"Berlusconi rovinato dai party"
Usa: "Da Putin favori economici"
Nei file riservati dell'ambasciata americana di Roma le preoccupazioni del senatore Pdl Cantoni (che smentisce) e di Gianni Letta. "Risultati degli esami disastrosi". "E' caduto in depressione". Nuove rivelazioni sulla relazione preferenziale con Mosca. Il rapporto a Obama: "Affari lucrosi e spesso non trasparenti". Il premier: "Faccio solo interessi dell'Italia". Smentisce i giudizi su Sarkozy. Idv: "Commissione d'inchiesta"
LE NOTTI insonni e i festini pesano sulla salute del premier e preoccupano i suoi alleati più stretti. Lo dice, in uno dei file rivelati da WikiLeaks, un uomo vicino al presidente del Consiglio: Giampiero Cantoni, presidente della commissione Difesa del Senato italiano. Le rivelazioni sono contenute in un cablo riservato inviato dall'ambasciatore americano a Roma David Thorne al dipartimento di Stato nel 2009, dopo che Cantoni aveva confidato il suo allarme a un funzionario americano. Circostanza smentita all'Ansa dallo stesso Cantoni: "Non ho mai rilasciato, né tantomeno commentato né con funzionari generici, né con ex ambasciatori americani, affermazioni come quelle riportate nei file riservati e rivelati da WikiLeaks circa la salute del premier".
IL DOCUMENTO UFFICIALE
Secondo il senatore si è voluto "prendere un nome, magari di uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi, per dare valore a ciò che valore non ha". Il cablo cita anche confidenze preoccupate di Gianni Letta il quale smentisce, sostenendo peraltro che il suo nome non compare nel cablogramma: "Il Presidente del Consiglio era ed è in piena forma, con la vitalità che tutti gli riconoscono e ha sempre affrontato ogni situazione con l'abituale determinazione e la 'grinta' di sempre". Sminuisce infine l'avvocato-deputato del premier Niccolò Ghedini che liquida il terremoto WikiLeaks come: "rielaborazione di chiacchiere tratte dai giornali di sinistra, che sono smentite puntualmente e documentalmente da decine e decine di testimoni. Quelle che vengono definite come feste erano soltanto normalissime cene tra amici che sono avvenute solitamente di sabato, con al massimo cadenza mensile, e che mai hanno inciso sul lavoro del presidente Berlusconi".
Il documento dell'ambasciata Usa tuttavia cita nomi e circostanze: gli esami medici, dice il senatore Pdl alla fonte in ambasciata, "sono risultati disastrosi (a complete mess)", e svela che "siamo tutti preoccupati per la sua salute". Nella conversazione con il funzionario dell'ambasciata, Cantoni ricorda poi che il premier italiano è svenuto tre volte in pubblico negli ultimi anni, e "il fatto che faccia tanto tardi la notte, e l'inclinazione ai festini, implicano che non si riposa abbastanza".
Il caso Marrazzo e la telefonata del premier. A proposito degli scandali sessuali che lo affliggono, confida ancora Cantoni, il premier "crede che i servizi di intelligence italiani gli abbiano teso una trappola nella vicenda dei suoi presunti rapporti con una minorenne" (Noemi Letizia ndr). Durante la conversazione con il funzionario americano, prosegue il cablogramma, Cantoni riceve una telefonata di Berlusconi che "lo informa dell'imminente arresto di quattro carabinieri sospettati di aver incastrato con un ricatto sessuale il governatore regionale del Lazio", Marrazzo. Il caso, nota poi l'ambasciatore nella nota, "venne alla luce sulla stampa qualche giorno dopo".
Lo scatto contro Napolitano. "Berlusconi ha accusato il presidente della Repubblica di lavorare contro di lui e ha reagito in modo emotivo contro il sistema giudiziario in generale", prosegue il cablo di Thorne del 29 ottobre 2009 che cita Gianni Letta come fonte. Lo "scoppio d'ira" di Silvio Berlusconi ha portato a relazioni "gelide" con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e "questo episodio lo fa apparire debole", dice il braccio destro di Berlusconi all'ambasciatore americano. Il momento al quale Thorne si riferisce è quello in cui la Corte Costituzionale aveva rigettato il Lodo Alfano. "Vari contatti - scrive ancora Thorne - ci descrivono un ambiente politico dominato dalle teorie del complotto".
Letta: "Fisicamente e politicamente debole". Il file dell'ambasciata rivela poi un episodio personale: l'ambasciatore David Thorne chiama il premier per la prima volta dopo essersi insediato e "Berlusconi per un po' sonnecchia". Poi Thorne cita anche Gianni Letta, secondo il quale la serie degli scandali degli ultimi tempi hanno lasciato Berlusconi "fisicamente e politicamente debole": l'ultrasettantenne notoriamente instancabile, dice l'uomo forse a lui più vicino, "non ha energie". Thorne riporta poi ai suoi colleghi del dipartimento di Stato la visita fatta ad Arcore dopo che il premier era stato colpito dalla statuetta del Duomo, nel dicembre del 2009. Lo trovò, dicono i file, "bendato e con abrasioni" ma pronto a mostrare all'ambasciatore americano un nuovo progetto di formazione dei futuri leader del Paese. Gli disse, racconta Thorne, di essere stato fortunato ad essere stato colpito solo di striscio altrimenti la statuetta "mi avrebbe ucciso". Dopo l'attacco, confida ancora Letta a Thorne, "Berlusconi era caduto in depressione". Il progetto di formazione di cento giovani promettenti, raccontato da Thorne nel cable riservato, doveva avviarsi a marzo sotto forma di una scuola speciale presso la Villa Gernetto, tutta finanziata con le fortune private del Cavaliere. Ad aprile, Villa Garnetto - riporta il Guardian - fu usata per un vertice Italia-Russia. E Berlusconi annunciò: "Ho invitato Putin a mandare qui anche giovani russi, e gli ho chiesto di essere il primo a fare lezione".
Chi lavora "contro" Berlusconi. "Tremonti, Fini e l'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu stanno ponendo le fondamenta per la lotta alla successione nel post-Berlusconi". Sembano le ipotesi politiche di questi giorni, e invece si tratta di un altro cablogrammna, di oltre un anno fa (27 ottobre 2009). Anche questo è stato inviato dall'ambasciata degli Usa a Roma a Washington. E pure in questo caso sarebbero racconti fatti dal presidente della commissione Difesa del Senato Giampiero Cantoni all'ambasciatore Thorne. Cantoni, tuttavia, "sente che il governo, per il momento, è stabile", si legge nel documento, classificato come confidetial/noforn, da non far vedere, cioè, a diplomatici stranieri.
Bersani nel giudizio del Cavaliere. Una persona "diretta", "onesta" e con un intelletto "di alto livello". E' questo il giudizio che il premier Silvio Berlusconi dà del suo avversario politico Pierluigi Bersani, leader del Pd, secondo quanto emerge da un cablogramma del primo gennaio 2010. Nel documento l'ambasciatore descrive la sua visita al premier dopo l'aggressione subita a Milano da Massimo Tartaglia nel dicembre 2009. Thorne incontra Berlusconi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. E si parla anche di politica interna, in particolare dell'opposizione. "Berlusconi e Letta hanno dimostrato un grande rispetto per i leader dell'opposizione. Berlusconi ha lodato il leader del Pd, Bersani", si legge.
Berlusconi-Putin, la relazione pericolosa. Il 9 giugno del 2009, a una settimana dalla prima visita di Berlusconi a Washington con Obama presidente, l'incaricata d'affari Elizabeth Dibble scrisse al presidente americano un rapporto sull'ospite in arrivo (visibile sul
sito del Guardian): un partner e alleato ancora saldo, ma indebolito nella sua influenza interna e internazionale, è l'analisi della diplomatica. Nello stesso tempo, Berlusconi tende a "autonominarsi" nel ruolo di interlocutore con attori difficili dello scenario internazionale, tendenza che "qualche volta ha complicato gli sforzi internazionali". "Tenterà di usare la presidenza del G8 per affrontare i temi in modo discordante dallo scopo dell'organizzazione. Dobbiamo scoraggiare questi istinti". Il cablo sintetizzò così il punto cruciale dell'allarme americano, la relazione di Berlusconi con Putin: "La dipendenza dell'energia russa, gli affari lucrosi e spesso non trasparenti che legano l'Italia e la Russia e la stretta, personale relazione tra Berlusconi e Putin hanno distorto il punto di vista del premier al punto che egli crede che gran parte delle frizioni tra Occidente e Russia siano state causate dagli Usa alla Nato".
Il 12 giugno del 2009, a pochi giorni dal bilaterale, scrive l'
edizione online del quotidiano spagnolo El Pais, la diplomazia americana mostrò ancora la sua inquietudine per l'influenza che l'Italia esercita sulla politica russa verso gli Usa. Il segretario di Stato si era chiesta se i "leader politici ed economici italiani" non avessero esercitato "un'influenza negativa nella politica russa nei confronti degli Stati Uniti", "e se e così, come è avvenuto?", chiedeva la Clinton in un cablogramma diplomatico inviato a Roma e a Mosca.
Sei mesi dopo, il 28 gennaio del 2010 (cablogramma 246008), il segretario di Stato americano chiese ancora una volta alle delegazioni europee che inviassero "ogni genere di informazione" sui rapporti tra Berlusconi e il presidente russo. Il diaspaccio terminava chiedendo, nonostante ancora non fosse cominciata la guerra civile all'interno del Pdl, "in che modo Mosca riteneva che sarebbero cambiate le sue relazioni con l'Italia nel caso in cui Berlusconi avesse cessato di essere il primo ministro". Inoltre, Hillary Clinton chiedeva dati sulla "relazione tra i dirigenti dell'Eni, incluso l'amministratore delegato Paolo Scaroni, e i dirigenti del governo italiano, soprattutto il primo ministro Berlusconi e il ministro degli Esteri" (Franco Frattini). E reclamava "esempi, se possibile, di qualunque caso nel quale il governo italiano abbia preso decisioni per favorire imprenditori o interessi commerciali italiani a spese delle preoccupazioni (degli Stati Uniti) sulla politica energetica".
"I due premier trattano direttamente". La delegazione moscovita rispose al cablogramma della Clinton il 5 febbraio del 2010, con un'informazione classificata segreta che confermava che Putin e Berlusconi "hanno un rapporto diretto". Il dispaccio 247415 era firmato dall'ambasciatore Jphn R. Beyrle, che concludeva con quest'affermazione: "Nelle faccende importanti, sembra che le relazioni economiche tra la Russia e l'Italia siano condotte dai primi ministri, che mantengono un rapporto diretto e controllano alcuni delle maggiori imprese nell'ambito delle rispettive economie. Quale sia lo scopo finale di queste attività, è probabile che non dipenda solo da calcoli commerciali o di redditività". Beyrle concludeva citando un informatore segreto: "Secondo il nostro contatto, sembra che tutto quello che accade nei livelli inferiori sia mera messinscena".
Le frustrazioni dell'ambasciata italiana. Il documento rivelava l'identità del "contatto" che informa gli statunitensi. Si tratta di un funzionario dell'ambasciata italiana a Mosca, che nel cablogramma viene identificato per funzione, nome e cognome, seguiti da una parentesi che dice: "proteggere". Il contatto esprime la sua "frustrazione" per il fatto che l'intimità tra Putin e Berlusconi "relegasse l'ambasciata nell'oscurità". E spiegava: "La stessa ambasciata e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spesso vengono a conoscenza dei colloqui tra Berlusconi e Putin solo dopo che hanno avuto luogo, e con dettagli e background molto limitati". Tuttavia, ragionava il diplomatico italiano, "sebbene questa stretta relazione non sia ideale dal punto di vista burocratico e sia più dannosa che vantaggiosa, a volte può risultare utile". E a riprova faceva un esempio: nel caso dei negoziati per la vendita a Gazprom da parte dell'Eni del suo 20 per cento di Gazpromneft, l'impresa russa intendeva pagare a Eni le azioni "per molto meno rispetto al prezzo di mercato, ma finì per pagare il valore di mercato dopo che Berlusconi trattò direttamente con Putin".
Secondo l'informatore italiano, "sebbene (il progetto del gasdotto) South Stream si sia accaparrato quasi tutta l'attenzione, il principale obiettivo di Eni in Russia è l'acquisto del gas". Secondo il cablogramma, l'ambasciata italiana stava preparando una visita alla piattaforma petrolifera di Severenergia, una società costituita da Gazprom, Eni ed Enel e costituita, afferma l'informatore, "al solo scopo di comprare le attività di Yukon nella subasta fallimentare dell'azienda petrolifera". Enel ha l'obiettivo di aumentare i suoi investimenti in Russia fino a 9 miliardi di euro, aggiunge il cablogramma, che conclude affermando che l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, e il governo italiano "si tengono abitualmente in contatto con Igor Sechin, vice primo ministro russo e 'zar' dell'energia".
Il piano per "mitigare l'influenza corrosiva". Profondamente irritati per le conseguenze dell'amicizia tra Berlusconi e Putin, gli Stati Uniti decidono, attraverso l'ambasciata a Roma, di porre in essere "un piano per mitigare il problema e contrastare la corrosiva influenza" di tale amicizia. "Abbiamo avviato un'offensiva diplomatica con figure chiave dentro e fuori il governo italiano", racconta Spogli nel gennaio del 2009. L'obiettivo è duplice: "Istruire i nostri interlocutori sulle attività russe e costruire un contrappeso di opinioni dissidenti contro le politiche russe, soprattutto all'interno del partito di Berlusconi". "L'ambasciata ha agito con figure di spicco del governo in forma aggressiva e a tutti i livelli - aggiunge Spogli - Esponenti politici ed economici hanno lavorato con membri del partito Pdl e del governo, think tank e stampa per offrire una corrente d'opinione alternativa alla insistenza di Berlusconi secondo il quale la Russia è un Paese stabile e democratico ed è stato provocato dall'Occidente. Lo sforzo sembra funzionare. L'opposizione ha cominciato a chiedere spiegazioni a Berlusconi, e anche alcuni esponenti del Pdl in privato hanno cominciato ad avvicinarsi, a dire che avrebbero piacere di dialogare di più con noi sulla Russia, e ci hanno manifestato il loro interesse a calmare la 'passione' di Berlusconi con Putin".
Tempesta sulle accuse di tangenti. Hanno intanto causato clamore a Roma le
accuse dell'ambasciatore georgiano a Roma, riportate sempre nei rapporti dell'ambasciata Usa verso Washington, il quale avanzò l'ipotesi di vere e proprie tangenti pagate dalla Russia all'Italia sui profitti dei gasdotti sviluppati dall'Eni insieme a Gazprom. Circostanza sulla quale l'opposizione italiana è insorta, con l'Idv che ha invocato la formazione di una commissione d'inchiesta e il pd Dario Franceschini che ha chiesto al premier di venire a riferire in aula.
Berlusconi: "Curo solo interesse dell'Italia". Di fronte al profluvio di rivelazioni, su questo specifico punto il premier questa mattina ha fatto solo una battuta a margine del vertice Osce ad Astana: ""Gli Usa hanno chiarissimo che non ho assolutamente nessun interesse con nessun altro Paese, che non ci sono assolutamente interessi personali e che io curo soltanto l'interesse degli italiani e del mio Paese".
Il Cavaliere di Sarkozy. Il premier italiano smentisce una delle infroamtive che riporta il giudizio sul presidente francese. "Il giudizio che mi sarebbe stato attribuito sul Presidente francese è di assoluta fantasia. Per regola di vita, quando parlo degli altri, siano colleghi o avversari, dico soltanto cose positive, altrimenti sto zitto". Secondo un dispaccio dell'ambasciata Usa il presidente del Consiglio italiano ha definito Sarko' una "stella che sta chiaramente calando, e non esercita più la stessa influenza che aveva un anno fa".
Il premier e quell'aiuto da Bush nel 2006. Il presidente del Consiglio, nell'ottobre del 2005, chiese "specificamente" all'ambasciatore degli Usa a Roma Ronald Spogli una riunione a Washington con l'allora presidente americano George W. Bush "e di poter parlare davanti al Congresso degli Usa per migliorare le sua posizione in vista delle elezioni di aprile 2006". E' quanto emerge da un cablogramma del 26 ottobre 2005 inviato dall'ambasciata statunitense a Roma e riportato oggi dal quotidiano spagnolo El Pais. Il documento, classificato come segreto e firmato da Spogli, afferma che Berlusconi, in quel periodo, "ha otto punti di svantaggio nei sondaggi" e che il suo Governo è "minato da scontri interni e da una permanente recessione economica". Spogli, al termine del cablogramma, raccomanda prudenza alla Casa Bianca. "Dovremmo 1) offrire un elogio appropriato alla politica estera italiana senza pregiudicare i nostri rapporti con Prodi e 2) fare in modo che Berlusconi si impegni con noi sulla Russia e l'Iran", si legge sul documento riportato da El Pais.
Mafia, Saviano ha ragione. I riferimenti all'Italia riguardano naturalmente anche altri aspetti. Il 15 ottobre 2009, in una nota dell'ambasciata Usa a Madrida per Washington, si fa rapporto su un incontro tra funzionari Usa e Gerardo Cavero, procuratore capo antidroga e anti criminalità di Barcellona, e Fernando Bermejo, procuratore anti-mafia e anti-corruzione. Il tema è una nuova collaborazione con gli Usa e l'Fbi. Bermejo dice che ai funzionari americani che in Italia c'è un detto "secondo il quale la mafia è così potente che può comprare i giudici". A quel punto evidenzia come "Roberto Saviano, famoso per il lavoro sulla mafia, ha definito il sistema giudiziario spagnolo così corrotto che la mafia non ha bisogno di comprare i giudici". Risposta degli ufficiali del governo Usa: "C'è un elemento di verità in quello che dice Saviano".
Fonte:
Repubblica