna alla home

Giampiero Catone, già finiano e ultimo caduto nella rete del calciomercato parlamentare, avrebbe avuto assicurazioni di un sostegno a “La Discussione” da parte di Publitalia.

La libera stampa, baluardo della democrazia: certo, farla camminare ha un prezzo, a volte molto alto. E se il creatore ama la sua creatura, è normale che cerchi un modo per farla rimanere in vita. Ecco, è tutta qui la ragione, esistenziale prima che 10 berlusconi1 Come si compra un parlamentare? Ecco i soldi per il tuo giornalepolitica, che ha condotto Giampiero Catone, deputato già organico alle fila dei finiani, a cambiare casacca e a schierarsi con il Cavaliere. Ne parla, nella mattina di oggi, il Fatto Quotidiano, che da ampio spazio alla situazione della compravendita.

PUBLITALIA, PERCHE’ NO? – Insomma, galeotto fu il giornale. La Discussione, per la precisione, foglio di centrodestra dagli – si immagina – scarsi acquirenti che ha in Giampiero Catone il suo direttore politico. E dire che la testata ha una sua valenza, visto che è stata fondata addirittura da Alcide de Gasperi. Sia come sia, il deputato napoletano, prima animatore di base del PdL, poi trasmigrato fra i finiani, ha scelto ieri di tornare all’ovile. “Ieri, ad annunciare che non voterà la sfiducia al governo, è stato Giampiero Catone, deputato finiano. Tre ore dopo era già seduto a fianco di B. ad un concerto. Titolo dell’iniziativa: “Sostieni le mie mani”. Si riserva di rilasciare “importanti comunicazioni ” lunedì”, scrive, dicevamo, il Fatto Quotidiano. La sua conferenza stampa attende di essere rilasciata proprio nella sede della Discussione, che, continua il foglio di Travaglio e Padellaro, è proprio al centro del prezzo che il deputato avrebbe accettato per sostenere l’esecutivo: “I maligni insinuano che a fargli cambiare idea – era uno dei firmatari della mozione di sfiducia – sia stata proprio una proposta relativa al suo giornale: a occuparsi della raccolta pubblicitaria, d’ora in poi, potrebbe essere la potente (e berlusconiana) macchina di Publitalia”. Come dire di no? Passare da barricadero firmatario di mozioni di sfiducia a carico del Cavaliere a suo sostenitore e ospite nei bei concerti serali della Roma bene è così un attimo, se la proposta è quella giusta.

TUTTI GLI ALTRI – Ogni uomo ha la sua leva, in questa fase. Antonio Razzi, già dipietrista, ha il mutuo da pagare, e qualcuno gli ha promesso l’aiuto che serve: è noto. Domenico Scilipoti dice in giro che il problema è la valutazione che si ha di lui in Italia dei Valori, dove nessuno apprezza le sue battaglie sull’agopuntura, ma è risaputo – o almeno questo è quel che di lui (e di altri) si sente dire in giro – che il problema è la possibilità realistica di essere ricandidati in un futuro non lontano. Massimo Calearo, a sostegno della sua posizione per l’astensione, adduce motivazioni patriottiche: “Tengo al bene del paese”, ha sempre detto in giro. Ieri, informa il Corriere della Sera, è stato contattato da quello che un giorno fu il suo padrino politico, quel Walter Veltroni che lo candidò come capolista in Veneto. “Gli ha chiesto di non votare la fiducia”, informa Monica Guerzoni da via Solferino: “Sono dispiaciuto da morire”, avrebbe risposto l’ex leader di Federmeccanica. “Lunedì vedrò i colleghi del movimento di responsabilità nazionale ed insieme decideremo. Sono sempre orientato per l’astensione”, ripete: un voto tattico che aiuterebbe ad abbassare il quorum necessario per la sopravvivenza del governo.

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19/10/2011 12:51

LE RIVELAZIONI AL FATTO DEL DEPUTATO FINIANO ALDO DI BIAGIO:“SOLDI DI FINMECCANICA SE VOTI LA FIDUCIA"

DI BIAGIO (FLI) DENUNCIA: ECCO COME VERDINI TENTA DI COMPRARCI
“Dimmi 5 cose che desideri”
La compravendita degli onorevoli a Montecitorio: “A dicembre fui avvicinato da una collega del PdL che mi fece l’offerta a nome di Verdini. A Riccardo Merlo offrirono invece la poltrona di viceministro degli Esteri”


di Sandra Amurri

Aldo ti devo parlare, subito, subito”. La voce dall’altra parte del filo è dolce quasi come un confetto.


Aldo Di Biagio, deputato di Fli eletto nel 2008 nel Pdl per la circoscrizione Europa. Siamo a dicembre, nel pieno del mercato dei parlamentari, i telefoni dei possibili “acquistabili” sono incandescenti, il tempo stringe, la maggioranza langue e la fiducia per il governo è una questione di vita o di morte. Di Biagio, doppia nazionalità italo-croata, passato in An, finiano doc, una vita nel patronato, nel sindacato e nel volontariato, sposato, padre di tre figlie, ha voglia di raccontarlo tutto il “disgusto” provato e confessa: “Se Fini non fosse stato cacciato e non fosse nato Fli me ne sarei andato nel Gruppo misto, non ne potevo più di vedere ruberie di ogni tipo, nani e ballerine come figurine telecomandate, scene indecenti”.

I rapporti con la collega-imprenditrice inviata in avanscoperta, poi nel caso in cui il terreno si fosse rivelato fertile la mano passerebbe ad altri per sottoscrivere il nobile “contratto”
, sono sempre stati cordiali. Lei lo attende nel corridoio, lui le va incontro: “Sai Aldo, da te ci aspettiamo un atteggiamento serio e coerente. Guarda al futuro, fatti una fondazione e noi ti diamo 1 milione e mezzo di euro di Finmeccanica”.
“MI DISPIACE ma la mattina voglio continuare a guardarmi allo specchio per trovarci proprio quella persona coerente e seria che sono”. Lei lo guarda incredula. “Ci siamo salutati con la solita cordialità. Non aveva fatto altro che eseguire il mandato ricevuto da Verdini, queste sono le loro regole vergognose o le accetti o sei fuori.

Capisco che di questi tempi possa sembrare retorico, ma tornare a casa e sentirmi dire da mia figlia più grande che ha 18 anni: sono fiera di te, è stata una gioia enorme che questi qui non proveranno mai” aggiunge con orgoglio di padre.
La compravendita, il punto più alto della bassezza della politica berlusconiana non è un reato a meno che, come nel caso di Di Biagio, la merce di scambio non sia Fin-meccanica, società partecipata dallo Stato, dunque soldi pubblici.

Perché non si è rivolto alla magistratura? Ci pensa un attimo, sorride e dice: “Non credo sia stato un caso che la proposta mi sia stata fatta nel corridoio! Comunque il peso della mia parola è sufficiente a provare il ‘reato’ politico”. La notte Di Biagio l’ha trascorsa in bianco al fianco di Luca Bellotti (Pdl passato a Fli tornato all’ovile). “Cercavo di sostenerlo mentre riceveva telefonate a raffica da Verdini e da Berlusconi fino a che non si è scaricato il cellulare”. Ah sì la famosa notte raccontata così da Berlusconi alla festa dei giovani del Ppe: “Fini avrebbe fatto meglio a restare con noi perché molti dei suoi sono pronti a fare ritorno alla ‘casa madre’, ho fatto incontri tutta la notte anche se avrei preferito incontrare belle ragazze”.
E cosa gli diceva Verdini?
“La domanda da manuale: dicci 5 cose che desideri, quale problema vuoi che ti risolviamo?”.
Tempo buttato via visto che Bellotti alla fine ha ceduto per un posto da sottosegretario al Welfare. E cos’altro? “Sapevo che il suo impianto di pannelli solari non navigava in buone acque, non è difficile immaginare come si sia conclusa la trattativa!” risponde allargando le braccia e ripete: “Scene indecenti come quella volta in Brasile”.
QUANDO AL FIANCO di Berlusconi c’era il fido Lavitola. “Sì anch’io ho partecipato a quella missione: pseudo imprenditori italiani, puttanieri, ricottai che accreditati da Lavitola si presentavano in compagnia di ragazzine che sgomitavano per essere scelte. E lui, il nostro presidente del Consiglio si scambiava i numeri di telefono. Da rabbrividire. Per rendersi conto della credibilità di cui gode all’estero la conduttrice di un famoso programma brasiliano di satira con indosso una pelliccia e sotto nuda, ha cercato di farsi riprendere mentre si gettava tra le sue braccia”. Ma c’è anche un’altra storia di compravendita fallita rimasta top secret, ascoltata dallo stesso Di Biagio, da Fini e da Casini, quella del deputato del Movimento associativo italiani all’estero (MAIE), Ricardo Merlo, eletto con 53 mila preferenze nella circoscrizione America Latina. Nato a Buenos Aires, madre argentina, padre di Treviso, laurea in Scienze politiche poi a tempo pieno nell’impresa immobiliare di famiglia.
Denis Verdini è andato nel suo appartamento romano per chiedergli, come da copione: dicci 5 cose che desideri. Poi ha telefonato a Berlusconi e gliel’ha passato al telefono. Infine ha scoperto la carta che credeva vincente: una poltrona da viceministro agli Esteri con delega agli Italiani nel Mondo.

“Io posso fare accordi sulla base di un progetto politico, ma un obiettivo non si può raggiungere a qualunque prezzo altrimenti perde di valore. Noi siamo contro la corruzione, contro quelli che fanno politica non per la gente, ma per se stessi” e con un sorriso sornione aggiunge: “Poi io non ho bisogno di soldi”. Il suo movimento – che conta anche la senatrice Mirella Giai – si è astenuto dal votare la fiducia. “Poi ci siamo resi conto che questo governo non fa il bene del Paese e degli italiani all’estero perché non si può prescindere da onestà, trasparenza e credibilità. Berlusconi è ancora qui, ma è già passato. É tempo di costruire il futuro”.

Il Fatto Quotidiano - pubblicata da Sandra Amurri il giorno mercoledì 19 ottobre 2011 alle ore 6.29

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A NAPOLI
«Per far cadere Prodi contattammo i comunisti»
Al via al processo per corruzione contro Berlusconi

Deposizione di Sandro Bondi ai pm per la presunta compravendita di senatori. Tra i testimoni anche Di Pietro


Berlusconi e De Gregorio
in una foto d’archivio (Ansa)Berlusconi e De Gregorio in una foto d’archivio (Ansa)

NAPOLI - Per far cadere il governo guidato da Romano Prodi, Silvio Berlusconi era disponibile ad allearsi anche con gli odiati «comunisti». E per questo i suoi uomini presero contatti con i responsabili del Pdci, il Partito dei comunisti italiani. A raccontarlo ai magistrati napoletani è stato l’ex coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi. L’interrogatorio è avvenuto 20 giorni fa, il 21 gennaio scorso, e il verbale è stato allegato agli atti del processo contro il Cavaliere che comincia questa mattina di fronte al tribunale di Napoli. Corruzione, è l’accusa gravissima contestata a Berlusconi e al faccendiere Valter Lavitola per gli oltre 3 milioni di euro versati tra il 2006 e il 2008 all’ex Senatore Sergio De Gregorio. Il politico, eletto con l’Italia dei valori e poi transitato in Forza Italia, ha ammesso di essersi «venduto» quando era presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama e di aver poi accettato altri soldi per passare con gli azzurri.

Nella lista dei testimoni stilata dai pubblici ministeri Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli ci sono tra gli altri, oltre allo stesso Prodi, il fondatore dell’Idv Antonio Di Pietro, la senatrice Anna Finocchiaro, e numerosi politici. Uno è Ferdinando Rossi, all’epoca senatore del Pdci. Proprio di lui è stato chiesto conto a Bondi che inizialmente ha negato contatti del partito con formazioni di centrosinistra, ma poi ha dovuto ammettere la ricerca di questo tipo di alleanze, negando però che fossero stati offerti soldi.

Dopo aver ribadito che con De Gregorio i rapporti erano assolutamente leciti «perché ci fu accordo politico formalizzato, con annesso contratto di finanziamento stipulato da me per conto di Forza Italia nel 2007 preparato dallo studio dell’avvocato Abrignani», l’ex coordinatore afferma: «Non ho memoria di contatti finalizzati al cambio di schieramento politico di altri senatori dell’allora maggioranza che sorreggeva il governo Prodi, tra cui il Senatore Rossi». Nelle carte dei magistrati c’è invece traccia di questi approcci e a questo punto lui afferma: «Ora che lei mi cita questo nome, mi sovviene che nel corso delle mie attività di coordinatore, sto parlando dei mesi di poco precedenti la definitiva caduta del governo Prodi, potrei avere incontrato questo senatore Rossi che ricordo essere un esponente dell’estrema sinistra e credo si chiamasse Fernando, vale a dire l’esponente del Pdci. Il contatto con il senatore Rossi era finalizzato a verificare la volontà, che espresse comunque nel nostro incontro, di far mancare la fiducia politica al governo Prodi».

... Ritenemmo di finanziare il movimento del De Gregorio, poiché era radicato sul territorio, inoltre perché De Gregorio era molto attivo anche a livello internazionale e aveva già militato in Forza Italia».
Agli atti è stato allegato anche il verbale dell’ex tesoriere di Forza Italia Rocco Crimi che ammette di aver partecipato a una riunione con De Gregorio per siglare il patto e di aver poi «ricevuto presso il mio ufficio il testo sottoscritto da Bondi e De Gregorio senza indicazione di somme, unitamente ad una richiesta scritta del De Gregorio dove veniva indicata la somma di euro 300mila con l’indicazione delle coordinate bancarie del conto su cui accreditare l’importo».
De Gregorio ha già patteggiato una pena a 1 anno e 8 mesi ammettendo di aver ricevuto 1 milione di euro in maniera ufficiale e altri 2 milioni di euro «in nero». Da oggi sarà Berlusconi a doversi difendere dall’accusa di averlo «comprato» attraverso la mediazione di Lavitola. Il giudice Loredana Acierno che doveva guidare il dibattimento ha già chiesto e ottenuto di astenersi. È infatti la moglie dell’ex procuratore di Bari Antonio Laudati - finito sotto inchiesta per un presunto favoreggiamento dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini che avrebbe aiutato a eludere le indagini sulle escort messe a disposizione di Berlusconi - e ha ritenuto di evitare «qualsiasi tipo di strumentalizzazione». Dopo le formalità preliminari il processo sarà dunque assegnato al collegio presieduto dal giudice Nicola Russo.
Fonte: Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA 11 febbraio 2014

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[Modificato da Etrusco 11/02/2014 15:23]
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Ricordiamo quando il PD si scandalizzava per la compravendita fatta da Silvio? Ora avviene l'esatto contrario:
efddgroup.telpress.it/nT/index.php?u=1769&i=35186

Quando l'allievo supera il maestro: Renzi come Silvio [SM=x44464]

Bene han fatto i parlamentari, con il capogruppo M5S a palazzo Madama, Gianluca Castaldi, a presentare formale esposto sulla presunta compravendita dei senatori: con la denuncia si chiede che la Procura della Repubblica di Roma "voglia accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti" siano "rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti" e ci si riserva di costituirsi parte civile nell'eventuale successivo procedimento penale!

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Re:
Etrusco, 26/09/2015 00:25:

Ricordiamo quando il PD si scandalizzava per la compravendita fatta da Silvio?

Quando l'allievo supera il maestro: Renzi come Silvio [SM=x44464]





non c'entra nulla il maestro o l'allievo,
la chiave di tutto è sempre Verdini con i suoi "Verdoni" [SM=x44452]
[Modificato da riccardo60 26/09/2015 19:12]
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Re:
Quak150, 26/09/2015 18:52:

Beh... se anche cose importanti come il calcio hanno un mercato di uomini, ovviamente anche quisquilie come il senato avrà ul proprio mercato no? [SM=x44464]




Il guaio è che la politica si dovrebbe fare animati da passione e alti ideali, non solo per l'accrescimento del potere personale e del conto in banca..
che delusione...
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Re: Re:
c'eraunavodka, 26/09/2015 19:22:




Il guaio è che la politica si dovrebbe fare animati da passione e alti ideali, non solo per l'accrescimento del potere personale e del conto in banca..
che delusione...



Sai Vodka? sempre un mio parere poi magari mi sbaglio [SM=x44458]

Passione politica? io penso che uno parte con la passione, c'è quello che parte x passione, poi và a succedere che si ritrova in un circolo vizioso che si deve adeguare, cosa fai dai le dimissioni? non penso proprio raramente sentito.
Poi c'è quello che attraverso vie trasversali sà che dalla politica c'è da raccattare, che fai dai le dimissioni? non penso proprio oramai ho rubato, meglio finire indagato sotto processo ma con il conto da qualche parte pieno, io poi sono un politico mica un morto di fame bene o male quelli che hanno rubato come me mi salvano, perchè hanno paura che spiffero.
La politica è una delle robe più schifose che esistano al mondo.
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Re: Re:
c'eraunavodka, 9/26/2015 7:22 PM:

Quak150, 26/09/2015 18:52:

Beh... se anche cose importanti come il calcio hanno un mercato di uomini, ovviamente anche quisquilie come il senato avrà ul proprio mercato no? [SM=x44464]




Il guaio è che la politica si dovrebbe fare animati da passione e alti ideali, non solo per l'accrescimento del potere personale e del conto in banca..
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